Archive for Febbraio, 2022

Giannini: “Partiti in bancarotta, democrazia bloccata: serve una vera riforma delle regole elettorali e istituzionali”

martedì, Febbraio 1st, 2022

L’intervento del direttore de La StampaMassimo Giannini durante la puntata del 30 gennaio 2022 di Che Tempo Che Fa su Rai3.    Questo video è di proprietà di Rai – Che Tempo Che Fa

LA STAMPA

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Sanremo, sale la febbre Måneskin: “Sono tanta roba, un fenomeno mai visto dai tempi di Modugno”

martedì, Febbraio 1st, 2022

LUCA DONDONI

SANREMO. «I Måneskin? Non capitava una cosa così dai tempi di Modugno. Mi auguro che il vincitore del Festival di quest’anno abbia lo stesso successo mondiale». Amadeus è felice come una Pasqua di poter aprire il Festival con i quattro ragazzi romani che dopo l’Ariston non ne hanno sbagliata una, dalla vittoria all’Eurovision Song Contest i alla trasferta americana. «Sono tanta roba – ammette -, c’è qualcosa di forte, sono bravissimi a gestirsi. Però la musica italiana può tranquillamente avere successo in tutto il mondo e lo auguro ai vincitori di quest’anno».

E dunque Sanremo può essere grata ai Måneskin, sebbene la kermesse sia famosa in tutto il mondo e sia uno degli eventi televisivi che molti Paesi ci invidiano, bisogna ammettere che la band ne ha amplificato enormemente la nomea. La gratitudine, naturalmente, è reciproca: il festival di Sanremo ha acceso il motore del successo dei Måneskin e loro ringraziano fermando per 48 ore la macchina che li sta portando in giro per il mondo ed è ora parcheggiata in Riviera. «Sarà una grandissima emozione tornare – hanno detto -. Vogliamo ringraziare tantissimo Amadeus per aver creduto nel nostro pezzo: è stato il punto di svolta perché è da lì che abbiamo avuto queste grandissime opportunità».

Victoria (basso), Damiano (voce), Thomas (chitarra) ed Ethan (batteria), sono arrivati domenica sera e subito Amadeus li ha accolti con una gag a favore di telecamere. Appena entrati in albergo infatti, i quattro ragazzi invece di trovarsi di fronte il portiere hanno visto spuntare il direttore artistico del Festival che si è detto felice di poter dare loro le chiavi delle camere. Il conduttore per prima cosa ha chiesto il green pass, e tra sorrisi e battute c’è stato anche un grande abbraccio che ha dimostrato quanto l’affetto e la riconoscenza siano reciproche. Damiano è stato immortalato nei dintorni del teatro con una felpa che ribadisce le loro posizioni: «No homophobia, No transphobia, No sexism, No violence, No abuse of power».

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Covid, Pfizer chiede il via libera al vaccino per i bambini dai 6 mesi ai 4 anni

martedì, Febbraio 1st, 2022

E’ attesa per oggi la richiesta di Pfizer all’autorizzazione, negli Stati Uniti, per l’uso emergenziale dei vaccino anti Covid sui bambini dai 6 mesi ai 5 anni. L’obiettivo sarebbe quello di avviare la somministrazione del vaccino alla fine di febbraio.

I primi dati della casa farmaceutica, mostrerebbero che il vaccino – iniettato in due dosi, ma con un decimo del siero utilizzato per gli adulti – è sicuro e produce una risposta immunitaria. Tuttavia, lo scorso anno, la stessa Pfizer aveva spiegato che la doppia iniezione fosse meno efficacie nei bambini più piccoli, motivo per cui le autorità americane avevano suggerito all’azienda di aggiungere allo studio una terza dose.

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La ripartenza di Draghi, missione Recovery

martedì, Febbraio 1st, 2022

Ilario Lombardo

È andata com’era prevedibile. Con gli sguardi imbarazzati dei ministri che cercano un punto di appoggio nella sala del consiglio, consapevoli che nulla potrà essere come prima. Nessuna scena epica, rappresaglia o resa dei conti tra il premier che sognava di diventare presidente della Repubblica e i ministri che hanno lavorato per impedirglielo. Solo un’ordinaria seduta di Cdm, imbevuta di nervosismo per le incertezze della ripartenza, dopo una settimana di liti sul Quirinale.

Mario Draghi arriva e fa un giro del tavolo, per stringere a tutti, uno dopo l’altro, la mano. Un saluto che può essere interpretato in mille modi. Un messaggio di tregua, un avvertimento, il gesto istituzionale di chi ha capito il senso della contesa politica e non vuole lasciare che ferite e fraintendimenti guastino il lavoro del governo. Poi, il premier si siede e fa un breve discorso introduttivo. L’omaggio a Sergio Mattarella, il capo dello Stato rieletto, i ringraziamenti che fanno scattare il lungo applauso dei ministri; la frase che salda l’asse tra il presidente della Repubblica e il presidente del Consiglio: «Le priorità espresse – la lotta alla pandemia e la ripresa della vita economica e sociale del Paese – sono le stesse di questo governo». Draghi si gode la soddisfazione dei dati sulla crescita, del Pil schizzato al 6, 5%, superiore alla media europea, e rivendica le «misure messe in campo e la campagna di vaccinazione». Sono tutte parti di una premessa. Perché il cuore dell’introduzione è un altro. È il Piano nazionale di ripresa e di resilienza. La vera sfida del governo che detterà i tempi dell’agenda dei prossimi mesi. Per domani, quando riunirà un nuovo Cdm, Draghi chiede ai ministri «di indicare lo stato di attuazione degli investimenti e delle riforme di competenza». L’erogazione della seconda rata, spiega l’ex banchiere, scade il 30 giugno. Vale 24,1 miliardi di contributi finanziari e di prestiti. Ci sono ancora 45 traguardi e obiettivi da raggiungere. Per fare in fretta, ogni ministro dovrà segnalare «l’eventuale necessità di interventi normativi e correttivi» che possono facilitare il percorso.

«La puntuale ricognizione» dei singoli obiettivi, che sarà eseguita domani assieme al responsabile dell’attuazione del Pnrr il sottosegretario Roberto Garofoli, serve a Draghi come momento solenne per eliminare ogni possibile alibi sui ritardi. Vanno completate le riforme (della giustizia, della Pubblica amministrazione, della concorrenza e così via) e assicurata la sostenibilità e l’efficacia dei progetti di messa a terra delle risorse del Recovery fund. Dopo il 30 giugno ci sono altre due scadenze: il 31 dicembre 2022, per 21,8 miliardi, e il 30 giugno 2023, per 18,4 miliardi. Si tratta dei due semestri più caldi, perché porteranno al voto e andranno oltre, quando è presumibile che si starà formando o sarà definito il prossimo governo.

Per Draghi è essenziale non lasciare che il Pnrr finisca impantanato in liti elettorali. La parentesi del Quirinale non è stata fortunata per le ambizioni del premier, ma ha lasciato macerie soprattutto nei partiti che condividono senza troppo entusiasmo la larghissima coalizione di maggioranza.

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Nuovo partito centrodestra, Salvini da Berlusconi. Meloni: «Ciò che ha fatto Matteo è folle»

martedì, Febbraio 1st, 2022

di Marco Cremonesi

Il progetto di una forza «repubblicana». Ma l’ex premier è cauto Forza Italia punta anzitutto a federare altre sigle di centro

Alla fine, Silvio Berlusconi e Matteo Salvini si sono incontrati. Ma l’incontro non basta a rasserenare gli animi dentro al centrodestra. Anche perché Giorgia Meloni non nasconde l’ira per come è andata la partita del Quirinale: «Non intendo fare buon viso a cattivo gioco», quel che ha fatto Salvini «è folle, nel merito e nel metodo, eravamo d’accordo sul no alla rielezione di Mattarella». Ed è tutto da vedere se Fratelli d’Italia si presenterà con la vecchia alleanza nei collegi uninominali: «Vedremo, io oggi ho una difficoltà oggettiva — prosegue Meloni —, se si sta nel centrodestra non si può scegliere il centrosinistra». A completare il quadro, il rischio che la Lega faccia cadere la giunta ligure guidata da Giovanni Toti: «Ci ha pugnalati» dice il leghista Edoardo Rixi.

Salvini ieri sera è andato a trovare ad Arcore il leader azzurro appena uscito dall’ospedale San Raffaele. Soltanto il tempo potrà dire se la «visita affettuosa» avrà davvero «riaffermato la vicinanza umana e politica», come si legge in una nota. Su quella umana non ci sono dubbi, ma quella politica dovrà essere sperimentata. Dopo la rottura sul Quirinale, con il nome di Elisabetta Belloni vissuto come un affronto da Berlusconi, le comunicazioni anche telefoniche con Salvini da venerdì si erano interrotte. E il nervosismo, la diffidenza, è rimasta per almeno una parte del tempo passato dal leader della Lega ad Arcore. E così, dopo i convenevoli e le spiegazioni, Salvini ha illustrato la sua idea di un partito repubblicano che riunisca tutto il centrodestra. Ricevendo in cambio una replica un po’ infastidita: «Te l’ho chiesto io il partito unico repubblicano un anno fa, e quasi mi hai riso in faccia…». Era quando, alcuni mesi fa, Salvini aveva lanciato l’idea della federazione, ricevendone il rilancio berlusconiano sul partito unico.

Non si può dire che l’incontro — richiesto da Salvini — sia andato male. Ma Forza Italia politicamente oggi non spalanca le braccia. Anzi, tra i fedelissimi dell’ex premier si ragiona sul leader leghista «venuto a Canossa» per «paura di restare completamente isolato e solo». E così, gli azzurri prendono tempo. Primo, come ha spiegato Berlusconi, perché la sua idea di un partito unico prevedeva anche l’ingresso della Meloni, che invece è sulle barricate. Secondo, perché adesso serve soprattutto «rafforzare Forza Italia», in un cammino appena iniziato: magari federandola con altre forze di centro, progetto a cui si sta lavorando, o comunque muovendosi, in collaborazione sempre più stretta con le componenti centriste di Coraggio Italia, Udc, Noi con l’Italia. Tutti con un occhio ai centristi dell’altro fronte, a partire da Matteo Renzi. Insomma, il partito repubblicano può anche essere alla fine l’approdo del nuovo centrodestra. Ma non ora, non in tutta fretta, non con Salvini che «si intesta il progetto per uscire dall’angolo». E senza dare l’idea di buttarsi tra le braccia di un alleato in difficoltà e numericamente comunque molto più forte: si rischierebbe l’annessione e la fuga dei tanti azzurri che vedono con molto più interesse a un progetto che veda FI centrale e non annegata in altre formule.

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Maturità 2022, torna anche la seconda prova scritta (ma sarà diversa da scuola a scuola)

martedì, Febbraio 1st, 2022

di Gianna Fregonara

Pronta l’ordinanza per l’esame di stato del prossimo giugno. Ci sarà il tema e anche l’orale, ogni commissione deciderà la seconda prova in base al programma svolto. Bianchi: dobbiamo tornare alla normalità gradualmente. La protesta degli studenti

È finalmente pronta la bozza dell’ordinanza per l’esame di Stato che comincia il 22 giugno 2022. Ci saranno tutti e due gli scritti come prima del Covid, ma la seconda prova sarà differenziata da scuola a scuola: saranno le singole commissioni a decidere (qui — invece — il protocollo del 2021).

Torna la seconda prova

La sessione d’esame avrà inizio il 22 giugno alle 8.30, con la prima prova scritta di italiano, che sarà predisposta su base nazionale. La prova proporrà sette tracce con tre diverse tipologie: analisi e interpretazione del testo letterario; analisi e produzione di un testo argomentativo; riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo su tematiche di attualità. Il 23 giugno si proseguirà con la seconda prova scritta, diversa per ciascun indirizzo, che avrà per oggetto una sola disciplina tra quelle caratterizzanti il percorso di studi. Le discipline saranno comunicate al termine dell’iter formale delle Ordinanze. La seconda prova sarà predisposta dalle singole commissioni d’esame, quindi da ogni singolo istituto, per consentire una maggiore aderenza a quanto effettivamente svolto dalla classe e tenendo conto del percorso svolto dagli studenti in questi anni caratterizzati dalla pandemia.

I commissari interni

È previsto il colloquio, che si aprirà con l’analisi di un documento o un testo scelto dalla commissione. Nel corso dell’orale il candidato dovrà dimostrare di aver acquisito i contenuti e i metodi propri delle singole discipline e di aver maturato le competenze di educazione civica. la seconda parte prevede l’analisi, con una breve relazione o un lavoro multimediale, delle esperienze fatte nell’ambito dei Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (Pcto). La commissione sarà composta da sei commissari interni e un Presidente esterno.

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Covid e immunità innata, scoperto un nuovo meccanismo di resistenza alla malattia

martedì, Febbraio 1st, 2022

di Luigi Ripamonti

Scoperto un nuovo meccanismo di resistenza del nostro organismo nei confronti del virus Sars-Cov2 che potrebbe portare alla messa a punto di nuovi farmaci e di nuovi marker per valutare la gravità della malattia.

È il risultato di una ricerca internazionale, pubblicata su Nature Immunology e coordinata dall’Istituto Humanitas e dall’Ospedale San Raffaele di Milano, che ha coinvolto anche Fondazione Toscana Life Science con Rino Rappuoli, l’Istituto di Ricerca in Biomedicina di Bellinzona e la Queen Mary University di Londra. L’attenzione degli scienziati si è focalizzata in particolare sulla Mannose Binding Lectin (in sigla Mbl), uno dei cosiddetti «antenati funzionali degli anticorpi», proteine in grado di aggredire il virus con modalità simili a quelle degli anticorpi veri e propri, che però fanno parte dell’immunità innata.


Immunità innata

L’immunità innata costituisce la prima linea di difesa nei confronti di virus, batteri e non solo. Ne fanno parte cellule del sistema immunitario che con diversi meccanismi aggrediscono gli agenti patogeni organizzando una risposta tempestiva nell’attesa che l’organismo si attrezzi per la difesa mirata (immunità adattiva), che si esprime attraverso gli anticorpi veri e propri. Esiste però anche una parte dell’immunità innata formata da molecole circolanti (per questo detta umorale) a cui appartiene, fra le altre, anche Mbl.

Legame con le varianti

«Abbiamo scoperto che Mbl si lega alla proteina Spike del virus e la blocca — spiega il professor Alberto Mantovani, direttore scientifico di Humanitas e docente di Humanitas University —. E abbiamo verificato che è in grado di farlo con tutte le varianti testate, compresa Omicron».«Ciò è reso possibile dal fatto che Mbl si aggancia a determinati “zuccheri” della proteina Spike, che non cambiano da variante a variante» precisa Elisa Vicenzi, capo dell’ Unità Patogenesi Virale e Biosicurezza dell’Irccs Ospedale San Raffaele, che aggiunge: «In vitro Mbl si è dimostrata poco meno potente degli anticorpi prodotti da pazienti guariti da Covid». «Con la professoressa Cecilia Garlanda , che ha partecipato al coordinamento dello studio, stiamo procedendo a ottimizzare Mbl per capire se sarà possibile trasformarla in un farmaco» riprende Mantovani. «La strada è lunga ma è importante cercare di avere altre armi a disposizione contro il virus. Fra l’altro Mbl è già stata infusa da altri ricercatori e clinici come terapia in soggetti con completo deficit genetico ed è stata ben tollerata».

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Tito Stagno è morto: il giornalista che annunciò lo sbarco sulla Luna aveva 92 anni

martedì, Febbraio 1st, 2022

Il giornalista aveva 92 anni. Celebre per aver fatto la cronaca dell’allunaggio, il 20 luglio 1969, poi ha diretto la Domenica Sportiva: fu per decenni uno dei volti più celebri della Rai

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È morto il giornalista, telecronista sportivo e conduttore televisivo Tito Stagno: aveva 92 anni. Nel 1969, in una leggendaria diretta sulla Rai, raccontò agli italiani lo sbarco sulla Luna. In seguito, si è dedicato alla cronaca sportiva, sempre per la Rai, di cui è stato per anni uno dei volti più riconoscibili e apprezzati.

«Può vantare una carriera ricca di interviste, inchieste, reportage (fu lui a seguire Paolo VI nello storico viaggio in Terrasanta), eventi speciali di ogni genere, compresa la direzione della Domenica Sportiva», scriveva di lui Gian Antonio Stella nel 2019, in un’intervista realizzata in occasione dell’anniversario dello sbarco sulla Luna . Un evento storico, che lui raccontò in una diretta dalla durata impressionante: 28 ore e 20 minuti. «Il mondo intero, in quel momento, uscì alla finestra a vedere il cielo. Da Singapore a Cagliari: “Siamo andati sulla Luna”!», ricordava Stagno a 50 anni di distanza.

In una delle sue ultime interviste, pubblicata dal Corriere nella primavera del 2020, disse: «Credo che le persone mi guardino ancora oggi con simpatia perché sanno di essere state il mio unico punto di riferimento. Nel linguaggio conta la chiarezza, ma anche la scelta delle parole».

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