Archive for Luglio, 2021

Nuove zone gialle, ecco le regioni a rischio: i criteri per le restrizioni

venerdì, Luglio 23rd, 2021

di ELENA G. POLIDORI

Cambiano, come annunciato, i parametri per far mutare di colore una Regione a seconda dei contagi. Il cdm ha dato il via libera a criteri più “elastici”, basati per lo più sul peso dei ricoveri e sui posti letto occupati nelle terapie intensive, ma questo non è stato ugualmente “digerito” dalle Regioni, in particolare le più piccole, dalla Valle d’Aosta all’Umbria, che considerano i nuovi schemi “inapplicabili” al loro territorio e temono di ’chiudere’ per un paio di pazienti in più ricoverati. Stando a indiscrezioni, nel confronto con il governo, dall’esecutivo sarebbero arrivate rassicurazioni, con la garanzia di flessibilità in questi casi.

Proprio ieri il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha spiegato la “ratio” delle nuove scelte che cambiano certo lo schema (prima dominava l’Rt, ndr), ma il motivo sottostante della scelta è chiaro: non soffocare l’economia. “Il parametro prevalente, d’ora in poi, sarà il tasso di ospedalizzazione – ha spiegato Speranza – le ragioni di questo cambio è che il nostro Paese ha somministrato oltre 63 milioni di dosi e l’idea è che ci sia una ricaduta minore sulle ospedalizzazioni”.

Dunque, un modo per consentire l’apertura delle attività economiche in parziale sicurezza e continuando a monitorare l’evoluzione della pandemia. Ecco, quindi, i nuovi “schemi di gioco” dei territori rispetto alla variante Delta, in vigore dal primo agosto.

Zona gialla

Il limite tra la zona bianca e la zona gialla sarà stabilito dalla percentuale di occupazione dei posti letto disponibili che si aggiunge al criterio dell’incidenza che resta fissato in 50 casi ogni 100 mila abitanti. Viene fissato il limite al 10% per le terapie intensive e al 15% per i reparti ordinari. Le Regioni avevano chiesto il 20% di terapie intensive, il Cts aveva dato orientamento per una soglia del 5%.

Zona arancione

Per passare in zona arancione le soglie sono state fissate al 20% di occupazione dei posti disponibili per le terapie intensive e al 30% per le aree mediche (semplice ricovero, ndr).

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Vaccini e Green pass, un Fico di Palazzo

venerdì, Luglio 23rd, 2021

di PIERFRANCESCO DE ROBERTIS

Roberto Fico arriva alla Camera in autobus

Tutto muta, e i politici spesso mutano più in fretta. Sono i miracoli del Palazzo. Così il presidente della Camera Roberto Fico può proprio dirsi un uomo diverso da quello che tre anni fa si recò in autobus ad assumere l’onere e l’onore di presiedere Montecitorio. Era il periodo della scatoletta di tonno, della lotta ai privilegi, quelle cose lì. Fico era tra i più convinti. Ricordiamo ancora la prima volta che per ragioni d’ufficio dovette salire al Quirinale, e lo fece a piedi in mezzo a due ali di fotografi e cronisti festanti. Poi il furore anticasta si è man mano allentato, e già quando qualche settimana fa andò all’Olimpico con 9 (nove) uomini di scorta la mutazione poteva dirsi a buon punto. Per concluderla serviva un ulteriore salto di qualità, quello dal privilegio passivo, la scorta (io politico usufruisco di una facilitazione di cui tu comune mortale non disponi) al privilegio attivo, l’esenzione dal green pass (io politico scanso un obbligo a cui i cittadini devono invece sottostare).

Fico ha infatti sostenuto che non è buona cosa chiedere ai parlamentari se sono o meno vaccinati e che quindi di green pass per entrare nel Palazzo per il momento non se ne parla. Tre anni fa, prima di entrare nel Palazzo, i grillini avrebbero fatto fuoco e fiamme di fronte a un’affermazione del genere, adesso che il tonno della scatoletta sono loro, beh insomma, che volete che sia.

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Covid, Mario Draghi non si fida del green pass e pretende il tampone per la conferenza

venerdì, Luglio 23rd, 2021

Dario Martini

Mario Draghi obbliga tutti gli italiani ad avere il green pass se vogliono andare in pizzeria. Ma quando il gestore del locale diventa lui, le regole cambiano. Probabilmente il presidente del Consiglio non si fida tanto di questo strumento se per partecipare alle sue conferenze il certificato verde diventa carta straccia. Lo abbiamo scoperto ieri, quando abbiamo cercato di partecipare alla sua conferenza convocata proprio per illustrare le novità sul green pass. Nella nota diramata in mattinata, infatti, Palazzo Chigi informava che i 25 giornalisti ammessi alla sala polifunzionale della presidenza del Consiglio, per ascoltare le parole del capo del governo e dei ministri Speranza (Salute) e Cartabia (Giustizia), avrebbero potuto accedere solo «esibendo il referto di esito negativo del tampone antigenico rapido effettuato non oltre le 24 ore precedenti e con l’obbligo della mascherina Ffp2». Ovviamente, i costi del tampone sono a carico di chi intende partecipare. Tralasciando questo piccolo particolare, abbiamo subito pensato in un errore. Adesso che ogni vaccinato ha il green pass – ci siamo chiesti – come è possibile che non sia contemplato il suo utilizzo proprio nella conferenza che lo rende obbligatorio per tutti gli italiani che intendono avere una vita sociale? Fiduciosi che si fosse trattato solo di una svista, abbiamo chiamato la sala stampa di Palazzo Chigi. Purtroppo, le iscrizioni alla conferenza erano già chiuse. I posti liberi sono andati via in un lampo. Volevamo comunque sciogliere i nostri dubbi, anche per sapere come comportarci per partecipare alle prossime comunicazioni del presidente del Consiglio. Il responsabile è stato costretto ad ammettere che «per prendere parte a questa conferenza il green pass non basta, serve il tampone». «Probabilmente – ha aggiunto – verrà previsto per le prossime conferenze». Insomma, per Palazzo Chigi il lasciapassare verde non è sufficiente. Eppure Draghi, proprio nel corso della conferenza ha confermato l’importanza del certificato. «Il green pass non è un arbitrio – ha detto – è la condizione per tenere aperte le attività economiche». Non solo.

Il premier ha invitato «tutti gli italiani a vaccinarsi e a farlo subito, devono proteggere se stessi, le proprie famiglie». Perché se un miglioramento c’è stato «lo dobbiamo alla campagna vaccinale». Anche il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha insistito su questo punto, con il forte appello a «vaccinarsi, vaccinarsi, vaccinarsi, per metterci alle spalle la stagione che abbiamo vissuto». Il premier, poi, ha spiegato ancora che il green pass serve proprio «a dare serenità, non a toglierla».

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Partono le Olimpiadi “della sofferenza”, da oggi il mondo si aggrappa allo sport

venerdì, Luglio 23rd, 2021

GIANNI RIOTTA

TOKYO. La cerimonia sarà dimessa, «Niente celebrazioni, solo riverente omaggio alla sofferenza» lascia trapelare l’imperatore Naruhito. Per una volta in sintonia con il Trono del Crisantemo, la crassa volgarità degli spot si allinea alla modestia, dopo Toyota gli sponsor tutti chiedono austerità. I picchetti della protesta contro l’inaugurazione dei Giochi della XXXII Olimpiade, oggi nello Stadio di Tokyo, il terzo nel quartiere di Shinjuku, dietro la vecchia stazione ferroviaria, sono sparuti, ma 7 cittadini su 10 volevano cancellare la kermesse, impauriti da costi, pandemia, assenza di tifosi, turisti, applausi.

Lo stadio, opera dell’architetto Kengo Kuma, è costato il triplo di quello inglese a Londra 2012, sprechi, confusione, ritardi. Dalle tribune si lanceranno con altoparlanti i cori di altre edizioni, perdute voci di tripudio nel caldo afoso. La sfilata in pista non vedrà i volti degli atleti, da Hend Zaza, a 12 anni il più giovane, nato in Siria, senza mai aver conosciuto la pace, impegnato nel tennis da tavolo, fino a Mary Hanna, nata l’1 dicembre 1954, australiana, sei Olimpiadi nel dressage equestre. Solo i portabandiera, poi qualche coreografia, orfana del musicista Cornelius, cacciato per gesti odiosi contro i disabili, e del direttore Kentaro Kobayashi, licenziato per battute contro l’Olocausto. Vessillo olimpico affidato alla nostra Paola Egonu, una gioia vera.

Sono in palio 339 medaglie, presentate su un vassoio ai premiati per evitare contagi, 33 le discipline, l’oro dei vincitori riciclato da tecnologia di scarto, omaggio alla sostenibilità. Debuttano il karate, letteralmente «mano cinese», praticato per secoli sull’isola di Okinawa da maestri come Ankō Itosu, lo skateboarding delle periferie, il surf, che dalla California del film di Milius «Un mercoledì da leoni» passa alle onde basse della spiaggia di Tsurigasaki, 50 km. Sud Est di Tokyo, e infine l’arrampicata sul muro da palestra, tre prove tra altezza e velocità, con regole così controverse, il filosofico eroe del K2 Walter Bonatti sarebbe inorridito, che già a Parigi 2024 saranno modificate.

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A proposito di nazismo

venerdì, Luglio 23rd, 2021

MATTIA FELTRI

Ho promesso al mio amico Giovanni di non spendere più sarcasmo quando scrivo degli antivaccinisti, e manterrò la promessa. Forse. Non garantisco niente. Ci provo. Comunque, sono un vaccinista convinto, ho fatto la prima dose, la seconda fra pochi giorni, e sono in ritardo perché ogni volta che mi infilo in qualche impresa burocratica scopro l’inferno della carta bollata.

Ora, peggio, l’inferno del click bollato. Quella mattina mi ero messo lì, sereno: è facilissimo, mi avevano detto. Bene. Mi connetto al sito della regione, compilo tutto, è tutto ok. Finché non mi chiedono la tessera sanitaria. E non la trovo. Per vaccinarsi è obbligatoria la tessera sanitaria. Sono fregato.

Però c’è una soluzione: inserire la dichiarazione dei redditi (è obbligatorio anche pagare le tasse) per ottenere il numero della tessera. Non compare niente. Si può provare a risalire col codice fiscale (super obbligatorio) ma di nuovo, zero. In capo a due settimane perso fra siti, link, in cui richiedo lo spid (non ho ancora capito che sia però ora ce l’ho), telefono a call center eccetera, scopro l’arcano: la mia tessera sanitaria non esiste. Perché per fare il vaccino è obbligatorio avere la tessera sanitaria, ma per avere la tessera sanitaria è obbligatorio avere il medico di base (e per avere il medico di base è obbligatorio avere la residenza, quella ce l’ho, per fortuna). Ecco, io non avevo mai preso il medico di base. Solo per dire ai miei amici antivaccinisti (apprezzi lo sforzo, Giovanni?), convinti dell’avanzare di un nazismo di stampo sanitario, che dopo una tale odissea di obblighi io al ristorante ci entrerò al passo dell’oca.

LA STAMPA

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Il premier apre la nuova fase

venerdì, Luglio 23rd, 2021

MARCELLO SORGI

Le decisioni del consiglio dei ministri in materia di Covid e di giustizia ci dicono essenzialmente una cosa: in Italia il vento sta cambiando, l’economia è in ripresa oltre ogni ottimistica previsione, come ha spiegato Draghi, e gli italiani vogliono che le cose continuino così e sono disposti a pagare qualsiasi prezzo perché questo avvenga e non si rischi di tornare indietro, al passato recente della pandemia e del lockdown, che oggi sarebbe insopportabile. Anche la riforma della giustizia – per la quale il governo ha annunciato la fiducia, cioè il taglio a un certo punto di un percorso parlamentare che dev’essere rapido, e insieme la disponibilità ad alcuni “aggiustamenti tecnici” – si inquadra in questo clima e nel desiderio, testimoniato dai trecentomila cittadini che hanno firmato per i referendum di Radicali e Lega, che il sistema giudiziario e i comportamenti della magistratura cambino decisamente. Quello predisposto dalla ministra Cartabia è un testo che rappresenta un primo passo in questa direzione, ed è anche – non va dimenticato – qualcosa che viene incontro alle richieste della Commissione europea, che si prepara a sostenere l’Italia con un piano di aiuti e prestiti da 209 miliardi.

La conferenza stampa di Draghi, Speranza e della stessa Cartabia, dopo una riunione tutto sommato breve del governo e un pieno accordo con le Regioni a cui si era lavorato nei giorni precedenti, è servita essenzialmente a questo: sgomberare il campo, per quanto possibile, dalle divisioni e dalle resistenze di parti della maggioranza, per far sì che la nuova fase in cui il Paese è entrato possa svilupparsi senza ostacoli, consentendo al Pnrr, il progetto di ricostruzione dopo il disastro della pandemia, di dispiegare pienamente i suoi effetti, magari in un tempo minore di quello preventivato. Si spiegano così il venir meno dei dubbi di Conte sulla giustizia, dopo una telefonata con il premier, e di Salvini sull’estensione del “green pass”, per il pieno ritorno alla normalità della vita della gente e per far sì che possa godersi le vacanze senza timori e senza fare i danni della scorsa estate, dato che per ottenere il “green pass” è necessario vaccinarsi. E ci sono ancora aree delle generazioni a rischio over 60 che inspiegabilmente prendono tempo, rischiando di più di contagiarsi con le varianti del virus e di perderci la vita, che non ad affrontare le incognite minime della vaccinazione.

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Draghi sulla giustizia: “Metteremo la fiducia. Ok a miglioramenti”

venerdì, Luglio 23rd, 2021

Federico Capurso

ROMA. L’apertura arrivata dalla Guardasigilli Marta Cartabia, ora disponibile a trovare un accordo sulla prescrizione, apre la strada a un accordo con i Cinque stelle che eviti scossoni al governo. «Da più voci è stata espressa preoccupazione che mi pare vada presa in considerazione seriamente», ha ammesso la ministra della Giustizia in conferenza stampa a palazzo Chigi. I maggiori timori, per Cartabia, convergono tutti «su un punto specifico», e cioè quello di evitare che di fronte alla lentezza atavica di alcune corti di appello, l’improcedibilità introdotta con la riforma «provochi un’interruzione di procedimenti importanti. Questa è una preoccupazione molto seria che anche il governo ha avuto fin dall’inizio ed è il terreno – sottolinea – su cui si stanno valutando questi accorgimento tecnici».

La possibilità di apportare «accorgimenti tecnici» è un passo in avanti decisivo, che permette a Mario Draghi di ottenere il voto favorevole dell’intero Consiglio dei ministri alla decisione di porre la fiducia sulla riforma della Giustizia, che arriverà in aula alla Camera tra una settimana. Con la fiducia si vuole «porre un punto fermo», sostiene in conferenza stampa Draghi, che poi si affida alla diplomazia: «Nessuno vuole sacche di impunità – dice rivolgendosi ai Cinque stelle – e c’è tutta la buona volontà ad accogliere emendamenti che siano di carattere tecnico e non stravolgano l’impianto della riforma». Via libera anche a quegli emendamenti, però, che arrivano «da altri partiti». Il passaggio è rischioso per la tenuta dell’esecutivo, a pochi giorni dall’apertura del semestre bianco, ma «si arriva a chiedere la fiducia quando si ha la certezza che certe differenze sono incolmabili», spiega il premier. «Per garantire un periodo minimo di permanenza delle riforme che facciamo bisogna che siano condivise, ma non con le minacce di una consultazione elettorale che si fanno le riforme». Condivisione sempre complicata, in una maggioranza così ampia, tanto è vero che adesso sono le forze di centrodestra a non prendere benissimo la decisione di tornare a sedersi al tavolo con i Cinque stelle, nonostante Draghi abbia offerto disponibilità a tutte le parti in gioco. In Forza Italia c’è qualche «perplessità», viene fatto sapere. E anche la Lega accoglie con «sorpresa» le parole del premier, visto che nel pomeriggio c’era stata una lunga e cordiale telefonata tra Draghi e Matteo Salvini, e il leader della Lega – fanno sapere dal Carroccio – aveva «garantito massimo sostegno alle riforme, a partire da Giustizia e Fisco». Insomma, la coperta è sempre corta.

«Un accordo però ancora non c’è», mette in evidenza chi sta gestendo il dossier per i Cinque stelle. Giuseppe Conte si mostra comunque «positivo» con i suoi, per i passi in avanti compiuti. Sta lavorando a una mediazione rimanendo in «contatto costante» con il premier e la Guardasigilli – fanno notare fonti parlamentari a lui vicine – sulla scia di quell’«approccio costruttivo» avviato lunedì nell’incontro con Draghi, con l’obiettivo di velocizzare i processi ed evitare il rischio che, con questa riforma, centinaia di migliaia di processi possano andare al macero. Forte anche dell’appoggio del Pd, che con il segretario Enrico Letta rinnova l’auspicio «che il testo venga migliorato rispetto a quello attuale» e che almeno la prima approvazione della riforma «avvenga prima pausa estiva».

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Gelmini: «Il Green pass serve per evitare un nuovo coprifuoco, le regioni rischiavano subito la zona gialla»

venerdì, Luglio 23rd, 2021

di Monica Guerzoni

La ministra per gli affari regionali e le autonomie: «Sulla necessità di vaccinarsi sono in disaccordo con Salvini. Ma l’asse con la Lega non si rompe e nessuno esce sconfitto»

Spronare i giovani a non vaccinarsi è «un appello a morire», Mario Draghi lo ha detto con durezza in conferenza stampa. E Mariastella Gelmini, responsabile degli Affari regionali, non la pensa diversamente dal premier.

Ministra, la imbarazza la posizione di Salvini?
«Penso che dovremmo aver fiducia nella scienza e vaccinarci tutti, compresi i giovani. Forza Italia ha ampiamente espresso la sua linea favorevole ai vaccini e al green pass».

Ministra, la imbarazza la posizione di Salvini?
«Penso che dovremmo aver fiducia nella scienza e vaccinarci tutti, compresi i giovani. Forza Italia ha ampiamente espresso la sua linea favorevole ai vaccini e al green pass».

Il leader della Lega ha anche affermato che il green pass «toglie diritto alla vita a 30 milioni di italiani». Condivide?
«No, non è così. Agli oltre 36 milioni di italiani che hanno ricevuto almeno una dose e quindi possono avere già il green pass vanno aggiunti i guariti. Se poi consideriamo che ci sono circa 7 milioni di bambini sotto i 12 anni, i numeri si riducono di molto. Il green pass serve a scongiurare nuove chiusure, a evitare il coprifuoco, ad aumentare la capienza all’aperto di stadi e impianti sportivi. E grazie al pass i vaccinati aumenteranno».

E chi non può o non vuole vaccinarsi?
«I tamponi saranno a prezzo calmierato per i giovani, per chi non può vaccinarsi. D’altronde la variante Delta imperversa e rischiamo grosso se le persone che ancora non l’hanno fatto non si convincono a vaccinarsi».

Salvini questa volta ha perso e si rompe l’asse FI-Lega sul Covid?
«Ma no, non si rompe niente e nessuno ha perso. La Lega ha sostenuto la ragionevolezza delle richieste delle regioni, che in buona parte sono state accolte. Al bar, nei servizi alla persona come parrucchieri ed estetisti, sui mezzi di trasporto non c’è bisogno di green pass. È un buon punto di mediazione anche quello raggiunto sui parametri. Non possiamo sottovalutare che senza questo decreto ci saremmo trovati con regioni di nuovo in giallo già da lunedì prossimo. E questo sì, in piena stagione turistica, sarebbe stato un problema enorme».

Lo scontro politico vi ha costretti ad allentare i nuovi parametri?
«Il governo ha accolto l’impostazione avanzata dalla conferenza, di non basarsi più solo sull’incidenza. È cambiato il quadro epidemiologico, i contagi sono per lo più tra i giovani e quindi si è passati alla combinazione dei tassi di occupazione in terapia intensiva e nei reparti ordinari. Le regioni chiedevano una percentuale più alta, i tecnici più bassa. Si è trovata una mediazione equilibrata. E l’estensione del green pass, come avevano richiesto le regioni, entrerà in vigore solo fra quindici giorni».

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Green pass obbligatorio in Italia dal 6 agosto, tutte le novità del decreto approvato dal governo

venerdì, Luglio 23rd, 2021

di Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini

Dai ristoranti al tempo libero, dalle attività sportive ai trasporti; dai vaccini e tamponi alle discoteche. Ecco le nuove regole approvate dal Consiglio dei ministri

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Il green pass deve essere mostrato da tutti i cittadini di età superiore ai 12 anni. Sono esentati «i soggetti che hanno idonea certificazione medica». Il decreto stabilisce che in zona bianca è valido il green pass ottenuto dopo aver ricevuto la prima dose di vaccino e ha una validità di 9 mesi. Nelle zone gialla, arancione e rossa il green pass ottenuto dopo la prima dose è valido per accedere a tutti «i servizi e le attività consentiti e alle condizioni previste per le singole zone». Ottiene il green pass chi ha ricevuto la prima dose di vaccino, oppure ha un certificato di guarigione nei precedenti sei mesi, oppure ha effettuato un test molecolare o antigenico o salivare nelle 48 ore precedenti e ha avuto esito negativo. Per ottenere e scaricare il green pass bisogna aver ricevuto un sms con il codice authcode che dovrà essere inserito sulla pagina Internet dgc.gov.it oppure sulla app Immuni. Sulla app IO, invece, compare direttamente. Il decreto stabilisce che «possono essere utilizzate le certificazioni rilasciate in formato cartaceo». Nel decreto è stato anche previsto che ci possano essere agevolazioni di tipo economico per l’effettuazione dei tamponi. L’articolo 5 del provvedimento stabilisce infatti che «il Commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure contro il Covid-19 definisce d’intesa con il ministro della Salute un protocollo d’intesa con le farmacie e con le altre strutture sanitarie al fine di assicurare fino al 30 settembre 2021 la somministrazione di test antigenici rapidi a prezzi contenuti che tengano conto dei costi di acquisto».

Nuovi parametri

Il decreto cambia i parametri per il passaggio tra le varie fasce di rischio. Per rimanere in zona bianca «l’incidenza settimanale dei contagi deve essere inferiore a 50 casi ogni 100.000 abitanti per tre settimane consecutive. Se l’incidenza è superiore a 50 casi, il tasso di occupazione dei posti letto in area medica per pazienti affetti da Covid-19 non deve superare il 15% e quello in terapia intensiva il 10%». Per rimanere in zona gialla «l’incidenza settimanale dei contagi deve essere pari o superiore a 50 casi ogni 100.000 e inferiore a 150 casi ogni 100.000 abitanti. Se l’incidenza è superiore a 150 casi, il tasso di occupazione dei posti letto in area medica per pazienti affetti da Covid-19 non deve superare il 30 % e quello dei posti letto in terapia intensiva il 20 %». Per rimanere in zona arancione «l’incidenza settimanale dei contagi deve essere pari o superiore a 150 casi ogni 100.000 abitanti, a meno che non ci siano le condizioni dell’occupazione dei posti letto in area medica e in terapia intensiva delle altre zone». Si passa in zona rossa se «l’incidenza settimanale dei contagi è pari o superiore a 150 casi ogni 100.000 abitanti e il tasso di occupazione dei posti letto in area medica per pazienti affetti da Covid-19 è superiore al 40 % e quello in terapia intensiva è superiore al 30%». I dati devono essere comunicati dalle Regioni «entro cinque giorni dalla data di entrata in vigore del decreto. La comunicazione può essere aggiornata con cadenza mensile sulla base di posti letto aggiuntivi, che non incidano su quelli già esistenti e destinati ad altre attività».

Poteri e procedure

Il governo ha deciso di prorogare fino al 31 dicembre 2021 lo stato di emergenza che era stato decretato il 31 gennaio 2020, all’inizio dell’epidemia da Covid-19. Con l’aumento dei contagi dovuti alla variante Delta, la scelta è stata fatta per poter agire con procedure più snelle in tutti i settori che necessitano di interventi d’urgenza per il contrasto della pandemia, in particolare per l’emissione delle ordinanze relative al completamento della campagna vaccinale, il ritorno a scuola degli studenti e del personale previsto a settembre, lo svolgimento delle elezioni amministrative ad ottobre. Lo stato d’emergenza consente, sia ai dipendenti pubblici sia a quelli privati, di ricorrere allo smart working. Quando si tornerà alla situazione ordinaria, le norme che lo regolano dovranno essere riviste. La scelta di far lavorare i dipendenti da casa si è resa obbligatoria nel momento di massima criticità della pandemia per limitare i contatti tra le persone, garantire il distanziamento sociale e limitare i contagi da Covid-19. Consente anche ai presidenti di Regione di firmare ordinanze che però possono contenere soltanto misure più restrittive di quelle previste dal governo. Con la dichiarazione dello stato di emergenza è stata istituita la «cabina di regia» alla quale partecipano i governatori proprio per seguire una linea comune, sia pur differenziata a seconda dell’andamento della curva epidemiologica nelle diverse aree, ma soprattutto per esaminare con l’esecutivo i provvedimenti da adottare a livello nazionale.

Trasporti e occupazione

Per viaggiare in Italia al momento non sarà necessario esibire il green pass. Su treni, aerei e navi il governo ha deciso di rinviare l’entrata in vigore dell’obbligo di esibire la certificazione verde. Rimangono dunque le regole già previste che impongono il distanziamento per chi non è convivente sia per i posti a sedere, sia quando si sta in piedi. Obbligatorio anche indossare la mascherina per tutta la durata del viaggio. Si viaggia con capienza al 50 % sui treni anche se Italo ha già dotato i propri convogli dei filtri Hepa (High Efficiency Particulate Air filter) che «consentono il ricambio d’aria completo ogni 3 minuti in tutte le carrozze e flusso d’aerazione verticale». Si tratta del sistema già utilizzato da tutti gli aerei che per questo hanno sempre viaggiato a capienza completa. Rimane la capienza all’80 per cento sul trasporto pubblico — autobus, tram e metropolitane — dove è obbligatorio mantenere il distanziamento e indossare la mascherina. Le nuove regole per i trasporti saranno inserite in un decreto che sarà messo a punto la prossima settimana. Rimane infatti aperta all’interno del governo la discussione su eventuali obblighi vaccinali per il personale della scuola e per i lavoratori dipendenti. I presidi hanno chiesto al governo di prevedere l’obbligo vaccinale per i docenti e Confindustria ipotizza la stessa imposizione per i lavoratori che in caso di rifiuto potrebbero essere trasferiti oppure sospesi anche nella retribuzione.

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Green pass, la bozza del decreto: sarà obbligatorio dal 5 agosto nei ristoranti al chiuso, cinema, teatri, palestre e piscine

giovedì, Luglio 22nd, 2021

di Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini

Il testo del decreto che verrà approvato dal Consiglio dei ministri: certificazione per i bar quando si consuma al tavolo

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Green pass obbligatorio con una dose di vaccino nei ristoranti al chiuso,e nei locali dove si consuma al tavolo, per assistere agli spettacoli al cinema e a teatro, per partecipare a eventi e competizioni sportive, per andare nelle piscine, nelle palestre, ma anche a fiere, sagre, convegni, parchi divertimento, sale gioco, partecipazione a concorsi. Cambio dei parametri per il passaggio nelle fasce di rischio. È la bozza del decreto che è stato illustrato ai presidenti di Regione dal ministro della Salute Roberto Speranza e degli Affari Regionali Maria Stella Gelmini. Dopo il via libera il testo arriverà al consiglio dei ministri che dovrà approvarlo per farlo entrare in vigore già domani.

Green pass obbligatorio con una dose di vaccino nei ristoranti al chiuso,e nei locali dove si consuma al tavolo, per assistere agli spettacoli al cinema e a teatro, per partecipare a eventi e competizioni sportive, per andare nelle piscine, nelle palestre, ma anche a fiere, sagre, convegni, parchi divertimento, sale gioco, partecipazione a concorsi. Cambio dei parametri per il passaggio nelle fasce di rischio. È la bozza del decreto che è stato illustrato ai presidenti di Regione dal ministro della Salute Roberto Speranza e degli Affari Regionali Maria Stella Gelmini. Dopo il via libera il testo arriverà al consiglio dei ministri che dovrà approvarlo per farlo entrare in vigore già domani. GREEN PASS, REGOLE E APPROFONDIMENTI

Locali al chiuso

Nei ristoranti sarà necessario presentare la certificazione verde sia per i clienti, sia per i lavoratori. Ugualmente nei bar al chiuso quando si consuma al tavolo.

I nuovi parametri

Il ministro Speranza ha spiegato che per passare in zona gialla, il riferimento sarà almeno il 10% dei posti occupati in terapia intensiva e 15% area medica. Per andare in arancione 20% terapia intensiva e 30 % area medica. Per la rossa 30% in terapia intensiva e 40% area medica.

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