Archive for Febbraio, 2023

Il riarmo della Polonia: come cambia la politica militare di Varsavia

mercoledì, Febbraio 1st, 2023

Andrea Muratore

Il primo ministro della Polonia, Mateusz Morawiecki, esponente del partito catto-conservatore Diritto e Giustizia, ha annunciato che Varsavia aumenterà la sua spesa per la Difesa al 4% del Pil, un record europeo nella Nato, sulla scia delle conseguenze della guerra in Ucraina.

“La guerra in Ucraina ci fa armare ancora più velocemente“, ha dichiarato il 30 gennaio in conferenza stampa l’esponente del partito di Jaroslaw Kaczynski che dal 2015 governa la Polonia e ha fatto della russofobia un motore della propria politica estera, estremamente ambiziosa. “Ecco perché quest’anno faremo uno sforzo senza precedenti: 4% del Pil per l’esercito polacco”, ha detto ai giornalisti Morawiecki. La Polonia ha speso l’equivalente del 2,4% del suo Pil per l’esercito nel 2022, la terza percentuale più alta tra i paesi della Nato.

Arrivando al 4% del Pil, secondo i dati dell’Alleanza Atlantica, la Polonia supererà gli Stati Uniti e la Grecia, oggi rispettivamente secondi col 3,47% del Pil e prima col 3,76% del Pil dedicato alle forze armate.

Su queste colonne avevamo approfondito nel novembre scorso le ambizioni geopolitiche e militari di Varsavia, desiderosa di tornare a essere quella potenza militare che per secoli, prima delle spartizioni del XVIII secolo, era riuscita a diventare, influenzando in forma decisiva le politiche dell’Europa centro-orientale. Dalla Confederazione Polacco-Lituana di allora alla Polonia gendarme atlantico di oggi il mondo è radicalmente cambiato. Non la volontà di una nazione che si ritiene centrale in Europa di contare sempre più.

Il grande disegno di Morawiecki

Morawiecki e il suo governo hanno lanciato un piano di modernizzazione militare avente l’orizzonte temporale del 2035 e con un costo stimato di 524 miliardi di zloty (115 miliardi di euro). Portata al 4% del Pil, che nel 2022 era pari a 717 miliardi di euro, la Polonia arriverà a spendere 28,68 miliardi per le forze armate. Considerando che a parità di potere d’acquisto il Pil polacco era pari a 1.600 miliardi di euro, e contando le ridotte spese per il personale dovuto al basso costo della vita, tali spese equivalgono a quelle di una nazione occidentale che spende più di 60 miliardi di euro l’anno. Dunque, in proporzione, la Polonia ha un margine reale per l’acquisto di armamenti paragonabile a quello di Francia, Regno Unito e Germania.

Per fare un esempio, i militari polacchi guadagnano dai 940 euro al mese dei soldati di leva fino al massimo stipendio, quello del capo di Stato maggiore, paragonabile a 4.500 euro (15mila zloty) al mese. A paragone, un militare francese non guadagna, entrato in servizio, meno di 1.575 euro al mese. La Polonia può dunque dedicare un grande margine di spesa a ricambiare i propri arsenali ancora ricolmi di vecchi dispositivi d’epoca sovietica acquistati tra fine Anni Settanta e inizio Anni Ottanta, dai caccia MiG-29 e Su-22 ai carri T-72, e di dispositivi occidentali prossimi alla radiazione come vecchi caccia F-16.

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Il bagno, il corpo senza vita e la sciarpa al collo. Orrore allo Iulm di Milano

mercoledì, Febbraio 1st, 2023

Ignazio Riccio

La macabra scoperta è stata effettuata stamattina, poco prima delle ore 6.45, all’apertura dell’università Iulm di Milano, nell’edificio 5, da parte di una donna delle pulizie. Una ragazza di 25 anni è stata trovata morta in un bagno vicino alle aule studio. Da una prima ipotesi sembra che si tratti di un suicidio. Il cadavere della donna è stato trovato con una sciarpa attorno al collo con l’altro capo appeso a una porta, in una sorta di impiccagione. Al momento però non si hanno particolari sulla scena del crimine e quindi non è chiaro se la dinamica sia quella di un gesto suicidario o di uno strangolamento. Per adesso non si hanno ulteriori notizie ma, seppure sul corpo della giovane donna non ci sarebbero segni evidenti di violenza, non si può ancora escludere che sia stata uccisa. La ragazza era vestita e non presentava sul volto, gambe e braccia ematomi evidenti. Sul posto, in via Carlo Bo, sede dell’istituto universitario, si sono recati i sanitari del 118, per la constatazione del decesso, e i carabinieri per avviare le indagini.

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Agguato ad Alatri: ci sono due sospettati, indagini vicine alla svolta

mercoledì, Febbraio 1st, 2023

GRAZIA LONGO

 C’è la disperazione dei genitori, con il padre che dice «Mi avete spezzato il cuore, bastardi tossici. Dio perdona, io no». C’è l’incredulità dei compagni di scuola, «Thomas è un bravo ragazzo, forse lo hanno confuso con qualcun altro». Ma c’è anche la rabbia per una guerra tra bande, pare impegnate a contendersi la piazza dello spaccio tra ragazzi, che ha fatto la prima vittima.

Mentre le indagini accelerano, e ci sono due sospettati, Thomas Bricca, 18 anni, si trova in una «una situazione cerebrale gravemente depressa», nonostante il suo cuore continui a battere, dopo essere stato colpito da un colpo di pistola alla testa lunedì sera mentre era appoggiato alla scalinata nella piazzetta vicino a via Liberio, ad Alatri, piccolo centro del Frusinate. E ieri il paese è risprofondato nella voragine della violenza tra giovani. Appena a sei anni fa risale, infatti, la morte di Emanuele Morganti, 20 anni, ucciso a calci pugni per aver difeso la fidanzata.

E adesso Alatri si scopre essere ostaggio delle gang. Le indagini dei carabinieri, coordinati dal procuratore di Frosinone Antonio Guerriero, non trascurano alcuna pista, ma la rivalità tra gruppi concorrenti per il monopolio dello spaccio in quest’angolo del paese sembra quella più battuta. Almeno dalle testimonianze raccolte tra chi frequentava Thomas, studente all’ultimo anno dell’istituto tecnico Pertini. Negli ultimi tempi infatti, il giovane usciva sempre insieme a un gruppo di italiani e nordafricani, marocchini ed egiziani, contrapposto a un’altra banda interamente composta da italiani.

Durante lo scorso week end i due gruppi hanno litigato furiosamente (è escluso il movente razziale), sempre nella piazzetta poco distante dal Brio Bar: urla, spintoni, bestemmie. Ma nessuno avrebbe immaginato un epilogo tanto drammatico: un giovane, su uno scooter insieme ad un amico, ha sparato a Thomas due colpi, uno dei quali gli ha compromesso le facoltà cerebrali.

«Le due bande hanno litigato sia sabato sia domenica, ma anche lunedì sera – racconta Gabriele, 18 anni, che abita poco distante dal luogo della sparatoria –. Ho sentito chiaramente le parolacce che si lanciavano gli uni contro gli altri. Mi sono affacciato sul balcone e le urla erano ancora più forti. Poi sono tornato in casa a cenare e solo dopo le 20, quando ho sentito l’ambulanza, mi sono riaffacciato e ho visto che c’era trambusto. Sono sceso verso le 20. 30, ma avevano già portato via il corpo. Non sono amico di Thomas, ma lo vedevo sempre qui in giro e mi pareva un bravo ragazzo».

Investigatori e inquirenti lavorano ininterrottamente. «Faremo il possibile per arrestare i responsabili» assicura il procuratore Guerriero. Intanto i carabinieri tornano sul luogo dell’agguato per proseguire i rilievi.

Il cerchio sembra stringersi attorno ai killer anche se mancano alcuni tasselli importanti per arrivare alla cattura. Non è escluso che gli autori siano arrivati ad Alatri da paesi o città vicine per regolare i conti delle risse del weekend. Lungo la strada che porta alla piazzetta dove è stato colpito lo studente è parcheggiato un furgone con la bandiera britannica dipinta sul portellone posteriore. È del papà di Thomas, Paolo, ed ha impressa sulla carrozzeria la scritta “Bricca racing”, il team sportivo che porta il suo nome. L’uomo, titolare di un’officina in paese, è conosciuto da tutti. Insieme con l’ex moglie, Federica, ha trascorso la giornata di ieri all’ospedale San Camillo di Roma pregando che Thomas possa risvegliarsi prima o poi. «Siamo sotto choc» il coro unanime che risuona in paese.

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CartaBianca, la sparta di Lerner: “Donzelli? Sono dei fascistelli…”

mercoledì, Febbraio 1st, 2023

Gad Lerner usa il caso Cospito per attaccare il governo e Giorgia Meloni. Ospite a Cartabinaca, nel salotto di Bianca Berlinguer su Rai 3, il giornalista del Fatto Quotidiano dice la sua sul caso Cospito e sul 41-bis dopo le polemiche scatenate dalle parole del parlamentare di Fratelli d’Italia che ha messo con le spalle al muro il Pd e la sinistra. Lerner non usa giri di parole e va subito all’attacco: “Oggi in Parlamento ci sono i fascistelli, ai quali non pare vero aver conquistato la ribalta mediatica e allora arrivano a spararle grosse sui deputati del Pd che vanno in carcere a mettersi d’accordo con i mafiosi e i terroristi”.
Parole durissime quelle di Lerner che quasi certamente susciteranno non poche polemiche. Ancora una volta, come accaduto già in campagna elettorale, Lerner rispolvera la retrorica del “pericolo fascista” con Fratelli d’Italia al governo.

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Analfabetismo istituzionale

mercoledì, Febbraio 1st, 2023

ANNALISA CUZZOCREA

Accade che il potere possa inebriare, confondere, dare alla testa. Accade quindi che un deputato di maggioranza, capo dell’organizzazione del proprio partito, vicepresidente del Copasir, uomo di fiducia della presidente del Consiglio, possa pensare che a questo punto – arrivati fin qui – tutto sia lecito. Che sia lecito alzarsi nell’aula della Camera mentre si vota – in modo unitario – l’istituzione di una commissione delicatissima come la commissione antimafia e alludere a presunti intrallazzi tra il principale partito di opposizione e le organizzazioni criminali. Senza vergognarsene, senza chiedere scusa, senza tentare di riparare, anzi, rivendicando la domanda: “Da che parte sta il Pd? Dalla parte dello Stato o dalla parte della mafia e del terrorismo?”. E tutto questo, solo perché alcuni parlamentari di opposizione hanno esercitato uno dei loro doveri: andare a trovare un detenuto accertandosi del suo stato di salute. Andare a trovare Alfredo Cospito, che da oltre 100 giorni fa lo sciopero della fame, mentre era ancora nel carcere di Sassari, un istituto inadeguato alle cure di cui ha ora bisogno.

Il delirio di onnipotenza di Giovanni Donzelli, detto Giova dai frequentatori del Transatlantico, è andato oltre. È arrivato a fargli credere che sia accettabile rivelare stralci di conversazioni avvenute tra detenuti al 41 bis, in possesso del ministro della Giustizia in via riservata, senza alcun confronto con il Guardasigilli, che ora ha chiesto al suo capo di gabinetto come sia stato possibile, e che oggi lo dovrà spiegare in Parlamento. Informazioni riservate passategli da un compagno di partito come se si trattasse di bigliettini scambiati tra amici. Come fossero le lettere segrete che alle scuole medie ci si passava nei bagni. Donzelli non è nuovo a sparate polemiche e sopra le righe, consumate di solito in un salotto televisivo magari compiacente. Ma è di certo nuovo alla serietà delle istituzioni democratiche, dove se lanci accuse gravissime e palesemente false sei come minimo accusato di “analfabetismo istituzionale” senza che il presidente d’aula di turno – nello specifico Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia – ti difenda o lo consideri in alcun modo un insulto.

Sarà il giurì d’onore a ristabilire la verità. Lo ha chiesto il Pd, è una pratica poco usata e questo rivela la gravità di quanto accaduto. Ma qualunque cosa dicano Donzelli e poi il capogruppo Fdi Tommaso Foti, che in aula gli ha dato man forte, e tutti i loro sodali che si sono avvicendati in tentativi di accuse e assimilazioni indicibili tra centrosinistra e terrorismo, resta la ferita inferta alle istituzioni democratiche. Trattate come palchi da dove lanciare argomenti propagandistici di bassa lega. Con un atto di squadrismo istituzionale che colpisce per la sua violenza e per la sua cecità.

Donzelli sa bene che Serracchiani, Orlando, Verini non sono andati da Cospito a incoraggiarlo nella sua protesta, come ha raccontato. Ma l’argomento gli serviva per gettare il seme del discredito sui suoi avversari politici. Per dimostrare che chi si occupa delle condizioni delle nostre carceri, chi verifica che i regimi più duri non si trasformino in forme di tortura, chi chiede legittimamente al ministero di fare attenzione perché in prigione un uomo si sta lasciando morire di fame, è in realtà un amico dei terroristi, dei brigatisti, dei mafiosi. Perché, seguiamo il sillogismo di Donzelli, Cospito quel giorno ha parlato con uno ‘ndranghetista, un camorrista e quattro parlamentari dem. Tutti complici nel volere che lo Stato – sotto attacco da parte degli anarchici che bruciano macchine e inviano minacce – si pieghi al terrore. Questo sostiene il fedelissimo di Meloni usando l’artificio della domanda retorica.

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La corsa dell’energia frena l’emissione dei green bond: l’Eurozona si ferma a 49 miliardi

mercoledì, Febbraio 1st, 2023

Giuliano Balestreri

La corsa dei prezzi dell’energia frena le emissioni green. Dopo un 2021 caratterizzato da una crescita elevata delle obbligazioni verdi che nell’Eurozona erano sostanzialmente raddoppiate da 26 a 50 miliardi di eurol lo scorso anno l’offerta è calata a 49 miliardi. D’altra parte l’aumento di prezzi energetici si è riflesso anche sulle rinnovabili contribuendo, ulteriormente al rallentamento degli investimenti. E’ quanto emerge dalla fotografia scattata dal report di Intesa Sanpaolo appena pubblicato e all’interno del quale si sottolinea come per il 2023, la diminuzione dell’incertezza «sull’outlook economico ed il raggiungimento di una fase più matura del ciclo restrittivo nell’area euro dovrebbe favorire una ripresa delle emissioni obbligazionarie».

Nello studio, però, si sottolinea come la crescita sia condizionata «dalla subordinazione delle emissioni all’identificazione di investimenti pubblici volti a promuovere la sostenibilità ambientale in linea con i principi internazionali ed europei. Inoltre, i Pnrr degli Stati membri prevedono che almeno il 37% delle risorse venga dedicato alle riforme ed agli investimenti legati al clima, abbassando la spesa finanziabile tramite emissioni governative green».

Gli economisti di Intesa Sanpaolo prevedono un aumento contenuto delle emissioni green dell’area euro nel 2023 a 57 miliardi di euro. Peraltro, il programma REPower- Eu lanciato a marzo dell’anno scorso dalla Commissione europea con l’obiettivo di aumentare l’indipendenza dai combustibili fossili e favorire una maggiore diversificazione delle fonti di approvvigionamento, potrebbe comportare un aumento delle emissioni green dell’Unione europea. Il piano prevede 210 miliardi di investimenti da completare entro il 2027. La Recovery Resilient Facility rappresenta la fonte di finanziamento principale del piano attraverso i fondi addizionali di finanziamento pari a 225 miliardi di euro che gli stati membri hanno la possibilità di richiedere in forma di prestiti e nuovi trasferimenti per 20 miliardi di euro finanziati tramite i proventi della vendita delle quote del sistema di scambio di emissioni Ets. 

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Autonomia, verso il via libera: ecco cosa prevede la riforma Calderoli

mercoledì, Febbraio 1st, 2023

Il ministro Roberto Calderoli ha portato l’ultima bozza della legge sull’Autonomia a palazzo Chigi, in modo che possa essere discussa in Consiglio dei ministri il prossimo giovedì. «Si tratterà di una giornata storica», esulta il presidente del Veneto Luca Zaia. La Lega prepara la festa, vuole correre per mostrare un trofeo ai suoi elettori in Lombardia, prima delle Regionali, nella speranza che venga arginata l’invasione al Nord di Fratelli d’Italia.

Ecco i punti chiave

Prestazioni uniformi ma differenziate
I Livelli essenziali delle prestazioni (Lep) sono i diritti civili e sociali (ovvero i servizi) che devono essere garantiti in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale. Lo dice la Costituzione, ma i «Lep» non sono mai stati definiti. È uno degli obiettivi della legge sull’Autonomia, che lega la definizione alla possibilità per le Regioni di chiedere allo Stato la gestione di alcune materie. Senza l’uno, non può esserci l’altro. Una volta decisi i Lep attraverso dei Dpcm, quindi, si stabiliranno i “costi e fabbisogni standard”. I costi standard indicano, ad esempio, quanto deve costare alla sanità pubblica una siringa; i fabbisogni calcolano quanto costerà se la siringa deve arrivare su un’isola o in una comunità montana.

Il fondo perequativo per evitare iniquità
Se ne è discusso per mesi, nelle riunioni tra il ministro Calderoli e le Regioni. I governatori del Sud hanno preteso che venisse inserito all’interno della bozza di legge sull’Autonomia, perché se con questa riforma si darà il via a un nuovo modo di ripartire le risorse dello Stato, è anche necessario che tutte le Regioni partano dallo stesso punto di partenza. Altrimenti – questo è il rischio – le disuguaglianze che si sono create finora saranno ancora più ampie in futuro. Lo hanno chiesto gli industriali, ma anche membri della maggioranza, sbandierando il pericolo di «spaccare in due l’Italia». Insieme al fondo perequativo è stata avanzata anche la richiesta di ridurre le materie che possono passare dallo Stato alle Regioni, ma senza successo.

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Australia, ritrovata la capsula radioattiva smarrita: «Improbabile che abbia contaminato l’area»

mercoledì, Febbraio 1st, 2023

di Redazione Esteri

Era stata persa dal gigante delle miniere Rio Tinto. L’annuncio del ministro: rinvenuta a bordo strada dopo quasi una settimane di ricerche lungo un tratto autostradale di 1.400 km

Australia, ritrovata la capsula radioattiva smarrita: «Improbabile che abbia contaminato l’area»
Ansa

Dopo quasi una settimana di ricerche lungo un tratto autostradale di 1.400 km, è stata trovata la capsula radioattiva smarrita nell’Ovest dell’Australia, probabilmente caduta da un camion, tra Perth e Newman, dal gigante delle miniere Rio Tinto.

Lo ha annunciato il ministro dei Servizi Stephen Dawson in una conferenza stampa. «Se si considera l’ambito dell’area di ricerca, la localizzazione di questo oggetto è stata una sfida monumentale, i gruppi di ricerca hanno letteralmente trovato l’ago nel pagliaio», ha osservato Dawson.

La minuscola capsula argentata (misura appena 6 millimetri per 8) è ora all’esame dei militari e sarà portata in una struttura sicura nella città di Perth oggi stesso.

La capsula è un componente di un «misuratore di densità», di uso comune nell’industria mineraria per misurare appunto la densità di un minerale nel materiale estratto da una miniera; apparteneva alla miniera Rio Tinto di Gudai-Darri, circa 1.400 chilometri a Nord-Est di Perth, dove si estrae il ferro. L’ultima volta che il misuratore è stato visto intatto era il 12 gennaio; la scomparsa del componente è stata notata il 25.

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Danza stellare: 4 esopianeti orbitano insieme intorno a una stella

mercoledì, Febbraio 1st, 2023

Un astrofisico ha raccolto i filmati degli ultimi dodici anni in un video di sei secondi: si possono vedere quattro pianeti che orbitano attorno a una stella

CorriereTv

In pochi secondi è condensato uno spettacolare video astronomico: la danza di quattro esopianeti – o pianeti extrasolari – in orbita attorno alla propria stella di riferimento. Le immagini sono state registrate nel corso di dodici anni e infine cucite in una clip di sei secondi. Nello specifico: gli esopianeti, ossia i pianeti che si trovano al di fuori del nostro sistema solare, orbitano attorno alla stella HR8799, incastonata nella costellazione di Pegaso, a 133,3 anni luce dalla Terra. Dal 2008, l’astrofisico Jason Wang della Northwestern University negli Usa segue i movimenti dei pianeti con l’Osservatorio W.M. Keck delle Hawaii. Anche le riprese del video provengono da lì. Nel filmato in time-lapse, che mostra i movimenti degli ultimi dodici anni, la stella al centro è stata coperta per meglio evidenziare i quattro pianeti. «Gli eventi astronomici si verificano troppo velocemente o troppo lentamente per essere catturati in un filmato. Spero che questo video permetta alle persone di godere di qualcosa di meraviglioso» dice Wang. Che sottolinea come il filmato non abbia valore scientifico: «Il suo scopo è solo quello di aiutare le persone a capire cosa fanno gli scienziati e suscitare l’entusiasmo per le stelle». (di E.B.)

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Perché le parole di Donzelli su Cospito sono un caso: gli atti citati non sono disponibili per i parlamentari

mercoledì, Febbraio 1st, 2023

di Francesco Verderami

Gli atti citati a Montecitorio non sono disponibili per i parlamentari. Il nervosismo del ministro della Giustizia, Nordio, e la freddezza tra gli alleati: solo Salvini ha manifestato solidarietà all’esponente FdI

Perché le parole di Donzelli su Cospito sono un caso: gli atti citati non sono disponibili per i parlamentari

L’imbarazzo di Palazzo Chigi si è presto tramutato in preoccupazione, perché le parole pronunciate alla Camera da Donzelli hanno scatenato un putiferio non solo nei rapporti con l’opposizione ma anche nella maggioranza e soprattutto dentro il governo. E rischiano di produrre gravi conseguenze, non solo politiche.

L’intervento in Aula del responsabile organizzativo di FdI doveva servire ieri a sottolineare che il trasferimento dell’anarchico Cospito dal carcere di massima sicurezza in Sardegna nulla c’entrava con la linea intransigente del suo partito e dell’esecutivo sul 41 bis, riaffermata la sera prima in Consiglio dei ministri.

Ma Donzelli si è spinto troppo oltre. E per attaccare la sinistra è arrivato a riferire dei rapporti tra le sbarre di Cospito con i boss della mafia per far cadere la norma sul carcere duro. Una ricostruzione dei colloqui talmente circostanziata non poteva che esser frutto di documenti riservati: quelli in possesso di una struttura sensibile del ministero della Giustizia come il Dap. E sul Dap ha la delega un altro esponente di FdI, il sottosegretario Delmastro, che divide casa a Roma proprio con Donzelli e che candidamente ha ammesso di aver «parlato» dell’argomento con il collega.

L’incredibile autogol ha lasciato basito un magistrato dai trascorsi ineccepibili come il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Mantovano, ha provocato l’ira del Guardasigilli per la fuga di notizie dal suo dicastero e ha costretto Meloni a intervenire presso gli alleati per cercare di limitare i danni. Solo Salvini si è esposto per solidarizzare con Donzelli. Il resto del centrodestra è rimasto a debita distanza, in silenzio, mentre Nordio esternava tutto il suo disappunto e chiedeva al gabinetto della Giustizia di verificare quanto accaduto. Anche perché per ottenere accesso agli atti citati da Donzelli servono precise richieste: non sono nelle disponibilità dei parlamentari, come ha tentato di difendersi il deputato.

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