Archive for Giugno, 2023

Meloni e Schlein, “l’abisso tra le due leader”: Sallusti impietoso

sabato, Giugno 3rd, 2023

Alessandro Sallusti

C’è una donna che sta provando a costruire, costruire una coalizione solida di governo, una Europa unita tra paesi a pari dignità, che cerca di tenere insieme identità e diritti, crescita e solidarietà. Poi ne abbiamo un’altra che sta sfasciando tutto ciò che incontra sulla sua strada, il suo partito, il patto di civilità tra i paesi occidentali per non fare morire l’Ucraina, la famiglia come luogo naturale e centrale della società. La prima si chiama Giorgia Meloni, la seconda Elly Schlein, la prima gira il mondo per tenere alta l’autorevolezza dell’Italia, la seconda, pur stando a casa sua, l’Italia la ridicolizza agli occhi del mondo come è successo ieri a Bruxelles sul voto per rifinanziare gli aiuti in armamenti all’Ucraina.Tutto ciò dimostra che non basta essere donna per essere all’altezza della situazione. Come vale per gli uomini, ci sono donne e donne, a noi di Centrodestra se Dio vuole è capitata quella giusta.

Senza progetto. Penna sinistra scarica Schlein: è il colpo di grazia?

Per un attimo ho pensato anche io che il confronto tra le due potesse reggere la scena politica nonostante la disparità di curriculum. Niente, parliamo di una sfida talmente impari che viene voglia di non infierire. Non è questione di essere di destra o di sinistra, è che proprio mancano i fondamentali per poter definire la Schlein un leader politico: zero esperienza, zero carisma, zero autorevolezza e nessun progetto. Per il Pd è stato come raccattare un giocatore in Serie C e metterlo a giocare la finale di Champions League solo perché così almeno “c’è qualche cosa di nuovo”.

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Monopoli, un uomo investe e uccide la figlia dopo una lite

sabato, Giugno 3rd, 2023

A Monopoli un uomo di 86 anni ha investito con la propria auto e ucciso la figlia di 54 anni, dopo una lite. Il corpo della donna è stato ritrovato in una strada privata di campagna. I carabinieri della Compagnia di Monopoli, in provincia di Bari, hanno quindi sottoposto a fermo di indiziato di delitto per omicidio l’anziano V.F., del luogo e con precedenti. Si tratta, come detto, del padre della vittima, M.F.. Il provvedimento è stato eseguito a conclusione delle indagini coordinate dall’Autorità giudiziaria e del sopralluogo effettuato dal Servizio indagini scientifiche del Comando Provinciale di Bari.

Sarebbero emersi gravi indizi di colpevolezza nei confronti dell’uomo. Nel dettaglio, a conclusione di una lite riconducibile a dissidi di natura familiare, il padre, a bordo della propria autovettura, ha investito la figlia causandone il decesso. L’uomo è stato portato nel carcere di Bari mentre, nei prossimi giorni, nell’istituto di medicina legale del Policlinico di Bari, sarà eseguita l’autopsia sul corpo della vittima. È importante sottolineare che il reato contestato dovrà essere accertato in sede di processo nel contraddittorio tra le parti. 

IL TEMPO

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Nicolas Schmit: “I salari aumentino con l’inflazione, sì alla settimana di quattro giorni”

sabato, Giugno 3rd, 2023

Francesco Spini

«L’evoluzione dei salari deve essere collegata a quella dei prezzi», dice a un certo punto il commissario europeo per il Lavoro e i Diritti sociali, Nicolas Schmit. Il politico lussemburghese, socialdemocratico, non mostra alcuna remora nell’esorcizzare uno dei grandi timori dei banchieri centrali: «Non siamo in una spirale prezzi-salari». Nessun motivo per tenere gli stipendi bloccati. Anzi: pur in modo ragionevole «devono tenere il passo» del costo della vita. Non solo. Schmit, in una intervista pubblica condotta nell’ambito del Festival internazionale dell’Economia di Torino dal vice direttore della Stampa Marco Zatterin, usa parole di apprezzamento per il salario minimo che «ha un ruolo economico e sociale molto importante» e si schiera per la settimana corta di 4 giorni: «Spetta alle parti sociali decidere, ma mi sembra un’ottima idea».

Partiamo dall’inflazione: la corsa dei prezzi ha morso molto violentemente i salari. Cosa devono fare Stato e imprese per proteggere il potere d’acquisto dei lavoratori?

«Bisogna anzitutto agire per ridurre l’inflazione. La banca centrale ha ragione nel fare quello che sta facendo alzando i tassi. Però tra le cause dell’inflazione non ci sono i salari. C’è l’energia, almeno in un primo momento, e poi ci sono anche aziende che hanno cavalcato l’onda aumentando i prezzi più degli stipendi».

Come si può intervenire?

«Collegando l’evoluzione dei salari al costo della vita, come avviene in Germania, dove i prezzi lentamente si stanno riducendo. Questo non significa dare aumenti illimitati. Ma non possiamo rendere i lavoratori vittime della situazione inflazionistica. Gli stipendi devono tenere il passo».

I sindacati sostengono che i lavoratori hanno pagato due volte: non hanno ottenuto aumenti durante la crisi e non li hanno ora per paura dell’inflazione. Ora chiedono una copertura al 100% dell’aumento del costo della vita: è una via praticabile?

«Le persone, soprattutto quelle con compensi più modesti, hanno perso parte del potere d’acquisto. Dove esistono i salari minimi, questi tengono il passo dell’inflazione. E ciò avviene in alcuni paesi come in Francia dove c’è un sistema di indicizzazione. Servono anche accordi collettivi dignitosi, che seguano l’aumento dei prezzi. In alcuni casi serve anche compensare le famiglie meno abbienti, aiutandole a far fronte ai bisogni fondamentali come energia e cibo».

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Il risveglio delle correnti Pd in allarme: “Manca una bussola, dobbiamo aiutare Elly”

sabato, Giugno 3rd, 2023

Carlo Bertini

ROMA. «Siamo senza bussola, ma dobbiamo fare quadrato, perché se collassa Elly tre mesi dopo le primarie, collassa il Pd»: a voler fare una sintesi di quanto si sono detti big e dirigenti in varie riunioni, il punto di caduta dei vari ragionamenti è questo. Su troppi temi la linea è ambigua, la botta delle amministrative non è del tutto casuale e il fatto che non sia stata comunicata la data di una Direzione crea sconcerto. Come se si volesse rimuovere lo scoglio. Anche all’assemblea dei gruppi l’altra sera si è parlato solo di alluvione e stop. Del resto, se i dem in pubblico dicono che non bisogna gettare la croce addosso a Schlein per la sconfitta in qualche città, sotto il pelo dell’acqua le correnti fluttuano e la nave beccheggia. «Cova il disagio», così dicono. Non solo tra cattolici e moderati vari, ma anche tra chi ha sostenuto Schlein al congresso: sul tema c’è stato un breefing della sinistra che fa capo ad Andrea Orlando e Peppe Provenzano e pare che lo stesso Orlando ne abbia parlato con Dario Franceschini. I maligni fanno notare che dopo i ballottaggi da sinistra non si sia stato sollevato uno scudo a protezione della segretaria: a domanda se fosse finito l’effetto Schlein, Orlando ha risposto che «a livello locale va costruito un partito e in molte realtà ci sono problemi nella selezione della classe dirigente, che erano già sul tavolo e che oggi mi auguro vengano risolti rapidamente dal gruppo dirigente nazionale». Non proprio una difesa delle facoltà organizzative della neo-leader. Ma non solo: uno dei fondatori del Pd, Pierluigi Castagnetti, martedì ha chiamato nella sede dell’associazione “I Popolari” gli ex ministri Lorenzo Guerini e Graziano Delrio, il responsabile Pnrr, Alessandro Alfieri, Beatrice Lorenzin e diversi ex parlamentari: la componente cattolica per sentirsi a casa e respingere le pulsioni scissioniste dopo gli abbandoni di Fioroni ed altri, dice a Schlein che «il Pd è casa nostra, ma vanno tenute in conto le nostre idee».

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Se il delitto diventa uno spettacolo pulp

sabato, Giugno 3rd, 2023

Massimiliano Panarari

Uno dei classici della macchina dell’informazione spettacolarizzata è il “delitto dell’estate”. L’omicidio di Senago sembra averlo anticipato; così, in queste ore, si susseguono notizie, ricostruzioni e isterismi pseudoinfomativi sulla tragedia di Giulia Tramontano. Una “perla” in questo senso (deteriore) l’ha offerta ieri il macabro e “insuperabile” riferimento da Italian horror story – contenuto in un servizio de La vita in diretta su Rai 1 – fra le mani di Alessandro Impagnatiello che, come in un fotoromanzo (o in una soap), si «muovevano sinuosamente» preparando i cocktail, e hanno tolto la vita alla ragazza incinta. Lo citiamo come ultima tappa del (disumano) chiacchiericcio da intrattenimento dilagato senza sosta all’interno della programmazione televisiva con riferimento a quelle che il giornalismo Usa – che le ha trasformate in ghiotte occasioni di audience negli anni Ottanta – chiama «storie di interesse umano». Dove l’interesse è puramente morboso, e il mix di modalità di funzionamento della logica mediale e concorrenza sul mercato dei mezzi di comunicazione porta a un’incessante escalation grandguignolesca. Mentre la pietas – e pure il lavoro di inquirenti e investigatori – richiederebbe discrezione e toni bassi. Ma pietà l’è morta sotto il tritasassi dell’ecosistema mediale ibrido, dove l’inverecondo commento “manesco” di cui sopra è stato istantaneamente stigmatizzato sui social e, nondimeno, la logica di una competizione senza quartiere tra media mainstream e nuove piattaforme ha fatto saltare ogni freno inibitorio all’infotainment che racconta fatti di cronaca nera spingendo vieppiù l’acceleratore sulla spettacolarizzazione pulp e l’ostentazione oscena dei basic istincts. “Piatto ricco mi ci ficco”, dunque, e non importa quanto viscerale sia il dolore che contiene, giocando per giunta sulla rivendicazione del “servizio” reso a un’opinione pubblica che ha il “diritto” di sapere tutto su quanto avvenuto. Pornografia, giustappunto, e l’antitesi della nozione di servizio pubblico di cui abbiamo bisogno.

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Gramellini a La7, in Rai arriva Myrta Merlino. Monica Maggioni al posto di Lucia Annunziata

sabato, Giugno 3rd, 2023

NICCOLò CARRATELLI

ROMA. Primo obiettivo, fermare l’emorragia. Secondo obiettivo, tappare i buchi. Contestualmente, disegnare i palinsesti Rai, che saranno presentati il 7 luglio a Napoli. Roberto Sergio e Giampaolo Rossi sperano, prima di tutto, che gli addii siano finiti qui. Fabio Fazio, traslocato a Discovery, Lucia Annunziata che va via sbattendo la porta, e Massimo Gramellini, che ha già un accordo con La7 (il cui editore, Urbano Cairo, è lo stesso del Corriere della Sera, di cui Gramellini è vicedirettore). Tutti e tre (quattro con Luciana Littizzetto) affidati alle cure dello stesso agente, l’onnipresente Beppe Caschetto, protagonista occulto di questa partita.

E tutti e tre volti di punta del weekend di Rai3, la rete tradizionalmente “di sinistra”, che si presenta ai blocchi di partenza del nuovo corso evidentemente impoverita. Proprio su Rai3 si concentrano le attenzioni dei nuovi vertici di viale Mazzini, che ragionano su un canale a vocazione informativa, in cui collocare talk e trasmissioni di approfondimento giornalistico, tenendo Rai1 come rete generalista e Rai2 più dedicata all’intrattenimento. Un’impostazione discussa nella prima, interlocutoria, riunione del rinnovato comitato editoriale Rai. Per la terza rete, il pezzo più difficile da incastrare è quello della domenica sera, orfana di Fazio: sostituire Che tempo che fa è impresa improba per chiunque e i dirigenti Rai hanno commissionato uno studio di marketing per individuare la soluzione più indolore. L’ipotesi più concreta resta quella di spostare da lunedì a domenica Report di Sigfrido Ranucci e Presa diretta di Riccardo Iacona (che si alternano abitualmente durante la stagione): due programmi spesso citati come esempio di servizio pubblico, che certo non possono garantire gli ascolti di Fazio, ma che per questo non verrebbero criticate da nessuno, tanto meno a sinistra. D’altra parte, l’alternativa preferita, cioè affidare quello spazio a un programma di Nicola Porro, pare non sia mai stata davvero in campo. Il conduttore ha annunciato di voler restare a Mediaset, definita «la mia famiglia», ma nei corridoi di viale Mazzini dicono che non abbia mai avuto intenzione di trasferirsi in Rai: «Ha lasciato che si parlasse della trattativa solo per ottenere un contratto più ricco da Piersilvio Berlusconi». E l’altra opzione, che risponde al nome di Alessandro Cattelan, non convince fino in fondo. Quanto all’altro spazio “pesante” della domenica di Rai3, quello pomeridiano occupato da Mezz’ora in più, il nome più citato per sostituire Annunziata è quello di Monica Maggioni, direttrice uscente del Tg1 e ora alla direzione dell’Offerta informativa. Era pronta per una seconda serata, ma potrebbe accettare la sfida.

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Renzi al matrimonio in Giordania: le lenzuola di lino in dono al principe, il dialogo con Jill Biden e il genero di Trump

sabato, Giugno 3rd, 2023

di Claudio Bozza

L’ex premier e la moglie Agnese unici italiani alle nozze con la saudita Rajwa. Ospiti anche William e Kate, la first lady Usa, Jared Kushner e il capo della Cia Burns

Renzi al matrimonio in Giordania: le lenzuola di lino in dono al principe, il dialogo con Jill Biden e il genero di Trump
Il principe del Galles William con i reali svedesi Victoria e Daniel. Nei cerchi: Renzi con Cameron; nell’altro la moglie Agnese con Samantha, consorte dell’ex premier britannico

L’ex premier Matteo Renzi e la moglie Agnese sono stati gli unici italiani ospiti al royal wedding in Giordania per il sì del principe Hussein bin Abdullah II, 28 anni, e Rajwa Alseif, un anno più grande di lui, architetta di Riad dopo gli studi negli Usa.

Un invito atteso, anche perché, durante i suoi tre anni a Palazzo Chigi, Renzi aveva stretto buoni rapporti con il re Abdullah, mentre sua moglie Agnese aveva incontrato più volte Rania, consorte del sovrano amatissima in Giordania, e non solo. Per la grande festa, al popolo, è stata concessa una vacanza di due giorni, con tanto di maxi concerto allo stadio della capitale, dove hanno cantato numerose pop star arabe.

Al sontuoso matrimonio, oltre a 140 teste coronate giunte ad Amman da tutto il mondo, erano presenti anche i coniugi Renzi, che si sono presentati con abiti rigorosamente made in Florence. White tie di Stefano Ricci per l’ex premier e abito rosa per la moglie Agnese, come sempre vestita da Ermanno Scervino. E proprio quest’ultimo ha avuto l’incarico di scegliere il regalo di nozze per gli eredi al trono: preziose lenzuola in lino, con le iniziali degli sposi ricamate a mano, realizzate dalla Dea, azienda artigiana di Pistoia.

Prima che iniziasse la grande festa, Renzi e consorte hanno visitato Petra, scattandosi anche una foto davanti alla facciata del Tesoro, poi pubblicata sui social: «In Giordania per il royal wedding. Fuga di qualche ora con Agnese, immersi nella bellezza di Petra». Poi il ritorno ad Amman, dove la sposa ha percorso il corteo nuziale a bordo di una Rolls Royce Phantom V, realizzata nel 1968 su misura per la bisnonna del principe. Il sì è stato celebrato fra i fiori del giardino di palazzo Zahran costruito nel 1957 per la regina Zein Al Sharaf, madre del nonno dello sposo. Qui si erano giurati amore re Hussein e anche re Abdullah. Al primo grande ricevimento erano presenti ben duemila ospiti. Poi sono stati organizzati eventi più «ristretti» nell’arco di 48 ore, con imponenti misure di sicurezza.

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L’Italia e le nascite: fare figli in tempi difficili

sabato, Giugno 3rd, 2023

di Beppe Severgnini

Ci sono due scuole di pensiero. La prima: non fare figli, di questi tempi, è un atto di responsabilità. La seconda: i figli si sono sempre fatti, il mondo oggi non è peggio di ieri. Rispetto la prima opinione, ma sottoscrivo la seconda. Il dato sulle nascite in Italia nel 2022 — 392.598, minimo storico — ha colpito molti. Soprattutto chi s’è ricordato di controllare il numero dei decessi nello stesso periodo: 713.499. In molti hanno commentato l’evidente tracollo demografico: sociologi e storici, psicologi e politici, economisti ed editorialisti. Ci si è messo anche Elon Musk, con la consueta delicatezza («L’Italia scomparirà»). Gli interessati — i potenziali genitori — cosa dicono? Quello che abbiamo riassunto all’inizio. C’è chi pensa che il Pianeta — flagellato da catastrofi climatiche e violenze, pandemie e diseguaglianze — sia ormai un ambiente ostile: perché portarci un bambino? Poi, certo, c’è chi non vuole figli per altri motivi: perché non se li può permettere, perché non si vede come genitore, perché non ha trovato la persona giusta, perché sta bene come sta. Tutte scelte legittime, antiche come l’umanità. La «rinuncia altruistica» alla maternità e alla paternità, invece, è nuova. Impossibile dire quanto sia diffusa. Di certo, in Italia, se ne parla. Lo abbiamo notato anche nel podcast domenicale del Corriere, RadioItalians: da quando è stato introdotto il tema, i messaggi vocali si moltiplicano.

L’idea, espressa con convinzione, è più o meno questa: «Mettere al mondo un figlio, oggi, è da irresponsabili. Rinunciare a diventare genitori non è una prova di egoismo, come si sente e si legge. È, invece, un gesto generoso, un modo di impedire che nuovi essere umani debbano subire le conseguenze dei disastri che abbiamo creato, e di quelli che ci aspettano».

Opinione rispettabile, ma non condivisibile. L’umanità esiste e resiste perché le donne e gli uomini non hanno mai rinunciato a riprodursi. Rispondendo all’istinto, all’amore, alla speranza, alla fede, al caso, a una combinazione di queste cose. Sapendo che molti neonati sarebbero morti; che epidemie, carestie e malattie avrebbero minacciato i sopravvissuti; che i maschi sarebbero andati in guerra; che le femmine avrebbero subito soprusi. Nonostante tutto questo, si facevano figli.

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La mamma di Impagnatiello: «Mio figlio è un mostro. Quella sera dissi a Giulia di dormire da me»

sabato, Giugno 3rd, 2023

di Cesare Giuzzi

Sabrina Paulis, la madre di Alessandro Impagnatiello, ha riaccompagnato a casa Giulia Tramontano dopo il suo incontro choc con l’amante del figlio. «Avevamo un ottimo rapporto, chiedo perdono alla sua famiglia per aver fatto un figlio così»

La madre di Alessandro Impagnatiello: «Quella sera dissi a Giulia di dormire a casa mia, mio figlio è un mostro»

Sono quasi le sette di lunedì sera. La mamma di Alessandro Impagnatiello sta riaccompagnando a casa Giulia Tramontano dopo l’incontro choc con la fidanzata parallela del figlio, la 23enne che lavora con lui all’Armani di via Manzoni. Lei le racconta tutto. Lo aveva già fatto poche ore prima di «scendere» a Milano da Senago, quando la ragazza l’aveva contattata sul cellulare dicendole di essere l’altra donna di Alessandro. Giulia è scossa, dice che stavolta è finita. Si confida con la «suocera», anche perché sua madre e i parenti vivono lontano da Milano. Sono meno di dieci chilometri di strada, una ventina di minuti dal capolinea della metropolitana M3 Comasina a via Novella. 

Quanto sia stato drammatico il viaggio di ritorno è facile intuirlo. Lo racconta Sabrina Paulis, 54 anni, la mamma di Alessandro, nel freddo lessico di un verbale davanti ai carabinieri poche ore dopo la denuncia di scomparsa di Giulia. Lei che ieri, disperata, alle telecamere de «La vita in diretta» ha detto: «Alessandro è un mostro. Chiedo perdono, da madre, ma non so cosa fare. Chiedo perdono per aver fatto un figlio così, perdono a tutta la famiglia». Quella sera, dice ai carabinieri la donna, «durante il tragitto di ritorno Giulia riferiva che avrebbe interrotto la relazione con Ale» perché «lui aveva scelto di frequentare l’altra e che comunque, dati anche gli ultimi alti e bassi avuti con lui, non era più intenzionata a stare con lui». In quel momento la «suocera» si offre di ospitarla a casa sua per la notte, per evitare che la ragazza rimanga con il figlio. «Una volta riaccompagnata a casa sia io che il mio compagno, chiedevamo a Giulia se volesse passare la notte a casa nostra per “staccarsi” da Alessandro. Ma lei diceva di non averne bisogno e che comunque il comportamento di Alessandro se lo aspettava». 

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India, scontro fra tre treni: centinaia di morti e quasi mille feriti

sabato, Giugno 3rd, 2023

di Paolo Foschi

Due dei convogli erano adibiti al trasporto passeggeri. La tragedia nei pressi di Balasore, nello stato di Odisha

India, scontro fra tre treni: centinaia di morti e quasi mille feriti

Almeno 288 morti accertati e un migliaio di feriti: è questo il bilancio ancora provvisorio di un disastro ferroviario che ha coinvolto tre treni, due dei quali passeggeri, nell’India orientale. Nelle immagini trasmesse dai canali televisivi si vedono scompartimenti strappati, pile di metallo contorto e decine di passeggeri distesi accanto ai binari sulla scena della tragedia, vicino a Balasore, a circa 200 chilometri da Bhubaneswar, la capitale dello stato di Odisha.

All’alba, la luce ha rivelato l’orrore di uno degli incidenti ferroviari più gravi mai registrati in India: nello Stato di Odisha, un treno passeggeri ha deragliato ed ha investito altri due treni, uno passeggeri e uno merci. Il bilancio è pesantissimo anche per un Paese abituato agli incidenti ferroviari; e richiama i problemi di sicurezza di un sistema che trasporta 8 miliardi di persone all’anno, praticamente l’equivalente della popolazione mondiale.

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