PAOLO BARONI
ROMA. Confermati gli stessi fondi stanziati dal
governo Conte, 18,5 miliardi di euro, e soprattutto ribadito a più
riprese in Parlamento l’impegno solenne a prolungare gli sconti fiscali
sino a tutto il 2023, per il Superbonus del 110% ora si tratta di
innestare la quarta, semplificando le procedure e rendendo più veloce ed
agevole l’accesso agli incentivi fiscali sulla riqualificazione
energetica degli edifici, come chiedono da tempo i proprietari, ma anche
costruttori, artigiani e sindacati degli edili. «L’ecobonus tira poco
perché le procedure sono troppo complesse» ha ammesso ieri lo stesso
Draghi nel suo intervento alla Camera, assicurando poi che «entro maggio
in governo interverrà con importanti semplificazioni per far sì che la
gente lo possa usare».
Il lavoro
istruttorio svolto dai ministeri è stato completato, le varie proposte
sulle semplificazioni più urgenti da mettere in campo sono state
trasmesse a palazzo Chigi dove è già partito il tavolo per comporle in
un unico provvedimento. Per il ministro per la Transizione ecologica,
Roberto Cingolani, «servono regole umane, perché bisogna evitare di
scoraggiare le persone». Per questo nel suo pacchetto di proposte, oltre
a prevedere sino a tutto il 31 dicembre 2023 la proroga delle
agevolazioni «green», il responsabile del Mite estende il Superbonus
anche ad alberghi e pensioni (classe catastale D2) e, soprattutto,
prevede di autorizzare i lavori anche quando sono in corso domande di
condono edilizio, «perché l’irregolarità di una singola un singola unità
immobiliare non deve impedire alle altre di acquisire la certificazione
di stato legittimo» e quindi accedere a questi incentivi. Qualora la
richiesta di sanatoria venga respinta scatta però la revoca delle
agevolazioni.
Il nodo condomini Dopo
un inizio assolutamente deludente, il Superbonus ha iniziato un poco a
ingranare, tant’è che a metà aprile si contavano oltre 10 mila
interventi per un ammontare di quasi 1, 2 miliardi di euro, valori più
che triplicati rispetto a febbraio – segnalano i costruttori dell’Ance –
sia come numero di interventi che come importo. Epperò questi numeri
restano pur sempre molto al di sotto delle attese. In larga parte,
infatti, gli interventi autorizzati riguardano singole case e piccoli
cantieri, mentre tanti condomini, anche grandi, sono rimasti al palo
proprio a causa di procedure troppo complesse e per la complessità anche
tecnica di definire i progetti di stazza maggiore nei tempi dati.
Di
qui non solo le novità annunciate da Cingolani ma anche le altre
proposte di modifica che a giorni confluiranno in un nuovo decreto
semplificazioni, che verrà approvato entro maggio e che è destinato a
spianare la strada all’attuazione del Recovery plan e ad aggredire
quelli che il ministro Brunetta chiama i «200 colli di bottiglia» che
frenano edilizia, gare d’appalto e tutto l’insieme delle opere
pubbliche.