Archive for Luglio 17th, 2021

Governo, lunedì il premier Draghi incontra Conte a Palazzo Chigi: il leader M5s verso la linea dura sulla giustizia

sabato, Luglio 17th, 2021

Il presidente del Consiglio Mario Draghi incontrerà lunedì l’ex premier Giuseppe Conte, leader in pectore del Movimento 5 stelle, a Palazzo Chigi alle 11. A confermare il confronto sono state fonti di governo.

Giustizia in primo piano – Sul tavolo ci sarà il tema della giustizia, dopo che la riforma Cartabia ha acceso i malumori della base del Movimento 5 stelle e le proteste dei parlamentari. L’ex premier e quasi leader del M5s, scrive il “Corriere della Sera”, annuncia battaglia in aula perché la riforma della prescrizione è “inaccettabile e impraticabile”. 

I maldipancia dei M5s Risolte ormai le divisioni con Beppe Grillo, in base allo statuto approvato dal garante il nuovo leader del Movimento potrà decidere la linea politica. E allora il 23 luglio, giorno in cui l’aula discuterà la prescrizione, probabilmente l’orientamento di voto dei Cinquestelle seguirà quello dell’ex premier, e dell’ex ministro Alfonso Bonafede, che in assemblea ha detto: “La riforma Cartabia è sbagliata – ha detto Bonafede in assemblea -. c’è il rischio di isole di impunità. E’ una battaglia che dobbiamo portare avanti con determinazione”. 

La giustizia e lo scettro del comando M5s – Dall’altra parte però Draghi vuole lealtà e non intende accettare modifiche al testo. In passato, a rassicurare Draghi era stato proprio Beppe Grillo, ma adesso il comando passa nelle mani di Conte, che ha ottenuto dal garante un passo di lato. Come andrà a finire allora la vicenda giustizia? 

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A Mykonos torna il coprifuoco e nei locali è abolita la musica: le misure contro i contagi e la variante Delta

sabato, Luglio 17th, 2021

di Greta Sclaunich

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Musica bandita nei locali 24 ore su 24 e coprifuoco dall’1 alle 6, da oggi fino al 26 luglio. Sono le misure decise per contrastare l’aumento dei contagi di Covid nell’isola greca di Mykonos, una delle più apprezzate (e visitate) dai turisti di tutto il mondo. L’annuncio è arrivato dopo alcune settimane in cui la curva dei contagi ha continuato a salire diventando, come hanno dichiarato le autorità, «preoccupante».

La variante Delta e l’aumento dei casi

Un dato contenuto nel comunicato con cui il viceministro alla Protezione civile Nikos Hardalias ha annunciato le restrizioni per Mykonos ben fotografa la situazione: il 15 luglio il numero di positivi sull’isola aveva raggiunto e oltrepassato i 300 casi. Il quadruplo della settimana precedente. Una progressione legata alla variante Delta, più contagiosa rispetto alla Alfa, e, almeno a Mykonos, aggravata dalle feste clandestine. Anche su queste è intervenuto il viceministro, ricordando che gli organizzatori di festini privati con più di venti persone rischiano multe fino a 200mila euro.

Le isole le più colpite

Anche nel resto della Grecia i casi sono in aumento: venerdì ne sono stati registrati in tutto 2.700 contro i circa 400 di tre settimane prima. In particolare, secondo i dati citati da Hardalias, le zone dove stanno aumentando più in fretta sono proprio le isole. Mykonos ma anche Santorini, Ios, Paros e le città di Retimo e Candia, a Creta. Tutte mete turistiche molto note e per questo cruciali per la ripresa del turismo, settore dal quale dipende un quinto dell’economia della Grecia. Tanto che prima dell’estate in molte isole era stata avviata una campagna vaccinale massiccia in modo da renderle Covid-free.

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Inghilterra, la retorica del primato rischia di perdere una nazione

sabato, Luglio 17th, 2021
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di   Beppe Severgnini

Per trasformare un evento sportivo di successo in un mezzo disastro reputazionale ci vuole del talento. E agli inglesi il talento non manca: neanche in occasione di un passo falso. Una nazione solida, organizzata e stoica, quando sbaglia, sbaglia in modo spettacolare.

La giovane squadra dei Tre Leoni è arrivata, per la prima volta nella sua storia, alla finale dei campionati Europei, giocata in casa davanti agli occhi del mondo. Un successo indiscutibile, offuscato da quanto è accaduto domenica 11 luglio. Riassumiamo per comodità: caos e incidenti intorno a Wembley, prima della partita con l’Italia; irruzione e prepotenze di tifosi senza biglietto; fischi durante l’inno di Mameli (fischiato anche l’inno tedesco, negli ottavi di finale); dopo la sconfitta, stizza dei giocatori inglesi, che si sfilano la medaglia d’argento; poi insulti razzisti sui social contro chi aveva fallito il rigore (Rashford, Sancho e Saka, tutt’e tre con la pelle scura).

Domanda: era davvero imprevedibile? O invece la retorica nazionalista degli ultimi cinque anni ha giocato una parte? Brexit – votata nel 2016, realizzata nel 2020 – non è stata un epilogo: qualcuno l’ha presa come un’assoluzione, e l’inizio di una nuova epoca. Chi semina vento, raccoglie tempesta: anche in inglese esistono espressioni simili. You reap what you sow, si raccoglie ciò che si semina. What goes around, comes around, tutto torna indietro. Meno conosciuta, ma altrettato efficace,You’ve made your bed, now lie in it, ti sei fatto il letto, ora accòmodati.

Ecco: quale letto hanno preparato i conservatori di Boris Johnson, negli ultimi cinque anni, ai connazionali? Certamente il Primo Ministro non avrebbe voluto nulla di quanto è accaduto: non lo sgarbo verso gli ospiti, non il ritorno degli hooligan, non la rinuncia al fair-play, non i rigurgiti razzisti. La sua formazione – Eton, Oxford, i classici e il giornalismo – è contraria a tutto questo. Ma le sue battute e i suoi paradossi, da alcuni, sono stati presi alla lettera. Il suo atteggiamento verso l’Unione Europea è sembrato, spesso, irridente. Il suo patriottismo, cinico e roboante, ha confuso molti. Anche durante questi Europei: se crei aspettative parossistiche, non puoi stupirti che la delusione sia rabbiosa.

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Procure poco preparate sulla violenza contro le donne, “diritti spesso disattesi”

sabato, Luglio 17th, 2021

La tutela delle donne vittime di violenza o maltrattamenti non è garantita allo stesso modo in tutta Italia. Perché le leggi ci sono, sono valide, ma metterle in pratica è un’altra cosa. E la piena realizzazione della tutela delle vittime di ogni forma di violenza di genere passa, quando si arriva alle indagini o poi in un’aula di tribunale, anche dalla formazione degli addetti ai lavori. Che in molti casi è carente. E così accade che una donna possa ricevere piena tutela e assistenza se a occuparsi del suo caso è una procura che ha al suo interno un pool specializzato in violenza di genere o, quantomeno, in tutela delle fasce cosiddette deboli e che, invece, non riceva tutte le garanzie che merita se si trova di fronte a magistrati che, non necessariamente per colpa loro, non sono adeguatamente formati. Il gap, quando si parla di donne che hanno bisogno di aiuto, è grave e andrebbe colmato subito. Come? Assicurando un livello accettabile di specializzazione da parte di chi dovrà maneggiare questa materia delicatissima. Si sofferma in particolare su questo aspetto il “Rapporto sulla violenza di genere e domestica nella realtà giudiziaria”, della commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio. Il lavoro è stato approvato il 17 giugno ma presentato oggi. “La Convenzione di Istanbul, che prescrive di rendere concreto il diritto delle vittime alla protezione, resta in larga parte ancora disattesa”, si legge tra le 36 pagine del lavoro. 

L’indagine, che aveva come obiettivo capire in che modo fossero trattati i casi di violenza domestica dalle varie figure della realtà giudiziaria, è stata svolta con la somministrazione di appositi questionari a procure, tribunali ordinari, di sorveglianza, Csm, scuola superiore della magistratura, consiglio nazionale forense e ordini degli psicologi, focalizzando l’attenzione sul triennio 2016-2018. Emergono sicuramente buone pratiche, ma anche tante lacune. “Serve molta più formazione e specializzazione per riconoscere e affrontare con efficacia la violenza contro le donne, sanzionarla, prevenire escalation, sostenere le donne che denunciano”, si legge nel rapporto. 

“L’Italia è dotata oggi di un buon impianto normativo, cioè di buone leggi per contrastare il fenomeno maschile della violenza sulle donne”, ha detto Valeria Valente, senatrice Pd e presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio. Ma, ha continuato durante la presentazione del rapporto, “la vera scommessa è di interpretare correttamente queste norme e per farlo c’è bisogno di una maggiore specializzazione e formazione di tutti gli operatori del complesso mondo della giustizia: dai pm ai giudici, agli avvocati, agli psicologi chiamati a fare consulenze tecniche d’ufficio sulle quali spesso si basano le sentenze”.

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Giovani in lista d’attesa e il virus corre

sabato, Luglio 17th, 2021

La variante Delta dominerà nelle prossime settimane e soprattutto tra i giovani. Per molti di loro, il turno di vaccinarsi non è ancora arrivato. La curva dell’epidemia di Covid-19 in Italia è in ascesa nella maggioranza delle Regioni, con gli under 30 che risultano essere i più colpiti. L’Rt nazionale si impenna, passa in 7 giorni da 0,66 a 0,91 e la previsione dell’Iss è che raggiunga 1,24 la prossima settimana. La situazione torna dunque di allerta con un quadro, dopo alcune settimane di calo dei contagi, totalmente ribaltato. Il presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, spiega che l’età media dei nuovi casi è scesa a 28 anni, in alcune Regioni si parla addirittura di 23 anni. Le fasce d’età che più di altre stanno contraendo il Covid sono quelle tra 20-29 e 10-19 anni, spesso si tratta di casi asintomatici.

Così si spiega il fatto che non ci sia un sovraccarico delle strutture ospedaliere. Ma solo per ora perché, secondo gli scienziati, la situazione peggiorerà nelle prossime settimane e “centinaia di persone sono a rischio ricovero”. L’evoluzione nel mese di agosto, avverte Brusaferro, “si prospetta con una crescita dell’occupazione in terapia intensiva e area medica ed è possibile che si superi il 10% di occupazione, con centinaia di persone ricoverate. Questo è ovviamente lo scenario peggiore”.

In sostanza la variante Delta “corre molto”, come rileva il direttore della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza, segnalando “un aumento della trasmissibilità del 60% rispetto alla variante Alfa”. Con il quadro generale che “torna a peggiorare” e con la Delta che galoppa, è il monito di Brusaferro, è cruciale “tracciare i contatti e prevedere le quarantene, ed è opportuno raggiungere quanto prima la copertura vaccinale del maggior numero possibile di persone con la doppia dose”. Il ragionamento che viene fatto tra gli scienziati e la struttura commissariale guidata dal generale Figliuolo non nasconde il fatto che “solo con una vaccinazione sostanziosa dei giovani, il virus comincerà a rallentare”. Ma ci vorrà del tempo per vaccinare gli under 30 in massa, che come tutti gli under 60 necessitano delle dosi Pfizer e Moderna. Dosi che vengono somministrate alle fasce d’età più alte, in alcuni casi per iniziare il ciclo vaccinale e in altri, nel caso delle persone più anziane, per completare le due dosi e non vanificare gli effetti della prima. Due milioni di dosi AstraZeneca sono rimaste nei frigoriferi, mentre i vaccini Rma vengono somministrati prima alle fasce d’età più alte. “Se un giovane contrae il Covid molto difficilmente ha gravi ripercussioni, ma un under 30 può contagiarlo ai genitori e ai nonni. Per questo resta fondamentale vaccinare le fasce d’età più alte”, è il ragionamento che arriva dalla struttura commissariale.

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Il sondaggio annienta il Movimento 5 Stelle e Giuseppe Conte. Mai nessuno come Mario Draghi

sabato, Luglio 17th, 2021

Anche i numeri lo certificano: il gradimento del Movimento 5 Stelle è ai minimi termini. E la faida tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo non ha fatto altro che acuire il crollo dei pentastellati, a distanza siderale dai primi tre partiti del Paese. Il sondaggio Demos, pubblicato su Repubblica, dà il M5S poco sopra alla soglia del 15%, con un ulteriore calo di 2 punti negli ultimi mesi. Una discesa ripida con i voti dimezzati rispetto alle elezioni politiche del 2018. Il momento duro con la lotta intestina ha portato conseguenze anche a Conte, che ha perso 9 punti nell’indice del gradimento personale. 

La leadership non paga ed è dimostrato anche dai numeri su Enrico Letta, che da quando ha preso in mano le redini del Partito Democratico ha perso 4 punti percentuali. Ciò che unisce gli elettori italiani è il gradimento nei confronti del Presidente del Consiglio, Mario Draghi, che ha il sostegno di tre cittadini su quattro. Il gradimento per il governo è al 74%, una vetta mai raggiunta da nessun altro negli ultimi 5 anni. E inoltre la gran parte dei cittadini è convinta che Draghi e i suoi ministri arriveranno fino alla fine della legislatura, fissata per il 2023. Segno chiaro di fiducia e di stabilità per il futuro.

IL TEMPO

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Campidoglio, bocciato l’assestamento di bilancio. Maurizio Gasparri contro la Raggi: “Con lei Roma è senza futuro”

sabato, Luglio 17th, 2021

Arriva il no della Commissione Consiliare all’assestamento di bilancio del Comune di Roma. Ennesimo fallimento di Virginia Raggi (M5S) in Campidoglio, di fronte al quale il senatore Maurizio Gasparri (FI) chiede al sindaco della Capitale di fare un passo indietro. “Il sindaco di Roma Virginia Raggi (M5S) non ha più i numeri per governare in Campidoglio da tempo, così come non ne ha la capacità da sempre. Se ne dovrebbe andare con uno scatto di orgoglio e di dignità, se avesse orgoglio e se avesse dignità, ovviamente”. Così il senatore Maurizio Gasparri, commissario di Forza Italia per Roma Capitale, ha commentato oggi la bocciatura della delibera di giunta sull’assestamento di bilancio del Comune da parte della Commissione consiliare.

“La gestione politico-economica di Virginia Raggi sindaco di Roma è stata una parentesi oscura nella vita della Capitale. Si concluderà di certo con le elezioni amministrative di ottobre 2021, ma potrebbe e dovrebbe chiudersi prima con l’abbandono volontario del campo”. La bocciatura di oggi in Commissione consiliare sull’assestamento di bilancio del Comune di Roma mette la Raggi – e i M5S – al tappeto. Quale futuro con il sindaco di Roma Virginia Raggi?

I conti della città sono a rischio, mentre la leader M5S prosegue nel suo tentativo di restare in piedi. Un atteggiamento sfrontato e irresponsabile, se si considera che non ha più alcuna possibilità di maggioranza, soprattutto dopo i recenti abbandoni proprio in casa M5S. “Le sconfitte a ripetizione e la mancanza di numeri in Campidoglio, confermati dalla bocciatura odierna dell’assestamento di bilancio del Comune di Roma, dovrebbero indurre il sindaco Virginia Raggi ad un gesto di dignità. Ma Virginia Raggi ha dignità?” conclude perplesso Maurizio Gasparri.

Il senatore di Forza Italia auspica un’energica inversione di rotta per la gestione del Comune di Roma. Ed esprime grande preoccupazione per il futuro della Capitale e di tutti i cittadini romani, registrando il grave momento di crisi politica, che l’amministrazione M5S firmata Raggi ha determinato. Del resto, il degrado di Roma dopo 5 anni di governo grillino è sotto gli occhi di tutti. Il fallimento odierno sancisce dunque la bocciatura irreversibile della gestione politico – economica di una Giunta ormai in agonia.

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Giorgia Meloni e Matteo Salvini, basta litigi da quattro soldi: così la coalizione di centrodestra finisce in fumo

sabato, Luglio 17th, 2021

Franco Bechis

Quando Matteo Salvini e Antonio Tajani si sono messi d’accordo sul nuovo consiglio di amministrazione della Rai da eleggere in Parlamento, si sono dimenticati solo una telefonata. Quella a Giorgia Meloni per informarla che non c’erano le condizioni per rieleggere come sembravano tutti d’accordo Giampaolo Rossi nel consiglio di amministrazione della tv di Stato. La leader di Fratelli di Italia non è venuta a saperlo poi dalle agenzie o dai social, perché colta forse da un presentimento ha fatto lei una telefonata agli alleati che a quel punto le hanno dato la sgradita notizia.

L’ennesimo incidente diplomatico in un centrodestra che continua a marciare diviso convinto che fra un anno o due sarà un gioco da ragazzi colpire unito e andare alla guida del Paese. E’ una questione di forma certo, che si somma però ad altre decine di questo tenore, e bisogna essere davvero ottimisti su quel futuribile “colpire uniti”, perché più questioni di forma evitabilissime (come quelle accadute e ripetute sul Copasir) continueranno a scavare fossati tra i presunti alleati, più sarà difficile mettere insieme la coalizione di centrodestra. E dispiace perché con sondaggi che con sfumature diverse danno i partiti guidati da Meloni e Salvini in testa alle preferenze degli italiani e il centrodestra scelto come opzione di governo dalla metà degli elettori, buttare al macero questa possibilità solo per una questione di carattere è davvero una sciocchezza.

Un po’ di competizione è ovvia, visto che al momento non c’è un leader del centrodestra e al ruolo possono ambire sia la Meloni che Salvini. Bisognerà trovare una regola condivisa per definire chi guiderà la coalizione durante la prossima campagna elettorale nazionale e chi presentare candidato premier. Nel 2018 il centrodestra decise che avrebbe fatto il premier il leader del partito che prendeva più voti, e fu Salvini. Ma il centrodestra come sappiamo non ebbe abbastanza seggi per eleggere un premier e la coalizione nei fatti si sciolse con la Lega che andò al governo e gli altri due partiti che scelsero l’opposizione: non c’era bisogno di un capo, visto che ognuno è andato per la sua strada.

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Ischinger: “Berlino ha perso credibilità per il Nord Stream 2”

sabato, Luglio 17th, 2021

ALBERTO SIMONI

«Mi mancherà ai summit internazionali». Joe Biden ha reso così omaggio, ricevendola nello Studio Ovale, ad Angela Merkel. L’era della Cancelliera si sta esaurendo e con l’incontro alla Casa Bianca di giovedì sono quattro i presidenti che la leader della Cdu ha incrociato nella sua lunga carriera. Wolfgang Ischinger, animatore della Conferenza sulla Sicurezza di Monaco e grande tessitore dei rapporti transatlantici per mestiere e vocazione, era l’ambasciatore tedesco negli Usa quando Merkel venne eletta nel 2005.

Ambasciatore, è stato solo un incontro d’addio? O c’è dell’altro?

«La missione aveva una doppia valenza: c’è l’aspetto del saluto finale, e per Merkel essere stata la prima leader europea ricevuta alla Casa Bianca ha un significato speciale. Ma l’incontro ha mandato un altro preciso messaggio». Quale?

«Che le nuove relazioni fra Usa e Germania e fra Stati Uniti e Ue dopo quattro anni difficili con Trump sono riprese».

Ci sono però tanti nodi ancora irrisolti. Su tutti il Nord Stream 2.

«Resta un tema divisivo, un fardello per la credibilità tedesca e per la nostra politica estera. E questo crea un problema evidente con gli Stati Uniti. Comunque Berlino e Washington concordano che a rimetterci non dovrà essere l’Ucraina».

C’è stato un errore nella gestione del Nord Stream 2?

«Bisognava agire prima, chiudere la questione prima che diventasse un nodo politico».

Ovvero?

«Oggi non è più sostenibile considerare il Nord Stream 2 una vicenda puramente commerciale. È invece una questione geopolitica. E a farla scattare è stato Putin».

Quando?

«Da tempo, ma qualche settimana fa parlando al forum di San Pietroburgo, Putin ha detto che se l’Ucraina si comporterà bene, potrà continuare a gestire il flusso di gas. Questo sposta nettamente la questione da commerciale a politica e smaschera l’atteggiamento aggressivo che ha assunto il Cremlino su tutta una serie di temi: pensiamo a Navalny, al sostegno alla Bielorussia, alle esecuzioni di oppositori russi nel cuore di Berlino. Il clima politico è cambiato, impossibile per tutti ignorare le implicazioni. E infatti i Paesi dell’Est sono molto critici».

Merkel vorrebbe un bilaterale con Putin a livello Ue, la sua linea – condivisa da Macron -è stata però rigettata. Hanno ragione i detrattori?

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Il Pd prova a restituire alle Camere il potere legislativo

sabato, Luglio 17th, 2021

MONTESQUIEU

Le riforme ai regolamenti delle Camere proposte dal Partito democratico hanno un valore esistenziale per la nostra democrazia, e consentono di misurare il peso dell’unico partito, tra quelli che si giocano la complicata partita politica del nostro paese, che conserva nel proprio dna un filo diretto con la Costituzione. Nel resto della comunità politica, infatti, prevalgono scarsa affinità e svogliata diffidenza verso la nostra Carta fondamentale: con punte di vera ostilità da parte del movimento 5 stelle delle origini, culminate in atti di vandalismo, quale il taglio brutale dei vitalizi degli ex parlamentari, e, nelle intenzioni, l’amputazione di un terzo delle Camere senza nemmeno un perché, una motivazione. Atti subiti con pusillanime e passiva acquiescenza proprio del partito democratico. La ragione costituzionale sottomessa alla ragione politica.

Supponente l’indifferenza della Lega verso la Costituzione, fatte salve punte di inarrivabile mutevolezza e di alta acrobazia, nei due sensi, dell’attuale leader. Ed estraneo al verbo costituzionale il partito con qualche radice nel passato, Fratelli d’Italia, che mescola alcuni dei simboli ideologici del vecchio regime, senza accogliere quelli tragici dell’autoritarismo. Nelle proposte presentate dal partito democratico spiccano due temi più direttamente collegati con la Costituzione, accanto a quelli più procedurali e tecnici. Il primo, fiore all’occhiello del segretario Letta, riporta all’articolo 67 della Costituzione, e ad un fenomeno chiamato con mediocre neologismo «transfughismo». La misura azzera i vantaggi, personali, politici o economici, che hanno accompagnato negli anni il vertiginoso fenomeno di migrazione parlamentare, ignorando peraltro le cause dello stesso, sconosciuto nei primi decenni della repubblica. Non migliora la qualità dei parlamentari, toglie convenienza al trasloco. In realtà, il fenomeno si collega direttamente alla nascita dei partiti personali, ed alla contestuale caduta dei requisiti sommariamente ma nitidamente indicati nell’articolo 49 della Carta. Militanti non più uniti dal pensiero comune diventano d’un tratto lavoratori subordinati, fisiologicamente attenti a migliori offerte di lavoro. Da allora, leggi elettorali partigiane colorano la fine di ogni legislatura, per consentire a pochi gerarchi di far nominare direttamente dagli elettori i propri rappresentanti nelle Camere. I nomi già scritti su liste bloccate, fedeltà in luogo di qualità.

Una parziale delusione, inopinatamente compensata dalla proposta che introduce (in realtà ripristina) l’irricevibilità e quindi l’inammissibilità di maxiemendamenti. Un colpo di scena. È l’insperata uscita dall’interminabile letargo che ha consentito a tutti i governi (tutti), di lucrare l’appropriazione indebita e gratuita del procedimento di formazione delle leggi, denudando le camere della loro principale funzione. Leggendo la norma, l’impressione è che dell’uscita dal letargo sia rimasto l’effetto di momentaneo stordimento, ma la qualità degli estensori fa sperare che dopo il primo momento le cose torneranno a posto anche sotto il profilo formale.

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