Archive for Marzo 11th, 2021

Vaccini da oggi anche per la fascia 70-80 anni. Come funziona il piano regione per regione

giovedì, Marzo 11th, 2021

di Michele Bocci ,  Antonio di Costanzo ,  Rosario di Raimondo ,  Cenzio Di Zanni ,  Cecilia Gentile ,  Mariachiara Giacosa ,  Matteo Macor ,  Andrea Montanari ,  Giusi Spica

Da oggi partono le vaccinazioni anti-Covid anche per la fascia di età tra i 70 e gli 80 anni. Il criterio seguito dal piano vaccinale è quello delle età decrescenti: si finirà quindi di vaccinare over 80, docenti e forze dell’ordine, per poi procedere con i pazienti cosiddetti “fragilissimi”. Questo il link della piattaforma attivata per la prenotazione del vaccino.

Ogni Regione si trova ad affrontare criticità differenti. Ecco quindi un quadro della situazione da Nord a Sud.

Piemonte, dal 15 è il turno dei “fragilissimi”

Dei 350mila over 80 piemontesi, in 110 mila hanno ricevuto la prima dose del vaccino nelle prime tre settimane della campagna vaccinale che, per loro, durerà ancora un mese, considerando che dalla prossima settimana la Regione intende fare 15mila vaccinazioni al giorno, che diventeranno 20mila da fine mese. Già vaccinata oltre la metà (16mila) dei 25mila appartenenti alla forze dell’ordine e il 25 per cento del personale scolastico, docente e universitario, con 22mila vaccinati su circa 81mila prenotati sulla piattaforma digitale (100mila la platea). La stessa che da lunedì sarà disponibile anche per 450 mila over 70: dovranno registrare la pre adesione e sarà il medico di base a fissare l’appuntamento nel proprio ambulatorio o in quelli per la medicina di gruppo per la somministrazione del siero AstraZeneca. Sempre dal 15 saranno chiamati i pazienti “estremamente fragili” affetti dalle tredici patologie indicate dal ministero della salute e, per i più gravi, è prevista anche la vaccinazione dei caregivers conviventi. Per loro, vaccini Pfizer o Moderna, nei centri vaccinali.

Lombardia, vaccinazione in tre fasi. E gli sms non arrivano

In Lombardia, il piano per la vaccinazione anti Covid della popolazione si articola in tre fasi. Fase 1, che  ha riguardato il personale sanitario e le forze dell’ordine ed è iniziata il 10 febbraio e la fase 2. Con la somministrazione delle dosi agli ultra ottantenni (700mila) che è iniziata il 18 febbraio. Dall’8 marzo è iniziata la vaccinazione degli insegnanti, la prossima settimana quella dei pazienti “fragili”. Mentre l’11 aprile dovrebbe partire la fase massiva che riguarda 6,6 milioni di persone. Per vaccinarsi bisognava prima registrarsi su un portale della Regione (visto che la vaccinazione è volontaria. Si riceveva via sms un codice di verifica e poi un secondo messaggio con il luogo e la data della somministrazione della dose. La registrazione si può fare anche nelle farmacie e dai medici di famiglia). 

Dopo qualche problema iniziale per il sovraccarico delle richieste, il portale ha funzionato, ma i problemi sono sorti sulla consegna degli sms. Prima perché non arrivavano. Poi, perché il portale non aveva caricato i Codici di avviamento postale cambiati e fissava quindi gli appuntamenti lontano dal domicilio degli over ottanta. Tanto che la Regione ha annunciato che il servizio non sarà più affidato ad Aria, ma a Poste Italiane. Finora  le adesioni complessive sono state 763.201. Quelle della fascia over 80 sono state 583.401. Le adesioni del personale scolastico 166.308. Finora si sono vaccinate 884.068 persone. Di cui 216mila ultra ottantenni. 142.484 tra gli 80 e i 90. 73.506 oltre i novanta anni. Al portale la Regione non segnala tempi di attesa, mentre restano le disfunzioni sugli sms. Per la vaccinazione di massa saranno allestiti 66 hub sparsi su tutto il territorio regionale. I centri vaccini saranno in spazi fieristici, palazzetti dello sport, palestre e luoghi concordati con i sindaci dei vari comuni.   

Liguria fanalino di coda per le somministrazioni

Nella settimana del via alle prenotazioni dei vaccini anti Covid di under 65 e personale scolastico, la Liguria continua a rimanere in fondo alla classifica delle somministrazioni divise per regione.

Rating 3.00 out of 5

Danimarca sospende AstraZeneca: “Casi di coagulazione nei pazienti”

giovedì, Marzo 11th, 2021

L’Autorità nazionale danese per la salute ha sospeso in via precauzionale la somministrazione del vaccino AstraZeneca dopo la segnalazione di alcuni gravi casi di coaguli di sangue. È la stessa Autorità ad annunciarlo in un comunicato.

Su questi casi sono in corso delle indagini per stabilire eventuali connessioni con la somministrazione del vaccino, come sottolineato dal ministro della Salute Magnus Heunicke via Twitter.

“Siamo nel bel mezzo del più grande e importante programma di lancio di vaccinazioni nella storia danese. E in questo momento abbiamo bisogno di tutti i vaccini che possiamo ottenere. Pertanto, mettere in pausa uno dei vaccini non è una decisione facile. Ma proprio perché vacciniamo così tanto, dobbiamo anche rispondere con tempestività quando si è a conoscenza di possibili gravi effetti collaterali. Dobbiamo chiarire questo aspetto prima di poter continuare a utilizzare il vaccino di AstraZeneca”, afferma Soren Brostroem, direttore della National Health Authority.

Negli scorsi giorni, seguendo l’esempio di altri paesi dell’Ue come la Germania e il Belgio, le autorità sanitarie danesi avevano esteso la loro raccomandazione di utilizzare il vaccino anti-Covid AstraZeneca/Oxford alle persone di età superiore ai 65 anni, sulla base di uno studio scozzese. Finora Copenaghen non aveva raccomandato questo vaccino per le persone sopra i 65 anni, sostenendo che i dati scientifici non erano sufficienti. 

Rating 3.00 out of 5

COMUNICATO STAMPA ITS – INTESA CON LA MULTINAZIONALE SCHNEIDER

giovedì, Marzo 11th, 2021

LANCIANO (11/03/2021) – Siglata un’intesa tra Fondazione ITS SISTEMA MECCANICA di Lanciano (CH) e SCHNEIDER ELECTRIC SpA, la multinazionaleleader globale nella trasformazione digitale della gestione dell’energia e dell’automazione, per mettere a disposizione degli allievi dell’ITS le enormi competenze dei tecnici aziendali su aree di grande interesse ed attualità quali Industria 4.0, eco-efficienza energetica, progettazione elettrica intelligente.

Una prima collaborazione vedrà subito gli allievi del corso ITS impegnati in un modulo introduttivo alla “SMART MANUFACTURING”, progettazione elettrica nell’ambito della gestione sostenibile dell’energia e della trasformazione digitale dell’automazione. Gli interventi formativi, alternati ad esercitazioni e project work, saranno organizzati sia in presenza all’ITS che a distanza, sulle piattaforme in cloud che Schneider Electric mette a disposizione.

“L’intesa – ha affermato Paolo Raschiatore Presidente dell’ITS – rafforza il quadro delle collaborazioni con le aziende, sia che si tratti di grandi aziende che di piccole e medie imprese, che ITS SISTEMA MECCANICA ha messo in atto fin dall’inizio delle sue attività, ritenendo che questo rappresenti il vero valore aggiunto per la formazione di tecnici preparati ed in linea con le richieste di competenze del settore di riferimento.”

“Siamo orgogliosi di mettere a disposizione percorsi di formazione innovativi sulla trasformazione digitale e sulla sostenibilità, frutto dell’esperienza tecnologica e di mercato maturata sul campo – ha dichiarato Laura Bruni, Direttore Affari Istituzionali di Schneider Electric – Schneider Electric crede fortemente nel valore degli ITS per la crescita competitiva e occupazionale del Paese e nel lavoro di pregio della Fondazione ITS SISTEMA MECCANICA di Lanciano per il rilancio del territorio”.

“La collaborazione con Schneider Electric – aggiunge Antonio Maffei coordinatore dell’ITS – apre ulteriori canali di specializzazione per i giovani talenti del territorio oltre ad offrire la possibilità di co-progettare nuovi corsi, tirocini formativi ad alta occupabilità sempre più in linea con le tecnologie di Industria 4.0 viste anche in un’ottica di sostenibilità ambientale e va ad aggiungersi alle nuove collaborazioni con altri grandi gruppi come Mitsubishi Electric e Siemens”.  

Rating 3.00 out of 5

Nuova Ferrari SF21: nel nome e spirito di Enzo

giovedì, Marzo 11th, 2021

Andrea Fanì

La Ferrari SF21 con i piloti Leclerc (seduto) e Sainz. Scuderia Ferrari

La Ferrari SF21 con i piloti Leclerc (seduto) e Sainz. Scuderia Ferrari

Non è solo per il musetto diverso, non è solo per il retrotreno rivisto rispetto al 2020, non è solo per quel “decimo di secondo al giro in meno” che il responsabile della power unit di Maranello, Enrico Gualtieri, sottolinea possa guadagnare la SF21 rispetto alla sorella SF1000. È soprattutto perché è una Ferrari, che tutto il mondo guarda con curiosità all’ultima nata nella casa rossa. Il 10 marzo 2021 è il giorno di nascita — almeno per gli almanacchi ufficiali — della nuova monoposto Ferrari per il Mondiale di Formula 1 2021. E già si può dire una cosa: dal presidente John Elkann in giù, tutti hanno fame di rivincita.

Nuova Ferrari, tutte le immagini della SF21

La nuova monoposto di Maranello per il Mondiale 2021: coda che da rossa diventa amaranto, posteriore strettissimo, fascino senza tempo. Guarda il video lancio dell’ultima Ferrari F1
Rating 3.00 out of 5

Saturimetro, aspirina e medico di base. Ecco come battere il Covid a domicilio

giovedì, Marzo 11th, 2021

di ALESSANDRO MALPELO

Roma, 11 marzo 2021 – I primi giorni sono decisivi per vedere che piega prende il Covid-19. L’infezione può risolversi come una sindrome influenzale (ci possono essere tosse, febbre, dolori muscolari, stanchezza, a volte nausea con incapacità a percepire sapori e odori), ma è sempre possibile aggravarsi in maniera repentina, con affanno respiratorio: in quei casi, su indicazione del medico, si rende necessario chiedere una visita urgente o farsi accompagnare in ospedale.

SI PUÒ PRONOSTICARE L’EVOLUZIONE?

Finalmente sì, i medici hanno imparato a riconoscere i pazienti a rischio. “Già alla prima visita – ha dichiarato Antonella D’Arminio Monforte, direttore delle Malattie infettive nella Asst Santi Paolo e Carlo di Milano – siamo in grado di prevedere il decorso basandoci sugli esami del sangue, la Tac del torace e le caratteristiche del paziente (obesità, ipertensione, grandi anziani con più patologie). Utilizziamo ad esempio gli antivirali, il remdesivir: prima si abbassa la carica virale, minore sarà l’entità della reazione”.

QUALI SONO LE CURE DOMICILIARI?

Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto farmacologico Mario Negri, ha diffuso con altri autori uno schema rivolto ai medici di famiglia per trattare a casa la sindrome da virus Sars-Cov-2. Ai primi sintomi, in attesa dell’esito del tampone, regolarsi come con le virosi delle alte vie respiratorie, ad esempio prendendo aspirina o nimesulide.

CHE COS’È LA VIGILE ATTESA?
Premesso che non esiste un approccio unico al Covid-19, è illuminante la spiegazione di Nicola Magrini, direttore dell’Agenzia italiana del farmaco, riportata sulle pagine web della Fnomceo (ordini dei medici). “Nella fase iniziale domiciliare la vigile attesa – spiega il numero uno dell’Aifa – consiste nel trattare solo i sintomi febbrili. Ovviamente questa condotta dipende dalle fasi e dalla gravità della malattia”. Per ragguagli il ministero ha emanato una circolare sulla gestione domiciliare.

MANCANO FARMACI RISOLUTIVI?

Vero e falso, nel senso che c’è un’evoluzione continua data dalla ricerca che, tra vaccini e varianti, indica come orientarsi quando si è contratta l’infezione. La prudenza è d’obbligo secondo Pierluigi Viale, che ha presieduto l’ultimo congresso Simit, Società italiana malattie infettive. Purtroppo mancano farmaci paragonabili agli antivirali ad azione diretta che in poche settimane cancellano qualsiasi traccia del virus dell’epatite C.

Rating 3.00 out of 5

Sbarra: “Il patto sul lavoro pubblico è una svolta, ora grandi riforme insieme”

giovedì, Marzo 11th, 2021

di Rosaria Amato

Roma – La firma del “Patto per l’innovazione” rappresenta il primo impegno importante come segretario generale della Cisl per Luigi Sbarra, che si è insediato il 3 marzo.

Voi a dicembre eravate arrivati allo sciopero. Quest’accordo rappresenta davvero una svolta?
“Siamo sicuramente in una fase nuova, che esalta il ruolo delle relazioni sociali e imprime una spinta alla ripartenza. È un Patto che è stato negoziato, in un contesto di grande responsabilità. Ecco perché lo consideriamo nel metodo un segnale di svolta: insieme è possibile affrontare i grandi nodi delle riforme, e aiutare il Paese a riprendere la via della crescita”.

Può anche essere il metodo per affrontare il nodo del blocco dei licenziamenti?
“Ci stiamo confrontando con il ministro del Lavoro Orlando sulle misure urgenti per il decreto Sostegni. Noi pensiamo che il blocco dei licenziamenti debba andare di pari passo con l’emergenza sanitaria”.

Ma così non si sacrificano i precari? Non sarebbe meglio un’uscita graduale?
“L’uscita graduale è possibile se accompagnata da un tavolo per cambiare gli ammortizzatori sociali, che devono diventare universali, solidaristici e di tipo assicurativo, e rilanciare le politiche attive del lavoro e gli investimenti, senza i quali non è possibile creare nuovo lavoro. Dobbiamo evitare il rischio di shock occupazionali e traumi sociali: abbiamo perso 500 mila posti di lavoro nel 2020, ci sono già oltre 100 tavoli aperti al Mise”.

Si parla di vaccinazioni nelle fabbriche e negli uffici: è legittima la scelta dei lavoratori che rifiutano di sottoporsi al vaccino?
“Noi sosteniamo un piano di vaccini nei luoghi di lavoro. Quella di vaccinarsi è una scelta di natura etica, un diritto-dovere verso se stessi e anche gli altri. Da parte nostra, dobbiamo diffondere il messaggio secondo il quale il vaccino rappresenta l’arma più efficace contro il virus”.

Domani l’apertura dei tavoli contrattuali della PA. L’aumento medio rimane di 107 euro, una cifra che voi avete contestato a lungo.
“Il governo si è impegnato a reperire nel corso del negoziato le risorse necessarie per chiudere una buona stagione contrattuale, attingendo a risorse che arriveranno con la prossima legge di Stabilità, in particolare per affrontare il riordino degli inquadramenti del personale.

Rating 3.00 out of 5

Recovery, prende forma il piano Cingolani: 80 miliardi di euro per la rivoluzione verde

giovedì, Marzo 11th, 2021

PAOLO MASTROLILLI INVIATO A NEW YORK

L’Italia punta ad investire nella transizione ecologica 80 miliardi di euro del pacchetto di aiuti in arrivo dall’Unione Europea, con un piano in cinque anni. Sull’emergenza clima, l’obiettivo di Roma è tagliare le emissioni di gas del 60% entro il 2030, quindi anche oltre gli impegni presi dalla UE, per arrivare poi a zero nel 2050.

John Kerry, primo Special Presidential Envoy for Climate nella storia degli Stati Uniti, è rimasto quasi sorpreso, ovviamente in positivo, quando ha sentito questi impegni da parte del ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani. I due si sono sentiti ieri per la prima volta, durante una chiamata facilitata dall’ambasciatore italiano a Washington Armando Varricchio. Lo scopo era coordinare le iniziative in vista dei diversi appuntamenti che li aspettano, a cominciare dal Leaders’ Climate Summit che il presidente Biden organizzerà il 22 aprile in occasione dell’Earth Day, ma guardando anche al vertice Pre-COP26 dedicato ai giovani che Milano ospiterà a settembre, e al G20 di Roma a fine ottobre.

Kerry era a Parigi, dove ha terminato la sua prima missione in Europa, che lo ha portato anche a Bruxelles e Londra. L’obiettivo era rilanciare subito una stretta alleanza col Vecchio Continente sulla questione ambientale, anche come precursore della collaborazione che Biden vuole costruire con gli amici tradizionali degli Stati Uniti, allo scopo di fare pressione sulla Cina e rispondere alla sua sfida geopolitica lanciata a tutto campo. Sul clima è indispensabile cooperare con Pechino, e questo potrebbe essere il primo settore dove riallacciare il dialogo, dopo i contrasti di Trump. Perciò Kerry ha voluto sentire anche l’Italia, nonostante le limitazioni imposte dal Covid ai viaggi gli abbiano impedito di andare a Roma. Cingolani è un tecnico, e ha mostrato subito la concretezza che gli americani auspicano dall’intero governo Draghi in tutti i campi.

Rating 3.00 out of 5

Vaccini, si cambia: tocca ai settantenni. Gli under 55 dovranno aspettare luglio

giovedì, Marzo 11th, 2021

paolo russo

ROMA. Il piano vaccini si rifà per la terza volta il trucco, cercando di partire a razzo con gli anziani dai 79 anni in giù, rimettendo in fila come gli altri le «categorie protette», che stavano facendo passare avanti i soliti furbi. * La bozza messa a punto dai tecnici di regioni e ministero della Salute prevedeva in realtà una operazione a tenaglia, che avrebbe stravolto l’ordine delle priorità, immunizzando contemporaneamente non solo gli anziani, ma anche gli italiani dai 40 anni in su. Una scelta ritenuta necessaria sia per fermare le varianti che colpiscono maggiormente chi è meno in là con gli anni, sia per riattivare il prima possibile la macchina produttiva del Paese, proteggendo chi è in età di lavoro.

Un ragionamento che si è però scontrato con la paura di lasciare indietro chi è comunque più esposto al rischio di finire in ospedale o peggio ancora. Ma il calendario vaccinale cambierà comunque per l’ennesima volta. Vuoi per la decisione di qualche giorno fa che ha esteso agli over 65 l’uso del farmaco di AstraZeneca, vuoi per l’accordo raggiunto dal governo con le regioni che prevede di procedere a passo spedito con il metodo israeliano, immunizzando per fasce di età.

I tecnici di Speranza stanno ancora finendo di mettere a punto la bozza dopo essersi confrontati con gli assessori regionali alla Sanità e questa mattina la Conferenza delle regioni esaminerà il nuovo piano che dovrebbe poi veder luce entro il weekend. La bozza prevede che prima di tutto si porti a termine l’immunizzazione degli ultraottantenni, che in tre casi su quattro devono ancora fare il richiamo. Per loro non ci sarà l’indicazione su quale antidoto utilizzare, ma tutte le regioni sono già partite con quelli di Pfizer e Moderna a Rna messaggero e con questi vaccini si finirà l’opera. Contestualmente, come richiesto dal ministro degli Affari regionali Mariastella Gelmini, sarà la volta dei disabili, dei loro care giver e delle persone che vivono in comunità.

Rating 3.00 out of 5

Sileri: “Resistere per 4 settimane, in arrivo l’effetto immunità. No agli stop generalizzati”

giovedì, Marzo 11th, 2021

Federico Capurso

I casi continuano a salire e per il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri questo vuol dire solo una cosa: «Questa settimana ci saranno altre regioni destinate a cambiare colore, virando verso l’arancione o il rosso». Non sta passando la terza ondata, al contrario: «Siamo nella fase di piena, ma non per questo servono misure generalizzate piuttosto aumentiamo i controlli».

Il Cts propone di introdurre misure da zona rossa nei prossimi weekend fino a Pasqua compresa. Non la convince?
«Si propone un “contenimento” come lo abbiamo vissuto sotto Natale, ma quello era un periodo diverso, quindici giorni di shopping, di incontri familiari, e c’era un alto rischio di incontri tra le mura domestiche. Nelle prossime settimane, invece, la situazione sarà diversa. Il blocco nei weekend aiuta a impedire gli assembramenti, ma quello si può fare aumentando i controlli».
Da alcune regioni si chiedono misure più stringenti. I medici del Piemonte hanno lanciato un appello per renderlo immediatamente zona rossa.
«I medici che stanno sul territorio vanno sempre ascoltati, ma atteniamoci ai dati. Ci sono delle aree che devono diventano rosse, senza dubbio, poi possono essere più o meno estese, dal comune alla provincia, fino all’intera regione».

Gli scienziati propongono misure più rigide anche per le zone gialle. Sono necessarie?
«La zona gialla non ha effetti di contenimento, ma mettere delle misure restrittive uguali in tutta Italia non mi sembra utile. Molte regioni diventeranno rosse o arancioni nei prossimi giorni e quindi ci saranno già restrizioni maggiori. Strette generalizzate finirebbero per toccare situazioni dove ci sono andamenti positivi, come in Sardegna. Resistiamo ancora 4 settimane».

Perché 4 settimane?
«Sarà il tempo utile a vedere i primi benefici delle vaccinazioni. Negli ultimi 10 giorni c’è stato un impulso positivo e dobbiamo accelerare con un altro milione e mezzo di dosi a settimana. A quel punto si potrà davvero vedere la luce in fondo al tunnel».

Reggerà la riapertura di teatri e cinema a fine marzo?
«Credo di sì, mantenendo l’apertura per teatri e cinema nelle zone gialle, non nelle altre».

Non c’è il pericolo che con un numero di contagi troppo alto si finisca per rallentare la campagna vaccinale?
«Chiaramente, più esposizione c’è, più il virus circola. Ripeto, servono più controlli».

Rating 3.00 out of 5

Guerre culturali e silenzi intorno e dentro al Pd

giovedì, Marzo 11th, 2021

di Paolo Mieli

Bisogna dar atto a Nicola Zingaretti di essersi comportato da italiano perbene, di quelli che, se annunciano le dimissioni, poi ne traggono le conseguenze e vanno fino in fondo. Semmai gli si può rimproverare di aver motivato l’addio mettendo insieme la richiesta di primarie che saliva dalla periferia (del tutto legittima) e un’opaca guerra per le «poltrone» sulla quale non ha saputo o voluto essere più circostanziato. Resta il fatto che si è impegnato a lasciare il Nazareno e domenica prossima, a quanto pare, tornerà in Regione Lazio. Verrà sostituito, si dice, da Enrico Letta, sicché tra una settimana il Pd e il M5S di Giuseppe Conte saranno guidati da due ex presidenti del Consiglio il che renderà i rispettivi partiti più solidi. E, soprattutto, più forti nel dialogo con il governo presieduto da Mario Draghi oltreché nella contrattazione per la scelta del futuro capo dello Stato. Se tutto andrà al meglio per loro, alle elezioni politiche le due formazioni del centrosinistra potrebbero avere anche un vantaggio su quelle del centrodestra. Qualora riescano a conquistare la maggioranza dei seggi alla Camera e al Senato, i due partiti avranno pronta la soluzione per il governo della prossima legislatura: il leader di quello che avrà ottenuto più voti andrà a Palazzo Chigi, l’altro, se vorrà, gli farà da vice.

Certo l’immagine del Pd non è uscita rafforzata dal terremoto di vertice. «Da quindici anni non vinciamo una elezione politica, ma per oltre undici siamo stati al governo», ha constatato con amarezza Gianni Cuperlo. Il Pd è ormai «impermeabile ai sentimenti e alle passioni… congegnato per restare serbatoio di governo e sottogoverno», ha sentenziato implacabile Erri De Luca. Zingaretti lascia un’organizzazione politica che, secondo Luca Ricolfi, «per la profondità e capillarità della sua occupazione dei gangli del potere è macchina di autopromozione più di qualsiasi altro partito». Il Pd, a detta di Arturo Parisi, è «un partito governista destinato nei fatti ad essere subalterno a chiunque gli prometta di riportarlo al governo». Lo stesso Parisi si è poi mostrato immalinconito da quel genere di assemblee dem «che da sempre ruzzolano inarrestate verso il voto finale, ogni volta uguale: unanime». Questi — e altri mille dello stesso tenore — sono i commenti di osservatori dall’interno del Pd o, in ogni caso, non ostili al Pd.

Rating 3.00 out of 5
Marquee Powered By Know How Media.