Archive for Aprile, 2021

Biden, il piano contro i paradisi fiscali: l’Italia dovrebbe rinunciare a 540 milioni per incassare 9 miliardi

lunedì, Aprile 26th, 2021

di Milena Gabanelli e Giuseppe Sarcina

Ora paghino anche i «grandi imboscati» del fisco. La spinta arriva dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden che, in un discorso del 31 marzo scorso, l’ha messa così: «Non si capisce per quale motivo un insegnante debba versare il 22% del proprio reddito in imposte e Amazon zero». Biden e il Segretario al Tesoro Janet Yellen sono alla ricerca di risorse per coprire un grande piano di investimenti da 2.200 miliardi di dollari. Il primo passo è quello di cancellare la riforma tributaria voluta da Donald Trump nel 2017, aumentando sul mercato interno l’aliquota sui redditi di impresa dal 21 al 28% (prima del 2017 era al 35%). Secondo passo: cancellare l’esenzione tributaria trumpiana sul 10% dei profitti realizzati dalle multinazionali americane in altri Stati, e incrementare il prelievo minimo dal 10,5% al 21%. Terzo passo: coinvolgere altri Paesi ad adottare la stessa misura e negoziare sulla «web tax».

Le multinazionali che non pagano mai

Biden e la segretaria al Tesoro Yellen partono da uno studio condotto dall’Itep, Institute on taxation and economic policy (sede a Washington) che mostra come 91 delle 500 maggiori società elencate da «Fortune» abbiano versato «zero imposte» nel 2018, pur avendo chiuso il bilancio largamente in utile. La lista comprende, tra gli altri, Delta, Chevron, Netflix, Starbucks, Halliburton, Amazon. Nel frattempo l’Itep ha aggiornato l’indagine con i conti del 2020: ora sono 55 le aziende che pur avendo realizzato profitti per 40,5 miliardi di dollari non hanno versato nulla al fisco. Per le casse federali, calcolando l’attuale aliquota trumpiana, significa 8,5 miliardi di incassi mancati. Inoltre il «Joint Committee on Taxation» del Congresso ha stabilito che nel 2018 le imprese americane sul territorio nazionale hanno subito un prelievo medio solo pari all’ 8%. Tirando le fila: l’Itep stima che nel complesso ogni anno manchino all’appello circa 100 miliardi di imposta sugli utili di impresa, vale a dire quasi la metà del gettito effettivo: 230 miliardi di dollari. Le ragioni sono sostanzialmente due.

Rating 3.00 out of 5

Coronavirus in Italia, il bollettino di oggi 26 aprile: 8.444 nuovi casi e 301 morti

lunedì, Aprile 26th, 2021

di Annalisa Grandi

Coronavirus in Italia, il bollettino di oggi 26 aprile: 8.444 nuovi casi e 301 morti

Sono 8.444 i nuovi casi di coronavirus in Italia (ieri sono stati +13.158, qui il bollettino). Sale così ad almeno 3.398.763 il numero di persone che hanno contratto il virus Sars-CoV-2 (compresi guariti e morti) dall’inizio dell’epidemia. I decessi odierni sono 301(ieri sono stati +217), per un totale di 119.539 vittime da febbraio 2020. Mentre le persone guarite o dimesse sono3.398.763 complessivamente: 16.539 quelle uscite oggi dall’incubo Covid (ieri +13.176). E gli attuali positivi — i soggetti che hanno il virus — risultano essere in tutto 452.812, pari a 8.400 in meno rispetto a ieri (461.212).

I tamponi e il tasso di positività

I tamponi totali (molecolari e antigenici) sono stati 145.819 mentre ieri erano 239.482. Il tasso di positività è pari al 5.8%: ieri era 5,5%.Qui la mappa del contagio in Italia.

Le vittime

Le vittime: sono 301 contro le 217 di ieri.

La pressione sul sistema sanitario

Si alleggerisce lentamente la pressione nei reparti Covid, ordinari e intensivi. I posti letto occupati nei reparti Covid ordinari sono 27 in meno rispetto a ieri, per un totale di 20.662 ricoverati. I posti letto occupati in terapia intensiva (TI) sono 13 in meno (ieri -32), portando il totale dei malati ricoverati in questi reparti a 2849 Con 132 ingressi giornalieri (la variazione dei posti letto occupati indica il saldo tra i pazienti usciti e quelli entrati nelle ultime 24 ore).

I vaccinati

Le dosi di vaccino somministrate sono oltre 17 milioni. Qui la mappa aggiornata ogni sera e qui i dati in tempo reale del report «Vaccini anti Covid-19» sul sito del governo.

Il Corriere ha creato una newsletter sul coronavirus. È gratis: ci si iscrive qui

I casi regione per regione

Il dato fornito qui sotto, e suddiviso per regione, è quello dei casi totali (numero di persone trovate positive dall’inizio dell’epidemia: include morti e guariti). La variazione indica il numero dei nuovi casi registrati nelle ultime 24 ore.

Rating 3.00 out of 5

Recovery, Draghi: “E’ la chiave del destino del nostro Paese”. Ecobonus fino al 2023 e poi: “Se cresce il Sud, cresce l’Italia”

lunedì, Aprile 26th, 2021

«Un intervento epocale che intende riparare i danni economici e sociali della crisi pandemica». Così da Palazzo Chigi hanno definito il discorso preparato dal presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi, per presentare il recovery plan che sarà inviato a Bruxelles entro fine settimana. «Sbaglieremmo tutti a pensare che il Pnrr pur nella sua storica importanza sia solo un insieme di progetti, di numeri, scadenze, obiettivi» ha esordito Draghi sottolineando che «Nell’insieme dei programmi c’è anche e soprattutto il destino del Paese» perché nel Pnrr c’è «la misura di quello che sarà il suo ruolo nella comunità internazionale, la sua credibilità e reputazione come fondatore Ue e protagonista del mondo occidentale. E’ questione non solo di reddito e benessere, ma di valori civili e sentimenti che nessun numero e nessuna tabella potrà mai rappresentare». Motivo per cui «ritardi e inefficienze, peseranno sulle nostre vite e forse non ci sarà la possibilità di rimediare». 

L’obiettivo d’altra parte è ambizioso: se da un lato è cruciale riparare i danni della pandemia che colpito l’Italia più degli altri Paesi europei, dall’altro è un’occasione unica per rilanciare la crescita e la produttività superando le debolezze strutturali che da decenni zavorrano la Penisola. Nel dettaglio, le riforme e gli investimenti sono corredati da obiettivi quantitativi e traguardi intermedi e sono organizzati in sei missioni con progetti che mirano ad «affrontare tre nodi strutturali del nostro Paese, che costituiscono obiettivi orizzontali dell’intero Piano. Si tratta di colmare le disparità regionali tra il Mezzogiorno e il Centro Nord, perché se cresce il Sud, cresce tutta l’Italia, e le diseguaglianze di genere e i divari generazionali». 

Anche perché come ha ricordato il premier «il Pil è caduto dell’ 8,7% e i giovani con le donne hanno sofferto di più il calo dell’occupazione. Le misure di sostegno hanno attutito l’impatto sociale ma questo si è sentito sulle fasce più deboli». Una missione tutt’altro che banale e per questo Draghi ha citato anche De Gasperi: «All’indomani della celebrazione del 25 aprile, vorrei ricordare le parole di uno dei padri della nostra Repubblica che nel 1943 scriveva: “Il funzionamento della democrazia economica esige disinteresse, come quello della democrazia politica suppone la virtù del carattere. L’opera di rinnovamento fallirà, se in tutte le categorie, in tutti i centri non sorgeranno degli uomini disinteressati pronti a faticare e a sacrificarsi per il bene comune”. A noi l’onere e l’onore di preparare nel modo migliore l’Italia di domani».

Rating 3.00 out of 5

Coronavirus, le ultime notizie dall’Italia e dal mondo sul Covid

lunedì, Aprile 26th, 2021

Ore 15 – Giani richiama alla responsabilità di tutti: «Solidale con appello medici Firenze» dopo assembramenti di ieri
«Faccio un appello al senso di responsabilità perché tutti gli sforzi che abbiamo fatto finora non rischino di essere vani». Così Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, a proposito della lettera aperta dell’Ordine dei medici di Firenze dopo gli assembramenti visti in città ieri sera. «Sono solidale con loro», ha aggiunto Giani, a margine della presentazione della nuova campagna di promozione turistica della regione. «Abbiamo le condizioni per allentare quelle che sono le varie modalità che dal rosso portano all’arancione e poi al giallo, ma è evidente che non è un “liberi tutti”. Deve essere invece un tenere alta la guardia, perché è indubbio che i contagi calano, ma sempre in misura relativa al nostro comportamento».

Ore 14.47 – Toti: «C’è potente volontà politica di riaprire il Paese»
«Credo che ci sia una volontà politica potente e profonda di riaprire questo Paese. Ovviamente in questa settimana avremo il modo di misurare anche gli effetti delle prime riaperture sui dati del Covid». Così il governatore della Liguria Toti.

Ore 14.39 – La nota di AstraZeneca: «Siamo rammaricati per la decisione della Ue, ci difenderemo in tribunale»
«AstraZeneca si rammarica della decisione della Commissione europea di intraprendere un’azione legale per la fornitura di vaccini contro il Covid». È quanto si legge in una nota del gruppo anglo-svedese dopo la decisione della Commissione Ue di avviare una procedura legale per violazione dei termini contrattuali sulle forniture dei vaccini. «Dopo un anno senza precedenti di scoperte scientifiche, trattative molto complesse e sfide di produzione — prosegue il comunicato — la nostra azienda sta per fornire quasi 50 milioni di dosi ai paesi europei entro la fine di aprile, in linea con le nostre previsioni. AstraZeneca ha rispettato pienamente l’accordo di acquisto con la Commissione europea e si difenderà fermamente in tribunale. Riteniamo che qualsiasi controversia sia priva di merito e accogliamo con favore questa opportunità per risolvere questa controversia il prima possibile».

Ore 14.36 – Il sindaco Sala: «Preparati a zona gialla, ma serve tolleranza»
«Io penso che la città sia preparata, stiamo aumentando al massimo possibile il servizio di trasporto pubblico, stiamo vigilando con molto impegno dopo di che io credo che servirà buona tolleranza da parte di tutti noi, tolleranza è una parola che non si usa più ma ogni tanto occorre ricordarsene». Così il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, parlando del passaggio alla zona gialla. «La situazione in città è in miglioramento dai dati che abbiamo, ma io che pure mi sento profondamente politico voglio continuare a essere un politico anomalo e non uno che parla della qualunque» e «non voglio sindacare» le decisioni del governo «di aprire adesso o dopo o sul fatto di avere il coprifuoco alle 10 o alle 11 di sera»(qui l’articolo sugli assembramenti del weekend).

Ore 14.29 – Oms, servizi sanitari interrotti ancora in 90% Paesi
Oltre un anno dopo lo scoppio della pandemia Covid, «ancora circa il 90% dei paesi continua a segnalare interruzioni ai servizi sanitari essenziali. Non manca qualche piccolo miglioramento ma «milioni di persone ancora non hanno adeguata assistenza sanitaria vitale per problemi di salute più comuni». È quanto emerge dal secondo sondaggio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, condotto tra gennaio e marzo 2021 e che di fatto non mostra «alcun cambiamento globale sostanziale dalla prima indagine condotta nell’estate del 2020».

Rating 3.00 out of 5

Salvini, Letta e il ritorno di Ursula

lunedì, Aprile 26th, 2021

di Paolo Mieli

Ursula von der Leyen è di nuovo tra noi. Non per la telefonata con Mario Draghi che ha sbloccato il Recovery plan, ma perché il suo nome evoca un patto politico tra Pd, M5S e FI, cioè i tre partiti che nel luglio del 2019 la votarono per la presidenza della Commissione europea. Patto a cui, ad ogni evidenza, pensano Enrico Letta e Dario Franceschini, costretti a irrobustire l’accordo infragilito con i Cinque Stelle andando a cercare un’intesa con ciò che resta del partito di Silvio Berlusconi. Intesa che avrebbe ai loro occhi il pregio di allargare la piattaforma di partenza per l’elezione del Capo dello Stato. E offrirebbe alla sinistra nuovi orizzonti in vista del voto politico, per il fatto che i suffragi berlusconiani, se cambiassero campo, varrebbero doppio: si aggiungerebbero a quelli dell’alleanza del Pd-M5S e verrebbero sottratti al fronte del centrodestra.

A portare alla luce questo genere di prospettiva è stato (involontariamente, si presume) Matteo Salvini con l’astensione per il mancato spostamento alle 23 dell’orario di chiusura di bar e ristoranti. L’astensione è un’arma assai insidiosa: se la si usa una volta, poi si sarà costretti a usarla in molte altre occasioni. Oppure si dovranno dare spiegazioni su perché non ci si è astenuti tutte le volte successive in cui si sarebbe dovuto manifestare disagio per altre scelte del governo. Magari più rilevanti di quanto non lo sia stata quella del coprifuoco.

Il più veloce ad accorgersi delle implicazioni di questo passo azzardato di Salvini è stato Romano Prodi. In un’intervista — su questo giornale — a Massimo Franco, Prodi ha paragonato il leader leghista a Fausto Bertinotti che nel 1998 provocò la caduta del primo governo dell’Ulivo. Secondo Prodi, sarebbero entrambi — Salvini e Bertinotti — vittima di una sindrome che colpisce chi partecipa a governi di coalizione: «Fai una scelta drastica, poi cominci a perdere consensi e la cosa ti fa diventare matto… allora alzi la posta». Va precisato però che, nella ricostruzione prodiana, c’è qualche particolare che non torna. Nel 1996 Bertinotti, leader di Rifondazione comunista, non aveva fatto accordi di coalizione con l’Ulivo, bensì solo un patto di desistenza; dopodiché lo stesso Bertinotti aveva concesso in Parlamento l’appoggio al governo di centrosinistra (ma senza entrare a farne parte con propri ministri); poi, nell’autunno del 1997, in cambio di un sofferto voto per la finanziaria, aveva ottenuto un impegno alla riduzione dell’orario di lavoro a 35 ore (da realizzarsi nei primi giorni dell’anno successivo); nel 1998 aveva atteso circa dieci mesi e infine, preso atto del fatto che le 35 ore erano finite in soffitta, aveva fatto saltare il banco andando a presidiare, da solo, il campo dell’opposizione. Consapevole, oltretutto, che tale rottura non avrebbe provocato un’interruzione della legislatura dal momento che era quasi pronto un governo guidato da Massimo D’Alema (governo della cui preparazione si stava alacremente ed esplicitamente occupando l’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga).

Rating 3.00 out of 5

Financial Times: “Con Draghi l’Italia è diventata un modello europeo”

lunedì, Aprile 26th, 2021

“A meno di tre mesi dall’inizio del governo di unità nazionale del primo ministro Mario Draghi, non solo la voce di Roma viene ascoltata forte e chiara a Parigi e Berlino, ma sta sempre più fissando l’agenda mentre l’Ue tenta di uscire dalla pandemia Covid-19”: è quanto scrive il “Financial Times” in un’analisi dedicata all’Italia che secondo il quotidiano economico è diventata un “modello europeo”, anche grazie agli stretti legami del nuovo presidente del Consiglio con Parigi e Berlino che “ridisegnano le relazioni dell’Ue”.

Pur non nascondendo il rischio paventato da alcuni “che le aspettative su ciò che Draghi possa realisticamente realizzare siano già diventate troppo alte”, l’opinione del Financial Times sembra essere largamente positiva. Un’apertura di credito che per il quotidiano finanziario appare condivisa dai mercati: “Spesso preoccupati per l’entità del debito pubblico italiano, per ora restano indifferenti, segno di fiducia nel nuovo premier” alla vigilia della presentazione del Recovery plan.

Per quanto riguarda la politica estera, il Financial Times valuta positivamente anche la decisione di bloccare le esportazioni di vaccini, “una mossa rischiosa” che però è stata poi “rapidamente sostenuta da Parigi” e “ha fornito copertura politica alla presidente della commissione Ursula von der Leyen”.

Rating 3.00 out of 5

Incognita variante indiana

lunedì, Aprile 26th, 2021

“Andrei molto cauto”. Le parole del capo del Cts, Franco Locatelli, riassumono un po’ le considerazioni che gli scienziati hanno espresso, dati alla mano, riguardo la variante indiana che sta travolgendo il sistema sanitario indiano. Sulla possibilità che la variante possa sfuggire alla copertura vaccinale, Locatelli frena: “Non ci sono dati che supportino questa tesi”. Allora, meglio “non creare allarmismi”. Certo, questo non svincola dalla necessità di approfondire il tema, perché “ci sono aspetti che devono essere chiariti”, ad iniziare dalla contagiosità e dalla letalità. Per questo, la decisione del ministro Roberto Speranza di vietare l’ingresso a chi arriva dall’India nelle ultime due settimane deve essere letta in via precauzionale: come lui, anche Nuova Zelanda, Hong Kong, Stati Uniti e Regno Unito hanno preferito bloccare i voli.

“Non è il momento di abbassare la guardia”, ha ricordato Speranza giustificato dai numeri: “Venerdì è stato il giorno record per casi a livello mondiale con 893.000 positivi di cui 346.000 proprio in India”. Nel Paese, negli ultimi dieci giorni si sono contati più di 200mila casi di media al giorno. Il numero dei morti, 2mila al dì, non può esser stabilito con certezza, perché gli oltre 190mila registrati fino ad oggi potrebbero nasconderne molti di più, specie nelle aree rurali dove è difficile tenere il tracciamento. Fatto sta che, nel secondo paese più popoloso al mondo che ogni giorno macina record negativi tra contagi e decessi, sedici milioni e mezzo di cittadini sono stati infettati dal Covid-19 e nelle ultime settimane l’allerta è massima. Complice, appunto, quella B.1.617.

Il 24 marzo, il ministero della Salute indiano ha riferito che il 15-20% della variante indiana (scoperta a inizio ottobre) sequenziata nello Stato del Maharashtra dove si trova Mumbai, mostrava due mutazioni genetiche, E484Q e L425R, che nei giorni a seguire è stata ritrovata nel 60% dei casi, così come anche a Delhi e nel Bengala occidentale. Attualmente non sembrerebbe esser la variante dominante nel Paese, un primato che spetta a quella proveniente dal Kent, il 60% più trasmissibile. Il sequenziamento genomico effettuato Regno Unito (che conta un centinaio di casi) ha dimostrato come la variante indiana sia aumentata dallo 0,2% all′1% dei casi in due settimane dal 20 marzo, ma viene ritenuto che la maggior parte dei casi siano di importazione. 

VIDEO – Coronavirus, centinaia di fedeli positivi in India dopo il bagno di purificazione nel Gange

Rating 3.00 out of 5

Piano Cartabia e toghe da rianimare

lunedì, Aprile 26th, 2021

Vladimiro Zagrebelsky

Alla ministra Cartabia è stata assegnata la responsabilità del ministero della Giustizia in un contesto di estrema difficoltà. Il quadro politico è quello che è, segnato da tempo, nel campo della giustizia, da paralizzanti scontri ideologici o di interesse e ora costretto a comporsi in una maggioranza parlamentare tanto ampia quanto eterogenea. La ministra nella intervista di alto respiro rilasciata ieri a questo giornale, mostra di esserne del tutto consapevole. La titolare della Giustizia adotta il metodo di lavoro della prudenza che smussa gli angoli, unendovi il forte richiamo al dovere morale e politico di curare una istituzione la cui salute è vitale per la Repubblica. Numerosi problemi specifici sono stati lasciati irrisolti dai precedenti governi e non possono rimanere senza soluzione: prima fra tutte la questione dell’insostenibile durata della giustizia civile, penale, tributaria, amministrativa. Di essi si occupano ora i qualificati gruppi di lavoro che la ministra ha nominato per rivedere i testi già pendenti in Parlamento.

A loro ha anche affidato il compio di preparare gli emendamenti che presenterà il governo. Si tratta di un lavoro importante e c’è da augurarsi che le proposte vengano accolte in Parlamento senza farne terreno di scontri propagandistici, alla ricerca del “bene comune” richiamato dalla ministra. Tra i temi in discussione ve ne sono alcuni che riguardano l’ordinamento giudiziario, le leggi cioè che definiscono il sistema complessivo del reclutamento, della destinazione alle diverse funzioni e della deontologia dei magistrati professionali, oltre che di quelli onorari. Ma il più visibile – la legge elettorale del Consiglio superiore e la “lotta alle correnti”- è in gran parte di facciata, mentre è venuto il momento di affrontare temi di fondo. L’ordinamento giudiziario in vigore è il frutto di ripetute modifiche, sull’impianto fondamentale che è del 1941.

Risalendo alle origini si trovano i testi piemontesi e prima ancora quelli della Francia napoleonica. L’idea di fondo è quella del magistrato funzionario, bocca della legge da cui dipende. Nel frattempo quella finzione è stata definitivamente svelata. È così emerso il problema – processuale, ma soprattutto culturale – di come render compatibile l’attività individuale del giudice nell’applicare ed enunciare il diritto, con il ruolo che è proprio dell’istituzione giudiziaria nel suo complesso. Prevedibilità e stabilità della giurisprudenza sono in gioco. E quindi anche il ruolo della Cassazione ora impedita dalla massa dei ricorsi, prodotti dalle migliaia di avvocati in Italia abilitati a difendere davanti ad essa. Tema di grande e difficile portata, che deve essere affrontato con la definizione dei limiti del campo di intervento dei giudici, della capacità del sistema di decidere la quantità di controversie che gli sono rimesse, delle alternative possibili alla tutela giudiziaria dei diritti. Per non parlare del diverso e specifico problema del pubblico ministero. Tutto questo, tutto insieme è da affrontare. Non sarebbe adeguato farlo nel solo ristretto e finora improduttivo campo dei professionisti della giustizia, magistrati e avvocati, dimostratisi soprattutto conservatori, capaci di scontrarsi nell’inutile bricolage dei ritocchi dell’esistente.

Rating 3.00 out of 5

Recovery Plan: Palazzo Chigi, è un piano epocale. Dall’istruzione alla rivoluzione verde, ecco tutte le voci del Pnrr

lunedì, Aprile 26th, 2021

di Ce.Do.

Draghi: “Ristrutturare sanita’”. Nel Recovery oltre 20 mld

Il prossimo step è fissato per lunedì 26 aprile quando il presidente del Consiglio Mario Draghi è atteso alle 16 alla Camera per le comunicazioni in vista della trasmissione del Piano nazionale di ripresa e resilienza alla Commissione Europea con la replica e le dichiarazioni di voto finale previste per martedì 27, alle 11. E, alla vigilia del primo esame parlamentare del Recovery Plan, il governo ha riassunto i tasselli principali del documento nel messaggio con cui il testo viene inviato al Parlamento, a cominciare dall’impatto complessivo del Pnrr, stimato in circa 16 punti percentuali fino al 2026, mentre per il sud, l’impatto previsto è di circa 24 punti percentuali, con un investimento significativo sui giovani e le donne. Ecco i punti delineati nella nota di Palazzo Chigi.

Investimenti per 221, miliardi

Il Piano si inserisce all’interno del programma Next Generation Eu (Ngeu), il pacchetto da 750 miliardi di euro concordato dall’Unione Europea in risposta alla crisi pandemica.Il Piano italiano prevede investimenti pari a 191,5 miliardi di euro, finanziati attraverso il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza, lo strumento chiave del Ngeu. Ulteriori 30,6 miliardi sono parte di un Fondo complementare, finanziato attraverso lo scostamento pluriennale di bilancio approvato nel Consiglio dei ministri del 15 aprile. Il totale degli investimenti previsti è pertanto di 222,1 miliardi di euro.

Palazzo Chigi: «È un intervento epocale»

Il Piano include inoltre un corposo pacchetto di riforme, che toccano, tra gli altri, gli ambiti della pubblica amministrazione, della giustizia, della semplificazione normativa e della concorrenza.Si tratta di un intervento epocale, che intende riparare i danni economici e sociali della crisi pandemica, contribuire a risolvere le debolezze strutturali dell’economia italiana, e accompagnare il Paese su un percorso di transizione ecologica e ambientale. Il Piano ha come principali beneficiari le donne, i giovani e il Mezzogiorno e contribuisce in modo sostanziale a favorire l’inclusione sociale e a ridurre i divari territoriali.Nel complesso, il 27 per cento del Piano è dedicato alla digitalizzazione, il 40 per cento agli investimenti per il contrasto al cambiamento climatico, e più del 10 per cento alla coesione sociale.

La prima missione: digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura

Il Piano si organizza lungo sei missioni.La prima missione, “Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura”, stanzia complessivamente 49,2 miliardi – di cui 40,7 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 8,5 miliardi dal Fondo.I suoi obiettivi sono promuovere la trasformazione digitale del Paese, sostenere l’innovazione del sistema produttivo, e investire in due settori chiave per l’Italia, turismo e cultura. Gli investimenti previsti nel piano assicurano la fornitura di banda ultra-larga e connessioni veloci in tutto il Paese. In particolare, portano la connettività a 1 Gbps in rete fissa a circa 8,5 milioni di famiglie e a 9mila edifici scolastici che ancora ne sono privi, e assicurano connettività adeguata ai 12mila punti di erogazione del Servizio Sanitario Nazionale. Viene avviato anche un Piano Italia 5G per il potenziamento della connettività mobile in aree a fallimento di mercato.Il Piano prevede incentivi per l’adozione di tecnologie innovative e competenze digitali nel settore privato, e rafforza le infrastrutture digitali della pubblica amministrazione, ad esempio facilitando la migrazione al cloud. Per turismo e cultura, sono previsti interventi di valorizzazione dei siti storici e di miglioramento delle strutture turistico-ricettive.

Rating 3.00 out of 5

Vaccini Lazio, chi può accedere nella fascia 50-59 anni: codici di esenzione e patologie

lunedì, Aprile 26th, 2021

di Riccardo De Palo

Nella regione Lazio, dalla mezzanotte del 27 aprile, anche chi ha tra i 50 e i 59 anni potrà prenotarsi per la vaccinazione con le modalità consuete ma, come specifica il sito salutelazio.it, questo vale soltanto per le persone con “comorbidità”. Ossia quei cittadini che dispongono di un’esenzione particolare, ovvero una malattia cronica che può essere la concausa di un decorso sfavorevole nel caso di infezione da Covid. 

Vaccini Lazio, calendario per tutte le fasce d’età (ora i 58-59 anni): così le prenotazioni

Rendere disponibili i vaccini anche a chi è nato tra il 1962 e il 1972 permette alla regione Lazio, che ha già somministrato un milione e 715 mila fiale, di confermare il proprio primato a livello nazionale, mentre i medici di base possono effettuare autonomamente il “recall” dei propri pazienti che non hanno ancora avuto la dose e che non si sono ancora prenotati sul sito della Regione. Questo  dovrebbe  ottimizzare la campagna vaccinale, andando a cercare gli anziani e i soggetti fragili ancora privi di protezione, senza favorire categorie che ne avrebbero meno diritto. Ma intanto, si va avanti, con l’obiettivo di raggiungere, prima o poi, la cosiddetta “immunità di gregge”, quando si sarà vaccinata la maggioranza della popolazione.

Ma cosa vuol dire esattamente avere una comorbidità, e chi potrà effettivamente  prenotarsi in questa fase della vaccinazione? L’annuncio della Regione rimanda alla categoria 4 del piano nazionale. Che prevede alcune tipologie particolari di cittadini che hanno già un’esenzione. Vediamo quali. 

La categoria 4 prevede quelle persone con comorbidità di età minore di 60 anni, senza quella connotazione di gravità riportata per le persone estremamente vulnerabili. Si tratta di patologie che, come dice il piano nazionale, possono aumentare il rischio di sviluppare forme severe di Covid-19 seppur senza quella connotazione di gravità riportata per le persone fragili. Si tratta di:  malattie cardiocircolatorie, neurologiche, diabete e altre endocrinopatie, HIV, insufficienza renale/patologia renale, ipertensione arteriosa, malattie autoimmuni/Immunodeficienze primitive, malattie epatiche, cerebrovascolari e patologie oncologiche. Possono prenotare la vaccinazione le persone assistite dal Servizio Sanitario Regionale (SSR) della Regione Lazio, ovvero tutti coloro che sono assistiti da un medico di famiglia convenzionato con il SSR della Regione Lazio. Quindi, anche chi ha eletto il Lazio come proprio domicilio, anche se non è residente, ma viene qui assitito da un medico di famiglia di sua scelta.

Flourish logo

A Flourish bar chart race

Ma ecco nel dettaglio chi ha diritto a prenotarsi per il vaccino, in base ai codici di esenzione e alle patologie.

Rating 3.00 out of 5
Marquee Powered By Know How Media.