Cannabis di Stato, il primo farmacista che la venderà: “Prezzi più bassi di quella olandese”

di ENRICO FERRO

VICENZA. “Prendi la cartina, la apri, metti le infiorescenze sminuzzate in acqua fredda e fai bollire 20 minuti. Poi si beve. È come un the”. C’è una nonnina di 82 anni della provincia di Vicenza che combatte il dolore con 25 milligrammi al giorno di cannabis terapeutica. Luca Guizzon, farmacista specializzato in fitoterapia, titolare insieme alla madre della farmacia Campedello, qualche giorno fa l’ha informata che è finita l’era della marijuana olandese. Ora si parte con il “made in Italy”. È stata battezzata cannabis di Stato perché la produce e la confeziona lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze. Di qui l’acronimo “Fm2” che si troverà nei blister in vendita nelle farmacie. La Campedello di Vicenza sarà la prima rivendita e ricevere e distribuire il farmaco per le terapie antalgiche.

“Come abbiamo fatto a essere i primi? Ci abbiamo creduto. Fin dall’inizio. E quando abbiamo saputo che partiva la produzione nazionale abbiamo fatto subito domanda”, dice Luca Guizzon, 28 anni, faccia pulita, camice bianco e tanto entusiasmo. “Per i nostri clienti si traduce in un risparmio del 30 per cento”. Numeri alla mano, c’è una notevole differenza tra il prodotto importato e quello prodotto in casa. Dai 24 euro al grammo della cannabis olandese, si passa ai 15 al grammo della concorrente italiana.

Il dibattito sulla commercializzazione di questo prodotto tiene banco ormai da anni. Tanti hanno ormai abbattuto le barriere della diffidenza. I medici di base stessi ne parlano e cercano di aggiornarsi, perché sono loro a dover firmare le prescrizioni ai pazienti. “Noi trattiamo circa 25 ricette al mese” racconta il giovane farmacista da dietro il bancone del negozio di famiglia, realtà di quartiere in una frazione di tremila anime all’ombra dei Colli Berici. “Questi farmaci ce li chiede chi deve convivere con il dolore: dolore da infortuni, dolore oncologico, dolori spinali. Spesso vengono prescritti anche a chi ha problemi di spasticità o forme particolari di sclerosi”. Luca, laurea in Farmacia all’Università di Padova e master in Fitoterapia, ora ha la possibilità di vedere l’applicazione pratica di anni di studi. “In un paio di occasioni l’abbiamo venduta anche a persone che soffrivano di forti emicranie. Quando arriva il mal di testa inalano 60 milligrammi e il dolore passa”.

La cannabis terapeutica si assume in due modi: si beve come un infuso oppure si inala grazie a un vaporizzatore. Il principio attivo è molto più basso (massimo 24 per cento) rispetto a quella “di strada” (70). “Eppure il farmaco ha mantenuto la sua azione ansiolitica. Quindi ne può fare uso (sempre su prescrizione medica, s’intende) anche chi soffre di crisi d’ansia”.

Per la Medicina si tratta di un ambito nuovo e, in parte, ancora tutto da esplorare. “C’è molta curiosità e tra i medici si registra un crescente interesse. È pur sempre un’arma per alleviare i disturbi dei pazienti”, assicura il giovane farmacista vicentino. In Italia la sperimentazione è durata un anno ma alla fine l’obiettivo è stato raggiunto. L’Istituto chimico farmaceutico di Firenze ha confezionato 2.400 barattoli di cannabis terapeutica che saranno distribuiti nelle farmacie di tutto il Paese. Quella in arrivo in questi giorni è la prima tranche di cannabis italiana. L’obiettivo dichiarato è quello di coprire il fabbisogno nazionale.

REP.IT

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