Archive for Luglio, 2021

Il sondaggio annienta il Movimento 5 Stelle e Giuseppe Conte. Mai nessuno come Mario Draghi

sabato, Luglio 17th, 2021

Anche i numeri lo certificano: il gradimento del Movimento 5 Stelle è ai minimi termini. E la faida tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo non ha fatto altro che acuire il crollo dei pentastellati, a distanza siderale dai primi tre partiti del Paese. Il sondaggio Demos, pubblicato su Repubblica, dà il M5S poco sopra alla soglia del 15%, con un ulteriore calo di 2 punti negli ultimi mesi. Una discesa ripida con i voti dimezzati rispetto alle elezioni politiche del 2018. Il momento duro con la lotta intestina ha portato conseguenze anche a Conte, che ha perso 9 punti nell’indice del gradimento personale. 

La leadership non paga ed è dimostrato anche dai numeri su Enrico Letta, che da quando ha preso in mano le redini del Partito Democratico ha perso 4 punti percentuali. Ciò che unisce gli elettori italiani è il gradimento nei confronti del Presidente del Consiglio, Mario Draghi, che ha il sostegno di tre cittadini su quattro. Il gradimento per il governo è al 74%, una vetta mai raggiunta da nessun altro negli ultimi 5 anni. E inoltre la gran parte dei cittadini è convinta che Draghi e i suoi ministri arriveranno fino alla fine della legislatura, fissata per il 2023. Segno chiaro di fiducia e di stabilità per il futuro.

IL TEMPO

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Campidoglio, bocciato l’assestamento di bilancio. Maurizio Gasparri contro la Raggi: “Con lei Roma è senza futuro”

sabato, Luglio 17th, 2021

Arriva il no della Commissione Consiliare all’assestamento di bilancio del Comune di Roma. Ennesimo fallimento di Virginia Raggi (M5S) in Campidoglio, di fronte al quale il senatore Maurizio Gasparri (FI) chiede al sindaco della Capitale di fare un passo indietro. “Il sindaco di Roma Virginia Raggi (M5S) non ha più i numeri per governare in Campidoglio da tempo, così come non ne ha la capacità da sempre. Se ne dovrebbe andare con uno scatto di orgoglio e di dignità, se avesse orgoglio e se avesse dignità, ovviamente”. Così il senatore Maurizio Gasparri, commissario di Forza Italia per Roma Capitale, ha commentato oggi la bocciatura della delibera di giunta sull’assestamento di bilancio del Comune da parte della Commissione consiliare.

“La gestione politico-economica di Virginia Raggi sindaco di Roma è stata una parentesi oscura nella vita della Capitale. Si concluderà di certo con le elezioni amministrative di ottobre 2021, ma potrebbe e dovrebbe chiudersi prima con l’abbandono volontario del campo”. La bocciatura di oggi in Commissione consiliare sull’assestamento di bilancio del Comune di Roma mette la Raggi – e i M5S – al tappeto. Quale futuro con il sindaco di Roma Virginia Raggi?

I conti della città sono a rischio, mentre la leader M5S prosegue nel suo tentativo di restare in piedi. Un atteggiamento sfrontato e irresponsabile, se si considera che non ha più alcuna possibilità di maggioranza, soprattutto dopo i recenti abbandoni proprio in casa M5S. “Le sconfitte a ripetizione e la mancanza di numeri in Campidoglio, confermati dalla bocciatura odierna dell’assestamento di bilancio del Comune di Roma, dovrebbero indurre il sindaco Virginia Raggi ad un gesto di dignità. Ma Virginia Raggi ha dignità?” conclude perplesso Maurizio Gasparri.

Il senatore di Forza Italia auspica un’energica inversione di rotta per la gestione del Comune di Roma. Ed esprime grande preoccupazione per il futuro della Capitale e di tutti i cittadini romani, registrando il grave momento di crisi politica, che l’amministrazione M5S firmata Raggi ha determinato. Del resto, il degrado di Roma dopo 5 anni di governo grillino è sotto gli occhi di tutti. Il fallimento odierno sancisce dunque la bocciatura irreversibile della gestione politico – economica di una Giunta ormai in agonia.

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Giorgia Meloni e Matteo Salvini, basta litigi da quattro soldi: così la coalizione di centrodestra finisce in fumo

sabato, Luglio 17th, 2021

Franco Bechis

Quando Matteo Salvini e Antonio Tajani si sono messi d’accordo sul nuovo consiglio di amministrazione della Rai da eleggere in Parlamento, si sono dimenticati solo una telefonata. Quella a Giorgia Meloni per informarla che non c’erano le condizioni per rieleggere come sembravano tutti d’accordo Giampaolo Rossi nel consiglio di amministrazione della tv di Stato. La leader di Fratelli di Italia non è venuta a saperlo poi dalle agenzie o dai social, perché colta forse da un presentimento ha fatto lei una telefonata agli alleati che a quel punto le hanno dato la sgradita notizia.

L’ennesimo incidente diplomatico in un centrodestra che continua a marciare diviso convinto che fra un anno o due sarà un gioco da ragazzi colpire unito e andare alla guida del Paese. E’ una questione di forma certo, che si somma però ad altre decine di questo tenore, e bisogna essere davvero ottimisti su quel futuribile “colpire uniti”, perché più questioni di forma evitabilissime (come quelle accadute e ripetute sul Copasir) continueranno a scavare fossati tra i presunti alleati, più sarà difficile mettere insieme la coalizione di centrodestra. E dispiace perché con sondaggi che con sfumature diverse danno i partiti guidati da Meloni e Salvini in testa alle preferenze degli italiani e il centrodestra scelto come opzione di governo dalla metà degli elettori, buttare al macero questa possibilità solo per una questione di carattere è davvero una sciocchezza.

Un po’ di competizione è ovvia, visto che al momento non c’è un leader del centrodestra e al ruolo possono ambire sia la Meloni che Salvini. Bisognerà trovare una regola condivisa per definire chi guiderà la coalizione durante la prossima campagna elettorale nazionale e chi presentare candidato premier. Nel 2018 il centrodestra decise che avrebbe fatto il premier il leader del partito che prendeva più voti, e fu Salvini. Ma il centrodestra come sappiamo non ebbe abbastanza seggi per eleggere un premier e la coalizione nei fatti si sciolse con la Lega che andò al governo e gli altri due partiti che scelsero l’opposizione: non c’era bisogno di un capo, visto che ognuno è andato per la sua strada.

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Ischinger: “Berlino ha perso credibilità per il Nord Stream 2”

sabato, Luglio 17th, 2021

ALBERTO SIMONI

«Mi mancherà ai summit internazionali». Joe Biden ha reso così omaggio, ricevendola nello Studio Ovale, ad Angela Merkel. L’era della Cancelliera si sta esaurendo e con l’incontro alla Casa Bianca di giovedì sono quattro i presidenti che la leader della Cdu ha incrociato nella sua lunga carriera. Wolfgang Ischinger, animatore della Conferenza sulla Sicurezza di Monaco e grande tessitore dei rapporti transatlantici per mestiere e vocazione, era l’ambasciatore tedesco negli Usa quando Merkel venne eletta nel 2005.

Ambasciatore, è stato solo un incontro d’addio? O c’è dell’altro?

«La missione aveva una doppia valenza: c’è l’aspetto del saluto finale, e per Merkel essere stata la prima leader europea ricevuta alla Casa Bianca ha un significato speciale. Ma l’incontro ha mandato un altro preciso messaggio». Quale?

«Che le nuove relazioni fra Usa e Germania e fra Stati Uniti e Ue dopo quattro anni difficili con Trump sono riprese».

Ci sono però tanti nodi ancora irrisolti. Su tutti il Nord Stream 2.

«Resta un tema divisivo, un fardello per la credibilità tedesca e per la nostra politica estera. E questo crea un problema evidente con gli Stati Uniti. Comunque Berlino e Washington concordano che a rimetterci non dovrà essere l’Ucraina».

C’è stato un errore nella gestione del Nord Stream 2?

«Bisognava agire prima, chiudere la questione prima che diventasse un nodo politico».

Ovvero?

«Oggi non è più sostenibile considerare il Nord Stream 2 una vicenda puramente commerciale. È invece una questione geopolitica. E a farla scattare è stato Putin».

Quando?

«Da tempo, ma qualche settimana fa parlando al forum di San Pietroburgo, Putin ha detto che se l’Ucraina si comporterà bene, potrà continuare a gestire il flusso di gas. Questo sposta nettamente la questione da commerciale a politica e smaschera l’atteggiamento aggressivo che ha assunto il Cremlino su tutta una serie di temi: pensiamo a Navalny, al sostegno alla Bielorussia, alle esecuzioni di oppositori russi nel cuore di Berlino. Il clima politico è cambiato, impossibile per tutti ignorare le implicazioni. E infatti i Paesi dell’Est sono molto critici».

Merkel vorrebbe un bilaterale con Putin a livello Ue, la sua linea – condivisa da Macron -è stata però rigettata. Hanno ragione i detrattori?

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Il Pd prova a restituire alle Camere il potere legislativo

sabato, Luglio 17th, 2021

MONTESQUIEU

Le riforme ai regolamenti delle Camere proposte dal Partito democratico hanno un valore esistenziale per la nostra democrazia, e consentono di misurare il peso dell’unico partito, tra quelli che si giocano la complicata partita politica del nostro paese, che conserva nel proprio dna un filo diretto con la Costituzione. Nel resto della comunità politica, infatti, prevalgono scarsa affinità e svogliata diffidenza verso la nostra Carta fondamentale: con punte di vera ostilità da parte del movimento 5 stelle delle origini, culminate in atti di vandalismo, quale il taglio brutale dei vitalizi degli ex parlamentari, e, nelle intenzioni, l’amputazione di un terzo delle Camere senza nemmeno un perché, una motivazione. Atti subiti con pusillanime e passiva acquiescenza proprio del partito democratico. La ragione costituzionale sottomessa alla ragione politica.

Supponente l’indifferenza della Lega verso la Costituzione, fatte salve punte di inarrivabile mutevolezza e di alta acrobazia, nei due sensi, dell’attuale leader. Ed estraneo al verbo costituzionale il partito con qualche radice nel passato, Fratelli d’Italia, che mescola alcuni dei simboli ideologici del vecchio regime, senza accogliere quelli tragici dell’autoritarismo. Nelle proposte presentate dal partito democratico spiccano due temi più direttamente collegati con la Costituzione, accanto a quelli più procedurali e tecnici. Il primo, fiore all’occhiello del segretario Letta, riporta all’articolo 67 della Costituzione, e ad un fenomeno chiamato con mediocre neologismo «transfughismo». La misura azzera i vantaggi, personali, politici o economici, che hanno accompagnato negli anni il vertiginoso fenomeno di migrazione parlamentare, ignorando peraltro le cause dello stesso, sconosciuto nei primi decenni della repubblica. Non migliora la qualità dei parlamentari, toglie convenienza al trasloco. In realtà, il fenomeno si collega direttamente alla nascita dei partiti personali, ed alla contestuale caduta dei requisiti sommariamente ma nitidamente indicati nell’articolo 49 della Carta. Militanti non più uniti dal pensiero comune diventano d’un tratto lavoratori subordinati, fisiologicamente attenti a migliori offerte di lavoro. Da allora, leggi elettorali partigiane colorano la fine di ogni legislatura, per consentire a pochi gerarchi di far nominare direttamente dagli elettori i propri rappresentanti nelle Camere. I nomi già scritti su liste bloccate, fedeltà in luogo di qualità.

Una parziale delusione, inopinatamente compensata dalla proposta che introduce (in realtà ripristina) l’irricevibilità e quindi l’inammissibilità di maxiemendamenti. Un colpo di scena. È l’insperata uscita dall’interminabile letargo che ha consentito a tutti i governi (tutti), di lucrare l’appropriazione indebita e gratuita del procedimento di formazione delle leggi, denudando le camere della loro principale funzione. Leggendo la norma, l’impressione è che dell’uscita dal letargo sia rimasto l’effetto di momentaneo stordimento, ma la qualità degli estensori fa sperare che dopo il primo momento le cose torneranno a posto anche sotto il profilo formale.

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Licenziamenti, l’onda degli scioperi. Bankitalia: più assunti che posti persi

sabato, Luglio 17th, 2021

PAOLO BARONI

Contro i licenziamenti e le delocalizzazioni partono gli scioperi. Per i sindacati dei metalmeccanici le vicende della Gianetti ruote e della Gkn, per non dire della Whirlpool di Napoli, sono più che campanelli d’allarme, ma segnalano un problema serio. Anche se Bankitalia sostiene il contrario perché, stando a via Nazionale, «con la ripresa le nuove assunzioni compenseranno lo sblocco dei licenziamenti». «Occorre mobilitarsi – annunciano invece Fiom, Fim e Uilm – e chiedere al governo di intervenire presso la Confindustria per bloccare i licenziamenti, rispettare l’avviso comune sull’utilizzo degli ammortizzatori sociali, dare soluzioni alle crisi aperte, aprire con il sindacato tavoli di confronto nei principali settori industriali a partire dall’automotive, dalla siderurgia, dall’elettrodomestico. Scioperiamo – scrivono i tre sindacati – per dire no ai licenziamenti, riformare gli ammortizzatori sociali e difendere l’occupazione».

Proteste e assemblee

A partire da lunedì sono previste due ore di sciopero al livello nazionale che verranno utilizzate per organizzare sino a fine mese assemblee in tutte le aziende metalmeccaniche. Sempre lunedì 19 è in programma a Firenze uno sciopero generale metropolitano di 4 ore, con manifestazione in piazza Santa Croce, in difesa dei 422 lavoratori che la Gkn di Campi Bisenzio ha deciso di licenziare via mail. Sono invece 8 le ore di sciopero proclamate in tutto il gruppo Whirlpool per il 22 luglio quando è prevista una manifestazione nazionale a Roma. In questo caso in ballo ci sono 327 posti di lavoro destinati ad essere cancellati entro settembre, coi sindacati che contestano «l’arroganza dell’azienda che ha aperto le procedure di licenziamento in barba alle richieste di sindacati e governo di utilizzare prima le 13 settimane di cassa integrazione previste dall’intesa sottoscritta da Cgil, Cisl, Uil e Confindustria con il governo». Le due ore di sciopero indette a livello nazionale, spiega il segretario generale della Uilm Rocco Palombella, sono il «primo passo verso una inevitabile mobilitazione generale». «Come era prevedibile – aggiunge – quello che abbiamo denunciato nei mesi scorsi purtroppo si sta verificando: chiusure di aziende e la conseguente ondata di licenziamenti. Il governo non ci ha ascoltato, cedendo al ricatto di Confindustria. È stato sbagliato sbloccare i licenziamenti ai primi segnali di ripresa e in pochi giorni sono già state avviate procedure di licenziamento per 1.500 lavoratori. Questo è un comportamento di inaudita gravità che ci fa toccare con mano quanto il nostro sistema industriale, in mano a fondi di investimento, sia estremamente a rischio».

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Davigo indagato per rivelazione di segreto d’ufficio sul caso dei verbali di Amara

sabato, Luglio 17th, 2021

di Luigi Ferrarella

Nel 2020 il pm Paolo Storati consegnò a Davigo i verbali di Pietro Amara sulla «loggia Ungheria», e Davigo ne parlò al Csm: ora è indagato per rivelazione di segreto d’ufficio. I pm hanno sentito il vicepresidente del Csm Ermini e sette consiglieri come persone informate sui fatti

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Il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, David Ermini, almeno sette componenti del Csm (i consiglieri laici Fulvio Gigliotti e Stefano Cavanna, i togati Giuseppe Cascini, Giuseppe Marra, Ilaria Pepe, Nino Di Matteo, Sebastiano Ardita), e il presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Nicola Morra, sono stati interrogati a Roma come persone informate sui fatti — non adesso ma quasi un mese fa, in gran segreto in una caserma dei carabinieri — nell’inchiesta della Procura di Brescia che, per l’ipotesi di rivelazione di segreto d’ufficio sui verbali milanesi di Piero Amara nell’aprile 2020, ora si capisce stia dunque indagando non solo il pm milanese Paolo Storari, ma anche Piercamillo Davigo, consigliere Csm sino al pensionamento nell’ottobre 2020, ex pm di Mani pulite e giudice di Cassazione.

A Davigo nell’aprile 2020 il pm Storari consegnò (in formato word non firmato) i verbali segreti che da dicembre 2019 a gennaio 2020 il plurindagato Amara, ex avvocato esterno Eni, aveva reso (appunto a Storari e al procuratore aggiunto Laura Pedio) su un’asserita associazione segreta, denominata «Ungheria» e condizionante toghe e alti burocrati dello Stato: controverse dichiarazioni che per Storari andavano chiarite rapidamente, anziché a suo avviso relegate in un limbo di immobilismo investigativo dai vertici della Procura.

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Perché la Delta è così contagiosa: carica virale 1.000 volte superiore e tempo di incubazione ridotto

sabato, Luglio 17th, 2021

di Silvia Turin

Uno studio cinese spiega i meccanismi alla base del vantaggio «competitivo» della variante rispetto agli altri ceppi. La Delta è più contagiosa durante la fase iniziale dell’infezione: si replica molto di più e prima

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Perché la variante Delta sta così rapidamente «conquistando» tutto il mondo? È più trasmissibile, nell’ordine del 40-60% rispetto alla Alfa, ma — per la prima volta — uno studio fa luce anche su quale meccanismo possa essere alla base di questa contagiosità formidabile e che cosa significhi rispetto al rischio che corriamo di prenderci il virus.

Analisi del primo focolaio Delta in Cina

I ricercatori cinesi del Centro provinciale di Guangdong per il controllo e la prevenzione delle malattie hanno esaminato in modo rigoroso tutti i dati relativi al primo focolaio di Delta in Cina e hanno scoperto che la Delta può riprodursi più rapidamente (le persone si infettano prima) e le cariche virali rilevate sono almeno 1.000 volte superiori a quelle delle altre varianti. Che cosa significa in concreto? Angela Rasmussen, ricercatrice presso l’Organizzazione per i vaccini e le malattie infettive dell’Università del Saskatchewan, spiega su Twitter: «Il periodo di incubazione della Delta è ridotto rispetto ai virus precedenti. Inoltre, le persone infette stanno diffondendo “una tonnellata di virus in più” rispetto alle varianti precedenti. Questo spiega certamente la maggiore trasmissibilità. Se le persone emettono 1.000 volte più virus, la probabilità che un contatto stretto sia esposto a una dose infettiva è molto più alta. Se le persone diventano contagiose più rapidamente dopo l’esposizione possono avere maggiori opportunità di infettare gli altri».

Giorni di incubazione ridotti

Lo studio, pubblicato su Virological, è partito dalla prima infezione locale della variante Delta nella Cina continentale riconosciuta il 21 maggio 2021. Dal primo caso indice all’ultimo segnalato il 18 giugno 2021, sono state identificate un totale di 167 infezioni locali. Il set di dati dei soggetti in quarantena ha permesso agli scienziati di determinare l’intervallo di tempo tra l’esposizione e il raggiungimento della carica virale rilevabile mediante PCR (tampone molecolare, ndr) nei soggetti infetti; il test veniva eseguito ogni giorno. I ricercatori hanno osservato che la positività era rilevabile in media dopo 4 giorni (IQR 3-5) dall’esposizione nell’epidemia del 2021 rispetto ai 6 di media (IQR 5-8) del ceppo del 2020. In pratica il periodo di «incubazione» dura meno.

Carica virale almeno 1.000 volte più alta da subito

Rispetto ai ceppi del 2020, le cariche virali relative nelle infezioni della variante Delta erano 1.260 volte superiori il giorno in cui i virus sono stati rilevati per la prima volta. Al primo rilevamento, l’80% dei campioni Delta presentava questo valore elevato, mentre all’inizio della pandemia era del 19%. «Questi dati evidenziano che la variante Delta potrebbe essere più contagiosa durante la fase iniziale dell’infezione», scrivono i ricercatori cinesi.

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Le dodici bufale più diffuse sugli impianti fotovoltaici

venerdì, Luglio 16th, 2021

di Claudio Gerino

Sarà vero? Ma come fanno a… Come funziona? Sono solo alcune delle domande che ci si pone davanti a un argomento poco noto o che non si conosce. E quando si parla di energia, per molti il fotovoltaico è un tema ancora avvolto nel mistero. Una confusione che spesso genera convinzioni errate, se non veri e propri falsi miti, riguardo una forma di energia che è invece tra le più promettenti. Insieme a SMA Italia, leader nella produzione di inverter e di soluzioni integrate per il mercato fotovoltaico, analizziamo quindi le bufale più diffuse sull’energia solare, per spiegarne punto per punto l’infondatezza.
Il fisco verde

“Il nostro Paese vanta le eccellenze tecnologiche e il clima per essere capofila dell’energia fotovoltaica, come lo è in altri settori che lo hanno reso celebre nel mondo. Abbiamo tutte le carte in regola per fare di questa risorsa una delle punte di diamante della nostra economia”, commenta Valerio Natalizia, Amministratore Delegato di SMA Italia. “Non si può rischiare che disinformazione e mancata conoscenza delle nuove tecnologie blocchino una forma di energia pulita, economica e che avrebbe ricadute positive su diversi settori, non solo sull’ambiente e sulle tasche dei cittadini italiani”. Di seguito un elenco delle più diffuse fake news ai danni del solare fotovoltaico, rigorosamente false e smascherate.

1) Il fotovoltaico è costoso e non ripaga l’investimento…

FALSO. Si tratta a tutti gli effetti di un investimento, non di un costo. Questo perché installare un impianto fotovoltaico significa diminuire il costo dell’energia elettrica attraverso il costo dell’impianto fotovoltaico che si decide di installare. Oggi un impianto fotovoltaico costa molto meno che in passato: nell’arco degli ultimi 25 anni, i prezzi sono scesi quasi del 90%. Un impianto da 3 kW, ad esempio, al momento costa circa 5.500 euro, inclusa IVA, anche se ovviamente i prezzi possono variare a seconda della tipologia di installazione. Questo prezzo potrebbe infatti aumentare se si installassero altre tecnologie come le batterie per l’accumulo, la pompa di calore per il riscaldamento, la stazione di ricarica per autovetture elettriche, o ancora un sistema di Energy Management per la gestione intelligente dei flussi energetici. In questo caso, l’importo iniziale potrebbe effettivamente superare i 20.000euro, ma si tratterebbe di una spesa completamente detraibile con i bonus fiscali del 50% e del 110% (e/o cedibile con la possibilità di cessione del credito o di sconto in fattura). Ciò significa che, una volta azzerato l’importo iniziale tramite le detrazioni, nel caso di una soluzione all’avanguardia un utilizzatore ne trarrebbe un risparmio di circa 2.700 euro all’anno in bolletta(Valori medi annuali riferiti a un nucleo familiare di 4 persone in un’abitazione di 140 m2 con un impianto fotovoltaico da 5,2 kWp con batteria di 10kW). Considerando poi il periodo di vita media di un impianto, oltre i 20 anni, non si tratta di cifre irrisorie. Parlando di fotovoltaico, il termine più corretto da utilizzare è quindi senza dubbio investimento.

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Coronavirus in Italia, il bollettino del 16 luglio: 2898 nuovi casi e 11 decessi. Indice di positività all’1,4 per cento

venerdì, Luglio 16th, 2021

PAOLO RUSSO

Si avvicinano a quota tremila i contagi in Italia, oggi 2.898 contro i 2.455 di ieri, mentre il tasso di positività sale di un altro decimale portandosi all’1,4%. Sono 11 i decessi ma risalgono i  ricoverati nelle terapie intensive, più 8 mentre c’è un letto in meno occupato nei reparti di medicina.

In Piemonte da 68 i contagi salgono a 115 mentre il tasso di positività resta stabile allo 0,5%.
In Lombardia da 381 i casi passano a 399 con tasso però stabile all’1,1%.Il Veneto segna un altro aumento di casi Covid, 425 (ieri 318) i nuovi positivi in 24 ore, che portano il totale a 427.747. Vi sono anche 2 decessi, per un totale dall’inizio dell’epidemia di 11.626 morti tra ospedali e case di riposo. Sale di un paziente il numero dei ricoverati (234) e rimangono invece invariati i posti occupati da pazienti Covid nelle terapie intensive (18). L’incidenza dei casi settimanali ogni 100mila abitanti lievita a 33, sempre più vicina alla quota 50 che manda in giallo.

In Emilia Romagna i contagi passano da 167 a 200 mentre il tasso di positività dal 2,3 sale al 2,6%.
Lieve flessione dei casi in Toscana, oggi 169, appena 4 meno di ieri ma con il tasso di positività che dal 2,8 sale al 3%I contagi da Covid-19 aumentano soprattutto tra i giovani.

Nel Lazio casi in salita da 353 a 443 con il tasso di positività che sale di un punto percentuale arrivando al 5% mentre l’incidenza dei casi è a 29,2.

Peggiora la situazione nelle isole. In Sardegna i casi salgono da 112 a 386, il tasso di positività dal 2,9 al 4% e l’incidenza dei casi è oramai a 35,4.
In Sicilia contagi in saluta da 353 a 386 con tasso di positività che dal 2,9 sale al 4% mentre l’incidenza dei casi è a 35,4.

Se questo è il trend in Italia non va meglio in Europa dove l’agenzia Ue per le malattie prevede comunque un forte aumento dei casi di Covid, quasi cinque volte di più, entro il 1 agosto rispetto ai livelli della settimana scorsa. In particolare, secondo il rapporto settimanale del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) si registreranno 420 casi di coronavirus ogni 100.000 abitanti, rispetto a poco meno di 90 della scorsa settimana.
Torna intanto il coprifuoco a Barcellona per frenare la nuova ondata di Covid: le nuove restrizioni partiranno dal weekend.

L’Italia, dal canto suo, registra una crescita esponenziale rispetto alla percentuale di casi positivi rilevati tra tutti i tipi di tamponi i cui incrementi raddoppiano ogni 5-6 giorni. Lo indica l’analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo “Mauro Picone” del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac). «Negli ultimi 21 giorni si osserva una crescita esponenziale con tempo di raddoppio degli incrementi tra 6 e 7 giorni della percentuale dei positivi ai test molecolari sui dati cumulati delle 14 regioni-province autonome che forniscono separatamente i positivi ai molecolari e agli antigenici».

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