Archive for Febbraio, 2022

Di Maio lancia la sfida a Conte per la guida del M5S

domenica, Febbraio 6th, 2022

Federico Capurso

Con una lettera indirizzata a Giuseppe Conte e a Beppe Grillo, Luigi Di Maio annuncia le dimissioni dal Comitato di garanzia del Movimento 5 stelle, di cui era presidente. Un passo indietro per una tregua. O meglio, una trasformazione della sua guerra con Conte: combattuta in campo aperto nell’ultima settimana e adesso, invece, destinata a tornare sotterranea. Perché se da una parte Di Maio cede un prezioso ruolo di potere, dall’altra si mostra come nuovo punto di riferimento dell’opposizione interna al partito: «Anche chi la pensa in maniera diversa deve avere spazio e la possibilità di esprimere le proprie idee. È fondamentale ascoltare le tante voci esistenti, e mai reprimerle». Si dice quindi pronto a «sostenere il nuovo corso, ma mantenendo la libertà di alzare la mano e dire cosa non va bene e cosa va migliorato». E attacca chi ha «provato a colpire e screditare». I parlamentari che gli sono vicini esaltano il «gesto distensivo per un confronto» e Di Maio, parlando con loro, ricorda la necessità di dialogo, anche per iniziare a parlare di temi, e chiede di «rimanere uniti per evitare l’esplosione dei gruppi».

La reazione di Conte è tutt’altro che conciliante. La affida a una nota, che viene firmata a nome del Movimento 5 stelle, in cui commenta le dimissioni come un «gesto dovuto e giusto», viste le «gravi difficoltà a cui ha esposto la nostra comunità», e si rinfacciano al ministro degli Esteri «percorsi divisivi e personali, tattiche di logoramento che minano l’unità e la forza politica del Movimento». Poi, con i suoi, si mostra soddisfatto del punto messo a segno, ma sa che non si può definire una vittoria piena. «Non accetterò guerre di logoramento – dice infatti a chi gli è vicino -. Un conto è avere opinioni diverse e discuterne, un conto è sabotare la linea comunemente decisa e condivisa». L’ex premier sa che Di Maio ha pagato un prezzo alto, ma è anche cosciente che ha ottenuto più di quanto sperasse. Il ministro degli Esteri ha creato un nuovo spazio in cui muoversi nel Movimento, quando sembrava ormai ai margini e soprattutto ha guadagnato tempo, utile ad aprire un percorso di logoramento della leadership di Conte che culminerà tra maggio e giugno, con i referendum sulla giustizia e con le elezioni amministrative. Due partite sulle quali il ministro degli Esteri da giorni scommette: «Conte si andrà a schiantare».

Ma Di Maio ottiene anche qualcosa di più importante e, forse, di insperato: il ritorno ad una nuova centralità di Grillo. Il fondatore interviene per la seconda volta in pochi giorni. Stavolta non per fare da arbitro tra i due litiganti, ma per tracciare la strada futura che dovrà percorrere il Movimento, dettando i temi politici sui quali dovrà concentrare i suoi sforzi. Insomma, fa il leader, nonostante ce ne sia già uno nel partito. Chiede a tutti di abbandonare «gli ardori giovanili» e di «passare alla maturità». Una frase che in molti, nel Movimento, interpretano come una sconfessione di quel desiderio di ritorno alla radicalità di un tempo, che ha riavvicinato nelle ultime settimane Conte e Alessandro Di Battista. Poi fissa un’agenda politica ispirata alle Lezioni americane di Italo Calvino, con cinque stelle polari: «Leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità e molteplicità». Ognuna di queste stelle contiene un elenco di idee, proposte politiche, progetti, tra le quali propone la «rotazione o limiti alla durata delle cariche, anche per favorire una visione della politica come vocazione e non come professione». Un passaggio che ha richiamato la questione del doppio mandato, che agita le truppe di Camera e Senato.

Finora il fondatore era rimasto in silenzio. Ora che Conte è in difficoltà, invece, sceglie di tornare a dettare la linea. E nei vasi comunicanti del potere grillino, il passo in avanti del garante rischia di tradursi in un indebolimento della leadership di Conte. L’ex premier, «quando ha letto il post di Grillo con la lista di cose da fare, non era entusiasta», racconta una fonte interna al partito. I parlamentari a lui più vicini cercano di smorzare: «Grillo è il nostro ideologo. Ha sempre fatto così. Poi, di rado le sue idee si rivelano realizzabili, ma servono a ispirarci».

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La Repubblica dello status quo tra Amadeus e Mattarella

domenica, Febbraio 6th, 2022

MASSIMO GIANNINI

Tra vent’anni, quando ripenseremo a questo scorcio di 2022, ci torneranno in mente due momenti topici e antitetici. Un Festival di Sanremo trasformato in allegoria della rinascita da un rito televisivo consolatorio, liberatorio, quasi rivoluzionario. Una Repubblica parlamentare convertita in monarchia costituzionale da un sistema politico sfibrato, delegittimato, quasi pietrificato. Mi rendo conto, l’accostamento è ardito o persino sacrilego. Ma è il calendario che ha sovrapposto i due eventi, che paiono l’alfa e l’omega di un Paese irrisolto.

Partiamo da Sanremo. Non conta se sia bello o sia brutto. Chissenefrega dei sepolcri imbiancati in platea o delle auto-marchette Rai in batteria. Dobbiamo essere grati comunque ad Amadeus. Il formidabile successo di questa edizione va al di là della sbornia dell’Auditel. Se è vero che il Festival è tutto quello che sappiamo, lo specchio dell’Italia, l’autobiografia della Nazione, allora bisogna riconoscere che stavolta è molto più avanti. Sarà il bisogno di ossigeno dopo due anni di pandemia, sarà la mente prigioniera della paura che vuole evadere. Sta di fatto che il monumentale trolley ovarico costruito sul palco dell’Ariston è capace di generare la qualunque. Quest’anno tutto è fluido e si mescola, nel caleidoscopio dei messaggi vocali e visivi. Vecchi e giovani, maschi e femmine, omo ed etero, tradizione e trasgressione. No Gender, No Party, No Limits. Un Festival “liquido”, come direbbe Bauman. “Panta Rei”, come canterebbe Gabbani (era Eraclito, ma ormai è lo stesso). È finito il tempo in cui erano “solo canzonette”. Qui siamo oltre il costume sociale: siamo nella costituzione materiale. Dove le cose sono già cambiate e cambiano ogni giorno.

Senza aspettare lo Ius soli o la legge Zan. Cito un magistrale Carlo Massarini di due giorni fa, sul nostro giornale: Sanremo è un pendolo che oscilla tra il “chi cazzo è questo” e il “minchia quanto è invecchiato”. Devi schierare due se non tre generazioni, per capire. Fortunatamente il “suo” Marco ha sedici anni, vive sui social e quindi quando comincia a cantare uno che non hai mai sentito nominare, lui invece sa. Questo viene da Tik Tok, quello ha vinto quel contest, quell’altro ha due milioni di follower. È la Generazione Zeta che reclama il suo posto nel mondo. Come, del resto, fanno i centomila studenti che hanno invaso pacificamente le piazze d’Italia. Tu sei anziano, loro sono ragazzi: ma ci ritroviamo tutti qui, sullo stesso palco, a condividere questa cosa complicata che chiamiamo vita. Ad ascoltare, senza l’obbligo di dover giudicare. A cercare di imparare qualcosa, l’uno dall’altro. Certo, intorno al podio si aggirano ancora i padri nobili e le madri costituenti: Morandi e Ranieri, Zanicchi e Bertè. Ma intorno la scena si colora e si popola di Mahmood e di Blanco, di Matteo Romano e di Dargen D’Amico, di Irama e di Rkomi. In mezzo c’è Jovanotti: l’ex “ragazzo fortunato”, non più brillante promessa e non ancora venerato maestro (secondo la storica classificazione del compianto Eddy Berselli), ma trait d’union ideale tra i padri e i figli.

Spostiamoci a Roma, adesso. Che messaggio arriva dalla sfida del Quirinale che tutto doveva cambiare? Lo scampato pericolo, questo è chiaro e l’abbiamo detto. Per come si erano messe le cose, la permanenza di Mattarella sul Colle e di Draghi a Palazzo Chigi è garanzia di solidità per le istituzioni, di affidabilità per i cittadini, di credibilità per i mercati e le cancellerie internazionali. Quanto aiuti l’Italia questo secondo mandato del Capo dello Stato l’abbiamo capito una volta di più ascoltando il manifesto che ha letto alle Camere nel giorno del giuramento: una lezione morale intensa, un’agenda politica densa. E quanto serva agli italiani la prosecuzione del mandato del premier l’abbiamo compreso di nuovo nei giorni successivi. Quel “capisco le vostre ragioni, ma queste sono scelte necessarie e per questo le faremo nonostante il vostro dissenso”, sbattuto in faccia ai ministri leghisti contrari all’ultimo decreto anti-Covid. Poi quel no secco a Salvini e Conte sul nuovo scostamento di bilancio, in un Paese che ne ha già fatti sette in sedici mesi, con una spesa aggiuntiva di 185 miliardi. Due indizi confortanti sulla ripartenza del governo, pronto ad agire e fermo nel reagire alle pressioni dei partiti in un anno critico di campagna elettorale.

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Non è un Paese per donne: si laureano prima e meglio, ma faticano a trovare lavoro

domenica, Febbraio 6th, 2022

LUCA MONTICELLI

ROMA. C’è un incrocio pericoloso tra questione meridionale e questione femminile: al Sud lavora solo una donna su tre. L’allarme arriva da un rapporto di Confcommercio che rilancia i dati Istat: il tasso di occupazione delle donne nella fascia 15-64 anni nel Mezzogiorno è al 33,2%, contro il 59,2% al Centro-Nord e il 63% in Europa: 30 punti in meno rispetto alla media dei paesi dell’Unione.

«Per anni abbiamo sentito parlare del Sud come zavorra del Paese, dove era inutile investire nello sviluppo o nei servizi: questo è il risultato», dice a La Stampa Mara Carfagna, ministra per il Sud e la Coesione territoriale, che aggiunge: «Si scandalizza solo chi legge questi dati per la prima volta».

Scorrendo i numeri del 2019, elaborati per costruire lo studio, si scopre che c’è «un sud del sud» rappresentato dalla Calabria, dove il tasso di occupazione femminile è sceso dal 31 del 2017 al 30,3% pre pandemia. A livello nazionale le cose non vanno meglio. Se si prendono le tabelle Eurostat riferite al 2020, con il Covid la situazione si è aggravata. L’Italia resta la Cenerentola d’Europa (peggio fa solo la Grecia) con un tasso di occupazione femminile complessivo al 49%, tornato sotto la soglia del 50% dopo sette anni di continuo aumento, quando nel 2013 si attestava al 46,5%. Il divario con gli uomini supera ormai il 18%. Il terzo trimestre del 2021 mostra un rimbalzo che riporta ai livelli del 2019, comunque bassi. Un mondo totalmente diverso se si guarda alla Germania che vanta il 73% delle donne occupate.

Il gender gap italiano si misura anche nelle retribuzioni. Secondo Almalaurea le studentesse si laureano prima e con voti più alti, sono di più dei colleghi maschi, seguono tirocini ed esperienze all’estero, eppure fanno fatica a trovare un lavoro e quando ci riescono guadagnano in media il 20% in meno.

Penalizzate le donne con figli: le coetanee che non ne hanno contano il 25% in più di assunte. A conferma delle discriminazioni che si consumano in azienda, c’è il dato inserito dal ministero dell’Economia nell’ultimo bilancio di genere: quasi un milione e novecentomila donne ha un contratto part time involontario, mentre gli uomini a cui è stata imposta la riduzione dell’orario sono 849 mila, neanche la metà.

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Francesca Lollobrigida argento nei 3000 metri di pattinaggio velocità

domenica, Febbraio 6th, 2022

dal nostro inviato Mattia Chiusano

PECHINO – Un cognome italiano illustre, per la prima medaglia italiana alle Olimpiadi 2022. Francesca Lollobrigida, lontana parente dell’attrice Gina, è argento nei 3000 metri del pattinaggio di velocità nell’Oval di Pechino. Abbinata in pista alla favorita e futura medaglia d’oro, l’olandese Irene Schouten, la romana – che lunedì festeggerà 31 anni – ha condotto la gara fino ai 2200 metri, per poi riprendersi il secondo posto difendendolo dal tempo fatto segnare in precedenza dalla canadese Isabelle Weidemann.

“Sapevo di essere più veloce di Schouten, la più forte che c’è, nella prima parte di gara” commenta l’azzurra, “e per questo ho voluto stressarla all’inizio. Le ho dato filo da torcere fino all’ultimo giro. È stato un tira e molla, ma alla fine è arrivata una medaglia che è ancora meglio del bronzo che immaginavo. Per me vale come oro: in Italia a causa del Covid non abbiamo vissuto anni belli, l’anno scorso siamo sempre stati in bolla, non potevamo muoverci, ci siamo dati forza a vicenda con gli altri azzurri. Per questo la mia dedica è anche per loro, non solo per mio marito e la mia famiglia”.

Francesca Lollobrigida, una volata d’argento

L’azzurra è seconda nei 3000 metri di pattinaggio di velocità, è la prima medaglia italiana a Pechino

Per l’Italia si tratta della prima medaglia femminile in uno sport legato soprattutto ai due ori di Enrico Fabris a Torino 2006. Da anni si sapeva del valore di Lollobrigida, ma l’appuntamento della consacrazione alle Olimpiadi di PyeongChang si è trasformato nella delusione del settimo posto della mass start. In queste stagioni Francesca è venuta a patti con lo staff della Nazionale, allenandosi come unica donna insieme agli uomini. Si è sposata con Matteo, che progettava impianti elettrici e fotovoltaici ed ora è diventato allenatore e preparatore di una squadra di calcio a Ladispoli, dove la coppia vive: “Ed è così rilassanti svegliarsi e vedere il mare” spiega l’azzurra, “quando sei abituato ad allenarti sempre tra i monti”.

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Sabrina Ferilli e il non-monologo a Sanremo: “Sono qui per la mia storia, e ho scelto la leggerezza che non è superficialità”

domenica, Febbraio 6th, 2022

Scherzi e battute con Amadeus, Sabrina Ferilli fa il suo esordio sul palco dell’Ariston nel ruolo di madrina e co-conduttrice della quinta e ultima serata del Festival di Sanremo. A lei tocca presentare Iva Zanicchi, in gara con Voglio amarti, ma prima si rivolge al conduttore: “Come fai a stare ancora in vita? – chiede a Amadeus – Tu non sei normale, fai delle maratone di dieci, quindici ore al giorno… Mentana ti fa un baffo!” scherza l’attrice. Poi toglie la giacca al conduttore: “Dove ce le hai? Dove hai le pile? Secondo me, tu vai nel camerino e ti ricaricano, anzi: quando lui va lì dietro – dice rivolgendosi al pubblico – non ci va per bere ma perché lo ricaricano, c’è la colonnina. E’ un ibrido, un fenomeno!”. E prima di presentare Iva Zanicchi, una battuta riferita alla rielezione del Presidente della Repubblica. “Amadeus, se decidi di non fare più il Festival, questa serata la devi fare brutta brutta brutta perché se questi della Rai non decidono chi ti può sostituire, ri richiedono di tornare e ti fai altri sette anni, perché hai visto come butta in Italia”.

Ma è più tardi che l’attrice si produce in un monologo, anzi, un non-monologo che presenta dicendo, appunto, “Non ho monologhi stasera”. Seduta sui gradini della scalinata del palco, accanto a lei Amadeus, Sabrina Ferilli spiega: “Sono stati due anni molto duri, monologhi ce ne siamo fatti anche tanti, molti temi anche fra i più belli sono stati già toccati dalle mie bravissime colleghe. E allora – continua – mi sono messa a pensare che cosa avrei potuto dire”.

Sanremo 2022, Sabrina Ferilli show: dal ‘non monologo’ sulla leggerezza allo sketch con il figlio di Amadeus

“Ho pensato che avrei potuto parlare di famiglie, di donne che fanno tanto, hanno i figli, lavorano, educano, una roba articolata, ma io figli non ce li ho, sono un’attrice avviata, c’ho pure un marito benestante, perché devo andare sulle palle a loro”, spiega Sabrina. “Avrei potuto parlare di uomini che hanno troppo potere ancora, decidono pe le donne, occupano tutti i livelli della gerarchia lavorativa: allora, ho pensato, chiedo se posso far fare un monologo agli uomini che comandano, non mi sembrava il caso”.

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Mahmood e Blanco vincono Sanremo 2022 con la canzone ‘Brividi’, seconda Elisa, terzo Gianni Morandi

domenica, Febbraio 6th, 2022

Sono Mahmood e Blanco con Brividi i vincitori della 72esima edizione del Festival di Sanremo. Seconda Elisa con O forse sei tu, terzo Gianni Morandi con Apri tutte le porte. Per Mahmood è la terza volta, dopo la vittoria a Sanremo Giovani nel 2018 con Gioventù bruciata seguita da quella del 2019, tra i Campioni, con Soldi. Mahmood e Blanco si guadagnano anche la partecipazione all’Eurovision Song Contest in progamma a Torino dal 10 al 14 maggio.

(ansa)

Sanremo 2022, la diretta della quinta serata

Elisa con il Premio “Sergio Bardotti” (ansa)

La classifica finale

Le pagelle: i voti della serata finale

Gianni Morandi, terzo classificato (agf)

Elisa conquista il secondo posto a 21 anni dalla vittoria con Luce. Per Gianni Morandi invece si tratta della seconda vittoria all’Ariston dopo quella del 1987, insieme a Umberto Tozzi e Enrico Ruggeri con Si può dare di più. Ma Morandi è stato anche conduttore del Festival, nel 2011 e nel 2012. 

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Figliuolo: “Il virus arretra. Ora negli ospedali torni la normalità”

domenica, Febbraio 6th, 2022

di Elena Dusi

Dall’alto del picco della quarta ondata, il generale Figliuolo si guarda alle spalle: «L’accelerazione sulle terze dosi in autunno ci ha messo al riparo dalle peggiori conseguenze di Omicron». Poi lancia un’occhiata al futuro: «Quasi tutte le fasce d’età sono vicine al 90%. Ora tocca ai bambini, ancora al 34%. Il vaccino è importantissimo anche per loro». Quando li ha incontrati, negli hub pediatrici, il Commissario Straordinario per l’emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo non li ha trovati spaventati: «Più che altro incuriositi dal mio cappello da alpino». Anche se al momento la quarta dose per tutti non è prevista e gli hub andranno a esaurire il loro lavoro, Figliuolo no, non dirigerà il prossimo Sanremo. «Anche se ho gradito l’invito di Fiorello», sorride.

Il premier Draghi ha lodato la campagna vaccinale, premessa per riaprire il paese. Ma è davvero il momento di allentare le redini?

«Ringrazio il Presidente del Consiglio per l’impulso che ha dato a una campagna senza precedenti, senza la quale non si potrebbe parlare di ritorno a una nuova normalità. Con le vaccinazioni abbiamo alzato una barriera contro le conseguenze più gravi del Covid. Oggi vediamo che anche la variante Omicron sta scemando. Le curve di contagi e ricoveri continuano a calare. Il virus però circola ancora. Bisogna tenere alta l’attenzione ora che entriamo in una fase più favorevole, in cui le risorse sanitarie potranno essere ribilanciate verso la loro naturale destinazione: la cura delle patologie gravi e la prevenzione».

Con tanti contagi sembra che i vaccini non abbiano funzionato al meglio. Come sarebbe stata invece la quarta ondata senza di loro?

«Omicron ha causato una forte impennata di contagi, ma non un aumento altrettanto repentino dei ricoveri, proprio grazie alla copertura così ampia. Se non avessimo accelerato sulle terze dosi, con un numero di somministrazioni giornaliere notevole, i ricoveri avrebbero avuto ben altro andamento. Le conseguenze le avremmo viste sugli ospedali, ma anche sull’economia».

Anche dopo la terza dose gli anticorpi calano nel giro di qualche mese. Ci aspetta una quarta vaccinazione di massa?

«Una quarta vaccinazione come le precedenti non è prevista per il prossimo futuro. Ma il sistema delle somministrazioni ha dato buona prova di sé. Credo che si farà trovare pronto per qualsiasi evenienza».

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Patto Russia-Cina nel nome del gas: alle Olimpiadi di Pechino nasce l’asse contro la Nato

sabato, Febbraio 5th, 2022

di ELENA COMELLI

Il presidente russo, Vladimir Putin, e il suo omologo cinese, Xi Jinping, si sono incontrati ieri a Pechino per siglare un accordo energetico che vedrà la Russia impegnata in una maxi-fornitura di gas e petrolio al potente vicino cinese. L’incontro, tenuto approfittando della presenza di Putin all’apertura dei Giochi olimpici invernali, è servito a mostrare al mondo che le relazioni tra Mosca e Pechino godono di ottima salute e vanno al di là degli aspetti puramente economici. Per il presidente cinese, Putin è passato dall’essere “uno degli amici più vicini” al grado di “migliore amico”, mentre il presidente russo ha registrato il rafforzamento delle relazioni bilaterali, salite “ai livelli più alti della storia”. I due leader hanno anche rilasciato una dichiarazione congiunta in cui accusano la Nato e i Paesi occidentali di “destabilizzare” l’equilibrio internazionale.

Il riferimento è alla crisi ucraina, ma anche all’Aukus, l’alleanza militare tra Usa, Gran Bretagna e Australia, in funzione anti-cinese. Putin e Xi hanno discusso di quelle che il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha definito “tensioni forzate intenzionalmente dall’Occidente”. Xi ha riaffermato il suo sostegno alle proposte di Mosca di sviluppare garanzie di sicurezza legalmente vincolanti in Europa, ha detto Lavrov ai giornalisti a Pechino. “La dichiarazione congiunta Putin-Xi porta l’intesa sino-russa al livello di un fronte comune per respingere le pressioni degli Stati Uniti su Russia e Cina in Europa, in Asia e nel mondo”, ha commentato Dmitri Trenin, direttore del Carnegie Moscow Center e attento osservatore della politica estera russa.

Come disse Ren Zhengfei, il fondatore di Huawei: “Il miglioramento delle relazioni sino-sovietiche dimostrerà agli Stati Uniti che, anche senza di loro, il mondo continua a girare”. Non a caso, oggi Huawei cerca anche in Russia le tecnologie che il colosso cinese delle telecomunicazioni non può più acquisire in America, mentre nell’Artico russo i finanziamenti cinesi sono diventati i principali sostenitori dei grandi progetti energetici sul fronte del gas naturale liquido – Yamal e Arctic Lng – in cui le sanzioni hanno ridotto la presenza delle major occidentali. Gli stessi cinesi hanno finanziato la costruzione dell’oleodotto Espo, che collega la Siberia orientale al Pacifico.

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Olimpiadi invernali 2022: risultati di oggi in diretta e orari tv. Attesa per il biathlon

sabato, Febbraio 5th, 2022

di GIUSY ANNA MARIA D’ALESSIO

Prima giornata ufficiale (le gare sono iniziate da un paio di giorni) per le Olimpiadi invernali 2022 di Pechino (qui gli orari tv di oggi). Alla fine vince il vento: a causa delle avverse condizioni meteo salta la terza e ultima prova cronometrata della discesa libera maschile, in programma domani alle 4. Soltanto Matthias Mayer, Christof Innerhofer e Aleksander Aamodt Kilde riescono a concludere le rispettive performance, con quest’ultimo che mette a referto il miglior tempo. Giornata di allenamento anche nel salto con gli sci: pure in questo caso il vento ci mette lo zampino, con Giovanni Bresadola che nel normal hill non va oltre gli 82 metri. Tutto facile nel curling per Norvegia e Svezia, che battono rispettivamente Australia e Svizzera nella sessione 7 del doppio misto: al comando della classifica tuttavia resta l’Italia, che può contare su un bottino di 4 vittorie su 4 gare disputate. Nella notte si completa anche il quadro della finale di snowboard slopestyle femminile: ad accedere all’atto conclusivo di domani sono 12 atlete, con la neozelandese Zoi Sadowski-Synnott a guidare il lotto. Attesa per il biathlon, con la staffetta mista in pista alla 10.  Dorothea Wierer e compagni possono crerderci.

Sommario

Risultati live

Curling

La giornata di Pechino (nonché notte italiana) viene aperta dalla sessione 7 del doppio misto di curling. Le gare in programma sono due: Australia-Norvegia e Svizzera-Svezia. Nel primo match tutto facile per la coppia scandinava composta da Kristin Skaslien e Magnus Nedregotten, che hanno la meglio per 10-4 e mettono così a referto la seconda vittoria a fronte di 3 sconfitte. En plein di ko invece per gli australiani Tahli Gill e Dean Hewitt. Bene anche la Svezia, che batte 6-1 la Svizzera: Almida De Val e Oskar Eriksson volano così momentaneamente al secondo posto di una classifica sempre guidata dall’Italia, mentre per Jenny Perret e Martin Rios il computo delle sconfitte sale a 4 a fronte di una sola vittoria in carniere.

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Superbonus, tutto quello che non si può più fare

sabato, Febbraio 5th, 2022

Ignazio Riccio

Le frodi nei confronti del Fisco italiano hanno raggiunto la cifra record di 4 miliardi di euro. A primeggiare sono le truffe sui cantieri edili, numeri che hanno messo in allarme il governo Draghi tanto da aumentare le strette sugli incentivi a costruire e a riqualificare gli edifici già esistenti. Dal 27 gennaio scorso, le imprese possono cedere solo una volta il credito dei bonus edilizi. In pratica, non ci possono essere più le cessioni a catena del passato e questo ha messo in allarme le aziende che si vedono limitare inesorabilmente il raggio d’azione, specialmente per quanto riguarda il Superbonus 110%.Superbonus ucciso dalla troppa burocrazia

Le ulteriori restrizioni

Come riporta il Corriere della Sera, un altro duro colpo è stato assestato dal ministero del Lavoro che ha annunciato norma più stringenti per quanto riguarda la sicurezza sui cantieri. Le ditte che vorranno ricorrere al Superbonus 110% si dovranno attenere strettamente ai contratti collettivi stipulati con le organizzazioni sindacali. Questo significa che ci saranno controlli più pressanti per ciò che concerne le norme di sicurezza sul lavoro. Troppi sono stati gli incidenti negli ultimi tempi e numerose le irregolarità riscontrate nel corso delle verifiche effettuate dall’Ispettorato. Tutto ciò è abbastanza per far stringere ancora di più le maglie da parte del governo. L’altra faccia della medaglia, però, è il rischio di immobilismo da parte delle imprese. I controlli serrati potrebbero scoraggiare gli investimenti, così come la nuova regola dell’unica cessione del credito dei bonus edilizi. La misura adottata ha come scopo quello di ridurre le frodi e il riciclaggio di denaro sporco.

L’eccezione della regola della cessione unica del credito

Come per tutte le norme, comunque, c’è un’eccezione. Si potranno cedere una volta ancora ad altri soggetti quei crediti che, alla data del 7 febbraio 2022, sono stati già oggetto di sconto in fattura o cessione del credito. Ciò sempre che prima del 7 febbraio sia stata inviata la comunicazione all’Agenzia delle entrate che ha reso noto il termine di dieci giorni in più per trasmettere la comunicazione di cessione per i crediti interessati dalla disciplina transitoria prevista dal decreto Sostegni-ter. Non più entro il 6 febbraio, dunque, ma fino al 16 di febbraio.Scattano i controlli della Gdf: detrazioni nel mirino del Fisco

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