Archive for Marzo, 2023

I partiti, il personale politico e il nostro bisogno di futuro

mercoledì, Marzo 1st, 2023

di Sabino Cassese

Si è perduta la cornice che ha retto finora il sistema di potere italiano. Come si formano le classi dirigenti?

Con la lettera del 24 febbraio scorso ai presidenti delle due Camere e al presidente del Consiglio dei ministri, il presidente della Repubblica non si è limitato a segnalare il pasticcio delle concessioni balneari. Ha indicato anche altri problemi, quello dell’«abuso della decretazione di urgenza e la circostanza che i decreti-legge siano da tempo divenuti lo strumento di gran lunga prevalente attraverso i quali i governi esercitano l’iniziativa legislativa», nonché «il carattere frammentario, confuso e precario della normativa prodotta attraverso gli emendamenti ai decreti-legge e come questa produca difficoltà interpretative e applicative».

Questi problemi sono noti al governo, che sta cercando di porvi rimedio, come lo stesso presidente della Repubblica ha segnalato, ricordando «l’iniziativa che il presidente del Consiglio dei ministri ha di recente assunto, in dialogo con i presidenti delle Camere».

Ma queste sono solo alcune tessere di un mosaico. Ve ne sono altre, i cui segni sono sotto gli occhi di tutti. Vorrei provare a metterle insieme, nella loro successione funzionale, perché, considerate congiuntamente, mostrano lo slittamento in corso del nostro sistema politico costituzionale, con effetti a cascata, e una trasformazione lenta e progressiva, iniziata da tempo.

Tutto inizia con il fatto che «i partiti si sono allontanati dalla società», come ha scritto Luciano Violante, il 26 febbraio scorso, su Domani: pochi iscritti; forte diminuzione, con bruschi cali, della partecipazione politica attiva; perdita di elettori; rottura del rapporto elettori-eletti; forte volatilità elettorale; congressi rarissimi. Uno dei maggiori partiti degli ultimi trent’anni ha affidato la guida della propria organizzazione ad una candidata iscrittasi in vista delle primarie e scelta da un numero di partecipanti quasi sette volte superiore al numero degli iscritti: c’è differenza rispetto alla scelta di un «podestà straniero»? Si può dire che in questo modo quel partito riesce a perdere anche le proprie elezioni interne, dopo averle delegate ad altri?

La trasformazione dei partiti da associazioni in comitati elettorali, o tutt’al più in movimenti, e quindi il loro regresso allo stato iniziale della «forma partito», comporta anche un’altra conseguenza: le loro rappresentanze parlamentari non sono composte da eletti, ma da nominati, perché scelti dai vertici e assegnati a collegi più o meno sicuri.

Un’altra conseguenza della rarefazione del rapporto tra politica e società sta nel fatto che le forze politiche, non avendo né sicuri votanti né molti iscritti, operano in funzione di gruppi e associazioni di categorie. Mario Monti, sul Corriere della Sera del 26 febbraio scorso, ha segnalato la loro tendenza a regalare risorse dello Stato a categorie organizzate di cittadini nella speranza che questi contraccambino con il loro voto, un fenomeno non solo italiano, ma da noi più diffuso che altrove.

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Elly Schlein, la privacy sulla compagna a Bologna e la famiglia tra Usa, Svizzera e Grecia

mercoledì, Marzo 1st, 2023

di Monica Guerzoni

I genitori professori universitari. Il fratello matematico è a Zurigo, la sorella all’ambasciata di Atene

Elly Schlein, la privacy sulla compagna a Bologna e la famiglia tra Usa, Svizzera e Grecia

C’è un aspetto del carattere di Elly Schlein con cui la prima segretaria del Pd, 37 anni, si trova a fare i conti da quando ha messo piede al Nazareno. La vincitrice delle primarie ha il sacro culto della privacy. Fosse per lei, della sua vita privata gli italiani non dovrebbero sapere nulla, o quasi. Ma ora che è entrata nella storia della politica italiana tutto quello che la riguarda fa notizia, dall’album di famiglia all’identikit della misteriosa compagna.

Tre anni fa, ospite in tv di Daria Bignardi su Nove, l’allora vicepresidente dell’Emilia-Romagna aveva parlato della sua situazione sentimentale, con una premessa: «Sono molto riservata sulla mia vita personale, ma faccio un’eccezione». Disse di aver avuto diverse relazioni, di aver «amato molti uomini e amato molte donne» e, facendo coming out, rivelò di essere bisessuale: «In questo momento sto con una ragazza e sono felice, finché mi sopporta». Da allora i cronisti di Bologna, dove vive da quando aveva 18 anni, le danno il tormento per scoprire chi sia la donna che le cammina «sempre fianco a fianco» e il cui nome è stato fin qui il segreto meglio custodito del Nazareno. Ogni volta che la domanda arriva Elly sorride e non risponde, tanto che molti nel Pd si stanno chiedendo se la «prima fidanzata» esista davvero. «Esiste, vivono insieme — conferma una deputata dem —. Si chiama Paola ed è ancora più riservata di Elly». Ragion per cui gli amici continueranno a proteggerla da occhi e orecchie indiscreti, finché sarà possibile.

Assai meno riservata è la storia, internazionale e affascinante, della famiglia di Elly, doppia cittadinanza italiana e americana e naturalizzata svizzera. Nata a Lugano nel 1985, fu registrata all’anagrafe come Elena Ethel, dai nomi delle due nonne che non ha conosciuto e che porta «con orgoglio». Il nonno paterno si chiamava Herschel Schleyen, era nato nel 1892 da famiglia aschenazita nei pressi di Leopoli, (oggi Zovkva, Ucraina) e per sfuggire alle persecuzioni contro gli ebrei era stato costretto a emigrare negli Usa. «Arrivò tra il 1911 e il 1914 a Ellis Island dove gli cambiarono il nome e diventò Harry Schlein», ha raccontato la nipote nell’autobiografia La nostra parte (Mondadori, 2022).

Il nonno materno, Agostino Viviani, fu partigiano e fervente antifascista, avvocato, senatore del Partito socialista e presidente della commissione Giustizia di Palazzo Madama. All’inizio degli Anni 80 i suoi rapporti con Bettino Craxi erano «pessimi», al punto che decise di lasciare il Psi per il Partito radicale. «Era l’unico laico di una numerosa famiglia cattolica — ricorda Elly — e l’unico, nel giorno della laurea in Giurisprudenza nel 1933, a non indossare la camicia nera».

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Case di riposo, in Lombardia l’anziano o paga o si arrangia

mercoledì, Marzo 1st, 2023

di Domenico Affinito, Milena Gabanelli e Simona Ravizza

È sempre doloroso portare un proprio familiare anziano in una casa di riposo, ma quando non è proprio più possibile gestirlo a casa diventa purtroppo una scelta obbligata. In questi casi vorremmo non trovarci di fronte a liste di attesa troppo lunghe, essere certi di portarli in un posto dove siano ben assistiti e pagare una retta che non ci tolga il sonno la notte. Vediamo come funziona in Lombardia che, con quasi 1,2 milioni di over 75, è la Regione con più anziani d’Italia. E grazie alla crescita dell’aspettativa di vita diventeranno 1,3 milioni già nel 2030. Inoltre, bisogna fare i conti con il potere d’acquisto degli stipendi, sempre più basso. Per comprendere il meccanismo ci aiuta Antonio Sebastiano, alla guida dell’Osservatorio sulle Rsa della Liuc.

Come funziona

In Lombardia le case di riposo sono di due tipi: quelle «a contratto», dove la Regione paga quasi metà della retta, e quelle solo «accreditate», dove paga tutto l’ospite. I requisiti sono praticamente gli stessi (non consideriamo le Rsa semplicemente autorizzate perché hanno standard differenti e non è corretto metterle sullo stesso piano): 901 minuti minimo di assistenza settimanale per ospite, presenza delle medesime figure professionali (infermieri, medici, fisioterapisti e personale educativo). Sono identiche le regole in materia di tenuta della documentazione sociosanitaria, tra cui la stesura del piano assistenziale individuale (Pai) e la sua rivalutazione periodica.

La differenza tra Rsa «a contratto» e «accreditate» viene introdotta a partire dal primo gennaio 2011 (Dgr 937 del dicembre 2010) per ampliare l’offerta di posti senza fare aumentare la spesa pubblica della Regione. Va detto che per quel che riguarda il numero di letti la Lombardia è messa meglio rispetto al resto d’Italia, ma in ogni caso non bastano. Dunque il ragionamento è: io Regione ti do la possibilità di andare un po’ a mie spese in determinate Rsa, dopodiché siccome il mio budget è limitato, e di conseguenza i posti che io posso mettere a contratto, ti metto a disposizione altri letti che però ti devi pagare completamente. Un sistema che scarica tutti i problemi sulle famiglie. Ecco perché.

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Incidente ferroviario in Grecia, è strage di passeggeri

mercoledì, Marzo 1st, 2023
incidente ferroviario grecia scontro treni

Un incidente ferroviario in Grecia ha provocato la morte di almeno 36 persone e il ferimento di altre 85, diverse delle quali sono in gravi condizioni.

Nello scontro sono rimasti coinvolti un treno merci e uno passeggeri in viaggio tra Atene e Salonicco. Secondo i media greci si tratta del “peggior incidente ferroviario che la Grecia abbia mai conosciuto”. Sono stati mobilitati circa 150 vigili del fuoco e 40 ambulanze. I vigili del fuoco hanno spiegato che tre vagoni sono deragliati dopo lo scontro: uno dei vagoni del convoglio passeggeri ha preso fuoco e diverse persone sarebbero rimaste intrappolate.

Tragedia ferroviaria in Grecia: strage di passeggeri nello scontro fra due treni

Tragedia ferroviaria in Grecia: strage di passeggeri nello scontro fra due treni

Le ultime notizie sull’incidente ferroviario di oggi

 L’incidente fra il treno merci e il convoglio passeggeri si è verificato nei pressi della cittadina di Larissa, nel centro del Paese, ma ancora non è stata definita la dinamica dello scontro fra il treno merci e il  convoglio passeggeri: non è chiaro se si sia trattato o meno di un errore umano. Il governatore regionale Kostas Agorastos ha affermato che “più di 250 passeggeri sono stati trasferiti in autobus a Salonicco. Purtroppo è probabile che il bilancio di feriti e morti sia alto. Le carrozze 1 e 2 non esistono più, mentre la 3 è deragliata e si è rovesciata”.

Sul convoglio passeggeri molti studenti universitari

 Sul treno passeggeri che si è scontrato con il treno merci c’erano tanti studenti universitari che tornavano a casa dopo i festeggiamenti per il weekend lungo di Carnevale. “È una tragedia terribile e difficile da comprendere, mi dispiace molto per i genitori”, ha detto la viceministro della Sanità, Mina Gaga. Secondo Hellenic Train, operatore ferroviario gestito dal Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, a bordo viaggiavano circa 350 passeggeri.

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