Archive for Maggio, 2023

Il Veneto di Zaia ha fatto la prevenzione che Bonaccini ha scordato

sabato, Maggio 20th, 2023

Pietro De Leo

C’è chi, in Veneto, lo chiama «Piano Marshall dell’acqua». In queste ore, mentre l’Emilia Romagna fa i conti con i danni del flagello e la cartina dei ritardi sul piano della prevenzione, emerge quello che è stato fatto in Veneto a partire dal 2010, da quando un alluvione si abbatté nelle zone di Padova e Vicenza. Da lì in poi, la giunta di centrodestra guidata dal leghista Luca Zaia ha iniziato un percorso strutturale, con un investimento progressivo che ha raggiunto, nel corso negli anni, 3 miliardi e mezzo di euro. Con la chiave di volta dei «bacini di laminazione», vasche che servono a raccogliere l’acqua in eccedenza dai fiumi, in caso di grandi piogge. Il Corriere.it ha riportato una dichiarazione dell’assessore all’Ambiente e alla protezione civile della Regione: «Finora abbiamo completato 5 bacini, investito 400 milioni in opere di consolidamento, 320 milioni in opere di manutenzione. E siamo solo a metà. Già oggi, però, possiamo dire che c’è stata una svolta importante. Lo testimoniano gli eventi impattanti nel 2018, 2019 e 2020». In particolare nel 2018 ci fu un alluvione importante, con danni notevoli ma comunque di impatto inferiore rispetto a quelli del 2010. Certo, di fronte alla potenza di eventi climatici estremi non è possibile trovare uno scudo che schermi completamente dai danni, ma il percorso Veneto dimostra che possono essere contenuti e molto. E alcune fonti vicine al dossier, che il Tempo ha potuto contattare, spiegano che quest’opera di prevenzione è stata condotta in perfetta sinergia con i sindaci, che erano i primi a voler imprimere una svolta di questo tipo, considerando che il Veneto è una Regione molto ricca di fiumi, torrenti e canali. Soltanto con il gioco di squadra a vari livelli amministrativi, infatti, è stato possibile porre in essere un lavoro di prospettiva con degli effetti che nella dimensione comunale non sarebbe mai stato possibile raggiungere. Uno stato di cose che inevitabilmente, constatato con mera osservazione dei fatti e senza alcun velo polemico, si raffronta con quello che è accaduto in Emilia Romagna. Tra il 2015 e il 2022 la Regione, a guida Stefano Bonaccini e Pd, ha ricevuto 190 milioni, risorse che dovevano essere impiegate per mettere a dimora 23 casse. Come riporta ancora Corriere.it ne sono state completate soltanto 12, 2 sono parzialmente in funzione, nove sono ancora da completare e 2 devono essere ancora finanziate. Dunque si torna sempre al tema centrale, ossia la capacità di spesa. Peraltro, nello specifico dell’Emilia Romagna, il tema della destinazione delle risorse era stato anche affrontato da una relazione della Corte dei Conti, che aveva puntato il dito contro la mancata spesa, nei tempi, di quantità di denaro per manutenere alcuni corsi d’acqua. La strada da percorrere, peraltro, è stata indicata anche dai geologi. Il Presidente dell’Ordine delle Marche (regione coinvolta dall’ondata di maltempo, ma con danni molto più ridotti rispetto all’Emilia Romagna),

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La famiglia che ha resistito all’alluvione: «I vicini ci portavano il cibo a nuoto»

sabato, Maggio 20th, 2023

di Giulia Arnaldi e Alfio Sciacca

Massa Lombarda, la famiglia Maretti isolata da mercoledì a ieri sera: «Abbiamo resistito senza corrente e acqua. Ci sentivamo abbandonati»

La famiglia che ha resistito all'alluvione: «I vicini ci portavano il cibo a nuoto»
I coniugi Maretti cercano di buttare fuori l’acqua dalla loro abitazione a Massa Lombarda (Ra)

MASSA LOMBARDA (RAVENNA) — Suona quasi beffardo trovarsi a scoprire che, con la casa completamente circondata dall’acqua, quel che più ti manca è proprio l’acqua. «Da subito siamo rimasti senza acqua per lavarci e anche per i servizi igienici, mentre quella da bere ce la portavano volontari e vicini casa, praticamente a nuoto».

La cronaca di come cinque persone (padre, madre, figlia e due nonni di 78 e 83 anni) abbiano resistito bloccati in casa per tre giorni è scolpita nella mente e nel volto della piccola di casa, Giulia Maretti, 32 anni, che ha tenuto i contatti con il mondo esterno grazie ai social e alla precaria ricarica del telefonino, con l’angoscia di restare senza batteria. Tutto questo fino a ieri sera, quando la famiglia ha potuto mettere piede fuori casa.

Riparte «Un aiuto subito», la raccolta fondi per aiuti concreti in Emilia-Romagna

Siamo a Massa Lombarda, uno dei comuni più devastati del Ravennate. «Abitiamo tutti nello stesso stabile — racconta Giulia —. Io e i miei nonni in due distinti appartamenti al pianterreno, i miei genitori al primo piano. Mercoledì mattina quando è arrivata la piena ci siamo messi al sicuro al primo piano e lì siamo rimasti bloccati fino ad un’ora fa (le 18 di venerdì, ndr)». Tre giorni di autentica «prigionia» a fare i conti con i bisogni più elementari: luce, cibo, acqua. «Un incubo che abbiamo compreso solo con il passare delle ore  — racconta Giulia —. Fortunatamente martedì c’era stata l’allerta e avevamo fatto delle scorte. Ma pensavamo che sarebbe durata solo qualche ora o un giorno. E invece sembrava non finire mai».

L’assenza di corrente è stata la prima criticità. «I telefonini si stavano tutti scaricando e avevamo l’angoscia di restare totalmente isolati. Poi mia madre ha armeggiato con il salvavita ed è riuscita, non so come, ad attivare una presa di corrente in una stanza. Almeno i telefonini erano salvi».

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Emilia-Romagna, l’alluvione vista dal satellite: «L’area sommersa si è allargata negli ultimi due giorni»

sabato, Maggio 20th, 2023

di Paolo Virtuani

Grazie dal radar a bordo di Cosmo-SkyMed. Eccezione dettaglio delle aree invase dall’acqua visibili campo per campo, via per via

Emilia-Romagna, l’alluvione vista dal satellite: «L’area sommersa si è allargata negli ultimi due giorni»
In azzurro le aree allegate, immagine rilasciata alle 13.30 del 19 maggio (Copernicus)

L’andamento dell’alluvione in Emilia-Romagna può essere seguito ora per ora grazie alle immagini del satellite Cosmo-SkyMed ed elaborate da Copernicus, il servizio europeo di protezione ambientale tramite immagini dallo Spazio. L’immagine qui sopra è stata acquisita alle 16.55 di giovedì 18 dal radar 2/HR a bordo del satellite, sviluppato dall’Agenzia spaziale italiana (Asi) in cooperazione con il ministero della Difesa, elaborata e rilasciata dal Rapid Mapping di Copernicus alle 13.30 di venerdì 19. In azzurro-blu si notano le aree allagate (che negli ultimi due giorni si sono estese notevolmente), ingrandendo la mappa si può scendere a dettagli molti particolareggiati, seguendo le aree allagate praticamente campo per campo, via per via. Uno strumento in più a disposizione dei soccorsi e della Protezione civile che operano delle zone disastrate.

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L’andamento dell’alluvione vista da Cosmo-SkyMed alle 18.56 e alle 19.14 (ora italiana) del 17 maggio (Copernicus)

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Schlein e Conte costretti all’alleanza forzata: insieme ai ballottaggi

venerdì, Maggio 19th, 2023

Claudio Querques

Una passione fredda. Un amore sfiorito prima di cominciare. Elly Schlein e Giuseppe Conte. La prima pronta a trasfigurare se stessa e il Nazareno fino ad assumere sembianze grilline. Il secondo in fuga dall’abbraccio mortale, dal rischio di finire sotto uno stesso tetto ma cannibalizzato da una mantide. L’opposizione al tempo del governo Meloni: un insieme di molecole impazzite che si attraggono e si respingono. Elly aveva fatto delle alleanze il suo mantra, lei stessa incarnazione della rifondazione, il trattino di congiunzione della nuova «sinistra-sinistra».

Non aveva previsto il diniego, Elly. L’allontanamento, la corsa ai distinguo di Conte, una versione riveduta e più casual del «Giuseppi» di ieri, quello con la pochette che si affaccia da Palazzo Chigi. Per arrestare la caduta libera il leader 5Stelle oggi deve tirare la cloche. Fermarsi prima di schiantarsi al suolo. «È ancora presto per parlare di alleanza strutturale con il Pd, il quale deve risolvere ancora le sue contraddizioni su molti temi, come, ad esempio, quello della transizione i ecologica, degli inceneritori, delle armi e cosi via. Per questo alle amministrative non siamo riusciti a correre insieme su tutti i territori, cercato di condividere temi locali spiega il senatore Marco Turco, vice presidente del M5s, uno dei dirigenti più vicini all’ex premier – e lasciato ai singoli territori la decisione finale perché crediamo nella partecipazione dal basso di tutti i cittadini».

Ma come spiegare così i comizi alla stessa ora in due piazze diverse? Le liste di disturbo?le candidature opposte e contrarie? «Non siamo disposti a snaturare la nostra linea politica – rinforza il concetto Turco, pugliese, ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio nel Conte II – al momento con i dem solo contratti su temi specifici, compatibili con la nostra carta dei valori».

Il processo di allontanamento è già cominciato. Il flop alle amministrative dove il M5S ha superato la misera asticella del 5% solo a Brindisi e Terni ha impresso un’ulteriore accelerazione. I gruppi territoriali sono avvisati. L’indicazione è chiara: d’ora in poi il fuoco amico è più importante di quello nemico: se prima la partita era per la leadership dell’opposizione ora in gioco c’è la stessa sopravvivenza del M5S. Non è scritto da nessuna parte che a Siena, ad esempio, per gli iscritti grillini ci sarà una indicazione precisa di voto per il volto «nuovo» del Pd, Anna Ferretti, la 71enne ex presidente della Caritas che il 28 e il 29 maggio prossimi spera di strappare al centrodestra la città del Palio. La 5Stelle Elena Boldrini, uscita con le ossa rotte dal confronto, finora si è limitata a dire che «già essere presentati è stato un successo».

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La destra al Salone

venerdì, Maggio 19th, 2023

Claudia Luise Miriam Massone

Torino. L’ultima edizione del direttore Nicola Lagioia (per lui l’applauso più lungo) è anche la prima per la destra sovranista al potere. Il Salone del libro apre la 35ª edizione Oltre lo specchio, ispirata all’Alice di Lewis Carroll, in un clima plumbeo come il cielo di Torino. Qualcosa è cambiato. E si vede. L’inaugurazione ne è la prova: quest’anno i riflettori non si condividono, prima c’è la parata politica, poi la lectio del premio Nobel Svetlana Aleksievič. Così, mentre lei parla in collegamento video, il presidente del Senato Ignazio La Russa assieme all’“amico” Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura («Ti ricordi – gli si rivolge dal palco del Lingotto – quando Pinuccio Tatarella ci diceva “Ragazzi, dovete leggere Prezzolini e Papini”») costretto ad accelerare per stargli al passo, zigzagano tra gli stand istituzionali a dispensare strette di mano. Indossano i cappellini della Difesa con l’hashtag #unaforzaperilpaese, mandano messaggi di solidarietà all’Emilia, istruiscono gli studenti («Dovete ricordarvi ogni giorno della Protezione civile»). La Russa “scippa” anche la coroncina dalla testa di un bambino in gita e se la mette a favore di flash, poi lo ringrazia con un bacio affettuoso (lui si gira e chiede: «Ma chi è questo?»). C’è ancora tempo per fare irruzione in una diretta Rai (con foto ricordo assieme a Luca Sardella e il suo libro Una pianta per amica) e un selfie con la nuotatrice paralimpica delle Fiamme Oro Giulia Ghiretti.

La destra di governo cerca di mettere la bandiera sull’evento culturale più importante del Paese e prova a imporre una narrazione sua, ad affermare il modello conservatore come alternativo a quella che considera la “dittatura della sinistra”. Lo rivela la ribalta dei saluti ufficiali, ma anche il retroscena della lounge allestita all’Oval: a quattro anni dalla cacciata dal Salone dell’editore Altaforte, per la sua vicinanza a CasaPound, il ministro Sangiuliano è accompagnato da Emanuele Merlino, capo segreteria tecnica e autore di volumi sulle Foibe e sul patriottismo, oltre che presidente del Comitato “10 febbraio” e responsabile culturale di Fdi, e poi da Francesco Giubilei, consulente e creatore del think tank Nazione futura, editore dell’ultimo libro di Alain De Benoist, nome di punta della cultura conservatrice, dall’assessore piemontese di Fdi Maurizio Marrone (che con Sangiuliano ha un filo diretto: «L’attenzione istituzionale della destra per il Salone è più forte della polemica»).

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L’Italia hotspot del clima malato

venerdì, Maggio 19th, 2023

Carlo Petrini

Ormai è innegabile: sulla nostra penisola la crisi climatica sta dando perfetta manifestazione di sé con eventi estremi molto spesso opposti (pensiamo alla siccità e alle alluvioni), che si manifestano in sequenza e con frequenza sempre più elevata, condizionando profondamente le nostre vite. Fino a pochi giorni quasi tutto il territorio nazionale era attanagliato dalla più lunga siccità degli ultimi due secoli; pensiamo che per quasi un anno e mezzo le precipitazioni potevano essere contate con il contagocce. Ora invece le energie, le preoccupazioni e anche l’attenzione mediatica sono catalizzate sulle precipitazioni a carattere alluvionale che stanno colpendo l’Emilia Romagna causando vittime e oltre diecimila sfollati. In 18 ore si sono riversati i millimetri di pioggia che in media cadono in un mese.

Questo ha provocato l’esondazione di tutti i fiumi, allagamenti nei paesi in pianura, isolamento di quelli collinari a causa delle frane di molte strade, i campi coltivati sono diventati veri e propri laghi e i frutteti che erano in una fase cruciale della maturazione dei loro prodotti sono stati severamente danneggiati. Sarebbe bello che questa situazione tremenda che sto descrivendo fosse un fenomeno sporadico e isolato, ma purtroppo così non è. Oggi è stata la volta dell’Emilia Romagna, nel novembre del 2022 era toccato a Ischia e solo due mesi prima alle Marche. E domani? Non è dato saperlo eppure sappiamo che succederà. L’Italia come il resto del bacino del Mediterraneo rientra infatti tra quelli che gli scienziati definiscono “hotspot dei cambiamenti climatici”, ossia aree del pianeta che subiscono gli effetti della crisi del clima con maggior intensità e con conseguente impatto sui sistemi naturali e umani. I dati forniti dall’Ispra nel 2021 danno conferma di ciò mostrando come il 94% dei Comuni italiani è a rischio frane e alluvioni. Mentre uno studio dell’Osservatorio del Legambiente ha rivelato che in soli dieci anni il numero annuale di allagamenti da piogge intense è passato da dieci nel 2012 a 150 nel 2022. Inondazioni, frane e alluvioni da un lato, e dall’altro uno stato di siccità che si sta cronicizzando e che acutizza gli effetti delle piogge rendendo il terreno impermeabile. Ecco allora che le piogge, non riuscendo a penetrare nel suolo, da un lato allagano le città e dall’altro non vanno ad alimentare le falde, mentre bisognerebbe fare di tutto fuorché impedire l’accumulo di riserve d’acqua (prima fra tutte le azioni recuperare gli invasi che non riescono più a svolgere il loro compito perché mal gestiti nel tempo). Come se tutto ciò non bastasse c’è un ulteriore fattore, questo di natura umana, che si aggiunge a questo quadro di tempesta perfetta. Sto parlando della cementificazione che fa sì che le strade si trasformino in veri e propri torrenti che trascinano appresso tutto quello che incontrano nel loro percorso. In un Paese quale l’Italia che è sull’orlo della crisi demografica ogni giorno del 2021 si sono cementificati una media di 19 ettari al giorno, con una velocità di due metri quadrati al secondo. Gli abitanti diminuiscono e gli edifici si moltiplicano.

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Schlein boccia l’Autonomia: “La maggioranza aumenta le disuguaglianze”

venerdì, Maggio 19th, 2023

Carlo Bertini

ROMA. «È un momento in cui serve unità e coesione nazionale, noi siamo disponibili a collaborare e chiediamo al governo di coinvolgerci per mettere in campo tutti gli strumenti necessari a intervenire»: Elly Schlein considera la tragedia che sta scuotendo la sua regione come un dramma collettivo che deve coinvolgere tutte le strutture, periferiche e centrali, del partito che dirige. Lo dice a chiare lettere in segreteria allo stato maggiore del Pd. Ma nelle conversazioni di queste ore con i suoi, la segretaria dem insiste anche sull’impegno che il partito deve garantire su un fronte caldo in Parlamento, come lo è la battaglia sull’Autonomia differenziata di Calderoli, «una riforma sbagliata nel merito e nel metodo», sulla quale «il governo ha scavalcato le Camere». Un tema che, superata l’emergenza di questi giorni, tornerà ad essere centrale e su cui il Pd non farà sconti.

Di fronte alla segreteria convocata sull’emergenza maltempo, la leader Pd fa capire che per ora tutto passa in second’ordine, perfino i ballottaggi, quando dice che «bisogna valutare se rallentare la campagna elettorale nazionale, lasciando in campo solo le iniziative locali». Per questo riprenderà il suo tour nelle città dove si vota al secondo turno solo la settimana prossima e se le condizioni lo consentiranno. E per questo il Pd chiede al governo di varare al più presto un decreto, impegnandosi a sostenerlo «senza distinzione di colore politico, e con Regioni ed Enti locali». Anzi, puntualizza Schlein, «chiediamo al governo di coinvolgerci sia nella messa in sicurezza nell’immediato, sia nei ristori e gli indennizzi, sia nel ripristino della mobilità». Insomma il Pd è sul terreno, lì dove si sta soffrendo e si mette a disposizione. E quando insieme ai responsabili di settore, analizza le scelte da attuare per far fronte all’emergenza, il pensiero corre subito ai fondi subito disponibili da far affluire nelle zone colpite: «In questi mesi si parla di modifiche del Pnrr, avrebbe senso mettere risorse sulla prevenzione e messa in sicurezza del territorio».

Già l’altra sera, a caldo, la leader aveva riversato la sua preoccupazione in un post su Facebook. «Voglio esprimere la vicinanza e quella di tutta la comunità democratica, alle popolazioni dell’Emilia-Romagna e delle Marche colpite in queste ore da nubifragi, frane ed esondazioni che hanno provocato molti, troppi lutti oltre che a danni non ancora quantificabili». Ed è proprio sulla quantificazione di quei danni che ieri ha provato a mettere qualche cifra nero su bianco con i suoi collaboratori, che le hanno fatto un quadro disastroso. «Stiamo seguendo da vicino la situazione in stretto contatto con gli amministratori e le amministratrici dei territori. Bene che le istituzioni, a ogni livello, stiano collaborando per fronteggiare questa terribile emergenza. Bene la sospensione dei termini per gli adempimenti tributari».

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Maltempo in Piemonte, timori nel Torinese e nel Cuneese. Il sindaco di Villafranca: “Questo week end restate a casa”. Protezione Civile pronta a possibili emergenze. Le previsioni zona per zona

venerdì, Maggio 19th, 2023

Piogge battenti e temperature in calo: il bollettino della protezione civile del Piemonte segnala per oggi l’allerta gialla, quella più debole, che indica fenomeni localizzati in due zone della regione. Una è nel Torinese, in Alta Val di Susa, Alta Val Chisone, Alta Val Pellice e Alta Valle Po. L’altra è nel Cuneese, nelle Valli Varaita, Maira e Stura. Ma il peggioramento delle piogge avverrà tra sabato e domenica: nelle prossime ore verrà valutato se aprire una sala operativa.
L’allarme dei sindaci
Ci sono sindaci che però hanno già iniziato a pensare al peggio, come quello di Villafranca Piemonte (Torino), Agostino Bottano. Nella la chat con i suoi concittadini invita a restare in casa nel fine settimana. «Se l’allerta verrà confermata – scrive – sarà trasmesso un numero di telefono di emergenza, che potrete contattare in caso di richiesta d’aiuto». Il livello del Po è ancora più basso rispetto alla media del periodo, ma nella pianura tra le province di Cuneo e Torino, finita sotto l’acqua nel 2016 per l’esondazione dei rii, il timore di ripetere l’esperienza mette in guardia. La Provincia di Cuneo ha rinviato la riapertura dell’ultimo tratto della strada provinciale 251 del colle dell’Agnello e del valico con la Francia in alta valle Varaita, prevista oggi.

Il governatore
Rassicurazioni arrivano dal presidente della Regione, Alberto Cirio: «Stiamo seguendo la situazione ora per ora, non abbiamo al momento segnalazioni particolari però sappiamo che i colori cambiano repentinamente». «Se la situazione dovesse evolvere in senso peggiorativo, scatteranno le predisposizioni previste dai vari piani, sia comunali sia provinciali di protezione civile», aggiunge il prefetto di Torino, Raffaele Ruberto. Le previsioni meteorologiche probabilistiche dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale vanno nel dettaglio sulle previsioni per il Sud-Ovest del Piemonte, «incerte perché la circolazione sarà guidata da forme molto piccole e localizzate».

Sabato e domenica a rischio
Danno per sabato «una probabilità del 90% di superare i 50 millimetri di pioggia in tutta la fascia alpina e prealpina, dal Torinese al Cuneese, che domenica scende al 70-75%. Sulle 72 ore complessiva da venerdì a domenica c’è però una probabilità del 90% di superare i 100 millimetri. In zone più limitate all’interno di queste aree nelle stesse 72 ore viene segnalata la possibilità che vengano superati i 250 millimetri». Dal punto di vista idrogeologico per domani le indicazioni sono di «locali allagamenti e isolati fenomeni franosi, ma con una probabilità non molto elevata, insieme a criticità sui corsi d’acqua secondari, soprattutto da sabato. Domenica probabilmente interesseranno anche ai corsi d’acqua principali, quali Po, Tanaro e loro affluenti».

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G7: botta e risposta tra Trudeau e Meloni sui diritti Lgbt. Canada “preoccupato”. La premier: “Agiamo come gli altri governi”

venerdì, Maggio 19th, 2023

Era nell’aria un possibile scontro sui diritti Lgbtq+ al G7, e così è stato. Infatti uno «scambio di opinioni» sui diritti è avvenuto, come riporta il comunicato sul sito della presidenza canadese, tra il primo ministro Justin Trudeau e la premier Giorgia Meloni, nel corso del bilaterale che si è tenuto stamattina a Hiroshima prima dell’avvio dei lavori del G7.

Secondo i media canadesi presenti alla prima parte del bilaterale, Trudeau si è detto «preoccupato da alcune delle posizioni che l’Italia sta assumendo in merito ai diritti Lgbt». La premier, si legge nella nota canadese, «ha risposto che il suo governo sta seguendo le decisioni dei tribunali e non si sta discostando dalle precedenti amministrazioni».

Eppure già a dicembre, nonostante la decisione del tribunale di Roma che aveva dato ragione a due madri che volevano cambiare la dicitura sul documento per garantire l’inclusione delle coppie gay, il governo Meloni aveva fatto retromarcia: il Viminale e il ministero della Famiglia avevano infatti deciso di lasciare tutto come era previsto nel 2019 dal decreto del ministero dell’Interno, di cui allora era titolare Matteo Salvini, con la dicitura «padre» e «madre». «Le parole più belle del mondo», aveva commentato il leader leghista.

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Opposizioni prigioniere delle lotte intestine

venerdì, Maggio 19th, 2023

di Massimo Franco

Rimane l’incognita di una strategia che permetterà al Pd magari di ridimensionare nettamente un grillismo in crisi

C’è una doppia disgregazione in atto nelle opposizioni. Una, sempre più evidente e che sembra subire un’accelerazione, riguarda l’alleanza tra Carlo Calenda e Matteo Renzi. Il loro progetto di Terzo polo si sta sfasciando a livello politico e parlamentare, minato dai protagonismi e dai magri risultati elettorali. Ma, seppure meno vistosa, comincia a intravedersi anche una diaspora strisciante di settori moderati nel nuovo Pd di Elly Schlein.

Al momento si tratta di segnali di malessere, seppure sottolineati da alcune defezioni. Quello dei contorni e dell’agenda del partito, tuttavia, sta diventando «il» tema dell’avversario principale della premier Giorgia Meloni e della sua destra. Il modo in cui la segretaria ha spostato il Pd su un versante radicale, con forti connotazioni sociali e movimentiste, toglie ossigeno al M5S di Giuseppe Conte: al punto da far vacillare la sua leadership dopo un voto locale nel quale i grillini non brillano mai.

Ma questo implicherà un’ostilità ancora più forte del M5S nei confronti della sinistra; e uno smarcamento accentuato in politica estera, tanto da portare i Cinque Stelle a un’equidistanza di fatto tra Nato e Ue, e la Russia. E renderà più incalzante la polemica grillina contro Elly Schlein, accusata già adesso di subalternità all’Alleanza Atlantica e agli Usa per il sì agli aiuti militari a favore dell’Ucraina. Per questo ha gioco facile chi, nei paraggi di Renzi e Calenda, sostiene che un’alleanza tra Pd e M5S è impossibile.

Il problema è che appare poco verosimile anche un approdo degli scontenti del nuovo corso nel recinto rissoso di Calenda e Renzi. Uscire da un partito che sta cambiando rapidamente pelle e identità ma mantiene al momento una sua consistenza, per approdare in un feudo dominato da due alleati-coltelli, non appare una prospettiva allettante.

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