Bollette, gas, grano: le conseguenze della guerra in Ucraina per l’Italia
venerdì, Febbraio 25th, 2022di Fiorenza Sarzanini
Bollette energetiche, derrate alimentari, blocchi stradali, profughi: l’attacco russo in Ucraina rischia di provocare conseguenze pesantissime per l’Italia. Perché si impenna il prezzo del gas e delle materie prime, sale quello del carburante e già prima dell’attacco gli autotrasportatori avevano bloccato la circolazione e minacciato altre azioni. Il governo ha stanziato 80 milioni , ma il rischio di nuovi blocchi non è scongiurato. I fronti aperti, che il Consiglio dei ministri analizzerà oggi, sono diversi. Con il pericolo ormai concreto di una nuova emergenza legata all’accoglienza dei profughi.
Le bollette
Il prezzo del gas naturale in Europa si è impennato del 30,5% in poche ore, in salita il costo di tutte le materie prime e il petrolio Brent a 104 dollari supera un’altra soglia psicologica. Gli scenari di guerra fanno prefigurare un’accelerazione dell’inflazione. E si può prevedere che nel giro di due mesi salirà in maniera considerevole il prezzo delle forniture di gas e quindi l’ammontare delle bollette con un aggravio considerevole per le famiglie.
Le derrate
I dati della Borsa di Bologna, che misura il prezzo delle derrate, sono eloquenti: +4/8 euro il grano tenero, +10 euro il mais, +6 euro il sorgo, +10 euro la soia, +7 euro l’orzo. Il costo delle materie prime peserà inevitabilmente sul prodotto al dettaglio. Furio Truzzi, presidente di Assoutenti fa i conti: «La pasta, che già a gennaio ha subito un rincaro del +12,5%, potrebbe arrivare a costare il 30% in più rispetto allo scorso anno; il pane, rincarato del +3,7% lo scorso mese, potrebbe subire aumenti del +10%, così come biscotti, dolciumi e prodotti derivati».
I blocchi stradali
Il governo ha comunicato ieri sera di aver stanziato 80 milioni di euro per tendere la mano agli autotrasportatori che da tre giorni, quindi prima dell’inizio del conflitto, avevano cominciato a protestare contro l’aumento del prezzo del carburante. Era stato il presidente delle Regioni Massimiliano Fedriga a chiedere un intervento urgente contro quei blocchi stradali che rischiano di paralizzare le consegne con l’inevitabile stop nella produzione di beni essenziali. Di questi soldi richiesti dal ministero delle Infrastrutture «20 milioni saranno utilizzati per i pedaggi, 5 milioni serviranno ad implementare la deduzione forfettaria per le spese non documentate». Si ragiona anche su un «credito d’imposta pari al 15 % al netto dell’Iva finalizzato all’acquisto dell’Ad-Blu (additivo per diesel) per un investimento complessivo di oltre 29 milioni di euro, un credito d’imposta pari al 20 % al netto dell’Iva per sostenere l’acquisto di Gnl (gas naturale liquefatto), con un investimento complessivo di 25milioni di euro». Misure che potrebbero essere ritenute però non sufficienti se la crisi durerà a lungo e per questo il Viminale ha già allertato i prefetti per scongiurare proteste simili a quelle che ieri hanno paralizzato l’autostrada A1.