Archive for Aprile, 2021

SpaceX porterà la prima donna sulla luna. Elon Musk batte Jeff Bezos

sabato, Aprile 17th, 2021

di Giuliana Ferraino

La Nasa ha scelto SpaceX per riportare, forse già nel 2024, gli americani sulla luna, preferendo la società di Elon Musk a Blue Origin, il gruppo spaziale concorrente creato da Jeff Bezos. E almeno uno degli astronauti, che torneranno a passeggiare sulla superficie lunare dopo mezzo secolo, sarà una donna, la prima della storia. Un altro obiettivo dell’agenzia spaziale americana è di portare sulla luna anche il primo uomo di colore.

La commessa, annunciata venerdì, vale 2,9 miliardi di dollari e segna una rottura con il passato, visto che è stata scelta un’unica azienda (SpaceX) invece di un consorzio — una tutela nel caso del fallimento di una delle imprese — per costruire la nuova navicella spaziale per l’allunaggio. Sembra per vincoli di bilancio, che hanno già costretto la Nasa ad affidarsi ai privati per tagliare i costi delle missioni spaziali. L’anno scorso, SpaceX è diventata così la prima azienda privata a inviare con successo un equipaggio alla Stazione spaziale internazionale, permettendo all’America di compiere l’impresa per la prima volta dalla fine del programma «Shuttle».

Accanto a Musk, con SpaceX, valutata quasi 100 miliardi di dollari nell’ultimo round di raccolta di fondi, e Bezos con la sua Blue Origin, la terza azienda in gara era Dynetics, società della difesa del gruppo Leidos Holdings.

SpaceX ha già presentato il suo veicolo spaziale riutilizzabile «Starship», progettato per trasportare equipaggi e carichi per lunghi viaggi nello spazio e che può atterrare in posizione verticale. Prototipi del razzo sono attualmente in fase di test in Texas, ma tutti e quattro i voli tentati finora sono finiti male con esplosioni.

Il «lander» commerciale per lo sbarco sulla luna fa parte del programma Artemis. Il progetto prevede che gli astronauti voleranno verso la luna sulla capsula Orion, lanciata dalla Nasa con un razzo di sua proprietà, prodotto dalla Boeing. Solo a quel punto si trasferiranno sulla Starship di Musk, in orbita lunare, per il viaggio fino alla superficie della luna e il ritorno. Insomma Musk dovrà costruire il «taxi» da Orion alla luna e ritorno.

A differenza degli atterraggi lunari dell’Apollo dal 1969 al 1972 — il 20 luglio ‘69 Neil Armstrong, capitano dell’Apollo 11, divenne il primo essere umano a camminare sulla luna, Eugene Cernan durante la missione dell’Apollo 17 fu l’ultimo il 14 dicembre 1972 — la Nasa si sta preparando per una presenza a lungo termine sulla luna, che immagina come un primo passo per un piano ancora più ambizioso che punta su Marte.

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L’imperatore di Marte

sabato, Aprile 17th, 2021

di   Massimo Gramellini

Elon Musk, 188 centimetri di altezza per 168 miliardi di patrimonio, si è autoproclamato imperatore di Marte. Per scherzo, ma anche no. Nel ristretto novero dei signori dell’universo, questo fanfarone di talento spicca per la sua diversità, in perenne bilico tra genio e follia. Bezos, Zuckerberg e Gates sono la versione tecnologica dei padroni delle ferriere: solidi, concreti, spietati. Musk parla più ai cuori che alle tasche, ma talmente bene da essersi riempito le sue. Figlio emigrato di madre assente e padre inibente, bullizzato dai coetanei, divenne ricco in Canada vendendo guide cittadine online. Da lì in poi ha venduto anche tanto fumo, ma cospargendolo di un profumo ormai introvabile: il futuro, del quale tutti abbiamo paura e nostalgia, mentre per lui è rimasto quello che immaginavamo da bambini, quando ci si sdraiava su un prato con la testa all’insù a contare le stelle: macchine a energia solare senza guidatore, treni incapsulati capaci di attraversare l’Italia in un’ora, microchip nel cervello per comunicare con la forza del pensiero. Il suo.

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Riaperture, Galli: «Rischio calcolato? Calcolato male»

sabato, Aprile 17th, 2021
Il direttore di Infettivologia del Sacco critica la scelta del governo di riaprire il 26 aprile – Ansa /CorriereTv
«Rischio calcolato? Calcolato male. Abbiamo ancora 500 mila casi attivi che significa averne il doppio, perché non possono che essere più di così visto che ce ne sono sfuggiti molti. Abbiamo somministrato appena 23 dosi e mezzo di vaccino ogni 100 abitanti, e ci sono ancora molti anziani non vaccinati. Il sistema dei colori non ha funzionato, basta vedere la Sardegna». Così il direttore del reparto di Infettivologia dell’ospedale Sacco di Milano, ospite di Lilli Gruber a “Otto e mezzo” su La7.
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I nuovi doveri

sabato, Aprile 17th, 2021

Marcello Sorgi

C’è la parola «gradualità», ripetuta e insistita. C’è il «rischio ragionato», che il governo si assume, a patto che anche i cittadini ne siano consapevoli. C’è la prudenza obbligatoria dei comportamenti. Una settimana fa aveva detto che non era in condizioni di fissare la data delle riaperture.

Ieri Draghi l’ha annunciata per il 26 aprile, insieme a un calendario, illustrato da Speranza, che si può definire del ritorno alla normalità. Se non fosse che Salvini ha celiato nel non attribuirsene il merito, e se non fosse che Draghi emana sempre un senso di autorità indiscutibile, sarebbe il caso di parlare di una svolta clamorosa. Nel giorno in cui l’Organizzazione mondiale della sanità ammonisce per lo sviluppo ancora temibile della pandemia, il governo ha voluto lo stesso che all’indomani del 25 aprile, per gli italiani ci sia una seconda festa della Liberazione: bar, ristoranti aperti anche a sera (sia pure all’aperto e con il limite del coprifuoco alle 22 che rimane); scuole, naturalmente, e progressivamente anche cinema, teatri, spiagge, strade, viaggi da una regione all’altra, vacanze, fiere, saloni, lo stadio romano dell’inaugurazione degli europei a giugno. Decisione importante, assunta con il pieno appoggio degli scienziati del Cts e in accordo con le Regioni, alcune delle quali erano pronte a muoversi autonomamente. La “cabina di regia” s’è conclusa all’unanimità, assicura il premier, chiarendo che non si tratta di un liberi tutti. Molto dipenderà infatti dal modo in cui gli italiani si comporteranno nelle prime settimane delle riaperture, mentre il miglioramento dei dati sui contagi e i ricoveri e la crescita del numero dei vaccinati dovrebbero rendere l’operazione meno rischiosa. Il ritorno al “giallo”, e via via, si spera, al “bianco”, il colore della normalità, avverrà più presto se tutti saranno capaci di continuare a rispettare le regole chiave: mascherine, distanziamenti, no agli assembramenti. E di continuare a vaccinarsi, al ritmo crescente di questi giorni.

Legata alla stagione delle riaperture è anche una discreta aspettativa di ripresa economica. Draghi ha utilizzato la seconda parte della sua conferenza stampa per spiegare in tal senso le misure adottate dal governo negli ultimi due giorni: lo scostamento di bilancio di altri 40 miliardi, che porta il livello del debito pubblico al quasi 160 per cento, record raggiunto solo dopo la fine della seconda guerra mondiale, e il via libera ai cantieri di 58 importanti opere pubbliche, strade, treni ad alta velocità, impianti, per le quali sono stati nominati altrettanti commissari incaricati di fare in modo che i lavori procedano speditamente e senza intoppi.

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Una grande politica per i giovani

sabato, Aprile 17th, 2021

Massimo Cacciari

Dovremmo affrontare la pandemia come segno rivelatore di una condizione culturale e sociale che coinvolge tutte le dimensioni della nostra vita. Allora, forse, potremmo anche uscirne “migliori”, come qualche anima bella continua a predicare. Non è la diffusione planetaria del virus, il moltiplicarsi delle sue varianti, l’anarchica varietà nei modi di affrontarlo un fenomeno clamoroso dell’assenza di ogni “governo” nei processi di globalizzazione? Governare un processo significa comprendere la stretta interdipendenza tra le sue facce e, grazie a una tale conoscenza, essere in grado per quanto possibile di prevenire le conseguenze delle contraddizioni che inevitabilmente ne sorgono.

In questo caso specifico, i nessi tra disastro ambientale e politiche in campo medico-sanitario sono rimasti ignorati o, comunque, non praticamente affrontati. Il “governo”insegue l’emergenza, frena, tampona e rimedia quando va bene. Magari lo “stato di emergenza” in cui viviamo fosse l’espressione di un “piano” di deriva autoritaria! “Temo” che a crederlo lo si nobiliti troppo e che si tratti invece soltanto di impreparazione e impotenza. Anche la combinazione sempre più allarmante tra conclamata debolezza delle democrazie rappresentative e pulsioni decisionistiche mi sembra tanto più pericolosa.

In quanto non prodotto di una strategia, ma dettata appunto da esigenze occasionali, rimedi improvvisati. Questo vale in particolare per le conseguenze sociali che la crisi già manifesta, almeno in tutti i Paesi leader fino a qualche decennio fa dello sviluppo tecnico-economico. Usciremo dalla pandemia con una drastica e irreversibile riduzione di occupazione in tutti i settori tradizionali. Un bene, certamente, se ciò significasse “liberazione” da vecchie forme di lavoro comandato e alienato – un disastro, se ciò comporta soltanto più disoccupazione, frustrazione, disuguaglianza. Ed è proprio quest’ultima che va crescendo esponenzialmente. I nostri “cittadini” appartengono ogni giorno di più a due classi distinte, che più nulla hanno a che vedere con quelle di una volta: coloro che, in una forma o nell’altra, sono i “funzionari”del progresso tecnico-scientifico e i manager del sistema finanziario-economico, più qualche professione al vertice, da un lato, e una massa di individui in condizioni più o meno dolorose di precarietà, che vedono quotidianamente franare il proprio status economico e la propria immagine sociale, dall’altro. La maggioranza della popolazione è fatta di questi ultimi. E nel nostro Paese questa disuguaglianza si accompagna e moltiplica con quella tra Nord e Sud. E’ pura illusione pensare che simili fratture sociali, il formarsi di una neo-plebe di massa(come ha detto Paolo Perulli nel suo recente, importante libro, “Passaggio al nuovo mondo”, edito dal Mulino) possano non avere conseguenze sui nostri equilibri politici e sulle nostre istituzioni democratiche.

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Coronavirus, un piano per i bambini

sabato, Aprile 17th, 2021

a cura di Niccolò Carratelli

La minaccia delle mutazioni: “Più pericolose per i minori”

Lo vediamo dall’inizio: più si è giovani e meno si rischia di contagiarsi e ammalarsi di Covid. O, comunque, si sviluppano forme meno gravi. Sul perché ci sono varie ipotesi, gli scienziati non sono ancora riusciti a dare una riposta univoca. Ma questa sorta di immunità generazionale era più marcata di fronte alla prima versione del virus: dallo scorso autunno, con la comparsa delle varianti, lo scenario è cambiato e si sono verificati focolai rilevanti anche tra i bambini e gli adolescenti. Motivo per cui il governo si è visto costretto a chiudere per un periodo tutte le scuole nelle regioni rosse. In Umbria, ad esempio, a febbraio è stato registrato un forte aumento dell’incidenza dei contagi nei bambini fino a 10 anni. A marzo in Puglia sono state rilevate quasi 600 infezioni tra neonati e bimbi fino a 2 anni, con un +32% tra la prima e l’ultima settimana del mese. Sempre a marzo, all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze hanno dovuto affrontare un picco di ricoveri, con il reparto Covid pieno e diversi minorenni in terapia intensiva. I casi davvero gravi restano una minoranza, ma è un fatto che le varianti del virus, in particolare inglese e brasiliana, abbiano causato il ricovero di bambini e adolescenti come mai era avvenuto nella prima fase della pandemia.
Il rischio del “Long Covid”: il 50% ha sintomi per mesi
Si contagiano e lo superano, apparentemente senza conseguenze. Nella maggior parte dei casi senza sintomi o con pochi sintomi non gravi. Anche se negli ultimi mesi, a causa delle varianti del virus, sono aumentati gli under 16 colpiti da polmoniti interstiziali e i ricoveri in ospedale, in Italia i minorenni morti a causa del Covid, in oltre un anno di emergenza, sono stati solo 20. Ma in molti bambini e adolescenti che si sono infettati (poco più di mezzo milione, secondo l’ultimo bollettino dell’Istituto superiore di sanità) sono stati riscontrati effetti a lungo termine, il cosiddetto «Long Covid». È una sindrome che colpisce anche gli adulti, con sintomi variabili e debilitanti che persistono per mesi dopo la guarigione clinica. Secondo uno studio realizzato al Policlinico Gemelli di Roma, più della metà degli under 16 coinvolti lamentava almeno un sintomo 4 mesi dopo la ritrovata negatività. Affaticamento, dolori muscolari e articolari, cefalea, insonnia, problemi respiratori e palpitazioni, disturbi della concentrazione e della memoria: 4 pazienti su 10 hanno riferito di aver visto compromesso lo svolgimento delle proprie attività quotidiane. Non si ammalano gravemente, ma rischiano di diventare malati cronici. 

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Covid, il governo introduce un “pass” per spostarsi liberamente | Servirà anche per accedere a eventi culturali e sportivi

sabato, Aprile 17th, 2021

Con l’allentamento delle misure anti-Covid, il governo ha deciso in introdurre un “pass” che permetterà di spostarsi liberamente sul territorio nazionale. Il documento attesterà l’avvenuta vaccinazione, l’esecuzione di un test Covid negativo in un arco temporale da definire – si parla di 24 ore – o l’avvenuta guarigione dal Covid. Potrebbe servire anche per accedere a determinati eventi culturali e sportivi.

Gli italiani potranno quindi girare più liberamente grazie al “pass”, che sarà strutturato sul modello del ‘green pass” europeo. Chi lo avrà, potrà anche accedere “a determinati eventi – culturali e sportivi – riservati ai soggetti che ne sono muniti”, viene fatto sapere da chi lavora al decreto.

Non è ancora chiaro, però, se si tratterà di un certificato che sarà rilasciato da Asl, Regione o un altro ente sanitario, visto che i territori al momento non sembrano tutti organizzati allo stesso modo, in particolare sul rilascio del patentino vaccinale.

Le riaperture previste dal 26 aprile

Le riaperture previste dal 26 aprile



TGCOM

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Covid, Draghi: “Guardiamo al futuro con prudente ottimismo. La campagna vaccinale procede bene”

sabato, Aprile 17th, 2021

“Abbiamo deciso di anticipare la reintroduzione delle zone gialle dal 26 aprile, dando precedenza alle attività di ristorazione all’aperto, sia a pranzo sia a cena”. Lo ha annunciato il premier Mario Draghi, dopo la cabina di regia sulle nuove misure anti-Covid, parlando di “rischio ragionato”. “Si può guardare al futuro con prudente ottimismo e fiducia, ma bisogna mantenere comportamenti corretti”, ha aggiunto.

Rischio fondato sui dati – Sulle riaperture Draghi ha spiegato che il governo ha preso “un rischio ragionato, un rischio fondato sui dati che sono in miglioramento” con una probabilità “molto bassa che si debba tornare indietro”. Questo perché “la campagna di vaccinazione va bene, con tante sorprese positive e qualcuna negativa e questo è stato fondamentale per prendere le decisioni” sulle riaperture. Le decisioni del governo sulle riaperture “rispondono al disagio delle categorie, operatori, famiglie, ragazzi, e portano a maggiore serenità nel Paese e pongono le basi per un rilancio economico ma anche sociale”.

Speranza: “Meno rischi all’aperto” – Sulla stessa linea anche il ministro della Salute, Roberto Speranza. “Il principio che utilizzeremo in questa fase caratterizzata dalla gradualità si basa su dato: nei luoghi all’aperto riscontriamo una difficoltà significativa nella diffusione del contagio. Applicheremo questo principio nell’ambito della ristorazione e non. Auspico che il quadro epidemiologico migliorerà per programmare ulteriori aperture per le attività che non si svolgono all’aperto”, ha detto. 

Draghi e il “debito buono” – Draghi ha poi aggiunto che con il Def e lo scostamento si fa “una scommessa sul debito buono. Franco ha enunciato il Def e l’entità dello scostamento, 40 miliardi. Non merita attenzione solo la cifra ma il percorso di rientro dal deficit, che è poco meno del 12%, solo nel 2025 si vedrà il 3%. Questa è una scommessa sulla crescita: se la crescita sarà quello che ci attendiamo da tutti questi provvedimenti, dal piano di investimento, dal Pnrr, dalle riforme, pensiamo che non servirà una manovra correttiva negli anni a venire. Il processo si traduce in un’uscita dal debito per effetto della crescita”, ha spiegato il premier. 

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Draghi: “Il governo prende un rischio ragionato, riaprono le attività all’aperto. Usciremo dal debito con la crescita”

venerdì, Aprile 16th, 2021

Paolo Festuccia

Finalmente le buone notizie. Mario Draghi alle quindici e quarantadue stilla le «sue» primissime buone notizie in versione pandemia. La curva epidemiologica presenta lenti ma sensibili miglioramenti ed ecco, allora, che le saracinesce dell’Italia tornano a schiudersi. Piccoli segnali, dunque, di ripartenza per i quali, naturalmente, la modalità raccomandata dal governo resta sempre sempre di più la cautela. Comunque, dal 26 l’Italia riparte. E così, il premier Mario Draghi spiega che «si può guardare al futuro con un prudente ottimismo» e dal prossimo 26 aprile riaprono le attività all’aperto: questa è la priorità. «Con questa decisione il governo – spiega il premier – si prende un rischio ragionato», ovvero quello di riaprire le attività all’aperto, «perché i dati del contagio sono in miglioramento». Ma con un cambiamento rispetto al passato. «Nel senso che – chiarisce – si dà precedenza all’attività all’aperto, anche la ristorazione a pranzo a cena e alle scuole tutte, che riaprono completamente in presenza nelle zone gialla e arancione mentre in rosso vi sono modalità che suddividono in parte in presenza e in parte a distanza». Non solo, riparte anche lo sport, gli spostamenti tra regioni gialle, «e con un pass tra regioni di colori diversi», lo spettacolo. Quindi, un passaggio nel quale ringrazia il ministro Speranza per «il lavoro svolto in questi mesi»: «Le critiche a Speranza non sono fondate, né giustificate e poi l’ho voluto io al governo». Da qui, la logica degli interventi. In due direzioni: «Un sostegno alle persone – umanitario – per coloro che hanno perso tutto e non per colpa loro, un altro serve a evitare che le imprese per mancanza di liquidità chiudano o vengano acquistate da qualcuno che si presenta all’improvviso. Sta capitando. Ci saranno – sostiene Draghi – sicuramente settori industriali che con i cambi di comportamenti e tecnologie non avranno più mercato, in quel caso significherà assistere la transizione».,  Draghi: “Dal 26 aprile torna la zona gialla, ristoranti aperti pranzo e cena all’aperto”

Poi il passaggio sullo scostamento di bilancio. Draghi assicura: «Non ci saranno manovre nel futuro se spenderemo bene i soldi del Pnrr. L’Italia uscirà dal debito con la crescita, a rientrerà nel 3% nel 2025».

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Scuola, stop alle auto. Il piano folle di Virginia Raggi: cinquanta vie di Roma diventano pedonali

venerdì, Aprile 16th, 2021

L’ultima pazzesca sciocchezza della sindaca di Roma Virginia Raggi. Le scuole sono un rischio alto, lo sappiamo. Sia all’interno sia per i rischi che si corrono negli spostamenti con mezzi pubblici. Unica cosa sicura è essere accompagnati dai genitori a scuola in automobile. E cosa fa la Raggi? Proprio ora le vieta pedonalizzando tutte le vie di accesso in modo che si possa arrivare davanti agli istituti solo a piedi o con mezzi pubblici oppure in scuolabus.

“Ecco cinquanta nuove vie pedonali” scrive Il Messaggero in un articolo in edicola oggi venerdì 16 aprile. Il comune di Roma blocca le auto per evitare gli ingorghi e gli incidenti nelle vicinanze degli istituti ma mette a rischio la salute di genitori e studenti che in piena pandemia dovrebbero evitare di affollarsi sui mezzi pubblici nelle ore di punta. Il progetto partirà la prossima settimana quando alle macchine scatterà il divieto in prossimità dell’ingresso durante gli orari di entrata e di uscita. Le zone coinvolte riguardano i quartieri dal Tuscolano a Prati.

IL TEMPO

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