Archive for Maggio, 2023

Lucia Annunziata e le dimissioni dalla Rai: la riunione di redazione annullata, poi l’annuncio

venerdì, Maggio 26th, 2023

di Antonella Baccaro

Al suo posto spuntano le ipotesi di Luisella Costamagna e Serena Bortone. «L’ho già fatto, lo rifarò», diceva ai collaboratori facendo riferimento alle sue precedenti dimissioni negli anni passati

Lucia Annunziata: un atto di serietà, non voglio una conflittualità permanente

L’aveva detto (a pochi amici). Lo ha fatto (in pochi minuti). Lucia Annunziata concede il bis, lasciando un’altra volta la Rai: dimissioni irrevocabili. Un gesto che, nel giorno delle nomine che rivoluzionano gli equilibri politici dell’azienda, è un pugno nello stomaco della nuova gestione. Una gestione di cui la giornalista mette in discussione metodi e contenuti, a partire dalle «modalità d’intervento». E qui bisogna capirsi. Il nuovo corso meloniano in pochi giorni ha prodotto, come si è detto, un vero e proprio ribaltone. Le maggiori direzioni di genere e le testate più importanti sono passate all’alleanza di governo.

Ad Annunziata, già presidente della Rai e direttrice del Tg3, sembra sufficiente per considerare irrespirabile il nuovo clima: «Riconoscere questa distanza – dice – è da parte mia un atto di serietà». Tradotto: «Non sarò la vostra foglia di fico».

Dopodiché nelle parole con cui si congeda c’è traccia di qualcosa in più: «Non intendo avviarmi sulla strada di una permanente conflittualità interna sul lavoro». Da giorni Annunziata andava ripetendo ai propri collaboratori: «Non sono donna per tutte le stagioni. Se non ci sono le condizioni, me ne vado». Un allarme che era apparso ingiustificato quando lo scorso cda aveva confermato il programma anche per l’autunno. Ma la conduttrice non si sentiva più sicura, preconizzava possibili cambi della squadra autorale imposti dall’alto, immaginava tagli alla redazione, temeva spacchettamenti del programma che avrebbe dovuto condividere con qualche new entry.

Che Annunziata avesse solo sentore di qualcosa che stava per arrivare o ne avesse elementi, non è possibile saperlo. Certo il clima nelle redazioni in queste settimane è cambiato e l’attesa di capire cosa succederà ai palinsesti autunnali, che saranno presentati il 7 luglio, è lunga e genera ogni giorno fantasmi, soprattutto nei tanti contrattualizzati a termine che spesso costituiscono l’ossatura delle redazioni.

La giornalista negli ultimi giorni appariva insofferente: «Non sopporto gli attacchi personali, le campagne mediatiche, i killeraggi a mezzo stampa – si lamentava -:  non hanno nemmeno il coraggio di affrontarmi direttamente». La notizia circolata pochi giorni fa di una sua candidatura alle Europee del 2024, per scelta della segretaria del Pd Elly Schlein, l’aveva fatta infuriare: «Se così fosse mi converrebbe restare qui in Rai e farmi una bella campagna elettorale fino al 2024, no? E invece io voglio andarmene», argomentava indignata.

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Con il nuovo Patto rischiamo grosso

giovedì, Maggio 25th, 2023

Veronica De Romanis

Ieri la Commissione europea ha pubblicato le Raccomandazioni che ogni primavera rivolge ai 27 Stati membri dell’Unione. Nessuna sorpresa per quanto riguarda il nostro Paese: le indicazioni sono sempre le stesse oramai da molti anni. Nello specifico, l’Europa ci chiede di diminuire il debito, aumentare la produttività e rafforzare le politiche attive per il lavoro. La vera novità è il posizionamento rispetto agli altri partner, in particolare di quelli appartenenti all’area dell’euro. L’Italia è l’unica economia che presenta contemporaneamente squilibri macroeconomici eccessivi (insieme alla Grecia) e un debito pubblico non in linea con il Patto di Stabilità e Crescita (insieme alla Francia e alla Finlandia). Come è noto, il Patto con le sue regole che limitano le finanze pubbliche nazionali è sospeso fino a dicembre. Non vi è, quindi – almeno per ora – il rischio di incorrere in un’infrazione. Tuttavia, è necessario prepararsi per quando i vincoli sui conti pubblici nazionali torneranno in vigore a partire dal gennaio 2024.

La Commissione ha presentato una riforma, attualmente in discussione.

La riforma colloca sotto stretta osservazione solo alcuni Paesi, ossia quelli con alto debito e con squilibri macroeconomici eccessivi. L’Italia è la sola in questa situazione, lo si è detto. Ma non è finita qui. Secondo Bruxelles, il nostro debito è l’unico che costituisce un “sostanziale” rischio in termini di sostenibilità (“substantial fiscal sustainability challenge”). In base alla riforma della Commissione, per chi presenta questo grado di rischio e viola le nuove norme, la procedura per disavanzo eccessivo scatta in maniera automatica. Per gli altri, invece, si apre una trattativa in cui i governi possono far valere i “fattori rilevanti”, ossia quegli elementi che impattano sul debito e sul deficit. Tra questi ci sarebbe la Francia. In base alle Raccomandazioni di ieri, il debito francese presenta un rischio di sostenibilità fiscale, ma non “sostanziale” come nel caso italiano. Di conseguenza, non sarebbe sottoposto a una procedura automatica e avrebbe margini di flessibilità. L’Italia sarebbe messa sotto stretta sorveglianza non solo dal punto delle finanze pubbliche, ma anche da quello delle scelte di politica economica. Nel Patto riformato, Bruxelles chiede, infatti, che chi presenta squilibri macroeconomici eccessivi li corregga. Nello specifico, il governo di Roma dovrà includere nel piano da presentare in Europa che – non a caso – viene definito “piano fiscale/strutturale” non solo aggiustamenti fiscali (leggi tagli) ma anche riforme e investimenti. In questo modo, i vincoli del Patto di Stabilità vengono estesi anche alle politiche economiche.

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Pnrr, il governo userà tutti i fondi e non arretra: ecco la nuova riformulazione

giovedì, Maggio 25th, 2023

Il governo italiano tranquillizza i bollenti spiriti dell’Ue sul Pnnr. “Stiamo lavorando con serietà per utilizzare tutte le risorse del Pnrr. Ci siamo impegnati a comunicare alla Commissione Ue le variazioni per la riprogrammazione dei fondi entro l’inizio dell’estate” l’annuncio di Paolo Zangrillo in un’intervista su La Stampa.  Il ministro della Pubblica amministrazione si è anche espresso sul pacchetto di aiuti varato dal governo per le zone colpite dall’alluvione in Emilia-Romagna e un eventuale impiego delle risorse del Pnrr per opere di consolidamento e prevenzione dei fenomeni meteorologici estremi: “Adesso abbiamo messo in gioco due miliardi che costituiscono una prima risposta concreta. Poi bisognerà pensare alla ricostruzione, tutti i colleghi che in questi giorni hanno visitato quelle terre hanno tratto la sensazione di straordinaria compostezza e grandissima determinazione della popolazione. Quanto al Pnrr, io penso che non possa essere destinato alla ricostruzione, il piano per sua natura prescinde da eventi straordinari. Le risorse vanno trovate altrove”.

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Ponte sullo Stretto, sì definitivo al decreto. La soddisfazione di Salvini

giovedì, Maggio 25th, 2023

Luigi Frasca

«Non è il Ponte di Messina ma è il ponte degli italiani. È il ponte più studiato al mondo, più verificato al mondo, più indagato al mondo e più atteso. Sarà il ponte a campata unica più lunga al mondo». Il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini, subito dopo il via libera definitivo al decreto legge sul Ponte (con 103 voti a favore, 49 contrari e 3 astenuti), non nasconde l’entusiasmo per questo progetto fortemente voluto che ora inizia a vedere davvero la luce. «Parlare di giornata storica, definitiva e attesa da più di 50 anni è assolutamente adatto. Oggi è una grande giornata, non solo per Sicilia e Calabria ma per l’Italia intera. Sono orgoglioso di questo nuovo traguardo. Proseguiamo sulla strada dei “Sì”, con coraggio e buonsenso», ha detto il vicepremier.

Il Ponte sullo Stretto «darà 100mila posti di lavoro, farà risparmiare 6 miliardi di euro l’anno ai siciliani per mancati collegamenti», spiega ancora il leader della Lega aggiungendo che sarà «un’opera green con più di 100 tonnellate in meno di Co2 e mare più pulito, che si inserisce in un contesto di 28 miliardi di investimenti per la Calabria e altrettanti in Sicilia». «Approvare il decreto nel 2023, far partire i lavori nel 2024 per concluderli nei primi anni del 2030». Questa la road map ipotizzata dal vicepremier per il ponte. «Sarà – ha detto in una conferenza stampa – il completamento di qualcosa di straordinario. Una rivoluzione economica, sociale, ambientale».

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Aiuti del governo: 900 euro a famiglia. E sul commissario si prende tempo. Oggi arriva Ursula

giovedì, Maggio 25th, 2023

Laura Cesaretti

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni tornerà oggi in Emilia Romagna, per accogliere – insieme al presidente della regione Stefano Bonaccini, che ieri ha annunciato ufficialmente la visita – Ursula von der Leyen.

Con la presidente della Commissione europea, Meloni sorvolerà le zone martoriate dall’alluvione: von der Leyen – spiegano da Bruxelles – vuole essere lì «per toccare con mano la devastazione causata dalle inondazioni ed esprimere il sostegno dell’Ue». Dice Bonaccini: «Le chiederemo l’attivazione del Fondo di solidarietà europeo, che fu già utilizzato nel 2012, quando ricevemmo oltre 600 milioni di euro. Credo che ci siano tutte le caratteristiche per poter avere accesso ad alcune centinaia di milioni di euro, che saranno una ulteriore boccata di ossigeno per fronteggiare i danni».

Al rientro a Roma, poi, la premier presiederà un Consiglio dei ministri straordinario dedicato all’emergenza, in cui si prevede il varo di nuove misure estese anche alle altre regioni colpite dal maltempo, a cominciare dalle Marche. Niente da fare, invece, per la nomina del commissario straordinario chiamato a gestire la ricostruzione dopo una catastrofe che ha avuto effetti «peggiori del sisma del 2012», come spiegano dalla regione.

Il governo, per ora, ha deciso di non decidere, e di prendere tempo. Congelando quella che appariva come la decisione più naturale, ossia investire il governatore della regione più gravemente colpita, il dem Bonaccini, dei poteri straordinari di gestione delle opere necessarie a rimettere in moto il tessuto sociale e produttivo e le infrastrutture. Martedì sembrava cosa fatta, anche perché – come sottolinea il governatore leghista del Veneto Luca Zaia «storicamente è sempre accaduto che questo ruolo venisse ricoperto dai presidenti di regione». Ma dal Consiglio dei ministri di quella sera non è uscita alcuna nomina, solo voci di dissensi interni alla maggioranza con il leader leghista Matteo Salvini, e anche alcuni esponenti di Fratelli d’Italia, contrari ad affidare ad un esponente dell’opposizione come Bonaccini una partita da 6/7 miliardi.

E ieri, in Parlamento, è stato il ministro alla Protezione civile e alle Politiche del mare Nello Musumeci a confermare la linea ufficiale del congelamento: «Sento parlare di nomina di un commissario, ma vi assicuro che il tema non è all’ordine del giorno, perché siamo ancora nella fase dell’emergenza», ha spiegato il ministro, rispondendo alle sollecitazioni per accelerare la nomina che arrivavano soprattutto dal Pd. In questa fase, ha aggiunto, Bonaccini «ha già il compito di essere commissario delegato», e solo cessata l’emergenza «si passa alla ricostruzione, con la nomina del commissario straordinario».

Si prende tempo, insomma, in attesa di capire cosa convenga fare: «La nomina di un commissario piuttosto che di un altro non può e non deve inficiare il sereno dibattito politico», chiosa Musumeci. Che poi annuncia nuovi sostegni di emergenza alla popolazione colpita: «Prevederemo l’assegnazione ai nuclei familiari sfollati di un contributo per l’autonoma sistemazione», fino a un massimo di 900 euro per le famiglie più numerose.

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Tutte le volte che il Pd ha giustificato gli eco-vandali

giovedì, Maggio 25th, 2023

Marco Leardi

Il tempismo del Pd è davvero incredibile. A ventiquattr’ore dal blitz compiuto dagli eco-vandali alla fontana di Trevi, i dem avevano teso la mano agli autori dell’ennesimo imbrattamento. “Questi ragazzi vanno ascoltati“, avevano detto, convinti forse di poter fermare le modalità veementi della loro protesta. Risultato? Gli ambientalisti d’assalto se ne sono fregati e stamani sono tornati in azione, spargendo fango davanti al Senato. Dialogare con quei giovani per trovare un terreno comune di confronto sembra impossibile: come parlare coi muri. Eppure, in più occasioni, i piddini si sono mostrati indulgenti nei confronti degli attivisti ideologizzati, arrivando anche a solidarizzare con loro.

In pieno inverno, quando già provocavano blocchi del traffico e imbrattamenti, a strizzare l’occhio agli eco-vandali era stata Elly Schlein. Il dialogo – aveva affermato la parlamentare Pd – “è possibile con loro e con tutte le mobilitazioni ecologiste“. E ancora: “Si può non essere d’accordo sul metodo ma non si può guardare il dito anziché la luna“. Come se le modalità invadenti delle loro proteste fossero un dettaglio secondario, sul quale era sbagliato concentrarsi troppo. Quel concetto la neo-eletta leader dem lo avrebbe ripetuto poche settimane più tardi in tv, dopo che gli attivisti avevano deturpato la facciata di Palazzo Vecchio a Firenze. “Di quella mobilitazione mi piace la consapevolezza che loro stanno chiedendo solo di ascoltare la scienza“, aveva affermato Elly su Rai2.

In quell’occasione, il segretario Pd si era anche lanciato in un’altra apertura discutibilissima, accostando gli eco-vandali agli esperti che ci hanno tutelati durante la pandemia. “Quando ci siamo trovati ad affrontare il dramma della pandemia, noi politici e istituzioni abbiamo dovuto affidarci a chi ne sapeva di più. Ma se l’abbiamo fatto con la pandemia, perché non lo facciamo invece sul clima?“, aveva commentato. Peccato che gli attivisti d’assalto non siano né scienziati, né tantomeno climatologi o luminari detentori di chissà quale sapere. E peccato, altresì, che vi siano esperti in totale disaccordo con le irremovibili convinzioni di quei giovani ecologisti.

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Nella Romagna alluvionata arriva Von der Leyen. A Brescia strade e sottopassi allagati, crolla la sponda del Naviglio. Bassetti: “Antitetanica di massa e non vi bagnate con l’acqua stagnante”

giovedì, Maggio 25th, 2023

A CURA DELLA REDAZIONE

Arriva anche la Von der Leyen nella Romagna alluvionata. Accompagnata dalla Meloni e da Bonaccini, la presidente della Commissione europea sorvolerà oggi le zone più colpite dal maltempo. Nel pomeriggio nuovo Cdm per ulteriori misure sull’emergenza nella regione. Su questo, il sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, si augura che anche per le Marche sia previsto un sostegno («Attendiamo fiduciosi») e chiede in ogni caso al governo «una programmazione più rigida sul tema idrico, differente da quella fatta negli ultimi anni». Perché «fenomeni così estremi – aggiunge Ricci – sono la dimostrazione che il clima sta cambiando, negarlo è da irresponsabili. Siamo stati fortunati, abbiamo evitato la tragedia dell’Emilia Romagna, ma anche da noi ci sono tantissimi danni».

L’allerta rossa prosegue anche oggi per la Romagna, mentre è arancione in Piemonte, gialla in Abruzzo, Lombardia, Sardegna e Toscana.

Il rischio tetano e l’appello di Bassetti
Intanto si profila una possibile emergenza anche sul fronte sanitario, al punto che l’infettivologo Matteo Bassetti, direttore del centro di Malattie infettive al Policlinico San Martino di Genova, «in un contesto come quello dell’Emilia Romagna», invita a un immediato richiamo della vaccinazione anti-tetano. «Bisogna fare una campagna a tappeto anche per chi l’ha fatta un anno fa». «La raccomandazione – ha ribadito, parlando ad Agorà su Rai 3 – oltre a quella di seguire le autorità sanitarie, è di evitare di toccare l’acqua stagnante. Lo dico soprattutto ai bambini, alle persone anziane». Per Bassetti «dobbiamo considerare tutta l’acqua che c’è in questo momento in Romagna potenzialmente infetta. Quindi non deve avere contatto con nessuna parte del nostro corpo».

Temporali in Appennino e nella Bassa, allagamenti
Numerosi interventi dei vigili del fuoco ieri pomeriggio nel Modenese a causa dei violenti temporali che si sono registrati. Sono stati trenta quelli a Pavullo, sull’Appennino, dove hanno operato cinque squadre. I più rilevanti per un allagamento che ha coinvolto la cucina e la centrale termica di una residenza sanitaria assistita e i seminterrati di un centro commerciale, con il coinvolgimento di alcune cabine elettriche. Altri cinque interventi, inoltre, nella Bassa modenese, tra Mirandola e Finale Emilia, per allagamenti.

Maltempo a Brescia, crolla argine del naviglio e le auto finiscono nel canale

Alluvione a Brescia, strade e sottopassi allagati
Un violento temporale si è abbattuto nel tardo pomeriggio in provincia di Brescia. Le zone più colpite sono quelle di Caino, Nave, Concesio in Val Trompia con le strade trasformate in torrenti di fango. A Rezzato è anche crollato l’argine del naviglio e due auto parcheggiate sono finite nel canale senza causare feriti. In città si sono verificati forti disagi alla viabilità a causa di alcuni sottopassi allagati. Alcuni alberi sono caduti su delle auto parcheggiate lungo la salita del Castello a Brescia. A Lavenone una famiglia risulta isolata.

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Chiara Colosimo: “La mia verità sugli ex Nar”

giovedì, Maggio 25th, 2023

FRANCESCO OLIVO

ROMA. In mezzo alla bufera Chiara Colosimo si trova tutto sommato a suo agio. Il primo giorno da presidente della Commissione Antimafia, la deputata di Fratelli d’Italia, legatissima a Giorgia Meloni, lo trascorre tracciando le linee del suo mandato e difendendosi dalle accuse dell’opposizione: «Ciavardini non è un amico». Le polemiche del centrosinistra se le aspettava, «non mi aspettavo quelle dalle associazioni dei familiari delle vittime, di cui ho molto rispetto. Questo mi ferisce. Vorrei incontrarli presto. La narrazione che si è fatta è surreale. Sono nata nel 1986 e sto passando per la persona che non sono».

Chiara Colosimo, lei è amica dell’ex membro dei Nar Luigi Ciavardini?
«No, non lo sono e spero di non ripeterlo ancora. Ho conosciuto Ciavardini nell’ambito di iniziative con l’associazione gestita da sua moglie (sorella di Nanni, terrorista nero morto in carcere e Marcello oggi alla Regione Lazio ndr.), nelle quali ovviamente c’era anche lui. Era il mio primo mandato da Consigliera regionale del Lazio, 2010-2013. Non ho problemi a dichiararlo. L’articolo 27 della Costituzione parla di funzione rieducativa della pena e di reinserimento dei detenuti».

La foto, però, scattata nel carcere di Rebibbia, lascia intendere una certa confidenza fra voi.
«Sono rimasta sorpresa anche io e capisco che possa dare questa impressione, in effetti non è una posa istituzionale. Io davvero non ricordo con precisione in quale occasione sia stata scattata, saranno passati circa dieci anni. Io quella foto non ce l’ho, forse l’hanno fatta dopo una sfilata di un’associazione che fa abiti cuciti dalle detenute. In ogni caso sono certa che fosse una occasione pubblica».

Perché ha cancellato alcuni post sui suoi profili social che riguardavano proprio questi incontri?
«Non mi pare di aver cancellato post, tuttavia non ho nulla da nascondere».

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Wagner lascia Bakhmut, ecco la mappa con i 32 paesi dove sono insediati, il cuore è sempre di più l’Africa. Ma Prigozhin: “Purtroppo la Russia avrà ancora bisogno di noi in Ucraina”

giovedì, Maggio 25th, 2023

Jacopo Iacoboni

Il Gruppo Wagner da stamattina sta lasciando Bakhmut in lotti, e viene sostituito dall’esercito regolare. A comunicarlo è Evgheny Prigozhin stesso, mentre si fa filmare durante l’operazione. Comincia dunque una stagione incerta, in cui si vedrà se l’esercito regolare russo riuscirà a tenere nella difesa gli stessi risultati ottenuti dai “wagneriani” nell’attacco (la distruzione totale della città e la conquista delle sue macerie).

Si moltiplicano a questo punto le domande sulla sorte del Gruppo Wagner a breve, e qualche indicazione può essere ricostruita attraverso da due elementi: una mappa, che La Stampa è stata in gradi di analizzare abbastanza nel dettaglio, con esperti sul dossier Wagner. E le parole stesse di Prigozhin ieri sera. Il capo dei mercenari russi, commentando varie voci secondo cui l’“orchestra” si starebbe ritirando completamente dalla guerra con l’Ucraina (altri sostengono che verrà presto ridislocata nei fronti più caldi e difficili), ha spiegato che «al momento non abbiamo altri compiti. Ora ci riprenderemo e ci prepareremo per un mese o due, dopodiché inizieremo a impegnarci in altre missioni di combattimento. Non credo che la guerra finirà in due mesi». Poi ha aggiunto: «E se la guerra finisce tra due mesi, partiremo felici e contenti per il pane gratis in Africa, finché la Russia non sarà di nuovo in pericolo. Ma qualcosa mi dice che il pericolo sta solo aumentando. Pertanto, penso che rimarremo con voi e svolgeremo i compiti più difficili nei settori più difficili del fronte».

La previsione insomma è chiara: Wagner resta pronta a ridispiegarsi dove occorrerà intervenire nelle difficoltà dell’esercito russo, che Prigozhin prevede gravi e imminenti. Nel frattempo, diverse fonti (tra cui l’informato canale telegram Chema-Ogpu), sostengono che la parte più significativa dell’élite di Wagner è stata già trasferita nelle ultime due settimane in Africa. Dove da tempo è il cuore degli interessi economici del Gruppo, usato come strumenti di influenza della Russia ma anche come strumento di potere personale ed economco da Prigozhin. Se si osserva la mappa che Prigozhin ha fatto riprendere durante la sua intervista dell’altro giorno – 77 minuti a tu per tu seduti a una scrivania con il blogger nazionalista Konstantin Dolgov – si osserva che 32 paesi sulla mappa sono pinzati con una puntina che fa da evidenziatore. Si tratta con ogni probabilità dei paesi del mondo che sono caduti nella sfera degli interessi di Wagner Prigozhin. America Latina, Asia e Oceania, e ovviamente Africa. Il canale “Nestka” ha notato che la mappa mostra i punti di interesse commerciale del proprietario del compresi diversi che prima non erano noti. I punti sono 32, in tre colori: rosso, bianco e verde. I segni rossi sono su sette paesi africani: Mozambico, Repubblica Centrafricana, Sudan, Mali, Burkina Faso, Benin ed Eritrea. Qui è dove c’è una presenza diretta, nota, di mercenari di Prigozhin.

Tredici paesi sono segnati con pennarelli bianchi (tra loro, Madagascar, Unione delle Comore, Zimbabwe, Repubblica Democratica del Congo e Guinea). In questi paesi, pur non essendoci un impegno diretto militare dei mercenari, sono stati notati strategisti di Wagner che hanno in vari modo operato in operazioni di influenza politica, per favorire l’elezione di politici graditi al Cremlino. Segni bianchi si trovano anche in Myanmar, Ecuador e sull’isola di Chatham in Nuova Zelanda. Che Prigozhin operasse in qualche modo in Sud America o nel sud-est asiatico finora non era noto.

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Addio a Tina Turner, icona di energia e carisma

giovedì, Maggio 25th, 2023

Luca Dondoni

Tina Turner non c’è più. «La regina del rock ‘n roll, è morta serenamente a 83 anni e dopo una lunga malattia nella sua casa di Küsnacht vicino a Zurigo, in Svizzera», ha detto il portavoce. «Con lei il mondo perde una leggenda della musica e un modello per le future generazioni». Nata Nutbush in Tennessee Tina Turner è stata una delle artiste più influenti e amate nel mondo della musica degli ultimi 50 anni. Tra i momenti più incredibili di una carriera unica è d’obbligo ricordarne gli esordi e il successo con il marito Ike Turner dal quale prese il cognome d’arte. Tina infatti si chiamava Anna Mae Bullock e iniziò la sua carriera musicale negli anni ’60 come membro del duo Ike & Tina Turner.

Musica: è morta Tina Turner, la regina del rock che visse tre volte

A CURA DELLA REDAZIONE 24 Maggio 2023

Insieme al compagno/padrone che l’ha spesso vessata e dal quale si divise dopo anni di percosse e soprusi, realizzò successi come “River Deep – Mountain High” e “Proud Mary”. Finalmente nel 1978 arrivò il divorzio da Ike, la Turner intraprese una carriera da solista che ha raddoppiato la sua fama. L’album del 1984, “Private Dancer”, è stato un successo globale e ha generato hits come “What’s Love Got to Do with It” “I can’t stand the rain”, “Let’s stay together” e la stessa “Private Dancer”.

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