Archive for Luglio, 2021

Von der Leyen: “Il mio piano per una Unione Europea a basse emissioni. Chi inquina pagherà di più”

mercoledì, Luglio 14th, 2021

MARCO BRESOLIN

DALL’INVIATO A BRUXELLES. Stretta tra le pressioni opposte di industria e ambientalisti, frenata dalle resistenze di alcuni governi, Ursula von der Leyen rilancia il dossier del Green Deal, rimasto in secondo piano durante l’emergenza sanitaria. «Voglio dimostrare che è possibile decarbonizzare, preservando il pianeta e al tempo stesso il benessere. Metterò tutto il mio peso e le mie forze affinché ciò accada».

Il maxi-piano che sarà svelato oggi dalla Commissione – battezzato «FitFor55» – è storico perché indica gli strumenti con i quali saranno raggiunti gli obiettivi fissati dalla legge sul Clima: azzerare le emissioni di CO2 nette entro il 2050 e ridurle del 55% entro il 2030. Cioè tra meno di nove anni. Per arrivarci, von der Leyen ha deciso di intervenire su diversi fronti, come spiega in questa intervista.

Il pacchetto sarà composto da 12 proposte legislative. Le principali: l’Ue includerà il settore del trasporto su gomma e quello del riscaldamento degli edifici nel sistema Ets per lo scambio di quote di emissioni secondo il principio «chi più inquina, più paga», imporrà dazi sull’import di prodotti realizzati in Paesi con standard ambientali più bassi, e fisserà una data definitiva entro la quale le auto con motori diesel o benzina non potranno più essere immesse sul mercato. Idealmente il 2035, anche se alcuni governi premono per consentire qualche anno di vita in più almeno ai veicoli ibridi. Le trattative sono proseguite fino alla tarda serata di ieri e per definire gli ultimi dettagli probabilmente servirà un’altra mattinata di negoziati, prima della presentazione ufficiale all’ora di pranzo. La rivoluzione verde avrà certamente un prezzo da pagare: per evitare che ricada sulle spalle delle famiglie a basso reddito, la Commissione ha deciso di istituire un Fondo sociale per il clima, che sarà finanziato con i proventi del nuovo Ets. «L’Europa sta facendo da apripista – dice von der Leyen, ricordando i 500 miliardi messi sul piatto dal bilancio Ue e dal Next Generation Eu –. Incoraggiamo gli altri Paesi a fare lo stesso».

Secondo l’industria europea le vostre richieste sono troppo esigenti, mentre per gli ambientalisti si tratta di misure insufficienti: chi ha ragione?
«L’economia dei combustibili fossili ha raggiunto i suoi limiti. Gli europei vogliono una vita più sana, posti di lavoro e una crescita che non danneggi la nostra natura. Quindi il principio alla base del Green Deal europeo è di sviluppare una nuova strategia di crescita che si muova verso un’economia decarbonizzata. Abbiamo già dimostrato di poter separare le emissioni dalla crescita economica: dal 1990 abbiamo ridotto le emissioni del 25% mentre l’economia è cresciuta di oltre il 60%. Ho parlato con l’industria e con le Ong e sono convinta che saremo in grado di fare questo salto in avanti, attraverso l’innovazione e gli investimenti».

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Ddl Zan, Salvini: “Slitterà tutto dopo l’estate, i cattolici del Pd ascolteranno il Papa”

mercoledì, Luglio 14th, 2021

AMEDEO LA MATTINA

ROMA. Matteo Salvini entra a Palazzo Madama con calma, con la convinzione che sul ddl Zan il Pd si farà male. Molto male. «Letta deve decidere se vuole portare a casa una legge modificata ma salvando le parti essenziali contro l’omofobia oppure trovarsi con un pugno di mosche in mano. Pensa che figura che farebbe! Come primo risultato della sua segreteria sarebbe un disastro».

Ridacchia, pregusta la sconfitta dell’alleato-avversario di maggioranza. Il leader della Lega infila un corridoio felpato del Senato. Passa davanti alla pasionaria dei diritti civili Monica Cirinnà, che gli lancia uno sguardo sdegnato. Per la senatrice del Pd non se ne parla di cambiare, neanche una virgola. Le facciamo presente che anche i 5 Stelle stanno valutando qualche cambiamento per portare a casa il risultato. Ad esempio Alessandro Maiorino dei 5 Stelle, che in commissione Giustizia ha difeso a spada tratta il provvedimento, ammette che potrebbero essere cancellati gli articoli 1 e 4 che definiscono l’identità di genere e garantiscono la pluralità delle idee, «purché non idonee a determinare il concreto pericolo di atti discriminatori o violenti». «Sono più che altro orpelli – spiega Maiorino – ma oltre non si può andare con i cambiamenti. Certo, se ci saranno cambiamenti al Senato bisognerebbe ritornare alla Camera per l’approvazione finale, ma non ci sarebbero problemi: lì abbiamo una maggioranza robusta. Qui invece…».

«E infatti – le fa osservare Franco Grillini, fondatore dell’Arcigay – vi avevo proposto di iniziare dalla Camera e non dal Senato. Un grave errore». Lo aveva detto pure alla Cirinnà, che adesso vuole andare avanti come un caterpillar. «Non si cambia nulla, anche Letta è d’accordo». Qualche timore per il voto segreto però ce l’ha: «Qualcosa perderemo per strada, ma meglio una sconfitta onorevole che perdere la dignità». Maiorino vorrebbe evitare di rischiare il muro contro muro in aula. Un po’ di flessibilità servirebbe per attivare i voti dal fronte opposto. «Io sono convinta che il voto segreto ci porterà più voti. Sono certa che una parte di Forza Italia nel segreto dell’urna voterà il ddl Zan. Forse pure senza cambiamenti».

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La (buona) rete sociale e i preziosi custodi del bello

mercoledì, Luglio 14th, 2021

di Ferruccio de Bortoli

Tra i nuovi progetti, uno potrebbe essere il simbolo di questa stagione: punta a combattere il degrado delle città e ad aiutare concretamente persone in difficoltà

Se c’è un effetto positivo della pandemia è tutto nel senso di comunità. Un capitale sociale non misurabile ma concreto. Lo sanno i tanti cittadini impoveriti costretti a contare sull’aiuto degli altri, i soggetti fragili, gli anziani. Una ricchezza di buone relazioni e sentimenti che non compare in alcun bilancio. Non si acquista. Si costruisce nel tempo. Eppure rappresenta un prestito di fiducia che va in qualche modo restituito. Un credito che altrimenti si disperde. Ma non vi sarà alcuna autorità, nazionale o europea, a raccomandarne il rispetto al pari di quello che dovrebbe accadere con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). E disperdere questo capitale intangibile, non mettere a frutto nel modo migliore le tante virtù emerse in questo periodo, non sarebbe un peccato, un’occasione persa — perché c’è tanto da fare di altro — bensì un delitto di cittadinanza.

Secondo l’ultimo rapporto Istat sul benessere sostenibile (Bes) del 2020, un terzo dei cittadini con più di 14 anni si è dichiarato molto soddisfatto delle proprie relazioni familiari e amicali. Se si aggiungono gli «abbastanza soddisfatti», si arriva quasi al 90 per cento. Otto persone su dieci sono consapevoli di poter fare sempre affidamento su una buona rete sociale. Secondo il Censis, il 42,3 per cento mette i vicini di casa tra le persone, a parte i familiari, dalle quali ha ricevuto, durante la pandemia, un aiuto nel caso di bisogno o goduto di una buona relazione. Ancor più dei colleghi di lavoro (il 31,1 per cento). Sono cresciuti i sostegni agli enti del Terzo Settore. Un italiano su sei ha fatto una, per quanto piccola, donazione. L’esercito dei volontari è considerevolmente aumentato: del 20 per cento in dieci anni.

Un capitale sociale che applica il principio di sussidiarietà (la radice è subsidium, sussidio), ma ce la fa da solo senza aspettare che lo finanzi il contribuente. Qual è il suo grande, e a questo punto non più tollerabile, limite? L’incapacità spesso di fare sistema, di moltiplicare con le opportune sinergie il fatturato del bene, i servizi, l’assistenza. Chi investe mette in conto il rischio di perdere il proprio capitale; chi dona (denaro o tempo) no. Si aspetta, giustamente, un risultato tangibile che però, non è sempre il massimo. Il Pnrr ha tra i suoi obiettivi la sostenibilità sociale e ambientale. La fiducia, altro capitale intangibile, è il carburante verde della ripresa e del riscatto. Cresce anche e soprattutto se gli spazi comuni — quelli che con gioia torniamo ad occupare — sono puliti e sottratti al degrado. Se li sentiamo nostri. E non estranei alla comunità.

C’è un progetto che potrebbe essere il simbolo di questa nuova stagione. È il frutto di un’alleanza fra Consorzio Communitas, gli Angeli del Bello ed Extrapulita. Tre grandi realtà del Terzo Settore. Ha due principali obiettivi: combattere il degrado, la sporcizia e l’incuria delle nostre città e aiutare concretamente persone in difficoltà, dando loro non solo un’occupazione ma soprattutto un percorso formativo e di riscatto sociale. Questi «custodi del bello» sono già attivi a Milano, Roma, Firenze e lo saranno, a breve, a Brescia, Biella e Savona. Città amministrate da sindaci di ogni orientamento. Squadre che potrebbero moltiplicarsi e cambiare il volto di tanti centri urbani, aree verdi, sottraendoli al degrado e restituirli più sicuri e frequentabili alle comunità. Inutile farsi illusioni, i Comuni con bilanci ancora più disastrati non saranno sempre in grado di assicurare un livello accettabile di servizi e manutenzione del territorio.

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Green pass dopo due dosi e l’idea dell’obbligo per ristoranti, eventi e stadi: anche l’Italia pensa alla stretta

mercoledì, Luglio 14th, 2021

di Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini

Green pass obbligatorio per ristoranti e mezzi di trasporto: l’Italia valuta il modello francese. No di Lega e Meloni. Le misure allo studio prevedono la proroga dello stato di emergenza di almeno due mesi

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Proroga dello stato di emergenza di almeno due mesi e rilascio del green pass solo dopo la seconda dose. Sono le misure principali che il governo discuterà la prossima settimana per fermare la risalita della curva epidemiologica. Niente è ancora deciso, ma tra Palazzo Chigi, ministero della Salute e segreterie dei partiti si discute della possibilità di rendere obbligatoria la carta verde per partecipare ad alcuni eventi dove il rischio di contagi è alto, proprio come già accade per i banchetti di nozze.

Il modello francese

L’ipotesi di cui si ragiona è il modello adottato da Macron in Francia: imporre il green pass per salire sui treni, o andare al ristorante. L’idea, condivisa dal Pd e dal ministro di Leu Roberto Speranza, è quella di evitare nuove chiusure di locali pubblici o altre attività, ma far pagare un prezzo (sul piano della libertà) a chi non si vaccina. Lega e Fratelli d’Italia già fanno muro e il premier Mario Draghi non vuole aprire lo scontro con i partiti. Ma di fronte alla risalita di contagi si ritiene indispensabile muoversi con anticipo per rallentare la corsa della variante Delta.

La variante Delta

La cabina di regia sarà convocata la prossima settimana, ma già domani potrebbe esserci una riunione informale per valutare il monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità. Sui tavoli del governo ci sono i grafici e i dati dei contagi e dei decessi nel Regno Unito, il Paese dove la variante Delta è diventata dominante in anticipo. A preoccupare il premier, il ministro Speranza e gli scienziati è quel 56% in più sui numeri delle ospedalizzazioni in una settimana e il raddoppio dei decessi registrati da Londra, che ieri erano 50. Nelle riunioni riservate il responsabile della Salute parla di «cambio di fase in Europa», si chiede quanti ricoveri in terapia intensiva e quanti morti potrebbe provocare da noi la proiezione dei dati inglesi e spinge perché il governo decida al più presto le nuove misure.

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Ddl Zan, bagarre al Senato: ma le pregiudiziali per fermare la legge vengono bocciate | Renzi: “Accordo a un passo” | Salvini: “Superare ideologie”

mercoledì, Luglio 14th, 2021

E’ caos al Senato con la presidente Casellati costretta a convocare la capigruppo per decidere le votazioni sulle pregiudiziali al ddl Zan. Quella presentata da Fdi e Lega è stata bocciata dall’Aula con 124 sì, 136 no e quattro astenuti. Fissato il termine per la presentazione degli emendamenti per martedì 20 alle 12. 

Dopo il voto sulla pregiudiziale di costituzionalità al Senato, il disegno di legge Zan torna in Aula mercoledì. Si riprende alle 9:30 con il voto delle sospensive, poi comincerà la discussione generale del provvedimento.

Renzi: “Voteremo contro la questione pregiudiziale, ddl Zan resti in Aula” – “Italia viva voterà contro la questione pregiudiziale (per bloccare il disegno di legge Zan, ndr) ma ci sono momenti nella vita delle istituzioni democratiche in cui dobbiamo ricordarci chi siamo: non siamo influencer che mettono dei like o che pensano che la politica fa schifo e nemmeno siamo quelli che pensano che in Italia si debba superare il bicameralismo”. L’ha detto in Aula il senatore e fondatore di Italia viva, Matteo Renzi. E ha aggiunto: “Finchè ci sono due Camere qui dentro si discute, altrimenti si sta dando ragione all’antipolitica”. “Il mio appello è molto semplice – continua Renzi -: si faccia un accordo sui punti legati all’articolo 1, 4 e 7 e, fatto questo, si chieda a tutte le forze politiche di portare la discussione alla Camera entro 15 giorni”. “Se invece si va allo scontro, avrete distrutto la vita di quei ragazzi”, ha aggiunto riferendosi alle vittime di violenze di omofobia. 

Salvini: “Chiedo di superare gli steccati ideologici” – “Ai colleghi senatori chiedo di superare gli steccati ideologici, guardandoci in faccia. Non penso che in Aula ci sia un solo senatore che discrimini in base al sesso e alla sua scelta di vita, e se c’è vuol dire che è un cretino che non merita di stare in quest’aula”. Questo l’intervendo del leader della Lega, Matteo Salvini. “Quando io da segretario della Lega firmo le liste non chiedo ‘sei omosessuale, sei eterosessuale’, io cerco di trovare uomini e donne in gamba, senza ghettizzare nessuno, senza etichettare nessuno”, aggiunge. “Io ringrazio i promotori di questa legge, e spero che il tratto finale di questo percorso ci veda insieme perché sarebbe un bellissimo segnale”, ha detto ancora Salvini per poi aggiungere: “Se l’obiettivo comune è quello di tutelare il diritto all’amore, che è sacro, alla libertà, poniamo un attimo da parte la bandiera, l’ideologia, il paraocchi”. Leggi Anche

Malan: “Fi vota in favore pregiudiziali” – “Forza Italia non ha presentato pregiudiziali, ma votera’ in favore di  tutte le pregiudiziali presentate”. Lo annuncia in Aula il senatore azzurro Lucio Malan.

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Arriva il vortice ciclonico: cosa succede e dove scatta l’allerta

martedì, Luglio 13th, 2021

Alessandro Ferro

In poche ore si passerà dall’estate calda e soleggiata a temporali, grandinate e locali nubifragi: il maltempo in arrivo dalla Francia causerà un brusco e violento stop all’estate dapprima sulle regioni settentrionali per poi estendersi al Centro e nel fine settimana anche al Sud.

Così cambia il meteo

Un vortice ciclonico dalla Francia sta piombando sull’Italia con temporali e grandinate: come dimostrano le immagini sempre aggiornate del satellite, le prime nubi con locali temporali interessano già soprattutto la Lombardia ma non è che l’antipasto di quanto accadrà. Il vortice resterà sul Paese almeno per tutta la settimana con forti temporali nelle prossime ore sul Nordovest, soprattutto Piemonte e Val d’Aosta, ma nel corso della giornata il maltempo si estenderà al resto del Nord ma anche su Toscana, Umbria e Marche. Assieme ai temporali ci saranno grandinate, a volte eccezionali, ed improvvisi forti colpi di vento e più raramente trombe d’aria. L’aria fresca che alimenta il vortice farà crollare le temperature che perderanno anche 10°C rispetto alle ultime ore.

Dove scatta l’allerta

Milano si prepara perché tra le città più a rischio fenomeni violenti. “In connessione con l’allerta arancione per temporali – si legge sul sito del Comune – il Centro funzionale monitoraggio rischi naturali della Regione Lombardia segnala la possibilità di venti forti (raffiche di velocità tra i 35 e i 50 km/h) sul nodo idraulico di Milano. Si invitano i cittadini a evitare di frequentare luoghi in prossimità di alberature. Inoltre si invita a prestare attenzione a tutte le strutture e gli oggetti che potrebbero essere spostati dal vento”. La Protezione Civile aveva già lanciato un’allerta per la giornata di oggi sulle regioni settentrionali, Toscana ed Umbria sulle “Criticità per rischio temporali”. Ancora fase di attesa per le altre regioni centrali ma soprattutto per il Sud dove, per il momento, non cambierà granché.In vacanza adesso? Occhio al meteo “stravolto”

Il maltempo si estende

Come dicono gli esperti meteo, tra mercoledì 14 e giovedì 15 luglio il vortice ciclonico continuerà ad interessare il Nord mantenendo condizioni di forte instabilità atmosferica specialmente su l’area alpina, prealpina e l’alta pianura padano-veneta: su questi settori sono previsti nuovi forti temporali con locali grandinate, il tutto in un contesto climatico decisamente meno caldo. Nubi irregolari le troveremo poi anche su gran parte del Centro dove l’atmosfera si manterrà decisamente più asciutta, mentre al Sud sole e temperature elevate la faranno da padrone. Da venerdì 16 e nel corso del successivo weekend, il vortice ciclonico si sposterà ulteriormente verso il Centro-Sud con acquazzoni, temporali e calo delle temperature mentre il Nord comincerà a ritrovare un po’ più di stabilità.

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Il vaccino psicologico

martedì, Luglio 13th, 2021

Augusto Minzolini

A volte la retorica è stucchevole e spesso in queste occasioni si spreca, ma la serata magica di domenica, in cui gli Azzurri hanno espugnato Wembley dimostrando che l’Italian job è superiore allo stile inglese che ha perso il fascino di una volta e l’etichetta (il primo ministro Boris Johnson ha dovuto chiedere scusa per gli insulti razzisti dei suoi connazionali), resterà negli annali. E non solo come un fatto sportivo. Sarebbe riduttivo e sbagliato interpretarlo così.

Ci sono dei momenti nella Storia, infatti, in cui un avvenimento agonistico, un’immagine trionfale o un singolo gesto atletico segnano un’epoca. Ciò che è accaduto a Londra e, contemporaneamente, sulle strade d’Italia nel momento in cui Donnarumma si è esaltato parando il rigore di Bukayo Saka (con l’83,5% degli italiani bloccati davanti alle tv, se si somma lo share di Rai e di Sky), ha segnato la fine di un incubo. È saltato il tappo delle nostre ansie e paure, abbiamo ritrovato il coraggio e ci siamo sentiti – questo è il dato più importante – nuovamente liberi. Liberi di festeggiare, di sognare, di rischiare, di scommettere sul futuro e su di noi, perché la Nazionale di calcio ha dimostrato – è stato il «sentiment» di quel momento – che nulla è impossibile, nessun traguardo è irraggiungibile.

Era la medicina, o meglio il vaccino «psicologico», che ci voleva per scacciare via quella sensazione di impotenza che ci ha lasciato addosso il virus. Tant’è che al netto degli episodi di violenza che hanno caratterizzato i festeggiamenti (da condannare senza attenuanti), delle ripercussioni che avremo nell’indice di contagio per l’incoscienza di molti (troppi) che hanno già riposto nel cassetto la mascherina anche nelle occasioni particolari, c’è stato un impulso, un moto collettivo che ha spinto centinaia di migliaia di persone a scendere per strada.

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L’Italia s’è desta. Che bello sentirsi nazione

martedì, Luglio 13th, 2021

di MASSIMO DONELLI

Perché siamo felici? Semplice: la vittoria degli Azzurri spazza via tutto. In Italia, all’improvviso, scompaiono i campanili e ci sentiamo, per una volta, nazione. Niente più milanesi, romani, napoletani, bolognesi, fiorentini, palermitani o genovesi. Solo italiani. E quando segna il più juventino degli juventini, Leonardo Bonucci, che durante il campionato, tanto è amato dai supporter bianconeri quanto è odiato da chi tifa Inter, Milan, Roma o Napoli, tutti a esultare.

Vogliamo parlare, poi, degli italiani all’estero?

Di colpo, milioni di fratelli, figli, nipoti – emigrati per necessità o per scelta – possono andare in fabbrica, in ufficio, a bottega fischiettando orgogliosamente l’inno di Mameli. E sai che goduria farlo in Francia (dov’erano convinti di vincere facile), in Inghilterra (dove la davano per fatta al 100%), in Germania (dove non riescono mai a spiegarsi com’è che la sfanghiamo sempre), in Svizzera (dove, ricambiati, ci considerano un po’ alieni), in Olanda (dove ci vorrebbero, pensa te, frugali), in Spagna (dove ce la giochiamo fra terroni d’Europa), per non parlare di Svezia e Danimarca (dove ci riconoscono un buon clima e un’ottima cucina, ma nulla più)?

E sai che gusto sventolare il tricolore sulle nostre spiagge, finalmente ripopolate anche di stranieri, per la prima vera estate post-Covid, con nuovi contagi e la maledetta variante Delta, certo, ma con milioni di vaccinati che non corrono rischi mortali e senza ospedali al collasso o terapie intensive da tutto esaurito? Impagabile.

Eccola qui la felicità che può provocare un rigore decisivo parato da un ragazzo del Sud, Gigio Donnarumma, nato il 25 febbraio 1999 a Castellamare di Stabia (Napoli), grosso e forte come un vichingo, freddo – se serve – come un ufficiale inglese, ma italiano, anzi italianissimo, a partire dalla faccia e dallo slancio con cui morde la vita. E sì, miei cari, l’Italia s’è desta felice. E non vuol smettere di gioire.

QN.NET

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“È la nostra ultima chance”, così Veltroni sfila Draghi dalla corsa al Quirinale

martedì, Luglio 13th, 2021

Giada Oricchio

Mario Draghi come un calcio di rigore. A patto che sia quello di Bernardeschi e non di Saka. E’ Walter Veltroni, politico e scrittore, a usare la metafora calcistica per parlare del governo in carica. La conquista di Euro2020 da parte dell’Italia e la pazza gioia dei festeggiamenti inducono Concita De Gregorio e David Parenzo – conduttori di In Onda, lunedì 12 luglio – a indugiare su metafore calcistiche per capire quanto il lavoro di squadra faccia la differenza non solo su un campo di calcio, ma anche in politica.

L’ex segretario del Pd dà un giudizio tranchant di questa legislatura da ammucchiata: “Un paese regolare è quello in cui le forze politiche si rispettano, scrivono insieme le regole e poi ognuno agisce secondo la propria area di appartenenza, in questa legislatura è accaduto il contrario, sembra davvero un finale alla Blues Brothers. Siamo partiti con un governo Lega-5Stelle, è proseguita con un governo 5Stelle-PD, si è sviluppata con un governo Lega-5Stelle-PD. Tutto questo per impedire che governasse prima l’uno e poi l’altro. La verità è che Draghi è il nostro calcio di rigore”.

Veltroni fa una pausa e prosegue con tono greve: “Mario Draghi è l’ultima chance, abbiamo speso il giocatore più forte che avevamo”. La De Gregorio chiede se sia il primo o l’ultimo dei rigoristi e l’ex sindaco di Roma non ha dubbi: è l’ultimo, quello decisivo. “Se fallisse Draghi, il paese pagherebbe prezzi spaventosi. Siamo in un’emergenza sociale, sanitaria, lavorativa ed economica drammatica” prosegue l’ex Ministro allontanando l’ipotesi di Draghi al Quirinale:  “Mi auguro che si arrivi a fine legislatura ma che ci si arrivi in modo civile cioè con i partiti che si rendono conto che non possono continuare a giocare a terremotare un equilibrio tanto fragile. La soluzione ideale sarebbe che i partiti approfittassero di questi mesi per scrivere insieme le regole del gioco”.

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Il grande bluff del reddito di cittadinanza. Tridico certifica il fallimento della misura: beneficiari inoccupabili

martedì, Luglio 13th, 2021

Filippo Caleri

Il padre del reddito di cittadinanza, il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, svela con i suoi numeri il fallimento della misura che avrebbe dovuto consentire a chi non ha lavoro di trovarlo. Illustrando il rapporto annuale sull’attività dell’Istituto di previdenza ha spiegato che due beneficiari su tre dell’assegno sociale non sono immediatamente rioccupabili. Tradotto: il 66% di chi riscuote mensilmente l’assegno, al lavoro non ci pensa proprio. Probabilmente non ha nemmeno i requisiti per essere impiegato per situazioni oggettive ma l’ammissione di Tridico conferma quanto chiaro dall’inizio. E cioè che il «Reddito» in realtà è stato sempre uno strumento di sostegno alla povertà. Un beneficio economico sacrosanto per aiutare chi si trova in uno stato di difficoltà ma sempre spacciato dalla politica del M5s come uno strumento di inserimento lavorativo. Niente di più lontano dalla realtà. I due terzi dei 3,7 milioni di beneficiari della misura, pari quindi a 2,4 milioni d’individui, non risultano presenti negli archivi Inps degli estratti conto contributivi negli anni 2018 e 2019, e sono quindi distanti dal mercato del lavoro «e forse non immediatamente rioccupabili» ha spiegato Tridico. Il restante terzo, che invece risulta presente, rivela in media un reddito pari al 12% delle retribuzioni annue medie dei lavoratori del settore privato in Italia, e solo il 20% ha lavorato per più di 3 mesi nel corso del periodo precedente all’introduzione del sussidio, dipingendo quindi un quadro di considerevole esclusione sociale per gli individui coinvolti dalle misure.

Certo l’ottimismo non manca in casa Inps. Le opportunità di creare nuovi posti, da offrire a chi ha un reale interesse a lavorare, non è remota. L’istituto di via Ciro il Grande vede, infatti, segnali di ripresa, dopo questo anno e mezzo di pandemia. «Oggi i segnali di ripresa sono incoraggianti, robusti, sta a noi trasformarli in elementi strutturali di crescita e di vero rilancio, in particolare attraverso politiche inclusive e sostenibili», ha detto Tridico che ha nuovamente confermato come il Reddito di cittadinanza si sia configurato come strumento chiave contro gli effetti nefasti della pandemia sul sistema produttivo.

«L’impatto della pandemia ha avuto effetti differenziati sui lavoratori, proprio in relazione alle diverse coperture assicurative. Gli strumenti di sostegno al reddito, il Reddito di cittadinanza (fortunatamente introdotto prima della fase pandemica, e rafforzato nella sua copertura dall’introduzione temporanea del Reddito di Emergenza), l’indennità di disoccupazione (NASpI) e la Cassa Integrazione in deroga (introdotta in contemporanea con il decreto di chiusura dei settori produttivi non essenziali) hanno rappresentato una tutela contro il peggioramento delle condizioni di povertà e deprivazione nel periodo della crisi», ha proseguito.

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