Archive for Aprile, 2021

Galli: «Stufo di polemiche. Alcuni hanno grandi capacità di contraddirsi»

giovedì, Aprile 29th, 2021

di Alessandro Trocino

Galli: «Stufo di polemiche. Alcuni hanno grandi capacità di contraddirsi»

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Come sta?
«Se non sentissi troppi giornalisti starei meglio». Ecco, in effetti il professor Massimo Galli ne sente molti. Spesso in tv, è diretto, ironico e affilato come una lama.

I suoi duelli con il professor Bassetti sono sempre più frequenti.
«Non me ne faccia parlare, non vorrei perdere più tempo. Ne ho piene le scuffie di far polemica con quella gente lì».

Voi esperti dovreste rassicurarci con la vostra autorevolezza, ma litigate spesso, dicendo cose diversissime.
«È un argomento delicato. Cosa devo dire, che io ho ragione e altri dicono corbellerie solenni? Diciamo che alcuni hanno avuto una notevole capacità di contraddirsi, altri praticamente mai. Io non ero nella compagine ristretta ma chiassosa di chi, l’estate scorsa, diceva che il virus era clinicamente morto. Né in quelli dell’immunità di gregge».

Le sarà capitato di sbagliarsi.
«Sì e mi è rimasto sul gozzo. Ricordo che mi facevo la barba e mi sono detto: come faccio a dire ai politici, dopo due turisti malati di Covid, di chiudere tutto, quando per la Sars 1 abbiamo avuto solo quattro casi?».

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Covid, Speranza vieta gli arrivi in Italia dal Bangladesh e dall’India | A Milano confermato il Salone del Mobile

giovedì, Aprile 29th, 2021

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato una nuova ordinanza che vieta l’ingresso a chi negli ultimi 14 giorni abbia soggiornato o transitato anche in Bangladesh, oltre che in India. Il provvedimento, visto l’ulteriore aggravamento della situazione epidemiologica nei due Paesi, rafforza le misure di isolamento per le persone residenti in Italia autorizzate al rientro.

L’ecatombe in India fa sentire i suoi effetti in Italia, con i 214 passeggeri in arrivo in serata all’aeroporto di Fiumicino da Nuova Delhi destinati a test e quarantena per arginare l’ultima, pericolosa variante del Coronavirus. Cinquanta di loro vanno nella cittadella militare della Cecchignola, gli altri in un Covid hotel sempre a Roma.

La nuova ordinanza di Speranza A chiedere una stretta è il presidente del Lazio, Nicola Zingaretti. Richiesta accolta dal ministro Speranza, che con una nuova ordinanza vieta l’ingresso, da qualsiasi punto di confine, a chi negli ultimi 14 giorni abbia soggiornato o transitato anche in Bangladesh oltre che in India. Il provvedimento inoltre, visto l’ulteriore aggravamento della situazione epidemiologica nei due Paesi, rafforza le misure di isolamento per le persone residenti in Italia autorizzate al rientro.


Il braccio di ferro sul coprifuoco In Italia intanto continua lo scontro sul coprifuoco. “Al momento è stato fissato alle 22 – ribadisce il ministro degli Affari regionali Mariastella Gelmini – ma il decreto riaperture contiene un meccanismo secondo il quale ogni 15 giorni c’è un check” sull’andamento dei casi e delle immunizzazioni e quindi “siamo pronti gradualmente ad alzarlo alle 23, fino a toglierlo del tutto”. Le Regioni sembrano allentare il pressing e non chiederebbero una data precisa.

Confermato il Salone del Mobile a Milano Intanto da Milano arriva la notizia attesa da giorni: il Salone del Mobile 2021 ci sarò, come da programma dal 5 a 10 settembre . E farà base come tutti gli anni alla Fiera di Milano in una edizione che sarà  “unica e innovativa” con un progetto, ancora da definire nei dettagli,  affidato e coordinato da un curatore di fama internazionale. A distanza di quasi una settimana da quando le sorti dell’appuntamento milanese parevano legate a un filo, dopo il no di molte delle imprese espositrici, si è trovata la quadra anche grazie al pressing della politica.

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Variante indiana, stasera aereo da Nuova Delhi con 214 a bordo: in due strutture a Roma. Zingaretti: «Stop voli da India»

mercoledì, Aprile 28th, 2021

Variante indiana, allerta nel Lazio dove sono attesi due voli da Fiumicino nelle prossime ore. In serata un primo aereo da Nuova Delhi con a bordo oltre duecento passeggeri, un secondo previsto domattina. Una situazione che sta creando molto allarme vista la virulenza della variante che sta mettendo in ginocchio il Paese asiatico. I 211 passeggeri – più 3 bambini – a bordo del volo da Nuova Delhi in arrivo stasera a Roma saranno portati in due strutture della capitale per i tamponi e gli ulteriori controlli sulla presenza eventuale di casi di variante indiana del coronavirus, secondo quanto si apprende da fonti della Protezione civile nazionale. In particolare, 50 andranno alla cittadella militare della Cecchignola, gli altri in un Covid hotel. Sul tema si è svolta una riunione di coordinamento con la Protezione civile regionale del Lazio, secondo quanto si apprende.

La Regione Lazio è scesa in campo per chiedere ufficialmente il blocco degli arrivi. «Dal punto di vista sanitario abbiamo attivato la struttura per i necessari controlli sui voli in arrivo dall’India all’aeroporto di Fiumicino. Solo oggi centinaia di passeggeri. Ma è indispensabile attivare forme di quarantena controllata per gli arrivi e bloccare i voli dall’India sollecitando anche iniziative che coordinino a livello europeo gli arrivi», ha detto il governatore Nicola Zingaretti.
 

India, allarme di D’Amato

Gli fa eco l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’ Amato. «In questa fase è importante bloccare gli arrivi dall’India. Le nostre squadre Uscar sono già allertate e pronte a eseguire i tamponi a tappeto presso lo scalo come avvenne con i voli provenienti dal Bangladesh, ma solo i tamponi non sono sufficienti». «È necessario che vengano fatte delle quarantene controllate, possibilmente in aree quali le caserme. Il Servizio sanitario regionale non può farsi carico di gestire migliaia di arrivi», ha aggiunto.

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Speranza all’attacco in Senato: «Non si fa politica su un’epidemia»

mercoledì, Aprile 28th, 2021

di Monica Guerzoni

«La politica non è un gioco d’azzardo sulla pelle dei cittadini». Convinto com’è di essere a posto con la coscienza, per settimane Roberto Speranza si è chiuso la bocca, non ha reagito alle accuse della destra, quasi ha finto di non sentire le provocazioni e di non vedere l’assedio. Ma oggi al Senato, chiamato a difendere se stesso e l’istituzione che rappresenta sin dall’inizio dell’emergenza da Covid 19, il ministro della Salute è partito all’attacco: «In un grande Paese non si fa politica su una grande epidemia», ha scandito con tono severo due volte. La mozione di sfiducia presentata da Fratelli d’Italia è stata respinta dall’Aula del Senato con 221 voti contrari, 29 favorevoli e 3 astenuti. Lega e Forza Italia hanno votato con la maggioranza. Anche se subito dopo, Mattero Salvini è tornatao a chiedere una «commissione d’inchiesta vera e seria su Speranza e sul piano pandemico».

Il linguaggio d’odio

Nel suo discorso in Aula, senza mai nominare Matteo Salvini (da mesi il suo principale accusatore), Speranza ha sfogato tutta la sua amarezza per il «linguaggio d’odio» che sente ogni giorno addosso, ha rimproverato alla destra – di opposizione e di governo – di «sfruttare l’angoscia degli italiani per miopi interessi di parte». Ma al di lá dello scontro politico, il ministro ha anche provato a sgombrare il campo alle accuse che hanno messo a rischio il suo incarico e fatto ballare il governo: dalla mancanza di un piano pandemico, al presunto coinvolgimento del ministero dello Salute nell’inchiesta di Bergamo. «Giudizi immotivati», che Speranza smentisce e ribalta uno per uno, colpo su colpo. confronti. Il ministro ha ricordato che il piano pandemico non è stato aggiornato nel corso di sette precedenti governi e «tutti i gruppi di quest’Aula hanno sostenuto alcuni di questi governi». «Ora comunque un piano c’è» rivendica Speranza

«Per combattere dobbiamo rimanere uniti»

Il filo rosso del durissimo intervento è che attaccare lui significa indebolire la battaglia di un Paese intero contro il nemico, che è il virus e non il ministro della Salute: «Per combatterlo dobbiamo essere uniti». Tra le righe del discorso c’è la chiamata in causa di una intera classe politica. Il ministro contrattacca e rimprovera ai partiti i tagli, negli anni e nei decenni passati, che hanno fatto arrivare alla guerra con la pandemia un Sistema sanitario nazionale impoverito e indebolito: «Troppo facile oggi far finta di non vedere». Insomma, Speranza non molla. Andrà avanti «a testa alta» e chi confidava di riuscire a sostituirlo in corsa dovrà ancora fare i conti con il suo rigorismo, sanitario e politico.

Patuanelli: fine del teatrino. E Salvini chiede la commissione d’inchiesta

Al termine del dibattito, l’Aula del Senato ha respinto la mozione di sfiducia presentata da Fratelli d’Italia contro il ministro della Salute Roberto Speranza con 221 voti contrari, 29 favorevoli e tre astenuti.

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Recovery, la Finlandia e gli altri Paesi che possono rallentare i fondi Ue. I tempi per gli esborsi e le verifiche

mercoledì, Aprile 28th, 2021

di Francesca Basso

Recovery, la Finlandia e gli altri Paesi che possono rallentare i fondi Ue. I tempi per gli esborsi e le verifiche

La premier finlandese Sanna Marin

L’avvio di Next Generation Eu, il pacchetto da 750 miliardi che aiuterà i Paesi Ue a riprendersi dalla crisi economica post Covid, è condizionato alla ratifica della decisione sulle risorse proprie dell’Ue da parte degli Stati membri, l’atto giuridico che permette alla Commissione di emettere bond. L’ultimo inciampo, dopo quello della Corte costituzionale tedesca ormai superato, arriva dalla Finlandia che martedì 27 aprile ha stabilito che per la ratifica è necessaria una maggioranza qualificata dei due terzi sui 200 seggi del Parlamento: Next generation Eu rappresenta un nuovo trasferimento di poteri all’Ue dunque non basta la maggioranza semplice, secondo la Commissione costituzionale dell’Eduskunta, il Parlamento finlandese. Per raggiungere i due terzi è però necessario che anche alcuni deputati dell’opposizione non siano contro. Il National Coalition party, che ha 38 seggi, ha annunciato che si asterrà nella votazione perché «non vuole spingere l’Ue nel caos» pur giudicando «cattivo» l’accordo raggiunto nel luglio scorso. Comunque il governo della Finlandia, guidato dalla socialdemocratica Sanna Marin (35 anni), è in bilico a causa dello scontro sulla legge di bilancio che sta opponendo i cinque partiti che formano la coalizione. Dopo sette giorni di trattative la premier non è ancora riuscita a trovare una mediazione tra le richieste della sinistra e quella degli alleati di centro.

Finora 19 Stati membri hanno ratificato la decisione sulle nuove risorse proprie. Manca all’appello l’Austria, dove l’approvazione finale non è prevista prima di giugno, probabilmente arriverà alla fine del mese. In Olanda ha avuto il via libera di una Camera del Parlamento e il dibattito al Senato è fissato per il 25 maggio. Nessun via libera nemmeno in Romania e Ungheria. In Estonia è in corso l’ostruzionismo in seconda lettura da parte dell’Estonia’s Conservative People’s Party, formazione di estrema destra. Una via d’uscita che starebbe valutando il governo estone è porre il voto di fiducia. In Polonia martedì 27 aprile il governo, dopo alcune concessioni all’opposizione, ha adottato un progetto di legge di ratifica della decisione sulle risorse proprie, però a inizio maggio è prevista un passaggio anche al Sejm, la camera bassa. A Varsavia viene sollevato un problema di sovranità così come in Irlanda, dove nessuna data è stata invece fissata per la ratifica governativa semplice.PUBBLICITÀ

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Via gli impedimenti all’ecobonus: incentivi anche in caso di condono

mercoledì, Aprile 28th, 2021

PAOLO BARONI

ROMA. Confermati gli stessi fondi stanziati dal governo Conte, 18,5 miliardi di euro, e soprattutto ribadito a più riprese in Parlamento l’impegno solenne a prolungare gli sconti fiscali sino a tutto il 2023, per il Superbonus del 110% ora si tratta di innestare la quarta, semplificando le procedure e rendendo più veloce ed agevole l’accesso agli incentivi fiscali sulla riqualificazione energetica degli edifici, come chiedono da tempo i proprietari, ma anche costruttori, artigiani e sindacati degli edili. «L’ecobonus tira poco perché le procedure sono troppo complesse» ha ammesso ieri lo stesso Draghi nel suo intervento alla Camera, assicurando poi che «entro maggio in governo interverrà con importanti semplificazioni per far sì che la gente lo possa usare».

Il lavoro istruttorio svolto dai ministeri è stato completato, le varie proposte sulle semplificazioni più urgenti da mettere in campo sono state trasmesse a palazzo Chigi dove è già partito il tavolo per comporle in un unico provvedimento. Per il ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, «servono regole umane, perché bisogna evitare di scoraggiare le persone». Per questo nel suo pacchetto di proposte, oltre a prevedere sino a tutto il 31 dicembre 2023 la proroga delle agevolazioni «green», il responsabile del Mite estende il Superbonus anche ad alberghi e pensioni (classe catastale D2) e, soprattutto, prevede di autorizzare i lavori anche quando sono in corso domande di condono edilizio, «perché l’irregolarità di una singola un singola unità immobiliare non deve impedire alle altre di acquisire la certificazione di stato legittimo» e quindi accedere a questi incentivi. Qualora la richiesta di sanatoria venga respinta scatta però la revoca delle agevolazioni.

Il nodo condomini Dopo un inizio assolutamente deludente, il Superbonus ha iniziato un poco a ingranare, tant’è che a metà aprile si contavano oltre 10 mila interventi per un ammontare di quasi 1, 2 miliardi di euro, valori più che triplicati rispetto a febbraio – segnalano i costruttori dell’Ance – sia come numero di interventi che come importo. Epperò questi numeri restano pur sempre molto al di sotto delle attese. In larga parte, infatti, gli interventi autorizzati riguardano singole case e piccoli cantieri, mentre tanti condomini, anche grandi, sono rimasti al palo proprio a causa di procedure troppo complesse e per la complessità anche tecnica di definire i progetti di stazza maggiore nei tempi dati.

Di qui non solo le novità annunciate da Cingolani ma anche le altre proposte di modifica che a giorni confluiranno in un nuovo decreto semplificazioni, che verrà approvato entro maggio e che è destinato a spianare la strada all’attuazione del Recovery plan e ad aggredire quelli che il ministro Brunetta chiama i «200 colli di bottiglia» che frenano edilizia, gare d’appalto e tutto l’insieme delle opere pubbliche.

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Primo maggio, concertone all’Auditorium, la scaletta: ospiti anche Venditti e Noel Gallagher

mercoledì, Aprile 28th, 2021

di Mattia Marzi

Ma è il Festival di Sanremo ad essere diventato un grande Concerto del Primo Maggio o il Concerto del Primo Maggio ad essere diventato un piccolo Sanremo? La domanda scatta d’istinto scorrendo l’elenco dei cantanti che sabato parteciperanno all’edizione 2021 dell’evento, costretto per il secondo anno consecutivo dalle norme anti-Covid a rinunciare alla sua location, Piazza San Giovanni, riadattandosi a programma tv trasmesso dalla Cavea del Parco della Musica su Rai3 – e in contemporanea su Radio2 e su RaiPlay – dalle 16.30 alle 19 e poi dalle 20 alle 24 (non si esclude pubblico limitato a inviti – e distanziato – tra sindacati, giornalisti, fotografi, sponsor e accompagnatori degli artisti: chiunque, per accedere, dovrà sottoporsi a test antigenico).

IL CAST
Da Fedez e Francesca Michielin a Colapesce e Dimartino, passando per Bugo, Coma Cose, Ermal Meta, Extraliscio, Fasma, Willie Peyote, Francesco Renga, Gaia, Ghemon, Gio Evan, La Rappresentante di Lista, Madame, Max Gazzè, Noemi e le nuove proposte Folcast e Wrongonyou: sono addirittura 19 i sanremesi presenti nel cast del Concertone. L’organizzatore Massimo Bonelli ne è sicuro: «È il Festival ad aver pescato a piene mani dal Concertone. Io ho seguito il lavoro di rinnovamento editoriale delle ultime edizioni per riportare sul palco la musica attuale piuttosto che fare un revival degli Anni 90. Ma al di là di questo, l’obiettivo era quello di realizzare un galà della musica italiana, in cui ci stringiamo a parlare e raccontare una storia di tutti noi», dice.
Non poteva allora mancare all’appello un big che della canzone italiana ha scritto pagine importanti: ad aprire il blocco serale dell’evento sarà Antonello Venditti, con un collegamento che – secondo le indiscrezioni – lo vedrà esibirsi in una piazza San Giovanni deserta. L’anno scorso il 72enne cantautore romano era stato un po’ critico nei confronti della manifestazione: «Vorrei che il Primo Maggio si tramutasse in una giornata del silenzio della musica a favore di tutti quelli che ci lavorano senza essere minimamente calcolati né sentiti. Chiedo a tutti i miei colleghi una giornata lontana dai social e dalla tv».

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Monoclonali a tutti i contagiati, si allarga la platea per le cure: Aifa pronta ad approvare lo studio

mercoledì, Aprile 28th, 2021

di Graziella Melina

Gli anticorpi monoclonali provano a farsi strada, seppure a fatica. L’unico farmaco finora disponibile per la cura del Covid verrà presto somministrato anche ai pazienti che non hanno malattie pregresse. Questa settimana l’Agenzia italiana del Farmaco (Aifa) autorizzerà infatti uno studio clinico destinato a persone che non hanno fattori di rischio. Il progetto multicentrico, denominato Mantico e messo a punto dagli scienziati guidati da Evelina Tacconelli, direttore di malattie infettive dell’azienda ospedaliera di Verona, prevede il coinvolgimento di soggetti pauci-sintomatici senza comorbidità con età superiore a 49 anni. Si stima che saranno circa 1260 i pazienti che potranno essere curati. I centri che parteciperanno allo studio clinico valuteranno tra i 50 e i 90 soggetti ciascuno, a seconda del numero finale. Gli scienziati sono convinti che i risultati si potranno avere già entro 1-2 mesi. Per il progetto Mantico, saranno utilizzati in particolare gli anticorpi Lilly e Roche. Solo alla fine dello studio si potrà capirà quali sono quelli che funzionano di più per eliminare i sintomi. I promotori dello studio ricordano però che per essere efficace la terapia deve essere usata entro 4 o 5 giorni da quando iniziano a manifestarsi i primi disturbi.

Se alla fine della sperimentazione i risultati saranno positivi, sarà così possibile allargare la platea dei destinatari dei monoclonali anche ai soggetti non a rischio. Sempreché nel frattempo si risolvano i problemi che stanno rendendo quasi impossibile riuscire a farseli prescrivere. «Bisogna innanzitutto facilitare la gestione del paziente da parte del medico di medicina generale o del medico dell’Usca – rimarca Filippo Drago, ordinario di farmacologia dell’Università di Catania e componente della task force sul Covid della società italiana di Farmacologia – Noi abbiamo la possibilità di usare il farmaco in più soggetti, ma non riusciamo ancora a farlo». In sostanza, i pazienti che vengono segnalati e quindi selezionati sono pochissimi. «Se più avanti Aifa allarga la platea, noi avremo ancora più pazienti da trattare che rischiano di restare senza monoclonali perché la gestione della macchina è ancora troppo complicata». Su 368 centri autorizzati, solo 163 sono quelli attivi.

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Ama a Roma, scandalo cremazione: nei cimiteri oltre 2000 bare in attesa di sepoltura. «Solo un dipendente al lavoro»

mercoledì, Aprile 28th, 2021

di Antonio Crispino

La signora Wanda aveva 90 anni, è morta il 22 gennaio 2021. Ad oggi il figlio Adriano non è riuscito ancora a darle una sepoltura. Quando a inizio marzo l’agenzia di onoranze funebri ha scritto ad Antonello Ferrigno, responsabile dell’ufficio Cremazioni di Ama, la società municipalizzata che si occupa della gestione dei cimiteri nella capitale, gli è stato risposto che l’appuntamento era fissato per il 13 luglio 2021. Sette mesi dopo il decesso. E a niente sono servite le proteste di Alessandro Necci, il titolare dell’agenzia «La Sfinge». Telefonicamente ha tentato di spiegare che «non era opportuno tenere una salma in una bara per sette mesi, benché fosse di zinco». Non è l’unico caso anche se sicuramente quello più eclatante. Al cimitero Flaminio, più noto come Prima Porta, il più grande d’Italia con i suoi 140 ettari di estensione, si stima che siano circa 2500 le salme in attesa. Si vedono bare affastellate in ogni angolo. Anzi, si vedevano. Perché da quando il deputato del Pd Andrea Romano ha denunciato lo scandalo, la parola d’ordine è «coprire tutto e chiudere i cancelli». Così, per verificare in che condizioni versano i cimiteri di Roma Capitale è necessario munirsi di una telecamera nascosta.

A Prima Porta i defunti vengono stipati in quattro depositi: la camera mortuaria, le celle frigo, un deposito accanto alla chiesa e il forno crematorio. I cancelli sono chiusi e i giornalisti allontanati dalla vigilanza. Ma le salme arrivano senza sosta e quei portoni è necessario aprirli, almeno quelli della camera mortuaria. Ci sono 250 bare, alcune ancora con i fiori sopra. Per distinguerle hanno applicato con l’adesivo un foglio A4 che penzola da un lato con il nome del deceduto. Altre 500 si trovano nei pressi del forno crematorio, è poco più sopra rispetto alla camera mortuaria. Le troviamo all’esterno, alcune all’aperto, sotto il sole di questi ultimi giorni. Un operaio ci confessa timidamente che alcune stazionano lì da un paio di mesi. Hanno pensato di coprire lo scandalo con un telo verde e chiudere i cancelli d’ingresso. Ma i feretri arrivano fin lì sotto. Poco distanti ci sono i container refrigerati comprati nel periodo di massima affluenza, tra gennaio e febbraio. «Non sono entrati in funzione subito – ci spiega il titolare di un’agenzia di onoranze funebri -. Inizialmente non sono riusciti a utilizzarli perché si sono accorti che non avevano le prese di corrente compatibili con quelli della refrigerazione. E così hanno dovuto prima modificare l’impianto elettrico». E’ lo stesso che ci spiega come la motivazione del Covid sia una giustificazione debole. In effetti, Ama in un comunicato riporta che ci sono stati 5.000 decessi in più da ottobre 2020 ad oggi rispetto ai mesi analoghi del biennio precedente. «Sono l’equivalente di venti morti in più al giorno, è un numero troppo esiguo per giustificare il caos di questi giorni» ci dice Michele, non vuole essere chiamato con il proprio nome per paura di ritorsioni. «La verità è che c’è stata una sequela di eventi che ha portato a questo disastro». A partire dai licenziamenti seguiti all’inchiesta dei carabinieri dell’anno scorso. Grazie a delle telecamere nascoste nelle tombe i militari riuscirono a svelare la truffa di alcuni operai ai danni dei parenti dei defunti. Li hanno registrati mentre tagliavano a pezzi i cadaveri ancora ben conservati e gettavano i resti nell’ossario comune invece di cremarli.

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Lo Stato e lo spirito di parte

mercoledì, Aprile 28th, 2021

di   Ernesto Galli della Loggia

Nei regimi democratici è compito della stampa illustrare con obiettività i punti di vista dell’opposizione, anche quando non li si condivide e ancora di più, quando è necessario, difenderne i diritti. È il caso mi sembra di due questioni importanti venute alla luce di recente e riguardanti rispettivamente Fratelli d’Italia e la Lega.

La prima riguarda i servizi segreti, o per dir meglio le agenzie di intelligence che all’interno e all’esterno del Paese hanno il compito di difendere gli interessi vitali della Repubblica. Servizi segreti che — dopo le ambiguità, le «deviazioni» e i veri e propri tradimenti ormai risalenti all’altro secolo addebitabili ad essi pur se sempre avvolti nelle nebbie dello scarico di responsabilità — dal 2007 obbediscono a una nuova normativa. Stando alla quale essi operano alle dipendenze del presidente del Consiglio (espressione, lo ricordo, di una maggioranza parlamentare), il quale ne nomina i vertici, sovrintende al loro operato e ne porta ovviamente la piena responsabilità politica. Tuttavia, data la delicatezza dei poteri così attribuiti al presidente del Consiglio, la legge ha previsto come una sorta di contrappeso l’esistenza di un Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir) con compiti di verifica e di controllo sistematico sull’operato dei servizi stessi.

Non solo, ma al fine di sottolineare il carattere di organo di garanzia del Comitato ha stabilito che presidente del Copasir debba essere sempre un parlamentare dell’opposizione, cioè della minoranza parlamentare. E infatti è sempre stato così fino ad ora. Fino a quando cioè le vicende politiche italiane hanno portato alla costituzione di un governo — quello di Mario Draghi — sorretto da uno schieramento che comprende tutti i partiti salvo uno, Fratelli d’Italia. Al quale quindi, come prescrive la legge e come si è sempre fatto, spetta oggi la presidenza del Copasir. Ecco però che a questo punto il presidente in carica del Copasir, il senatore Raffaele Volpi della Lega, si rifiuta di lasciare la sua poltrona. Senza alcuna motivazione: si rifiuta e basta.

Poco male, si dirà: i presidenti delle Camere — ai quali spetta tra l’altro la nomina del Comitato — esistono proprio per questo: per far rispettare le norme secondo le quali deve funzionare il Parlamento. Soprattutto, ci piace immaginare, al fine di garantire i diritti della minoranza. Un Parlamento in cui tale diritto è violato, infatti — e tanto più se ciò avviene con il consenso di chi lo presiede — non ha più nulla di un Parlamento. È qualcosa di mezzo tra un Bar dello sport e la Camera dei fasci e delle corporazioni, vale a dire un luogo di discussioni inutili dove può aver ragione sempre uno solo.

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