Archive for Marzo, 2023

Lega dichiara guerra alla Ue: “Approvata la patrimoniale”, italiani rapinati

mercoledì, Marzo 15th, 2023

L’approvazione della direttiva sulle casegreen si traduce in una patrimoniale. È quanto sostengono RiccardoMolinari e MassimilianoRomeo, capigruppo della Lega a Camera e Senato. “Dopo l’auto – si legge nella nota congiunta – l’Ue attacca le nostre case. Il tutto in nome della transizione energetica ideologizzata all’estremo per poter mettere le mani su due settori fondamentali come le auto e il patrimonio immobiliare”. 
Per i due leghisti si tratta di una “eurofollia a cui hanno preso parte Pd e M5s, favorevoli all’ennesima mannaia voluta da Bruxelles”. L’intento del partito di Matteo Salvini è invece chiaro: “Tutelare l’ambiente e il futuro del pianeta ma senza permettere che imprese e lavoratori paghino di tasca propria le conseguenze di una direttiva che scientemente non ha voluto tener conto del contesto patrimoniale del nostro Paese”. Sull’argomento è intervenuta anche l’europarlamentare Susanna Ceccardi: “Sarebbe bellissimo che tutti avessimo case grandi, efficienti e meravigliose. Ma ogni cosa ha un costo, e la scelta di oggi della maggioranza del Parlamento Europeo carica sul portafoglio degli italiani questa decisione senza senso”. 

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La questione cattolica nella sinistra di Schlein

mercoledì, Marzo 15th, 2023

Annina Lubbock*

Apprezzo, come sempre, l’argomentare garbato di Graziano Delrio. Fa bene a ricordare i temi centrali della “agenda Schlein” sulla difesa dei deboli, l’economia sociale e l’ambiente, come questioni che stanno particolarmente a cuore a quelle parte del mondo cattolico che guarda al Pd, e ne fa parte. Tuttavia, alcune sue posizioni mi lasciano perplessa. “I cattolici sono molto preoccupati”. Quali? Ne conosco davvero tanti, dentro il Pd e fra i moltissimi che hanno votato Schlein, che non sono affatto preoccupati, anzi, nutrono molte speranze per il futuro. E mi chiedo cosa vuole dire “Non mettere i diritti civili in contrasto con la famiglia?”. Quale famiglia? Oggi in Italia, come altrove, di configurazioni di famiglia ce ne sono tante, e non solo perché ci sono anche famiglie omogenitoriali: genitori single; genitori divorziati con figli – conviventi e non – di unioni precedenti; genitori adottivi; famiglie con nonni o altri parenti conviventi; famiglie che vivono in comune. E la famiglia “tipo” (ma non certo unica) di oggi (padre/madre/figli) è già assai diversa da quella di 50 anni fa, e cambierà ancora.

Una famiglia è una comunità di affetti in cui i bambini, che siano figli biologici o non, che abbiano genitori omo o etero, possono crescere amati, protetti, ascoltati ed educati. Genitori, etero o omo che siano, in grado di garantire tutto questo a dei minori sono una risorsa per la società. Tutte le famiglie vanno sostenute, tutelando i diritti dei figli, che sono tutti uguali. Negare, come sta cercando di fare questo governo (vedi il caso di Milano e il conflitto con la Ue sul tema), il riconoscimento ai bambini di coppie omogenitoriali (che siano nati con gpa, fecondazione assistita, o siano adottati) è una intollerabile violazione dei diritti dei bambini, che i cattolici non possono non difendere.

La ricerca scientifica, compresi diversi studi longitudinali, ci dice che non vi è differenza in termini di esiti affettivi, cognitivi e di formazione della propria identità sessuale, fra figli di famiglie omo o etero-sessuali, né quanto a conflitti e separazioni. Non consentire a coppie non eterosessuali di definire la loro unione un “matrimonio”, manda alla società il messaggio che la loro unione ha meno legittimità e valore di quella di un matrimonio fra un uomo e una donna. Immaginate l’impatto sui figli di quelle coppie (“la mia famiglia è di serie B”). Non credo che sia accettabile per un cattolico che vi siano cittadini di serie A e di serie B.

Quali sono le politiche per la famiglia che servono? Non tanto bonus o assegni alle casalinghe, ma le azioni che sono dentro il manifesto di Schlein: la lotta alla precarietà e per il lavoro decente (la insicurezza riguardo al futuro è la principale ragione per la quale i giovani – uomini e donne – non “fanno famiglia”, o lo ritardano o si fermano al primo figlio); più asili nido, soprattutto al Sud; tempo pieno nelle scuole; congedi parentali uguali per padri e madri; aumento della occupazione femminile (che come è noto ha un impatto positivo sulla natalità); una sanità pubblica con più risorse; un fisco più equo; un ambiente più sostenibile per le future generazioni.

Non è poi chiaro cosa si intenda per “diritti comunitari”? Come potrebbero essere in contrasto con i diritti individuali? In che modo riconoscere il diritto di coppie omogenitoriali a fare famiglie violerebbe un buon senso comune, se è a questo che si allude con il termine “diritti comunitari”? Eppure, tante ricerche demoscopiche ci hanno confermato che il sentire della società su queste questioni si evolve con rapidità: i sondaggi ci dicono che anche in Italia la proporzione di popolazione a favore dei matrimoni egualitari è ormai alta e in costante crescita.

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Gian Maria Gros-Pietro: “Le banche italiane sono solide, Lagarde non esageri coi tassi”

mercoledì, Marzo 15th, 2023

Marco Zatterin

Non è una Lehman, ma Svb si poteva salvare. Le banche italiane sono dunque al sicuro, l’economia europea ha basi solide, e aiuterebbe che la Bce «ci pensasse due volte» prima di alzare troppo i tassi. Alla fine, Gian Maria Gros-Pietro teme davvero solo il conflitto ucraino e il pianeta che si scalda. Tutto il resto, assicura il presidente di Intesa Sanpaolo, può essere affrontato, soprattutto se l’Italia sfrutterà come deve un Pnrr che gli pare «un cambiamento genetico» dell’Ue.

Il credito è nella tempesta. Presidente, davvero non dobbiamo preoccuparci?
«Sono altre le emergenze di cui preoccuparsi: il cambiamento climatico e la guerra in Ucraina per dirne solo due. Sono questi i veri problemi e richiedono in un caso investimenti, nell’altro, politiche attive».

E le banche americane?
«La Svb è un incidente, un caso marginale dovuto a inefficienza della gestione dei rischi e insufficienza della vigilanza».

Come è successo?
«È anzitutto il frutto di una scelta politica di Donald Trump, quella di innalzare la soglia prevista per le “not significant banks”, le banche non strettamente sorvegliate. La Silicon Valley Bank era fra queste. Così si è permessa una serie di errori gestionali che hanno portato al crac».

Quali?
«Concentrarsi su un unico settore, cioè la Silicon Valley. Oggi è un comparto in difficoltà, dove i licenziamenti sono migliaia. Certo l’high-tech ha tuttora un brillante futuro, ma una banca specializzata su un solo comparto corre grandi rischi. Oltretutto, per buona parte del 2022 la Svb non aveva nemmeno un responsabile dei rischi. In sostanza, il primo errore è stata l’assenza della vigilanza».

Gli altri?
«La gestione. Avendo le mani libere, la banca ha sfruttato i bassi tassi cercando di fare profitti investendo la raccolta in bond e treasuries a lungo termine. Tutti pensavano che i tassi così bassi e negativi non sarebbero durati a lungo. Così hanno raccolto a basso costo e investito nella speranza di un alto ritorno. Conveniva. E la banca godeva di considerazione».

E poi?
«Alla sua attività concentrata nell’hi-tech corrispondeva un 94 per cento dei depositi non garantiti. In America sono tutelati sino a 250 mila contro i 100 mila europei. Svb aveva un valore medio di deposito pari a 4 milioni di dollari. I depositanti sapevano di correre dei rischi, essendo a conoscenza della composizione dell’attivo della banca. Quando la Fed ha alzato i tassi, si sono resi conto che il valore dei titoli scendeva e che loro depositi erano a rischio. E così hanno chiesto i soldi indietro. Priva della liquidità necessaria, la banca ha dovuto vendere i titoli. Ne hanno piazzati per 20 miliardi, perdendone 1,8. Questo ha causato il default».

Si poteva far qualcosa?
«La Fed ha fatto sapere che nessuno subirà perdite, impegnandosi a fornire liquidità, prendendo come collaterale i titoli a valore di libro. Se lo avessero fatto prima, la Svb non sarebbe fallita».

È una nuova Lehman?
«Assolutamente no. Non è sistemica. Lehman aveva una ragnatela di crediti e debiti che coinvolgeva l’America e l’Europa. Allora le banche italiane prestavano più denaro di quello che raccoglievano. Il margine mancante lo coprivano sul mercato interbancario americano. Quando questo si è chiuso, dopo il crac Lehman, le banche italiane rimasero prive di una parte della provvista, il che ha portato – fra l’altro – alla restrizione del credito. Svb non ha nessuna possibilità di creare crisi sistemica in Usa o Europa».

Come valuta la strategia della Bce sui tassi? C’è il rischio di fare troppo?
«Sì, come c’è stato il rischio di fare troppo tardi. Ci si era illusi che l’inflazione fosse temporanea. C’è stata una buona reazione da parte dell’Europa, il tetto ai prezzi dell’energia ha funzionato, il gas è sotto i 50 euro. Questo è un aspetto che la Bce deve considerare con attenzione. Deve agire per dissipare le aspettative che favoriscono l’aumento dei prezzi».

Hanno promesso un aumento. E c’è chi ne chiede altri. Cambieranno idea?
«Non so. C’è un motivo per non cambiarla: la credibilità che è cruciale per la Bce. Ricordo che Ignazio Visco ha detto una cosa fondamentale, alla fine pandemia: l’inflazione era figlia di uno choc di offerta. Questo, non si cura con la politica monetaria, bensì con investimenti mirati, frutto dell’impegno di governi e imprese».

E allora?
«Con il Next Generation Eu, l’Europa ha compiuto un cambiamento genetico, finanziando l’economia con debito comune, mossa che andava oltre i Trattati originali. Noi di Intesa lo sosteniamo con tutte le energie. A fronte di un programma europeo di circa 200 miliardi, abbiamo stanziato 415 miliardi, di cui 270 per le imprese. Tra il 2021 e 2022 abbiamo erogato già 124 miliardi. Questo è il ruolo del sistema bancario. È la cinghia di trasmissione tra la forza del risparmio degli italiani e la crescita dell’economia reale».

Se guidasse la Bce, aumenterebbe i tassi?
«Non sono Lagarde. Non ho gli elementi che lei ha, anche a riguardo degli umori dei componenti del Consiglio».

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Concita De Gregorio: la malattia solo un pezzo di me

mercoledì, Marzo 15th, 2023

ANNALISA CUZZOCREA

Dovete immaginare un giardino d’estate, una telefonata e un’amica – la più brava, l’infallibile, l’inarrestabile – che ti chiede: «Mi controlli tu il pezzo, lo guardi bene?». E poi ti dice: «L’ho scritto da sdraiata».

Concita De Gregorio ha avuto un cancro, lo ha detto parlando con Francesca Fagnani, a Belve, su Raidue. Non sapeva se lo avrebbe detto lì, ma poi è arrivata quella domanda: «Cos’ha pensato quando hanno scritto che si è fatta lo stesso taglio di Giorgia Meloni?». E la risposta: «Stavo per chiamare il direttore perché io preferirei avere i miei capelli. Questa è una parrucca».

La telefonata nel giardino d’estate è arrivata ad agosto perché è ad agosto che Concita si è operata. Lo sapevano le persone più vicine, non ha voluto dirlo agli altri. Ma «Bisogna sempre pensare che la persona con cui parli o di cui parli, da qualche parte, può avere un danno», dice ora. Vale per tutti, vale un po’ di più per chi di mestiere racconta il mondo. E invece, ci si pensa sempre troppo poco.

Non sapeva se l’avrebbe detto lì, Concita, ma sapeva che a un certo punto del viaggio lo avrebbe fatto. E non per sé. «Mi sono curata per un anno in una struttura pubblica, al Policlinico Gemelli a Roma. Il percorso in day hospital, la chemioterapia in day hospital: uno stanzone in cui non sei mai solo. Poi il reparto Terapie integrate che è un posto meraviglioso dove si prendono cura di te con il supporto psicologico, la fisioterapia, l’agopuntura, il nutrizionista. Anche questo è servizio pubblico. Vorrei dirlo perché abbiamo un grande problema con la sanità italiana, ma ci sono luoghi di eccellenza dove la persona viene prima del malato».

L’ha operata Riccardo Masetti, l’ideatore di Race for the cure. «Ho conosciuto solo persone che hanno avuto una cura straordinaria, ma non per me. Io ero in fila con il mio numero. L’hanno avuta nello stesso identico modo per chi era in fila prima di me e per chi stava dopo. Ho capito, ho saputo, che le donne che patiscono questo tipo di cancro sono una su quattro. E quindi, facendo i conti con la mia vita, ho pensato che moltissime persone che conosco o che noi conosciamo attraversano questo percorso in silenzio e in solitudine, senza dirlo. Magari perché in quel momento si vergognano di essere più deboli, meno attraenti, più fragili, meno competitive: lo stigma della malattia».

Così, «Fin dal primo momento ho pensato che questa cosa dovevo dirla in qualche modo anche per dare un posto a tutti quelli che fanno fatica. Stare in mezzo a queste persone, moltissime donne straniere, che non parlano bene l’italiano, mi ha fatto subito pensare che sarebbe stato giusto, a un certo punto, dire: guardate, sta capitando anche a me, si può fare senza che questo debba diventare tutta la tua vita. Senza trasformarti nella tua malattia. Sei una persona che ha una malattia, che cura quella malattia».

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«Terremoto nei Campi Flegrei, la camera magmatica si sta riempiendo. Non conosciamo il punto critico»

mercoledì, Marzo 15th, 2023

di Roberto Russo

Il professore Giuseppe De Natale: «In queste condizioni la sismicità potrà solo aumentare. La prevenzione? Consolidare gli edifici»

De Natale Campi Flegrei
Il professore Giuseppe De Natale

Professore Giuseppe De Natale, lei è vulcanologo dell’Ingv, (sezione  di Napoli dell’Osservatorio Vesuviano). Dunque: l’attività sismica nell’Area flegrea sta aumentando come lei stesso aveva ipotizzato in uno studio,  assistiamo a terremoti sempre più forti e con maggiore frequenza. Cosa sta succedendo?
«Innanzitutto voglio precisare che quanto dirò in questa intervista non rappresenta necessariamente la posizione ufficiale del mio istituto, né di qualunque altra istituzione. È semplicemente il mio personale pensiero, basato sulle mie ricerche e pubblicazioni da circa 40 anni. L’attività sismica può solo aumentare finché continua il sollevamento del suolo. Perché il sollevamento del suolo è un’indicazione dell’aumento di pressione nel sottosuolo. Lo scrivemmo già nel 2017, ed avvisammo che la sismicità, allora molto rara e di bassa magnitudo, sarebbe aumentata progressivamente: in numero ed in magnitudo. Oggi siamo quasi al livello della sismicità del periodo 1982-1984. Non siamo ancora a quel livello soltanto perché, come abbiamo osservato già dagli anni ’80, la sismicità in quest’area, oltre che dal livello di pressione interna, dipende anche dal tasso di incremento della pressione, ossia del sollevamento. Nel bradisisma degli anni ’80, il tasso di sollevamento era oltre 5 volte maggiore di oggi, e quindi anche la sismicità era maggiore». 

Abbiamo ormai superato il punto di massimo sollevamento registrato nel precedente bradisismo ma la terra continua a lievitare, se lo aspettava?
«Il sollevamento del suolo iniziato alla fine del 2005 è quasi perfettamente speculare all’abbassamento osservato dal 1985 al 2003 circa. Quindi, personalmente speravo che sarebbe terminato una volta raggiunto il livello del 1984. Negli ultimi mesi invece abbiamo superato la quota massima del 1984, ormai siamo diversi centimetri più sopra». 

Secondo lei ci troviamo adesso in una situazione più rischiosa rispetto a uno o due anni fa?
«Il problema è che oggi, superato il valore massimo recente ottenuto nel 1984, il livello del suolo, e quindi verosimilmente il livello della pressione interna, è il più alto che abbiamo mai sperimentato, almeno negli ultimi due secoli. È chiaro che la resistenza delle rocce non è infinita, ma noi non sappiamo con esattezza qual è il punto critico, di non ritorno. Ci troviamo dunque in una situazione non sperimentata prima. In ogni caso, il degassamento continuo che osserviamo da 17 anni, che provoca il riscaldamento degli acquiferi e dunque l’aumento di pressione interna, è quasi certamente dovuto ad un afflusso progressivo di magma più profondo nella camera magmatica principale, localizzata a 7-8 km di profondità». 

Che cosa può comportare il riempimento magmatico del serbatoio a 7/8 chilometri di profondità?
«Come mostrano i modelli teorici presenti in letteratura, per causare grandi eruzioni da una camera magmatica profonda, i processi di riempimento magmatico possono durare centinaia o migliaia di anni. È anche vero però che il magma può risalire a livelli più superficiali (circa 3 km, come molto probabilmente è accaduto tra l’82 e l’83) e rendere quindi più probabili eruzioni di piccola taglia. A mio parere, oggi non c’è evidenza della presenza di intrusioni magmatiche a bassa profondità».

So che è una domanda complicata, ma realisticamente quale scenario dobbiamo aspettarci a breve e medio termine? 
«Questo non può saperlo nessuno. Possiamo dire solo con certezza che, finché perdura il sollevamento del suolo, la sismicità potrà solo aumentare. Dopo di che, oggi non c’è evidenza di intrusioni magmatiche superficiali, e questo è un bene. Ma è chiaro che in futuro, anche a breve scadenza, non possiamo escludere che tali intrusioni non avvengano». 

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Elly Schlein e le sue tre cittadinanze

mercoledì, Marzo 15th, 2023

di Ernesto Galli della Loggia

Non si vuole certo mancare del dovuto riguardo al cosmopolitismo, ma sommessamente sollevare solo un dubbio: non sarebbe stato opportuno che Elly Schlein nel momento in cui è diventata segretaria del Pd annunciasse di rinunciare alle due prestigiose cittadinanze delle tre che ha, quella statunitense e quella svizzera, decidendo quindi di accontentarsi della certamente meno accattivante cittadinanza italiana?

Oggi la Schlein è a capo del principale partito d’opposizione, ma domani, chissà, grazie a qualche imprevedibile terremoto politico-parlamentare qui da noi però sempre possibile, potrebbe magari trovarsi a essere addirittura in corsa per la Presidenza del Consiglio. «Sta bene» mi chiedo — adopero volutamente questa categoria dell’etichetta: dal significato alquanto indefinibile eppure chiarissimo — che una persona in una tale condizione oltre che cittadina italiana sia anche cittadina svizzera e americana? Cioè da un lato dell’unico o quasi Paese europeo che non fa parte dell’Unione e dall’altro di un paese come gli Usa con il quale è inutile sottolineare la complessità dei rapporti che intratteniamo sia come italiani che come europei? «Sta bene», ancora, che un giorno, mettiamo, i governanti di Berna o di Washington incontrandola possano chiedersi se l’italiana che si trovano davanti abbia votato per loro o per i loro avversari?

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Guerra Ucraina-Russia, le notizie in diretta del 15 marzo | Caccia britannici e tedeschi intercettano un jet russo sull’Estonia

mercoledì, Marzo 15th, 2023

Lorenzo Cremonesi, inviato, Paola Caruso e Redazione Online

14 min fa

Allerta aerea in tutta l’Ucraina

Il segnale di allerta aerea è stato diramato su tutto il territorio dell’Ucraina. È quanto risulta dalla mappa di allerta aerea online del ministero degli Affari digitali ucraino.

08:5628 min fa

Kiev ha chiesto alla Finlandia i treni che prima andavano in Russia

L’ex capo delle ferrovie ucraine, Oleksandr Kamyshin, ha chiesto al primo ministro finlandese, Sanna Marin, durante la sua visita a Kiev del 10 marzo, di consegnare quattro treni ad alta velocità all’Ucraina che in precedenza correvano verso la Russia. Questi treni hanno smesso di circolare il 27 marzo 2022. Tuttavia, la società ferroviaria statale finlandese VR Group spiega di non poter decidere da sola il futuro dei treni.

08:3945 min fa

Manovre militari di Cina, Russia e Iran nel Golfo di Oman

Le forze armate di Cina, Iran, Russia e di altri Paesi terranno, da oggi, 15 marzo, fino al 19 marzo un ciclo di esercitazioni congiunte navali, denominate «Security Bond – 2023», nel Golfo di Oman. Si tratta, ha riferito una nota del ministero della Difesa di Pechino, di operazioni sviluppate sui cicli già tenuti da Cina, Iran e Russia nel 2019 e nel 2022.

08:2658 min fa

Media russi, reclutamento di 400mila militari da aprile

A partire dal primo aprile la Russia inizierà un nuovo reclutamento di militari a contratto. Il ministero della Difesa ha inviato ordini alle regioni indicando il numero di persone che dovranno firmare: secondo i media sarebbero 400mila i militari a contratto che dovranno aggiungersi all’esercito. Lo riporta il sito di Radio Svoboda. Secondo il quotidiano Vyrstka gli uffici di registrazione e arruolamento stanno cercando di compensare le perdite dell’esercito russo.

08:011 ore fa

Mosca: «Gli Usa smettano le attività militari ai nostri confini»

La Russia chiede agli Usa di mettere fine a quelle che chiama le «inaccettabili attività militari vicino ai confini russi» dopo l’incidente che ieri ha coinvolto un jet di Mosca e un drone americano. Lo ha detto l’ambasciatore russo negli Stati Uniti, Anatoly Antonov, come riporta l’agenzia Ria Novosti. Aggiungendo: «Sappiamo tutti a cosa servano queste ricognizioni, cioè a raccogliere informazioni di intelligence che poi l’Ucraina usa per colpire la Russia». Mosca si aspetta dunque che Washington «metta fine ai voli vicino ai confini russi», che definisce «ostili».

07:391 ore fa

Caccia britannici e tedeschi intercettano un aereo russo sull’Estonia

Aerei da caccia della Royal Air Force (Raf) britannica e dell’aeronautica tedeschi hanno intercettato un aereo militare russo sullo spazio aereo dell’Estonia, scrive la Bbc in un tweet, che non cita fonti. L’aereo russo, un quadrimotore da trasporto e rifornimento in volo Ilyushin Il-78 Midas, volava fra l’enclave russa di Kaliningrad e San Pietroburgo, ed è transitato sullo spazio aereo estone, sul Baltico, senza annunciare il suo passaggio al controllo aereo di Tallinn. I due aerei che l’hanno intercettato, due Typhoon decollati per l’occasione, uno tedesco, l’altro britannico, hanno scortato l’Il-78 fuori dallo spazio estone.

L’intercettazione in sé era di routine, ma è la prima volta che un’operazione del genere viene eseguita insieme dai due Paesi. «Questo dispiegamento congiunto di Regno Unito e Germania nei Paesi baltici», ha commentato il ministro britannico delle Forze armate, «dimostra chiaramente la nostra determinazione collettiva a sfidare qualsiasi potenziale minaccia ai confini della Nato, dimostrando al contempo la nostra forza combinata».

07:301 ore fa

Isw, l’incidente del drone non causerà un conflitto diretto Usa-Russia

L’incidente con il drone americano MQ-9 Reaper nel Mar Nero non causerà un conflitto diretto tra Stati Uniti e Russia. È quanto affermano gli analisti dell’Istituto per lo studio della guerra, come riporta Ukrainska Pravda. «Le truppe russe hanno usato per decenni tattiche intimidatorie contro aerei e navi americani e alleati in numerosi teatri, il che non ha mai portato a conflitti», hanno osservato gli esperti dell’istituto.

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Il drone Reaper MQ-9 (Ap)

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Case green: interventi su 1,8 milioni di edifici. Chi lo deve fare, costi e risparmi

mercoledì, Marzo 15th, 2023

di Milena Gabanelli ed Enrico Marro

Che in Italia e in Europa vi sia la necessità condivisa di migliorare l’efficienza energetica degli edifici e delle abitazioni è un fatto. Da noi, fin dal 2006, la legge 296 ha previsto detrazioni fiscali del 55% della spesa sostenuta per interventi di risparmio energetico nel patrimonio immobiliare. Nel 2013 lo sgravio è stato aumentato fino al 65% (75% sulle parti comuni dei condomini). Ad oggi sono stati 5,5 milioni gli interventi rientranti nell’Ecobonus, per oltre 53 miliardi di investimenti, con un risparmio complessivo che supera i 22.600 gigawattora l’anno, secondo il Rapporto Enea del 2022. I lavori hanno riguardato soprattutto la sostituzione degli infissi, l’installazione di caldaie a condensazione e pompe di calore, le schermature solari.

Gli edifici messi peggio

Con il decreto Rilancio del 2020 il governo Conte ha introdotto il Superbonus del 110% che copre anche gli interventi di riqualificazione energetica, vincolandoli però al miglioramento di almeno due classi. Al 28 febbraio 2023, sempre secondo il monitoraggio Enea, il costo totale a carico dello Stato, fra condomini e edifici unifamiliari, è stato di ben 75,4 miliardi di euro.

Una spesa enorme per l’erario a fronte di un numero di asseverazioni di lavori limitato: poco più di 384 mila finora, pari all’1,1% dei 35 milioni di unità immobiliari residenziali censite in Italia, o al 3,2%, se si considerano gli oltre 12 milioni di edifici. Nonostante tutti questi incentivi, secondo Ance, in Italia circa il 35% degli immobili risulta in classe G, e il 25% in F. Un problema che, in proporzioni diverse, riguarda tutti gli Stati membri.

Cosa dice la direttiva

Su questo scenario interviene la direttiva europea sul miglioramento della prestazione energetica degli edifici. Sulla proposta della commissione Ue è stato approvato dalla competente commissione del Parlamento un testo con numerosi emendamenti che da un lato accelerano i tempi e dall’altro danno più flessibilità agli Stati membri nell’attuazione delle disposizioni. Ieri anche l’aula ha dato l’ok, e nelle prossime settimane partirà il negoziato (Commissione, Parlamento, Consiglio) per arrivare alla direttiva finale. Se venisse approvata definitivamente quest’anno, gli Stati membri avrebbero tempo fino al 2025 per recepirla. Il governo italiano si prepara a dare battaglia perché sostiene che le nuove regole imporrebbero costi insostenibili. «Una patrimoniale europea» tuona il leader della Lega Matteo Salvini. È davvero così?

(…) nelle prossime settimane partirà il negoziato (Commissione, Parlamento, Consiglio) per arrivare alla direttiva finale.

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Il senso dell’equilibrio

martedì, Marzo 14th, 2023

Augusto Minzolini

Dopo il tragico e straziante naufragio di Cutro, sulle nostre coste sono arrivati, salvati dalla nostra Marina militare e dalle motovedette delle capitanerie di porto, migliaia e migliaia di immigrati imbarcati su quei rottami galleggianti che usano gli scafisti (dall’inizio dell’anno più di 18mila clandestini). E a sentire la nostra intelligence, sulle coste libiche ce ne sarebbero 685mila pronti a partire. Una marea umana pronta a riversarsi sulla penisola. Una moltitudine che da una parte va soccorsa per evitare che affidandosi alle grinfie di organizzazioni criminali senza scrupoli finisca in fondo al mare. Dall’altra va scoraggiata o, almeno selezionata, in modo che i perseguitati e i provenienti da zone di guerra trovino asilo da noi com’è loro diritto, mentre chi viene solo per popolare quei ghetti criminali che sono sorti nelle nostre città (furti, aggressioni e spaccio) sia respinto. Anche perché è fatale che il prossimo fatto di cronaca truculento che abbia come protagonista qualche immigrato clandestino susciti nella nostra opinione pubblica una reazione emotiva, uguale e contraria, a quella giustamente provocata dalla disgrazia di Cutro. Le emozioni, si sa, non si governano.

Ecco perché c’è un bisogno profondo di senso dell’equilibrio nell’accostarsi ad un problema che non ha soluzione. Da parte di tutti. È necessario assicurare il soccorso in mare a chi si affida a questi viaggi del dolore. Non potrebbe essere altrimenti: solo qualche scemo del villaggio può pensare che il nostro governo non abbia salvato scientemente i naufraghi di Cutro. È anche necessario, però, trovare nel contempo strumenti che scoraggino l’immigrazione, che spieghino a questa umanità disperata che non basta arrivare in Italia per restarci. Motivo per cui è giusta la guerra senza quartiere agli scafisti. Intensificare i soccorsi in mare. Ma nel contempo, la vera partita si gioca sul potenziamento e l’efficientamento dei nostri centri di rimpatrio: per rimanere nel nostro Paese (o in Europa) devi averne diritto o meritartelo; i settemila dollari dati agli scafisti non sono una garanzia, ma rischiano di essere soldi sprecati se non hai i requisiti per essere accolto.

È una misura essenziale, specie se si punta a promuovere la politica dei flussi e dei corridoi umanitari. Chi viene da noi in cerca della terra promessa deve seguire i percorsi legali. Anche perché un’immigrazione senza limiti può determinare una reazione di rigetto. E in quel caso l’orientamento politico conta poco: il conservatore inglese Rishi Sunak e il democratico americano Joe Biden usano strumenti simili per contenere il fenomeno.

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Altro che “effetto Cutro”: la maggioranza degli italiani sta col governo

martedì, Marzo 14th, 2023

William Zanellato

I cosiddetti giornali “progressisti” molto spesso scambiano l’agenda politica reale con quella dei desideri personali. I catastrofisti di sinistra prevedevano e si auguravano un “effetto Cutro” devastante sulla tenuta dell’esecutivo di centrodestra. A scambiare l’agenda dei desideri con la realtà succede spesso di prendere un granchio. Due sondaggi smentiscono questa ricostruzione strumentale e fanno tornare la stampa di sinistra sul pianeta Terra. Il centrodestra è maggioranza nel Paese e gli elettori tengono il punto sul pugno duro contro l’immigrazione irregolare.

Nessun “effetto Cutro”

La tragedia di Cutro, dal punto di vista dell’esecutivo Meloni, rappresenta uno spartiacque decisivo. La lotta all’immigrazione irregolare non si può rimandare. Il nodo immigrazione, testato dal sondaggio Quorum/You Trend per Sky Tg24, rimane in cima alla lista delle priorità dei cittadini italiani. L’effetto Cutro, stando al responso nel sondaggio, si trasforma in un “effetto Meloni”. Il 69% degli elettori intervistati concorda con la tesi del presidente del consiglio: la gestione dei flussi migratori, regolari e non, dovrebbe essere trattato principalmente a livello europeo.

La risposta europea

Negli ultimi giorni il premier Meloni ha imbastito un dialogo costruttivo con le principali cariche europee. Prima scrivendo una lettera alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, poi parlando a stretto giro con il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Gli italiani chiedono di continuare a battere i pugni sul tavolo dei Ventisette: per il 43% del campione intervistato la soluzione più efficace rimane la “redistribuzione in Ue”. Da segnalare anche la convergenza, piuttosto insolita, tra opposizione e maggioranza. Il 68% dei sostenitori di Fratelli d’Italia e l’88% degli elettori del Partito democratico sono d’accordo sulla gestione strettamente “europea” dell’immigrazione. Un punto su cui dirigenti, esponenti e neo segretarie di sinistra dovrebbero riflettere, e non poco.

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