Leonardo, il braccio di ferro
venerdì, Marzo 17th, 2023Alessandro Barbera Ilario Lombardo
ROMA. Soldi, commesse, relazioni internazionali, potere. Di tutte le aziende che partecipano al gran gioco delle nomine di Stato – soprattutto tra le geostrategiche – la partita più interessante da seguire è quella su Leonardo, ex Finmeccanica. Perché l’esito non è così scontato, e perché si sta consumando una lotta interna al governo tra la premier Giorgia Meloni e il ministro della Difesa, Guido Crosetto, fondatori entrambi di Fratelli d’Italia. Come ormai è noto, li divide il nome del possibile amministratore delegato, colui che prenderà il posto di Alessandro Profumo. Meloni lo ha garantito a Roberto Cingolani, scienziato, ex ministro della Transizione ecologica durante il governo di Mario Draghi, rimasto come consulente nell’attuale esecutivo di centrodestra, con la promessa di finire proprio a guidare Leonardo. La stessa promessa, però Crosetto l’ha fatta a Lorenzo Mariani, ex capo del commerciale dell’azienda, un dirigente che conosce molto bene la macchina, e sa quanto la dimensione dell’export sia essenziale per tenere in salute il colosso.
Da quello che raccontano , si sarebbe arrivati a immaginare uno schema a due al vertice. Una sorta di compromesso che prevederebbe il ruolo di ad per Cingolani e quello comunque operativo di direttore generale per Mariani. Una soluzione che al momento non sarebbe così gradita al secondo. La sfida, comunque, è tra loro due, anche se sullo sfondo ci sono altre due ipotesi. Una è quotata Lega ma appare poco più che un tentativo: Gian Piero Cutillo, responsabile della divisione elicotteri di Leonardo, la stessa dove lavora Francesco Giorgetti, fratello di Giancarlo, numero due del Carroccio e ministro dell’Economia. La seconda ipotesi è su un manager, che torna spesso nel totonomi, anche se in questo caso nella parte dell’outsider: Flavio Cattaneo, ex ad di Terna, oggi vicepresidente esecutivo di Italo, con ottimi rapporti nel centrodestra.
Leonardo ha più di quarantasettemila dipendenti sparsi in quindici paesi ed è organizzata in sette divisioni di business: elicotteri, velivoli, aerostrutture, sistemi avionici e spaziali, elettronica per la difesa terrestre e navale, sistemi di difesa e per la sicurezza e le informazioni. Inutile dire che di tutte le aziende a partecipazione pubblica, è quella con i rapporti più intensi con gli apparati di intelligence, e lo prova la presidenza di Luciano Carta, ex capo dei Servizi segreti esterni. Oltre ad altre controllate Leonardo partecipa a diverse joint venture: Drs Technologies, Telespazio, Thales Alenia Space, Atr e Mbda. Quest’ultima è la società che oggi guida Mariani, il candidato di Crosetto. Il ministro ha legato con Mariani negli anni in cui il ministro guidava l’Aiad, la federazione delle imprese per l’aerospazio e la difesa. Il forte sostegno al manager nasce poi da una convinzione strategica: benché Leonardo sia tuttora uno dei principali player mondiali del settore e sia controllato al 30 per cento dal ministero del Tesoro, Crosetto è convinto che l’azienda debba rafforzare le sue alleanze internazionali e se possibile andare a nozze con un’azienda cugina. E dunque quello di Mariani sarebbe il profilo perfetto: Mbda è un consorzio europeo, leader nel continente nella costruzione di missili, ed è partecipata dagli inglesi di BAE Systems, da Airbus, da Leonardo (al 25 per cento), e negli anni ha acquisito alcune società in Germania.