Archive for Aprile, 2021

Bonaccini lascia la presidenza della Conferenza Stato-Regioni

venerdì, Aprile 9th, 2021

Ultime ore di Stefano Bonaccini alla guida della Conferenza Stato-Regioni. Domani, infatti, l’organismo di coordinamento delle regioni italiane eleggerà un nuovo presidente. Ad annunciarlo, nella tarda serata di giovedì, è stato lo stesso governatore dell’Emilia-Romagna con un lungo post sulla sua pagina Facebook nel quale ha spiegato la necessità di garantire alla Conferenza una leadership che sia maggiormente in sintonia con l’orientamento politico della maggioranza delle amministrazioni attualmente in carica.

“Domani – questo il testo dell’annuncio – la Conferenza della Regioni e della Province autonome eleggerà un nuovo presidente e un nuovo vicepresidente. Ho avuto l’onore e il privilegio di guidare la Conferenza dalla fine del 2015, collaborando con tutti i colleghi presidenti (a prescindere dal colore politico) e con cinque governi che si sono succeduti in questi anni (anche in questo caso di colore politico molto diverso). Avevo ribadito a più riprese, da un anno a questa parte, la mia disponibilità a questo avvicendamento, posto che da tempo la stragrande maggioranza delle Regioni è a guida centrodestra (e se ho potuto guidare in modo unitario la Conferenza, anche in queste condizioni, lo debbo anzitutto a loro, che mi hanno sostenuto e permesso di trovare sempre una sintesi)”.

“Avevo chiesto – ha aggiunto ancora Bonaccini – che questo cambio si producesse però con un accordo unitario, per non aprire nell’emergenza una divisione tra noi e un indebolimento nel confronto col Governo nel momento in cui siamo chiamati a contrastare la pandemia e i suoi effetti drammatici sulla vita dei cittadini. Mi pare che questa sera si siano raggiunte queste condizioni e che nella giornata di domani si potrà procedere, quindi in tempi rapidissimi e in modo davvero unitario come avevo auspicato. Quando guidi un’associazione per tanto tempo, soprattutto attraversando momenti molto difficili, hai il dovere di preservare l’integrità e al tempo stesso di favorirne l’evoluzione. Per parte mia penso che gli incarichi si ricoprano protempore e nell’interesse anche di chi la pensa diversamente da te. Spero di averlo dimostrato in questi anni e spero di poterlo dimostrare ora sostenendo lealmente chi prenderà il mio posto”.

Infine, i ringraziamenti: “Tra i tanti, due sono indispensabili. A Giovanni Toti, che da presidente della Liguria ha ricoperto al mio fianco il ruolo di vicepresidente della Conferenza: la sua capacità, la sua intelligenza e la sua collaborazione mi sono risultate preziose in questo tempo.

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Per chi suona il campanello

venerdì, Aprile 9th, 2021

Mattia Feltri

Nei giorni scorsi ho scherzato un poco, ma mica tanto, sulla possibilità ogni un milione di casi di una trombosi dopo la vaccinazione Astrazeneca, e sulla possibilità ogni due milioni e mezzo di morire, se paragonata alla possibilità di ictus ogni mille casi indicata dal bugiardino di un antinfiammatorio senza ricetta che tengo sulla scrivania, o sulla possibilità ogni 750 mila di salutare il mondo cadendo dal letto.

Ma, per scherzare un po’ meno, e per illuminare la fondatezza delle preoccupazioni, conviene riportare i numeri diffusi ieri da errorigiudiziari.com: dal 1992 al 2020, ventinove anni, le persone risarcite perché finite in galera da innocenti – non indagate o processate, bensì rinchiuse in cella – sono state trentamila, oltre mille all’anno.

Mettiamola così: una possibilità ogni sessantamila di essere arrestati a casaccio. Attenzione, secondo alcune stime, due persone su tre non ottengono il risarcimento a causa dei soliti cavilli, e dunque gli innocenti arrestati sarebbero il triplo, novantamila, tremila all’anno. Stiamo bassi, diciamo il doppio: duemila all’anno. Diciamola meglio: è oltre ottanta volte più probabile che una mattina vi suonino al campanello e vi portino in prigione, anche se non avete fatto niente, che di morire dopo la vaccinazione Astrazeneca. Ho letto qualche articolo, non so quanto fondato, secondo il quale l’Unione europea rinuncerà presto ad Astrazeneca perché ormai il rapporto di fiducia è compromesso. Se è vero, avremmo ragioni moltiplicate per ottanta di dichiarare compromesso il rapporto di fiducia con lo Stato e la Giustizia. Ma la matematica, come la paura, è un’opinione.

LA STAMPA

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Decreto sostegni, aiuti fino a 40 miliardi: aumentano i beneficiari e l’importo raddoppia. Tutti i dettagli

venerdì, Aprile 9th, 2021

paolo baroni

Le nuove misure

La decisione verrà presa nei prossimi giorni contestualmente col varo del nuovo Documento di economia e Finanza che presenterà il ministro dell’Economia Daniele Franco: alla Ragioneria servono ancora 7-10 giorni per mettere a fuoco tutte le cifre, quindi il Consiglio dei ministri proporrà un nuovo aumento dell’indebitamento e a seguire, una volta ottenuto l’ok dl Parlamento, metterà sul tavolo il nuovo decreto. Che verosimilmente, per usare le parole di Mazzotta, riguarderà innanzitutto «la liquidità delle imprese e la proroga delle moratorie» su prestiti e mutui. Verrà poi riproposta la norma sugli affitti (con una detrazione fiscale pari al 60%) e quindi verranno riproposti gli indennizzi a fondo perduto, con un occhio di riguardo per alcuni settori maggiormente colpiti dalle restrizioni (come ad esempio il wedding). E per rispondere alle critiche ed al malessere di tanti settori di attività c’è l’ipotesi di abbassare la soglia di perdita del fatturato oggi al 30%, in modo da ampliare ulteriormente la platea dei beneficiari, ma anche quella di raddoppiare gli importi calcolando i contributi sul fatturato medio di due mesi anziché di uno.

Nuovo fondo salva-imprese

Nel pacchetto, con un occhio alle esigenze delle imprese ed un altro a quelle dei tanti che hanno perso il lavoro, si profila anche la possibilità di intervenire sui contratti a termine. Ma poi per soccorrere le aziende in difficoltà si pensa anche ad altri interventi. Ieri, illustrando in Parlamento le linee guida del suo dicastero, il ministro dello Sviluppo Giancarlo Giorgetti ha promesso «un cambio di passo nella gestione delle crisi aziendali che si vanno moltiplicando per effetto della pandemia» annunciando, tra l’altro, la nascita di «un fondo che potrà essere attivato per traghettare imprese in temporanea difficoltà verso condizioni migliori, quando vi siano obiettive prospettive di ripresa».

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Perché sono cambiate le rotte dei migranti nel Mediterraneo e da dove arrivano i disperati del mare

venerdì, Aprile 9th, 2021

fabio albanese

Perché sono cambiate le rotte dei migranti nel Mediterraneo e da dove arrivano i disperati del mare

«E’ di nuovo cambiato tutto, non arrivano più dalla Tunisia ma nuovamente, e in tanti, dalla Libia». Il sindaco di Lampedusa fotografa in una frase ciò che sta accadendo nel Mediterraneo centrale negli ultimi mesi. Contrariamente a quanto si era verificato l’anno scorso, è nuovamente la Libia il principale porto di partenza di migliaia di disperati diretti in Europa. Il primo cittadino dell’isola porta d’Europa, e simbolo stesso delle migrazioni, se ne è accorto andando ogni giorno sul molo Favaloro a vedere cosa stava accadendo. Ma sono anche i dati del Viminale come quelli delle organizzazioni umanitarie, a certificarlo: da inizio anno al 7 aprile sono arrivati in Italia 8476 migranti; di questi, solo un settimo sono tunisini. Lo scorso anno, il rapporto era all’incirca di uno su tre. «Ancora prima che facciano ingresso al porto, lo capisci subito da dove arrivano – dice Martello – perché i tunisini arrivavano con barchette con 10-15 persone a bordo, questi invece arrivano con barche molto più grosse dove ci sono dalle 50 alle cento persone e anche più».

Perché sono cambiate le rotte dei migranti nel Mediterraneo e da dove arrivano i disperati del mare

Più Libia meno Tunisia «Al 31 marzo, su un totale di 7400 migranti arrivati in Italia, circa 4500 sono arrivati dalla Libia e 2200 dalla Tunisia – afferma Flavio Di Giacomo, portavoce per l’area del Mediterraneo dell’Oim, l’organizzazione per le migrazioni delle Nazioni unite -. Le partenze dalla Libia sono dovute a tantissime cause che sono anche difficili da individuare, dall’instabilità del Paese a condizioni del mare più o meno favorevoli. Ciò che ci preoccupa è che in questi giorni sono stati fatti diversi salvataggi in alto mare ma, come sottolineato anche dalla Ong Alarm Phone, ci sono state varie chiamate di barconi in difficoltà che hanno dovuto aspettare tantissime ore, e in un caso più di un giorno, prima di venire soccorsi da qualcuno in acque internazionali, e non da libici. La velocità dei soccorsi resta una priorità».  

Perché sono cambiate le rotte dei migranti nel Mediterraneo e da dove arrivano i disperati del mare

La Libia dunque, nonostante il cambio di governo e un, almeno apparente, ritorno a una maggiore concordia tra le forze politiche in campo, resta il punto più delicato delle politiche migratorie europee e, anzitutto, di Italia e Malta; due Paesi che hanno modi diversi di affrontare il fenomeno ma che continuano a sostenere tutto il peso delle partenze dal Nord Africa. L’ultimo rapporto mensile di Frontex, quello emesso a metà marzo, è d’altronde molto chiaro: mentre le altre tre principali rotte di migrazione denunciano cali di partenze che vanno dall’84% del Mediterraneo orientale al 47% della rotta balcanica al 41% di quella del Mediterraneo occidentale, la rotta da Libia e Tunisia verso Italia e Malta ha registrato un aumento del 26% solo nei primi due mesi dell’anno.

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Oltre 2 milioni i vaccinati che hanno «saltato la fila»: è caccia ai furbetti

venerdì, Aprile 9th, 2021

di Virginia Piccolillo

Oltre 2 milioni i vaccinati che hanno «saltato la fila»: è caccia ai furbetti

Tra i vaccinati che hanno saltato la fila anagrafica ricadendo nella categoria «altro», la più alta percentuale si trova in Sicilia, Campania, Calabria e Valle d’Aosta. Con il sospetto che si sia voluto favorire «gli amici degli amici», il presidente della Commissione antimafia, Nicola Morra, annuncia su Facebook che chiederà gli elenchi dei vaccinati. A scorrere i dati, l’anomalia balza agli occhi. Su 11.850.555 dosi, quelle non destinate a ultraottantenni, a ospiti delle Rsa, a operatori sanitari, a personale «non sanitario» o scolastico e alle forze armate sono state 2.236.752.

Più della metà delle 4.106.273 dosi degli over 80. Un gruppo che attira l’attenzione delle Procure. Ieri 23 avvisi di garanzia, a Biella, per dirigenti, avvocati, commercialisti e vertici della Asl vaccinati a gennaio con dosi per i sanitari. Ad Oristano in 15 avrebbero vaccinato chi non era in fila. Ben 695.235 somministrazioni ad «altri» sono censite in Sicilia, Campania, Calabria che subiscono l’aggressione di mafia, camorra e ’ndrangheta, fa notare Morra, che vi aggiunge anche la Valle d’Aosta e dichiara di aver concordato questa iniziativa con Paolo Lattanzio, coordinatore in Antimafia del comitato sulla prevenzione e repressione delle attività predatorie della criminalità organizzata durante l’emergenza sanitaria, per vederci chiaro.

«La sovrapposizione iniziale di criteri per le vaccinazioni — piattaforma unica, poi medici di base, poi sindaci, poi ancora piattaforme — ha generato caos sulla scelta delle priorità e, diceva Falcone, dove gli amministratori sono inadeguati, là governa la mafia. E così se in molte regioni, sud incluso, la priorità dei più fragili è stata rispettata, in quelle più infiltrate dalla criminalità no», spiega Morra. In Campania, dove le somministrazioni sono state poco meno di un milione, le dosi destinate ai fuori lista sono state 297.193, più di quelle agli over 80, 295.250. Stessa cosa in Sicilia: meno dosi agli anziani (213.164) che agli «altri» (301.329). Idem in Valle d’Aosta: 87.804 ai nonni e 88.867 ai fuori lista. In Calabria quasi alla pari dosi agli ultraottantenni (88.867) e ai «chissà-perché» (88.030).

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Draghi: «Erdogan? Un dittatore»: tensione tra l’Italia e la Turchia

venerdì, Aprile 9th, 2021

di Monica Ricci Sargentini

È tensione tra Italia e Turchia. Il premier italiano Mario Draghi, ieri sera, ha condannato in modo netto il trattamento riservato alla presidente della Commissione europea che, martedì scorso, nel sontuoso palazzo presidenziale di Ankara era stata lasciata senza sedia durante il colloquio, cui partecipava anche il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, per far ripartire il dialogo tra la Ue e la Turchia:«Non condivido assolutamente Erdogan — ha detto durante una conferenza stampa —, credo che non sia stato un comportamento appropriato. Mi è dispiaciuto moltissimo per l’umiliazione che la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha dovuto subire». E ha aggiunto: «Con questi dittatori, chiamiamoli per quello che sono, di cui però si ha bisogno, uno deve essere franco nell’esprimere la propria diversità di vedute e di visioni della società; e deve essere anche pronto a cooperare per assicurare gli interessi del proprio Paese. Bisogna trovare il giusto equilibrio».

Affermazioni che hanno mandato la Turchia su tutte le furie. L’ambasciatore italiano ad Ankara, Massimo Gaiani, è stato immediatamente convocato dal viceministro degli Esteri con delega agli Affari Ue, Faruk Kaymakci, che gli ha espresso la «forte condanna» della Turchia per le «brutte e sfacciate affermazioni» di Draghi. E il capo della diplomazia turca Mevlut Cavusoglu, ha alzato il tono dello scontro: «Il premier italiano, nominato, ha rilasciato una dichiarazione populista e inaccettabile nei confronti del nostro presidente della Repubblica, che è stato scelto attraverso elezioni». «Condanniamo con forza le parole riprovevoli e fuori dai limiti», ha aggiunto. In una nota il ministero degli Esteri di Ankara ha chiesto anche «l’immediato ritiro» delle dichiarazioni sul presidente turco Recep Tayyip Erdogan, «che non sono conformi allo spirito di amicizia e di alleanza tra Italia e Turchia». Forte anche la reazione di Numan Kurtulmus, il vice-leader dell’Akp, il partito al governo: «Da noi non ci sono dittatori. Se volete vedere un dittatore, guardate alla vostra storia. Guardate Mussolini».

Il ministero degli Esteri italiano, Luigi di Maio, in collegamento da Bamako, in Mali, con la trasmissione «Dritto e Rovescio» su Rete4, non si è sbilanciato: «Sto per sentire Draghi e concorderemo tutte le iniziative».

Nella polemica si è lanciata subito la Lega: «Solidarietà e stima per il presidente Draghi, le intimidazioni e le discriminazioni del dittatore turco Erdogan sono inaccettabili» ha detto Matteo Salvini. «È stupefacente che il regime di Ankara si sia irritato per le parole del nostro presidente del Consiglio solo per il fatto che Draghi ha detto la pura verità su Erdogan definendolo un dittatore» ha dichiarato il senatore Roberto Calderoli, vice presidente del Senato. Oggi i leghisti hanno organizzato un presidio davanti all’ambasciata di Turchia a Roma.

Uno scontro diplomatico di questo livello tra Italia e Turchia non si vedeva da tempo. Anche dopo il tentato colpo di Stato che diede il via all’interminabile serie di arresti di accademici, attivisti e giornalisti, i rapporti tra i due Paesi sono rimasti molto buoni.

Lo scorso 9 ottobre il ministro della Difesa Lorenzo Guerini aveva incontrato a Roma l’omologo turco Hulusi Akar. «Dialogo costruttivo e franco, sicuramente positivo per confermare lo stato delle eccellenti relazioni tra i nostri Paesi» aveva detto il ministro.

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Draghi, la conferenza stampa: «Con che coscienza si salta la fila per i vaccini? Si alle riaperture, ma non ho date»

venerdì, Aprile 9th, 2021

di Annalisa Grandi e Alessandro Sala

Draghi, la conferenza stampa: «Con che coscienza si salta la fila per i vaccini? Si alle riaperture, ma non ho date»

«Ma con che coscienza ci sono persone che saltano la lista d’attesa cercando di farsi vaccinare prima, pur sapendo che in questo modo si lascia esposto a rischi chi ha più di 65 anni o qualche fragilità e, di conseguenza, un rischio concreto di morte?». Lo ha detto il premier Mario Draghi all’inizio della conferenza stampa a Palazzo Chigi, seguita all’incontro con gli enti locali sul Piano nazionale di ripresa e resilienza. «Il personale sanitario in prima linea è giusto che si vaccini — ha detto il presidente del Consiglio per chiarire il concetto —, quello che non deve accadere è che la platea del personale sanitario si allarghi, includendo anche chi non è in prima linea». Effetto delle regole stabilite dalle Regioni, ma «la coscienza riguarda i cittadini e non gli enti locali» e la responsabilità «è di ciascuno di noi».

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AstraZeneca in Italia: oggi Draghi in conferenza stampa. Segui la diretta

giovedì, Aprile 8th, 2021

Roma, 8 aprile 2021 – Continua a tenere banco il nodo AstraZeneca in Italia. Dopo l’ennesimo pronunciamento dell’Ema, arriva oggi la circolare del ministero della Salute con le raccomandazioni per il vaccino Vaxzevria.

Nel testo si conferma che il siero è approvato dai 18 anni di età: “Sulla base delle attuali evidenze, tenuto conto del basso rischio di reazioni avverse di tipo tromboembolico a fronte dell’elevata mortalità da COVID-19 nelle fasce di età più avanzate – si legge – è raccomandato un suo uso preferenziale nelle persone sopra i 60 anni”, e “chi ha già ricevuto una prima dose può completare il ciclo col medesimo vaccino”. 

Ma il nervo, soprattutto nella popolazione, resta scoperto. L’ordine dei medici ribadisce che il vaccino è sicuro e gli eventi avversi sono rarissimi. I governatori sono però suI piede di guerra e invocano chiarezza. La tabella di marcia del giorno è serrata: alle 14 si è riunita la Conferenza Stato-Regioni, quindi Draghi ha visto  Salvini, prima di comparire alle in conferenza stampa (inizialmente prevista alle 18, quindi slittata alle 18:30).  “Un dovere riaprire la seconda metà di aprile, se i dati lo permetteranno. Non si può stare in rosso a vita”, ha detto il leader della Lega dopo l’incontro col premier.

Defezioni

Come era prevedibile, giungono notizie un po’ da tutta Italia di defezioni per chi deve ricevere il vaccino AstraZeneca. Tra il 20 e il 30% nell’hub di Cagliari, fino al 40% di Potenza dove in 250 hanno disertato l’appuntamento, riferiscono le agenzie. A Messina più che le defezioni, sono tante le persone che portano documenti per chiedere l’inoculazione di un siero diverso da Vaxzevria. “La campagna procede nonostante le turbolenze relative alle decisioni sul vaccino AstraZeneca”, dice l’assessore alla Sanità regionale D’Amato a proposito del Lazio. “I cittadini sono giustamente preoccupati, la comunicazione che è stata data è assolutamente idiota”, tuona il governatore della Campania Vincenzo De Luca.

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“Perché Draghi è diverso da Conte. Salvini? Rischia di esser fatto fuori”

giovedì, Aprile 8th, 2021

Claudio Rinaldi

“La salute prima di tutto? Invece di filosofeggiare, Speranza dovrebbe pensare a risolvere i problemi e a vaccinare tutti entro l’estate”. Parola di Massimo Cacciari, che di filosofia ne sa di sicuro più del ministro della Salute.

L’ex sindaco di Venezia da un anno non le manda a dire. Critico verso la gestione della pandemia del governo precedente, ha sempre offerto la sua visione del mondo, fatta buonsenso e pragmatismo. Una visione che sembra mancare pure al nuovo inquilino di Palazzo Chigi, “anche se – dice Cacciari a ilGiornale.it – Draghi non è come Conte”.

Professore, c’è chi dice che gli scontri di piazza degli ultimi giorni siano stati causati da infiltrati e da esponenti dell’estrema destra. Che cosa ne pensa?

“Ma quali infiltrati, scherziamo? È semplicemente ridicolo e fuori dalla realtà pensare che le manifestazioni e gli scontri siano il frutto di manipolazioni. Un terzo del paese è alla canna del gas e sta vivendo una situazione che va dal drammatico al pesante. Come si fa a non accorgersi di questo? Io davvero non lo capisco…”.

Ma qual è il problema, secondo lei?

“Da un anno dico che senza ristori sufficienti il problema sarebbe diventato sociale. Non sono un veggente, ma era evidente che andasse a finire così”.

E adesso come se ne esce?

“Solo con un cambio di passo da un punto di vista economico e comunicativo”.

Intanto un cambio a Palazzo Chigi c’è stato… non è servito a nulla?

“Draghi non si discute, anche perché riesce ad avere la fiducia dei mercati finanziari. Ma per quanto riguarda la gestione della pandemia, per adesso non ha migliorato in niente la situazione. Tutte le promesse sono rimaste lettera morta a partire dai ristori. Perché in Germania, per farle un esempio, non si vedono le stesse scene di protesta che si sono viste da noi?”.

Ma lei sa bene che in Italia la coperta è corta…

“È vero, non c’è dubbio. Ma serve una politica economica che ridistribuisca i costi di questa crisi. I soldi ci sono, bisogna solo andarli a cercare per dividerli equamente”.

Ha parlato anche di un problema comunicativo. A cosa si riferisce?

“Apriamo, anzi no chiudiamo… apriamo solo a metà. Insomma non si capisce più nulla. Vogliamo tenere tutto chiuso? Teniamo tutto chiuso, basta che non continuiamo con questo tira e molla che finisce col creare solo situazioni paradossali”.

Tipo?

“Mah, guardi… sono passato dal mercato di Mestre. C’erano centinaia di persone. Allora, lei mi deve spiegare che senso ha lasciare i mercati o i negozi aperti, ma chiudere i ristoranti. Tutto questo è frutto di occasionalismo puro e mi sono anche stancato di fare l’elenco di tutte le incongruenze, come l’assurda questione della quarantena per chi rientra dall’estero”.

Non la convince nemmeno questa scelta?

“A parte che è assurdo poter andare alle Maldive, ma non nel paese accanto a trovare la nonna. Ma poi mi spiega perché se torni dalla Germania la quarantena è di 5 giorni, mentre se torni dagli Stati Uniti è di 14? Ormai mi cade la lingua. L’unica cosa che devono fare è sbrigarsi a vaccinare tutti”.

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COMUNICATO STAMPA: E-commerce: nasce il Marketplace degli Italiani, il Made in Italy a portata di clic

giovedì, Aprile 8th, 2021

Nicastri (Aidr): piattaforma online gratuita per sostenere le eccellenze del nostro Paese, colpite dal Coronavirus

Le eccellenze del Made in Italy a portata di clic. Nasce il Marketplace degli Italiani (www.aidrec.it)  l’e-commerce di qualità, una vetrina digitale aperta al mercato internazionale per le aziende italiane che operano nei settori dell’enogastronomia, moda, benessere e artigianato. Il portale è promosso dalla associazione Italian Digital Revolution, Aidr (www.aidr.it), una rete senza scopo di lucro che si pone come mission la diffusione della cultura digitale. Il Marketplace, nasce infatti dalla volontà di creare una rete di supporto digitale alle aziende Made in Italy, in un momento particolare dell’economia del nostro Paese, creando un portale dedicato in cui poter promuovere i loro prodotti. Puntare sul digitale, secondo le stime dell’Osservatorio Export Digitale della School of Management del Politecnico di Milano, significa incidere positivamente sulla ripresa economica, basta considerare alcuni dati: l’export digitale italiano nel 2020 ha raggiunto il valore di 13,5 miliardi di euro, con una crescita è stata pari al 14%, a fronte di un crollo del settore sul fronte delle esportazioni che ha toccato le due cifre. In quest’ottica, sempre secondo i dati del Politecnico, occorre puntare sulla formazione digitale, per aiutare le imprese italiane, ancora in forte ritardo rispetto agli altri Paesi dell’Unione. In questa direzione l’associazione si occuperà inoltre di affiancare gli imprenditori nel loro percorso di alfabetizzazione digitale. Alla piattaforma hanno già aderito diverse realtà, sparse su tutto il territorio nazionale. Attraverso il sito, che rispetta gli ultimi standard in materia di usabilità, sarà possibile acquistare in maniera sicura e veloce diverse categorie merceologiche. Per aderire al Marketplace degli Italiani basta compilare il modulo cliccando il seguente link (https://aidrec.it/diventa-rivenditore/

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