Archive for Aprile, 2021

L’Aria Che Tira, Giampiero Mughini contro gli italiani che scelgono il vaccino: “In base a quali dati scientifici…”

venerdì, Aprile 16th, 2021

Giada Oricchio

A “L’Aria che Tira”, venerdì 16 aprile, Giampiero Mughini si scaglia contro gli italiani: “Folla inconsulta che fa rumore sui vaccini”. Nel corso della diretta, la conduttrice Myrta Merlino si è collegata con l’amico Mughini, che ha compiuto 80 anni, e gli ha mostrato un sondaggio in base al quale, se potesse scegliere, il 30,5% degli italiani farebbe Pfizer, il 17% Johnson&Johnson,  il 7,9% Moderna, il 5,4% Sputnik, l’1,6% Reithera e solo lo 0,9% AstraZeneca, fanalino di coda della campagna vaccinale.

Lo scrittore, noto per la lingua affilata e urticante, è intervenuto a gamba tesa sulle preferenze dei connazionali: “Sull’argomento Covid non ho nulla da aggiungere, ma Myrta, ti posso dire una cosa? Pensi che a ciascuno di quelli che hanno risposto al sondaggio sulla preferenza di Pfizer rispetto ad AstraZeneca, dicessi: amico caro in base a quali dati scientifici preferisci questo o quell’altro? Dai, spiegalo in un italiano semplice, pensi che uno solo di quelli là, uno solo di quelli là saprebbe rispondere? Ma di cosa stiamo parlando?! La democrazia non è l’idea di una folla inconsulta che chiacchiera e fa rumore con la bocca! La democrazia è la responsabilità su cose di cui uno è a conoscenza. Capito? E vai!”.

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Cig, fino a 280 euro in meno in busta paga per sei milioni di lavoratori: pasticcio sulla norma

venerdì, Aprile 16th, 2021

di Francesco Bisozzi

L’ultimo pasticcio sulla Cig rischia di costare fino a 280 euro ai lavoratori che al 25 marzo avevano esaurito le 12 settimane di cassa integrazione con causale Covid previste dalla legge di Bilancio. Già perché le ulteriori 13 settimane di Cig introdotte dal decreto Sostegni risultano fruibili dal primo aprile. A fare i conti è il consigliere nazionale di Unimpresa Giovanni Assi che al Messaggero spiega: «La perdita dipende dal numero di giorni lavorativi rimasti effettivamente scoperti ed è compresa tra 110 e 280 euro. Il taglio interessa potenzialmente oltre sei milioni di persone». Unimpresa chiede al ministero del Lavoro di intervenire affinché il cortocircuito normativo venga sanato in sede di conversione in legge del decreto Sostegni. Se così sarà i lavoratori colpiti dalla sforbiciata avranno la possibilità di recuperare retroattivamente le somme andate perse.

Con quali tempistiche? Nella migliore delle ipotesi i pagamenti relativi all’ultima settimana di marzo arriveranno a giugno, sempre a patto che la discrepanza tra i due periodi di cassa integrazione venga cancellata. Unimpresa aveva lanciato l’allarme già alla fine di marzo, avvisando il governo del buco venutosi a creare per effetto del meccanismo normativo che disciplina l’ammortizzatore sociale. Più nel dettaglio, l’ultima legge di Bilancio ha esteso la cassa Covid per 12 settimane a partire dal 1 gennaio e fino al 25 marzo, mentre il decreto Sostegni prevede 13 settimane aggiuntive di Cig per tutte le aziende e 28 settimane per quelle non coperte da cassa integrazione ordinaria con decorrenza però dal primo aprile. Insomma si è verificato una sorta di blackout e così in molti sono rimasti privi di tutele dal 25 al 31 marzo. Non l’intera platea dei lavoratori che hanno diritto alla Cig, ma una buona parte sì. «Parliamo di una falla che ha sensibilmente alleggerito le buste paga della mensilità di marzo che i lavoratori stanno iniziando a ricevere», prosegue il consigliere nazionale di Unimpresa, «ma il nostro grido di allarme e le denunce provenienti dal mondo sindacale hanno lasciato fin qui indifferente il governo guidato da Mario Draghi, che forse trascura il danno provocato in questi giorni a imprese e lavoratori dal buco normativo relativo alla cassa integrazione Covid-19».

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Teramo, “mister Fortuna” gioca un euro e vince un milione. Ecco chi potrebbe essere

venerdì, Aprile 16th, 2021

di Teodora Poeta

La dea bendata è tornata a baciare Teramo con un’altra maxi vincita da un milione di euro al Million day. La giocata fortunata è stata fatta lunedì sera da un cliente della tabaccheria di Anita Di Teodoro a Villa Pavone, ancora sconosciuto. Felici i titolari dell’attività che hanno scoperto la vincita solo ieri sera. «In realtà ce ne siamo accorti guardando le ricevitorie dove erano state fatte le vincite sul monitor del 10 e Lotto – racconta Alessandro Procaccia, marito della titolare -. Poi, in serata, abbiamo avuto la conferma con il bollettino di Lottomatica».

Non c’è stato ancora neanche il tempo di brindare, insomma. «No, perché è successo tutto velocemente», dice. Chissà, invece, se il vincitore avrà già iniziato a festeggiare. «Fino ad adesso, qui da noi, nessuno si è fatto vivo», ammette. Certo, un biglietto sarebbe bello riceverlo. Anche se lo stesso Procaccia conferma che la loro ricevitoria si trova in un posto molto di passaggio, lungo viale Europa, e il fortunato o la fortunata potrebbe anche non essere del posto. I titolari, comunque, mantengono il segreto, ammesso che sappiano qualcosa sull’identità del nuovo milionario teramano.

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Colori delle Regioni, solo tre restano in rosso. La Campania diventa arancione

venerdì, Aprile 16th, 2021

di Michele Bocci

Resteranno rosse tre Regioni dopo la Cabina di regia dell’Istituto superiore di sanità e del ministero alla Salute di oggi. La Campania infatti passa in arancione dall’inizio della prossima settimana perché migliora il suo Rt e migliora anche l’Incidenza settimanale per 100mila abitanti (238 casi).

Solo tre ancora in rosso

Resteranno invece per un’altra settimana nello scenario con più restrizioni, a cominciare dalla chiusura dei negozi e dal divieto di visite ad amici e familiari, la Valle d’Aosta (incidenza a 319), la Puglia (260) e la Sardegna. Quest’ultima a causa dell’indice di replicazione (fattore Rt), visto che l’incidenza nel suo caso è 160, comunque oltre il triplo di quel 50 sotto il quale era scesa alcune settimane fa finendo addirittura in zona bianca, unica Regione ad averla sperimentata.

Undici regioni con dati da zona gialla

Tutte le altre 16 Regioni (e le due Province autonome) italiane sono in zona arancione, anche se una buona parte, 11 più le 2 province, hanno numeri che le terrebbero in giallo. Come noto quella zona è stata esclusa dall’ultimo dpcm per proteggere il Paese dalla alta diffusione della pandemia dovuta anche alle varianti. Quindi dovranno ancora aspettare, a meno di cambiamenti di rotta del governo che rappresenterebbero colpi di scena, le Province di Trento e Bolzano (incidenza a 128 e 87), l’Abruzzo (122) la Calabria (183), l’Emilia-Romagna (182), il Friuli Venezia Giulia (156), il Lazio (161), la Lombardia (163), le Marche (155), il Molise (88), il Piemonte (204), l’Umbria (102) e il Veneto (134).

REP.IT

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Pd, Letta: “Erdogan è un autocrate, Al Sisi un dittatore”

venerdì, Aprile 16th, 2021

ROMA – “Erdogan è un autocrate, Al Sisi è un dittatore”. Enrico Letta torna durante Piazza pulita su La 7 sulle parole dette da Mario Draghi sul presidente turco. E dssente dal presidente del Consglio, aprendo però un nuovo fronte di polemica con l’Egitto. “Erdogan non è tecnicamente un dittatore perché c’è un Parlamento che lo ha eletto, lui è un autocrate, Draghi ha forzato la mano rispetto ad una situazione molto pesante che c’è in Turchia.”, ha detto il segretario del Pd. Alla domanda se allora l’aggettivo può essere usato per il presidente egiziano, Letta ha risposto: “Direi di sì”.

Letta ha commentato poi l’accusa rivolta a Vladimir Putin da Joe Biden di essere un “killer”, E su questo il segretario dem ha detto: “Biden non ha detto che è un killer, ha risposto ad una domanda”. Ma, ha aggunto, “io non avrei risposto così perché le relazioni tra Usa e Russia hanno bisogno di toni un po’ diversi”.

REP.IT

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Vaccini, parte la campagna in azienda: immunizzati anche i familiari

venerdì, Aprile 16th, 2021

di Valentina Conte

L’Italia presto avrà quasi 3 mila punti vaccinali. Ai 2.269 registrati ieri si aggiungeranno 680 hub aziendali. Imprese di Stato e non che hanno dato la disponibilità ad accelerare il Piano nazionale allestito dal commissario Figliuolo. Per ora vaccineranno le categorie prioritarie: over 70 e 80, dirottati dalle aziende sanitarie locali. Poi dal 15 maggio, esauriti i “fragili”, procederanno con i dipendenti e i loro famigliari conviventi. Un’opzione è quella del «parallelo multiplo» individuato da Figliuolo: «Vaccinare in contemporanea la fascia 30-59 anni» e poi gli altri. Non saranno le sole imprese. Da metà maggio, grazie all’ipotizzato arrivo di 17 milioni di dosi, si potrà vaccinare ovunque nei luoghi di lavoro. Già 7.300 aziende aderenti a Confindustria si stanno attrezzando. Altrettante di Confapi (piccola e media industria). Altre se ne aggiungeranno. Le regole da seguire sono stringenti, inserite nel protocollo firmato dalla parti sociali, con governo e Inail, il 6 aprile. E nelle indicazioni ad interim — una sorta di addendum al protocollo — condivise con le Regioni.   Tra le 680 imprese-hub c’è la Reale Mutua Assicurazioni di Torino, visitata due giorni fa da Figliuolo. Nello spazio del Cral aziendale, sui campi da tennis, padel e basket, sono stati allestiti 10 box dove 40 tra medici e infermieri, 250 volontari di cui 150 dipendenti, turneranno per tre mesi dalle 8 alle 20, sette giorni su sette. Obiettivo: 100 mila vaccinazioni entro fine luglio. Prima i fragili indicati dalla Asl, poi i 1.300 dipendenti di Torino e i loro famigliari. Anche l’outlet di Valmontone, alle porte di Roma, ha messo a disposizione un’area parcheggio di 20 mila metri quadrati allestita a drive- in: 26 auto in contemporanea, 250 iniezioni all’ora, 2-3 mila vaccinati al giorno, 740 mila in 8 mesi, grazie a 19 medici, 30 infermieri, 16 operatori sanitari.   Pronti a partire anche 5 sedi lombarde di Leonardo, l’ex Finmeccanica. La sede Rai di Firenze. Tre siti Enel in Campania: Avellino, Napoli, Salerno. Enel ha già allertato 90 sedi in tutta Italia e 39 sono già pronte: a disposizione delle Asl ora, poi per i 30 mila dipendenti.

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Draghi, nuovo altolà a Salvini: “Adesso basta con i dispetti”

venerdì, Aprile 16th, 2021

AMEDEO LA MATTINA

ROMA. Il premier Draghi è stato molto chiaro con la delegazione leghista che ieri ha incontrato a Palazzo Chigi. Il suo governo ha una natura di unità nazionale, quindi «serve unità, non bisogna farsi dispetti e alimentare polemiche». Il presidente del Consiglio ha voluto mettere la sordina alle polemiche di Matteo Salvini contro il ministro della Salute Roberto Speranza, ha rimarcato che in questo passaggio così delicato per la campagna vaccinale non c’è spazio per sterili contrapposizioni. E sembra che lo abbia detto in una telefonata allo stesso leader del Carroccio, assente all’incontro. L’incombenza di rispondere è rimasta quindi a Gianfranco Giorgetti. Salvini infatti è tornato a Milano per stare con i figli prima di volare domani a Palermo per l’udienza sulla Open Arms, secondo la spiegazione ufficiosa fornita dalla Lega. Quindi è stato Giorgetti, con i capigruppo Molinari e Romeo, a replicare con garbo. Ricordando la correttezza dei gruppi parlamentari e il numero limitato degli emendamenti al dl Sostegni. E se di provocazioni, attacchi e insulti si vuole parlare, hanno sottolineato i leghisti, c’è una lunga lista proveniente dal segretario, dai ministri e dirigenti Pd. L’ultimo ieri, con Letta che ha incontrato Oscar Camps, fondatore di Open Arms. Tanto che Salvini ha ricordato che domani sarà a Palermo per il processo su «uno degli innumerevoli sbarchi organizzati dagli spagnoli di Open Arms» mentre «il Pd riceve questi “signori” con tutti gli onori».

Ma nel giorno in cui la delegazione della Lega incontra Draghi e deve subire una sorta di reprimenda, Giorgia Meloni piazza una mina sotto i piedi di Matteo Salvini presentando una mozione di sfiducia a Roberto Speranza per la sua «incompetenza e inadeguatezza», per «la gestione fallimentare e disastrosa della pandemia». La leader di FdI sfida la Lega: «Non è più tempo di Speranza, ma di coraggio». È una sfida alla coerenza del capo leghista che martella di critiche il ministro della Sanità. Lo ha fatto pure ieri affermando che, «stando alla scienza, e non è la scienza decisa da Speranza, dovremmo tornare a vivere. E invece Speranza continua a dire riapriamo fra un mese. Speranza ignora i sacrifici degli italiani. Sapete quanti danni psichiatrici stanno facendo ai nostri figli e nipoti?». Il contropiede di Meloni punta a enfatizzare le difficoltà del Carroccio a convivere con Pd e Leu. Del resto è lo stesso ex ministro dell’Interno ad ammette che non è semplice governare con la sinistra. Ma è necessario, aggiunge, perché permette alla Lega di decidere come spendere i soldi del Recovery Plan. Allora Giorgia gira il coltello nella piaga e presenta una mozione di sfiducia contro Speranza. «Così vediamo se Matteo abbaia soltanto o è in grado di mordere», dicono ironicamente dentro FdI.

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Si sbloccano 58 grandi opere, arriva la scossa da 66 miliardi

venerdì, Aprile 16th, 2021

PAOLO BARONI

ROMA. Dal varo del famigerato decreto «Sblocca cantieri» sono passati quasi due anni, 729 giorni per la precisione, e alle Infrastrutture si sono succeduti ben 3 diversi ministri (prima Toninelli, poi De Micheli e ora Giovannini), ma adesso finalmente ci siamo. Si parte. Per oggi è infatti attesa la firma sui decreti di nomina dei commissari straordinari che dovranno portare a termine il più rapidamente possibile le opere identificate dal governo come «prioritarie». In totale sono una trentina di persone, pescate innanzitutto tra i vertici di Anas e Rfi (che «in quanto tecnici hanno già iniziato a lavorare», ha assicurato ieri Giovannini dando per imminente la firma dei Dpcm). Con questa prima tranche vengono sbloccati lavori per oltre 66 miliardi. In tutto sono 58 le opere interessate dalle procedure straordinarie: 14 infrastrutture stradali, per un costo complessivo di circa 10,9 miliardi, e 16 opere ferroviarie (46,2 miliardi), quindi la linea C della metropolitana di Roma (5,8 miliardi), 12 infrastrutture idriche, 3 infrastrutture portuali (1,7 miliardi) e 12 interventi legati a presidi di Pubblica sicurezza per 500 milioni in tutto.

I poteri speciali
Molto ampi i poteri assegnati ai commissari, che oltre ad essere dotati di tutte le risorse necessarie per operare, potranno assumere ogni determinazione ritenuta necessaria per i lavori, anche rielaborando i progetti, assumendo direttamente le funzioni di stazione appaltante e derogando alla legge in materia di contratti pubblici. E soprattutto, una volta ottenuto l’ok dalle Regioni territorialmente competenti, potranno fare a meno di ogni autorizzazione, parere, visto e nulla osta, con la sola esclusione di quelli relativi ai beni tutelati.

Come detto, il grosso delle opere riguarda strade e ferrovie. A partire dal completamento della Statale 106 Jonica, 3 miliardi di lavori affidati all’amministratore delegato dell’Anas Massimo Simonini. Che sarà responsabile anche del nuovo collegamento trasversale tirrenico Grosseto-Fano E78 che a sua volta impegna 1, 92 miliardi. Da Raffaele Celia, responsabile nuove opere Area Centro dell’Anas, dipendono invece i lavori della Ragusa-Catania (754 milioni) e quelli sulla SS 640 tra Enna e Caltanissetta (990 milioni). A Vincenzo Marzi (Anas Puglia) va invece il controllo sull’adeguamento della SS16 Adriatica tra Foggia e San Severo (247 milioni), quelli sulla SS89 Garganica (922 milioni) e quelli sulla SS647 Fondovalle del Biferno. Ci sono poi i lavori di potenziamento e riqualificazione della SS4 Salaria (1 miliardo) su cui vigilerà Fulvio Soccodato di Anas ed il collegamento Cisterna-Valmontone (665 milioni) che sarà invece gestito dall’ad dell’Azienda regionale strade Lazio Antonio Mallamo. E ancora la Orte-Civitavecchia (466, 7 milioni) assegnata a Ilaria Coppa, responsabile pianificazione trasportistica sempre di Anas. Agli altri responsabili regionali il controllo sulle restanti opere minori.

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Il pane quotidiano

venerdì, Aprile 16th, 2021

Mattia Feltri

Come tutti i padri, la sera torno a casa e talvolta mi tocca di puntellare i figli nello studio. L’altro giorno mio figlio dodicenne chiede una mano per l’interrogazione su Voltaire, Montesquieu e Rousseau. È il mio pane, gli dico. E mi metto lì. Seguendo il libro di testo (ben fatto) parto con benevolenza su Voltaire, il trattato della tolleranza, l’eguaglianza fra gli uomini e la dignità della loro fede, la necessità di scansare i pregiudizi e la superstizione, di illuminare di ragione la convivenza eccetera. Passo a Montesquieu e il mio ardore si fa febbrile: l’intollerabilità dell’assolutismo, la separazione dei tre poteri che si controllano reciprocamente, una trinità laica che da oltre due secoli e mezzo è a fondamento delle democrazie liberali, e il mio tono di voce si fa quasi oracolare.

Ed eccoci a Rousseau. Si vabbè, per carità, interessante, il buon selvaggio, la società che corrompe, l’idea del governo dei cittadini e della volontà generale, e il mio dovere è fatto. Gli domando: dei tre, chi preferisci? Rousseau, risponde, perché comandiamo tutti. L’equivoco è sempre lo stesso e devo ricominciare: la volontà generale, gli dico, non è il volere della maggioranza, la volontà generale emerge quando tu sai scegliere non quello che è meglio per te ma è meglio per la comunità, e su qualsiasi argomento, compresi quelli di cui non sai nulla.

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Giugno senza divieti, Italia pronta a riaprire

venerdì, Aprile 16th, 2021

ilario lombardo, paolo russo

ROMA. Per rivedere l’Italia tutta aperta bisognerà aspettare giugno, come gli scienziati consigliano ormai di dire pubblicamente. Giugno, dunque: quando il numero di vaccinati sarà tale da piegare la curva dei contagi, che ancora ieri ha lambito i 17 mila casi, con 380 morti. Ma al pressing della Lega per riaprire tutto già da questo mese si è aggiunto ora anche quello delle Regioni guidate dal neo-presidente leghista Massimiliano Fedriga, che senza fissare date hanno presentato il loro piano per far ripartire piscine e palestre, spettacoli, bar e ristoranti. Questi ultimi anche la sera. Magari a partire dal 15 maggio, mentre il 3 maggio ci si potrebbe tornare a sedere in bar e ristoranti almeno a pranzo. Forse anche nell’ultimo weekend di aprile nelle regioni più virtuose, quelle che a un basso numero di contagi affiancano anche un’alta percentuale di vaccinati tra gli anziani. Come ad esempio Veneto, Emilia Romagna, Lombardia, Marche e Basilicata, tanto per citare quelle che hanno immunizzato più dell’80% degli ultraottantenni con la prima dose.

Il quadro sarà più chiaro oggi, quando con i numeri dell’ultimo monitoraggio Draghi convocherà la cabina di regia per decidere come, cosa e quando riaprire. In conferenza Stato-Regioni ieri si è parlato di Recovery plan, ma i contatti tra le Regioni e l’esecutivo sono costanti e un primo calendario di massima della ripartenza è già stato fissato. A maggio l’Italia comincerà a riaprire, un po’ come avvenne lo scorso anno, quando il Paese si buttò alle spalle gradualmente il primo, storico lockdown. Si sta discutendo di una possibile rimodulazione dei colori delle zone, con restrizioni diverse e qualche apertura in più. Di sicuro torneranno le zone gialle. I dati del monitoraggio di oggi in nostro possesso dicono che se già fosse stata ripristinata la fascia gialla di quel colore si tingerebbero ben 13 regioni e province autonome: Abruzzo, Calabria, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, le provincie autonome di Bolzano e Trento, Umbria e Veneto. Anche se dal gruppo potrebbero uscire – per restare in arancione dove bar e ristoranti sono sempre chiusi – regioni come Calabria, Abruzzo e Friuli Venezia Giulia che hanno una percentuale ancora modesta di anziani vaccinati. Un indicatore che, come annunciato da Draghi, andrà a determinare i colori delle regioni insieme con quelli che tastano il polso all’epidemia.

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