Archive for Ottobre, 2022

Il 25 ottobre ci sarà l’eclissi solare: cos’è e come osservarla

mercoledì, Ottobre 19th, 2022

Alessandro Ferro

Il 25 ottobre ci sarà l'eclissi solare: cos'è e come osservarla

Sarà un evento da non perdere ma prendendo le opportune cautele per la vista: martedì prossimo potremo osservare dall’Italia un’eclissi parziale di Sole. Come spiegano gli esperti di Edulnaf, il picco massimo dell’oscurità (fino al 20%) si osserverà intorno alle 12.20 con le regioni settentrionali e orientali maggiormente favorite dal fenomeno. La mappa in 3D a cura di Timeanddate mostra quali sono le aree del pianeta dove il disco solare si oscurerà maggiormente: si tratta della Russia europea e del Kazakhstan con l’80% di copertura del Sole. In Italia le percentuali oscillerranno tra il 20,89% di Bolzano e il 9,17% che vedranno gli abitanti di Sassari.

Cos’è l’Eclissi solare

Il fenomeno astronomico dell’eclissi solare si verifica quando la Luna si trova in mezzo tra la Terra e il Sole: a quel punto la sua ombra viene proiettata sul nostro pianeta e ne viene oscurato il Sole. L’eclissi può essere di tre tipi: parziale, totale o anulare. Come avverrà il 25 ottobre, nel primo caso a essere oscurata è soltanto una parte del Sole: questo avviene quando non c’è un totale e perfetto allineamento con la Luna, come accade quando invece si parla di eclissi totale e anulare. Quest’ultimo caso si verifica quando la Luna si trova nel punto più lontano della sua orbita (chiamato apogeo) e il suo cono d’ombra non arriva fin sulla Terra perché “il diametro angolare del disco della Luna si mantiene minore di quello solare”, come viene spiegato dagli astronomi. Ciò significa che l’anulare si verifica soltanto quando Sole, Luna e Terra si trovano tutti e tre allineati con la Luna che si trova alla massima distanza dalla Terra. Quando si verificano tutte queste condizioni, il nostro pianeta non fa parte del cono d’ombra lunare e rimane visibile soltanto un sottile anello di luce solare.

Ogni quanto avviene

Come detto, il fenomeno avviene quando si creano, contemporaneamente, le condizioni astronomiche per cui il disco del Sole viene oscurato. In questo senso non esiste una regola: a volte il fenomeno si può verificare una volta ogni anno e mezzo, altre volte anche in due occasioni nello stesso anno. Se non si verifica un’eclissi solare in Italia non vuol dire che non sia avvenuta in altre parti del mondo: il prossimo martedì, per esempio, sarà soltanto una porzione d’Europa a poter osservare il fenomeno. Questo perché per la grandezza ma soprattutto per la sfericità della Terra è impossibile che un’eclissi possa essere visibile contemporaneamente da qualsiasi parte del globo. Non accadrà nulla negli Stati Uniti e in Sud America così come in Australia. L’ultima eclissi si è verificata il 30 aprile scorso e ha interessato le aree del Sudafrica e dell’Oceano Pacifico.

Come si può osservare

“Osservare un’eclissi è un evento indimenticabile, non potevamo sperare di meglio per iniziare la terza stagione della serie ‘Il cielo in salotto’. Un’eclissi visibile anche nei nostri cieli, la partecipazione entusiasta di tanti telescopi e colleghi da tutta Italia, la collaborazione di partner d’eccezione che ci mostreranno l’evento da quasi tutto il mondo”, ha affermato all’Agi Livia Giacomini, direttore responsabile di EduInaf. Come detto in apertura, però, attenzione alla modalità in cui si alzano gli occhi al cielo. “Non si deve mai osservare l’eclissi guardando il Sole a occhio nudo. Per evitare danni alla vista è necessario utilizzare opportuni sistemi di protezione e/o strumenti per l’osservazione sicura del Sole”, aggiunge la Giacomini.

Come abbiamo visto sul Giornale.it, il prof. Matteo Piovella, presidente della Società Oftalmogica Italiana (Soi), aveva consigliato di osservare l’eclissi “utilizzando occhialini speciali appositamente studiati per proteggere l’occhio o anche gli occhiali usati per la saldatura classificati con valore 14 o più”. Assolutamente bocciati i metodi fai-da-te come l’uso di un vetro affumicato, “strategia molto diffusa ma inutile e pericolosissima”

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Il Terzo polo è già fuso. Calenda al Colle da solo. Renzi parte per l’estero

mercoledì, Ottobre 19th, 2022

Laura Cesaretti

«Ma quale gelo tra me e Renzi? É proprio destituito di ogni fondamento», dice Carlo Calenda. «Ci sentiamo tutti i giorni. È incredibile che si facciano deduzioni sulla delegazione».

Dal Terzo Polo si liquidano così le voci di «dissapori» tra i due leader, «gonfiate ad arte dal Pd», accusano, dopo l’annuncio che la delegazione che salirà al Quirinale per le consultazioni sarà composta da Carlo Calenda, dalla ex ministra renziana Teresa Bellanova e dai due capigruppo eletti ieri: il calendiano Matteo Richetti alla Camera e Raffaella Paita di Italia viva al Senato. Una divisione dei compiti ovvia, spiega il senatore renziano Ivan Scalfarotto: «Abbiamo deciso insieme, dall’inizio della campagna elettorale, che il ‘frontman’ sarebbe stato Calenda. In che veste Renzi avrebbe dovuto partecipare alle consultazioni? Mica fanno come i due carabinieri che si marcano a vicenda». Tanto più che l’ex premier, si spiega, nei prossimi giorni ha una serie di impegni all’estero, e – incassata l’ennesima clamorosa assoluzione giudiziaria, questa volta per i suoi genitori – sarà in viaggio. Ma «interverrà in aula quando ci sarà il dibattito sulla fiducia – spiega Scalfarotto – Il Terzo Polo procede spedito: a novembre ci sarà la formalizzazione della federazione e andiamo rapidamente verso il partito unico».

Non che tutto fili liscio tra i due leader della formazione riformista, entrambi caratterialmente accentratori e ingombranti: Renzi, abilissimo nelle manovre politiche e parlamentari, è pronto a giocare le sue partite quando ci saranno i margini per farlo (ad esempio nella scelta dei presidenti delle commissioni di garanzia, come il Copasir e la Vigilanza Rai, dove il voto si giocherà su margini molto ristretti e la maggioranza potrebbe dividersi). Mentre Calenda sta attento a non lasciare margini di ambiguità nei rapporti col centrodestra: «Non siamo disponibili» a far parte della maggioranza di governo nel caso in cui la destra rompesse, ha spiegato due sere fa intervenendo a «Che Tempo che fa». «Diciamo no così come abbiamo detto no ai Cinque Stelle». Quanto a Renzi, «bisogna chiederlo a Renzi, ma per noi è no».

Insieme, però, i due denunciano l’inciucio tra Pd e grillini di Giuseppe Conte per spartirsi le cariche istituzionali che spettano all’opposizione, e escludere gli ingombranti terzopolisti dalla partita. Mentre il segretario dem accusa il Terzo Polo di «provocazioni e attacchi insopportabili: sembra che il campo dell’opposizione si debba ridurre a cosa dicono loro di noi. È una cosa francamente insostenibile». La replica di Calenda è secca: «Nessun attacco insopportabile, Enrico.

Ma la constatazione che avete raggiunto accordo con il M5S per spartirvi le vicepresidenze. Amen. Per quanto ci riguarda ti abbiamo mandato un piano sulla riduzione delle bollette proponendo di discuterne insieme. Aspettiamo risposta».

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Le implicazioni del possibile invio dei missili iraniani in Russia

mercoledì, Ottobre 19th, 2022

Paolo Mauri

L’Iran starebbe rafforzando il suo sostegno alla Russia nel conflitto in Ucraina prevedendo l’invio di missili balistici a corto raggio.

Il Washington Post riferisce che secondo gli ufficiali dell’intelligence statunitense e alleata, Teheran avrebbe deciso di inviare non solo droni di vario tipo (tra cui loitering muinitions o droni kamikaze) ma anche missili superficie-superficie di fabbricazione iraniana.

L’aumento del flusso di armi dall’Iran potrebbe aiutare a compensare l’esaurimento degli arsenali russi, messi a dura prova dal lungo corso delle operazioni belliche e dall’embargo sulla componentistica – specialmente per missili – che si è fatto più stringente con l’inizio della guerra. I pesanti attacchi missilistici che hanno interessato città e infrastrutture dell’Ucraina nei giorni scorsi, effettuati come ritorsione per la parziale distruzione del ponte sullo Stretto di Kerch, potrebbero avere ulteriormente dissanguato le riserve di vettori dell’esercito russo, spingendo Mosca ad aprire alla possibilità di ricevere missili iraniani.

Sempre il Wp ci informa che il 18 settembre Teheran ha inviato funzionari in Russia per finalizzare i termini per ulteriori spedizioni di armi, inclusi due tipi di missili balistici, e secondo una valutazione dell’intelligence statunitense e ucraina Teheran si sta preparando per il primo carico di missili Fateh-110 e Zolfaghar.

La fonte appare bene informata, ed è la stessa che lo scorso agosto aveva identificato l’invio in Russia di droni iraniani della serie Shahed e il Mohajer-6, del cui utilizzo in guerra poi abbiamo avuto evidenza. In merito ai droni, i funzionari hanno affermato che l’Iran si sta preparando per nuove consegne tra cui “dozzine” di Mohajer-6 aggiuntivi e un numero maggiore di Shahed-136, le loitering munitions indicate anche come Geran-2 dai russi.

Il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian ha affermato che “la Repubblica islamica dell’Iran non ha e non fornirà alcuna arma da utilizzare nella guerra in Ucraina”, in occasione della telefonata di sabato scorso con la sua controparte portoghese, aggiungendo che “riteniamo che l’armamento di ciascuna parte della crisi prolungherà la guerra”.

Il 3 ottobre, il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Nasser Kanani aveva ripetuto la negazione di qualsiasi coinvolgimento nella fornitura di droni alla Russia affermando che “la Repubblica islamica dell’Iran considera i rapporti sulla consegna di droni alla Russia da utilizzare nella guerra in Ucraina “infondati” e non li conferma”. Le evidenze fotografiche, però, lo hanno smentito.

Come l’Iran, anche la Russia ha respinto i rapporti occidentali sulla spedizione di armi iraniane per il conflitto in Ucraina, con il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, che ha definito tali resoconti “falsi”.

L’Iran possiede uno dei più grandi e diversi arsenali di missili a corto e medio raggio del Medio Oriente. Le versioni più recenti di Fateh-110 e Zolfaghar sono considerate dagli esperti ragionevolmente precise a distanze relativamente brevi: missili di questo tipo sono stati utilizzati in attacchi di ritorsione in Iraq il 13 marzo scorso, a Erbil. L’Iran ha anche fornito gli stessi missili ai ribelli filo-sciiti Houthi nello Yemen che li hanno usati in attacchi contro raffinerie di petrolio e altri obiettivi civili nei paesi vicini del Golfo, specialmente in Arabia Saudita. In particolare il Fateh-110 è l’ultima evoluzione della generazione di missili balistici a corto raggio Zelzal entrato in servizio nel 2004. Esso è a propellente solido ed ha un raggio d’azione massimo di 300 chilometri con una testata del tipo He (High Explosive) o chimica del peso di 500 chilogrammi. Lo Zolfaghar è l’evoluzione del Fateh-110. Svelato nel 2016, ha un raggio d’azione stimato di 700 chilometri ed è anch’esso a stadio singolo e propellente solido; come i suoi predecessori trasporta una singola testata del tipo He o con submunizioni.

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Mai così basso il prezzo del gas da agosto, in due mesi giù del 70%: e allora perché le bollette restano alte? Ecco quando ci sarà il calo

mercoledì, Ottobre 19th, 2022

Sandra Riccio

Prosegue il calo delle quotazioni del gas e l’ipotesi è che gli effetti si vedranno già nelle prossime bollette. Il prezzo registrato oggi al nodo di Amsterdam è in discesa dell’11% e porta i valori a quota 110 euro al megawattora. Si tratta del livello minimo registrato dal giugno scorso. In meno di due mesi il prezzo si è ridotto del 70% e i picchi toccati lo scorso agosto sembrano lontani (353 euro).

L’andamento è stato influenzato da diversi fattori tra cui una prima parte dell’autunno che si sta rivelando mite e ha rimandato l’accensione dei termosifoni. Inoltre i Paesi Ue hanno quasi tutti completato gli stoccaggi (l’Italia è al 94%, la Germania al 96%). Inoltre il price cap è in dirittura d’arrivo. La Ue ha inoltre deciso di indagare su possibili speculazioni sul prezzo del gas. «Non crediamo che la speculazione» sul mercato del gas al momento «sia significativa, tuttavia per verificare davvero i dati abbiamo chiesto all’Acer e all’Esma di coordinare il loro lavoro e condividere le informazioni per basare la nostra valutazione su una buona analisi». Lo ha detto la commissaria europea per i Servizi finanziari, Mairead McGuinness, in conferenza stampa. «Osserviamo con attenzione se ci sono attività speculative che potrebbero richiedere ulteriore attenzione» da parte dell’Ue, ha indicato, evidenziando che è un’azione «importante in tempi di grande incertezza» e di «aumenti di prezzo molto considerevoli».
Quando il calo del prezzo delle bollette
Intanto sul prezzo del gas naturale sono puntati anche gli occhi dei consumatori. La speranza è che i ribassi degli ultimi mesi portino a bollette più leggere (probabilmente a partire da novembre), soprattutto per il gas visto l’avvicinarsi dell’inverno.

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Cagliari, crollata l’aula magna dell’Università: nessun corpo trovato sotto le macerie

mercoledì, Ottobre 19th, 2022

Una palazzina dell’Università di Cagliari è crollata. A collassare alle 22 è stato l’edificio che ospita l’aula magna dell’ex facoltà Geologia, nel complesso di Magistero in via Trentino. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco per verificare – anche con l’utilizzo di droni – che all’interno dell’edificio, frequentato di giorno per le lezioni di Lingue, non ci fosse nessuno. La palazzina si trovava sul retro del corpo centrale, vicino al piazzale che ospita la Casa dello studente. 

Cagliari, crollata l’aula magna dell’università: le immagini dei soccorsi

L’edificio aveva ospitato sino a questa sera alcune lezioni. Secondo quanto appreso gli ultimi studenti sono andati via dalla palazzina che è stata chiusa verso le 20. Il crollo si è verificato verso le 21.50 nell’edificio retrostante l’ingresso principale del complesso che ospita le facoltà umanistiche e l’aula magna della facoltà di geologia. Nessun segnale è stato rilevato dalle squadre dei vigili del fuoco dopo le prime verifiche.

Si sono concluse da pochi minuti le ricerche di eventuali persone sotto le macerie del crollo della palazzina. I vigili del fuoco, con l’aiuto dei cani e dei droni, ma anche con ispezioni sul posto, non hanno trovato tracce che possano far pensare alla presenza di qualcuno rimasto sotto le macerie. Ora verrà messa in sicurezza l’area e si cercheranno di capire le cause del crollo. E’ probabile che tutti gli edifici che si trovano del complesso vengano ispezionati.

Presenti anche il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu e il rettore Francesco Mola. «Alcuni amici mi hanno informato e mi sono avvicinato immediatamente – sono le parole del sindaco –, le immagini sono sconvolgenti, fanno riflettere su quanto davvero la vita di ognuno di noi sia appesa a un filo: poteva succedere qualche ora fa e fare una strage e invece per fortuna è accaduto quando non c’era nessuno. Dobbiamo ringraziare il Signore che ci ha graziati». Il rettore ha detto che «non c’è stato nessun segnale che si potesse verificare quanto accaduto. Gli edifici delle nostre Facoltà vengono ispezionati regolarmente». «Gli studenti – ha aggiunto – hanno fatto l’ultima lezione verso le 17 e poi sono andati via. Quindi , come di consueto, tutti gli edifici vengono ispezionati e, una volta accertato che non vi sia nessuno all’interno, vengono chiusi».

La palazzina, che non ha subito di recente alcun intervento, si trova accanto a un altro edificio a forma di C che ospita altre aule e l’asilo della Facoltà. «Tutto questo edificio limitrofo, come ci hanno già comunicato – fanno sapere i rappresentanti degli studenti – rimarrà chiuso per verifiche».

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Berlusconi, lo show di una vecchia star

mercoledì, Ottobre 19th, 2022

Marcello Sorgi

Al netto del quasi-incidente internazionale sullo scambio di doni con Putin, che ha richiesto una lunga serie di smentite formali, lo show di Berlusconi di ieri pomeriggio tra Senato e Camera ha dato voce all’anima dura del suo partito, guidata dai nuovi capigruppo Ronzulli e Cattaneo e scontenta – lo ha detto lo stesso Cav – per la distribuzione dei collegi uninominali che ha portato la Lega, con gli stessi voti, più o meno, di Forza Italia, ad avere una ventina di parlamentari in più e la Presidenza della Camera per Fontana. Parola d’ordine: “compensazione”, in termini di posti al governo e soprattutto del ministero di Giustizia che Berlusconi vorrebbe assegnato all’ex-Presidente del Senato Casellati, quando sa bene che nell’incontro di ieri con Meloni si è concordato di scegliere Nordio. La lunga intervista per strada davanti alle telecamere aveva chiaramente come primo scopo quello di capovolgere l’immagine di sottomissione uscita dalla visita del Cavaliere in via della Scrofa, sede di Fratelli d’Italia, lunedì. Di qui il ritorno in scena, le immancabili barzellette, la lista dei ministri di Forza Italia, gli accenni non proprio eleganti al fatto che il compagno di Meloni lavora a Mediaset, e la conferma, appunto, del nuovo ruolo di Casellati come Guardasigilli. Ma siccome Berlusconi sa bene di aver concordato che sarà Nordio a insediarsi nel ministero di via Arenula (cosa che del resto La Russa gli ha subito ricordato), si può immaginare che la sua uscita, se non proprio mirata a riaprire la trattativa, avesse altri obiettivi: consolidare gli altri posti già ottenuti e trovare un modo di far avere a uno dei suoi le Telecomunicazioni, attualmente inserite nel ministero dello Sviluppo economico assegnato a Crosetto, uno dei fondatori di Fratelli d’Italia, che dovrebbe spogliarsi delle deleghe in materia per assegnarle a un uomo del Cav.

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Opposizione nel caos tra ripicche e veleni

mercoledì, Ottobre 19th, 2022

Annalisa Cuzzocrea

A volerla raccontare con un’immagine, l’opposizione alla maggioranza più di destra della storia repubblicana, sarebbe questa: Enrico Letta e Giuseppe Conte la settimana scorsa erano nella stessa aula, alla Camera, a pochi banchi di distanza l’uno dall’altro. Li divideva uno spicchio di velluto rosso. E mentre intorno erano tutti baci, strette di mano, pacche sulle spalle, il segretario del Partito democratico e il presidente del Movimento 5 stelle non si sono neanche salutati. Non un ciao, uno sguardo, un cenno. Nulla. Fosse solo una questione personale, non staremmo neanche a parlarne. Ma la questione è invece tutta politica. Basta guardare alla reazione di Pd e M5s ieri dopo le frasi di Silvio Berlusconi sul «dolcissimo» amico Putin, che Forza Italia goffamente prova a smentire, ma che un audio inchioda alla loro verità. Sostiene Enrico Letta, dopo aver letto anche le dichiarazioni del neopresidente della Camera Lorenzo Fontana sulle sanzioni alla Russia («un boomerang per noi») che «la nuova maggioranza sposta l’Italia verso una posizione pericolosa di sempre maggiore ambiguità nei confronti di Mosca». E Giuseppe Conte? Qualsiasi cosa significhi, a domanda sul punto risponde: «Non ero presente e meglio così. Non l’ho letto, ho capito il tono ma non mi pronuncio». Certo, il tema è di quelli che il Pd e i 5 stelle li ha sempre divisi. C’è da sperare che quando si tratterà d’altro, l’abolizione del reddito di cittadinanza, la riforma delle pensioni, la flat tax che favorisce i ricchi, la difesa della legge sull’aborto, i due maggiori partiti di opposizione in Parlamento provino a cercare una voce sola.

Quel che appare certo adesso, però, è che non la vogliono. L’unico accordo che sono stati in grado di ipotizzare è quello sui posti negli uffici di presidenza di Camera e Senato. Un’intesa andata talmente liscia da far infuriare il terzo polo, che reclama per sé una vicepresidenza cui secondo gli altri non ha diritto. Anche perché, sottolineano dentro al Partito democratico, quando è nata Italia Viva, nella scorsa legislatura, Ettore Rosato – eletto vicepresidente di Montecitorio in quota pd – non si è dimesso, lasciando i dem a mani vuote. Ripicche. Veleni. Litigi. Che a giudicare dagli esordi sono solo cominciati. Anche il gruppo di Italia Viva-Azione rischia di durare come un gatto in tangenziale, per citare un film caro a Carlo Calenda (lo ha sceneggiato la sorella). Non solo i due leader non andranno insieme al Quirinale per le consultazioni, ci andrà Calenda con l’ex ministra Teresa Bellanova. Ma ieri, davanti all’invito del Nazareno di un incontro per parlare degli altri posti in ufficio di presidenza – ci sono da decidere i segretari d’aula, i questori – la reazione è stata opposta. La capogruppo in Senato, la renziana Raffaella Paita, ha detto subito: ci siamo! Matteo Richetti, calendiano capogruppo alla Camera, ha risposto: non vogliono parlare di vicepresidenze, basta giochetti!

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Ucraina Russia, news sulla guerra di oggi |La minaccia del comandante russo Surovikin: «Siamo sotto attacco, non escludiamo decisioni difficili»

mercoledì, Ottobre 19th, 2022

di Lorenzo Cremonesi, Andrea Nicastro, Marta Serafini, Paolo Foschi, Redazione Online

Le notizie di mercoledì 19 ottobre, in diretta

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• La guerra in Ucraina è arrivata al 237esimo giorno.
• Navalny, la Cassazione russa conferma la condanna a 9 anni di reclusione.
• Mosca annuncia la prima avanzata a Kharkiv da settembre.
• Kuleba a Zelensky: «Interrompiamo le relazioni con l’Iran».
• Colonna di fumo a Kiev. Le autorità parlano di tre missili su un «bersaglio energetico».

Ore 08:40 – Kiev, missili su regione Zaporizhzhia, Energodar senza luce

Nella notte l’esercito russo ha colpito con missili S-300 infrastrutture critiche nel distretto di Zaporizhzhia, in Ucraina sud-orientale, area dove si trova la più grande centrale nucleare europea. Dopo le esplosioni è divampato un vasto incendio, ha riferito il capo militare regionale Oleksandr Starukh, come riporta Espreso tv. Bombardata anche la centrale elettrica di Energodar, nello stesso distretto, parte della città è rimasta al buio e non c’è acqua. Il sindaco della città Dmytro Orlov ha spiegato che i bombardamenti su Energodar sono iniziati intorno a mezzanotte e non si sono fermati fino al mattino. È stata colpita prima la zona industriale e poi la centrale elettrica.

Ore 08:38 – Al Consiglio di Sicurezza Onu l’utilizzo dei droni iraniani

Usa, Gran Bretagna e Francia intendono mettere l’utilizzo russo di droni iraniani in Ucraina all’ordine del giorno della riunione a porte chiuse del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite prevista oggi. Lo hanno riferito a Reuters fonti diplomatiche. Secondo l’agenzia stampa britannica, Kiev ha invitato esperti delle Nazioni Unite a esaminare i resti di droni iraniani abbattuti per valutare la possibile violazione della risoluzione 2231 del Consiglio di Sicurezza relativa alle condizioni dell’accordo sul programma nucleare.

Ore 08:14 – L’Iran invia militari in Crimea per addestrare russi su droni

L’Iran ha inviato personale militare nel territorio occupato dalla Russia in Crimea per addestrare l’esercito russo sull’uso dei droni di costruzione iraniana che Mosca ha utilizzato con effetti devastanti nella sua guerra in Ucraina: lo hanno riferito due fonti che hanno familiarità con l’intelligence statunitense. Funzionari statunitensi hanno affermato che quando la Russia ha iniziato a testare e dispiegare i droni in Ucraina ad agosto scorso, molti di loro hanno subito numerosi guasti. I militari russi si erano addestrati su questi sistemi d’armamento in Iran, ma il personale iraniano ha iniziato a viaggiare in Crimea nelle ultime settimane per aiutare la Russia a far funzionare i sistemi e cercare di risolvere i loro problemi. Teheran ne avrebbe forniti due tipi, secondo quanto riportato dalla Cnn: gli Shahed, che esplodono all’impatto e hanno una portata fino a 1.000 miglia, e il Mohajer-6, che può trasportare missili ed essere utilizzato per la sorveglianza. Da parte sua l’Iran ha sempre negato di avere fornito i droni.

Ore 08:04 – Aiea, ripristinata linea elettrica a centrale Zaporizhzhia

La centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia ha ripristinato la connessione all’ultima linea elettrica da 750 kilovolt rimasta in funzione, dopo la terza interruzione in dieci giorni. Lo ha reso noto in un comunicato il capo dell’Aiea, Rafael Grossi. «Le ripetute interruzioni dimostrano quanto sia precaria la situazione della sicurezza nucleare nella più grande centrale nucleare europea durante l’attuale conflitto militare in Ucraina», ha dichiarato Grossi ribadendo la «necessità di istituire una zona di protezione per la sicurezza nucleare intorno all’impianto, a seguito dei frequenti bombardamenti che hanno interessato la centrale o le sue vicinanze negli ultimi mesi».

Ore 05:22 – I bombardamenti e la strategia del freddo

(Marta Serafini, inviata a Odessa) Oleksii Riabchyn, consigliere per l’energia del governo ucraino ed ex viceministro dell’energia, non ha dubbi. «La Russia sta bombardando le centrali elettriche per spezzare il morale del popolo ucraino, per alimentare il conflitto interno e per cercare di far chiedere alla gente che le autorità negozino con Mosca. Vogliono che le famiglie dei soldati soffrano al freddo e incolpino il governo per questa sofferenza. Ma questo non accadrà. Vinceremo», ha aggiunto. Al di là delle parole di Riabchyn, è chiaro come la strategia di Mosca rischi di funzionare e come gli ucraini debbano prepararsi ad un inverno molto duro. In tanti sostengono che il nuovo comandante russo, Sergey Surovikin, famigerato per aver preso di mira obiettivi civili in Siria, probabilmente renderà la distruzione delle infrastrutture il perno della sua offensiva. Non a caso, il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy ha fatto pressioni sugli alleati occidentali per ottenere difese aeree avanzate, proprio per proteggere obiettivi civili tra cui centrali elettriche e dighe. E lo stesso Mykhailo Podolyak in un’intervista al Corriere in agosto aveva spiegato come sia l’Ucraina che l’Europa dovessero prepararsi ad un inverno rigido con poco riscaldamento ma che questo fosse il prezzo da pagare per la libertà.

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Meloni su Berlusconi: «Perché queste uscite? Per rendermi la vita difficile»

mercoledì, Ottobre 19th, 2022

di Paola Di Caro

La presidente di FdI ai suoi: Berlusconi è fatto così, lo scorpione con la rana punge anche se sa che morirà

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Ufficialmente è «no comment», seguito da una eloquente postilla: «Freddo silenzio». Ma la verità è che il ciclone Berlusconi che si è abbattuto ieri sulla maggioranza ha fatto infuriare Giorgia Meloni. «Siamo tutti senza parole…», allargano le braccia i fedelissimi: «Giorgia deve lottare contro tutto». Divisi tra chi pensa che ci sia qualcosa sotto nel dipanarsi impazzito della giornata di ieri e chi invece che il Cavaliere parli ormai «in libertà», abbia come «perso i freni inibitori» e dica «tutto quello che gli passa per la testa».

Lei, che già aveva faticato a chiudere l’incidente del non voto a La Russa e il foglietto del Cavaliere, è sicuramente tra i sospettosi: in Forza Italia, è il suo timore, c’è chi vuole «rendermi la vita difficile». Magari non con un sabotaggio studiato nei particolari, ma con un clima fatto di parole e azioni per rendere il cammino del suo governo più accidentato. O almeno per limitarne una leadership che Berlusconi continua a far fatica a riconoscerle.

Troppi i segnali lasciati sul campo in una giornata infinita, è stato il ragionamento fatto con i suoi. Le pretese di Berlusconi sul ministero della Giustizia, che ha detto di considerare certo per la sua Casellati , quando «avevo detto chiaramente che non c’era nessuna decisione e che prima era bene che andasse a parlare con Nordio, che è la persona giusta»; lo snocciolare da parte dell’ex premier la lista della delegazione azzurra senza alcun rispetto per il ruolo di Mattarella; l’accenno al suo «uomo che lavora a Mediaset», che «cosa mai c’entrava? — si è sfogata —. Che intendeva? Io ho conosciuto Andrea che già lavorava a Mediaset, e non mi pare che grazie a me abbia avuto alcun favore. È un’uscita incredibile…».

E poi, la clamorosa dichiarazione sulla Russia . «Possibile che abbiano permesso che quelle parole uscissero fuori dalla riunione? Nessuno controlla? Perché lo lasciano libero di parlare a ruota libera, sapendo come è fatto Berlusconi? E soprattutto, perché lo fanno dopo averlo montato, eccitato, alimentato di rabbia?», la domanda che ieri pomeriggio si facevano tutti nella riunione. Perché come ha ripetuto Meloni che scherzando già nei giorni scorsi aveva usato l’immagine, è vero che «Berlusconi è come lo scorpione con la rana: punge anche se sa che morirà anche lui, come lo scorpione è “fatto così”, è più forte di lui». Ma «quando ha parlato con me sembrava molto più ragionevole. Poi torna dai suoi fedelissimi ed ecco qui…».

Nel partito quindi si punta il dito sul suo entourage , da Ronzulli a Miccichè a Gasparri, anche se la neo capogruppo a chi era con lei quando sono state diffuse le dichiarazioni bomba del Cavaliere era sembrata «sorpresa davvero». In ogni caso, adesso bisogna pensare alle contromisure. Meloni è convinta che ancor più tocchi a lei comporre la lista dei ministri come le parrà opportuno.

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Il terreno minato tra posizionamenti e boicottaggi. L’incognita sul fattore Lega

mercoledì, Ottobre 19th, 2022

di Francesco Verderami

E in Forza Italia c’è chi scommette in un cambio nel giro di un anno. Da una parte Meloni e i centristi, dall’altra Berlusconi. Salvini, per ora, è in mezzo

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Festeggiamenti per la proclamazione di Licia Ronzulli a nuova capogruppo di Forza Italia a Palazzo Madama

Il cammino verso la nascita del governo somiglia a una Via Crucis. E non è che l’inizio. Perché se è vero che «Berlusconi se l’è legata al dito con Meloni», come racconta un dirigente di Forza Italia, allora si capisce il motivo per cui nel partito del Cavaliere ci sia chi scommette su un’esperienza di breve durata per la premier in pectore. E preannunci addirittura un rivolgimento nel Palazzo già «nel giro di un anno»: con un gabinetto di emergenza nazionale pronto a subentrare. Il punto non è stabilire quanto verosimile sia lo scenario. Il tema è che questo clima nel centrodestra precede le consultazioni al Quirinale. E non si capisce come i leader possano recarsi insieme da Mattarella, visto che le intese tra coalizzati reggono solo dalla sera alla mattina.

La verità è che la competizione elettorale si è trasformata in una guerra di posizionamento. E c’entra fino a un certo punto il braccio di ferro sui ministeri. La questione riguarda il riconoscimento della leadership di Meloni e ciò che ne potrebbe conseguire: una diversa geografia politica dell’area che per oltre vent’anni è stata egemonizzata dal Cavaliere e che Salvini aveva provato a conquistare senza riuscirci. Insomma, per Forza Italia e Lega sarebbe una battaglia per la sopravvivenza. Così le sortite che si susseguono dal 26 settembre vanno interpretate come una operazione di boicottaggio nei confronti della presidente di FdI e del suo tentativo. Dalle ripetute richieste di un nuovo scostamento di bilancio da parte del capo del Carroccio, si è arrivati alle esternazioni dell’ex premier.

Non c’è dubbio che Meloni otterrà l’incarico per formare il governo e riceverà la fiducia delle Camere, ma la sua strada — già impervia — ieri è stata trasformata da Berlusconi in un terreno minato. Perché il Cavaliere non poteva non sapere delle avversità internazionali verso il primo gabinetto italiano guidato da una rappresentante della destra, quando ha parlato dell’«amico Putin» e della sua contrarietà alle sanzioni contro la Russia. Il fatto che poco dopo abbia smentito sé stesso, ricordando il sostegno di Forza Italia all’Ucraina, non cancella il danno d’immagine a Meloni. E l’attacco indiretto portato all’azzurro Tajani, che dovrebbe andare agli Esteri.

Nelle cancellerie occidentali si aspettano che la futura presidente del Consiglio tenga fede all’impegno di varare subito il sesto decreto per l’invio di armi a Kiev. Ma nei resoconti diplomatici da Roma verrà riportata nello stesso giorno anche l’esternazione della terza carica dello Stato italiano, che non ha citato la guerra d’invasione russa nel suo discorso d’insediamento alla Camera e che ieri ha avvisato sui rischi per le sanzioni contro la Russia. Così, oltre a fronteggiare il rimbalzo internazionale, Meloni deve rintuzzare le critiche delle forze di opposizione, persino quelle del «pacifista» Conte.

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