Palermo, dall’emergenza idrica agli sbarchi che non si placano
“Un salto indietro culturalmente e un brutto biglietto da visita per il governo Gentiloni, che sceglie la discontinuità col governo Renzi proprio su uno dei terreni su cui questo si era mostrato più attento e fermo nel non cedere a posizioni populiste”. Al sindaco di Palermo Leoluca Orlando, la decisione del neo ministero dell’Interno, Marco Minniti, di creare un Cie (centro di identificazione ed espulsione) in ogni Regione, non è proprio piaciuta.
I dati sugli sbarchi dei migranti a Palermo
Poco importa se a Palermo gli sbarchi non finiscono mai. Dal primo gennaio al 19 dicembre, stando ai dati snocciolati di recente dal prefetto Antonella De Miro, sono stati ben 20 e hanno portato nel capo nel capoluogo siciliano 15.211 migranti. Tra il 2015 e il 2016, invece, sono sbarcati 26.500 migranti, di cui 2.066 minori non accompagnati. Questi ultimi nella maggior parte sono rimasti in provincia di Palermo: 562 nel 2015 e 1.504 nel 2016. Il prefetto ha spiegato che attualmente: “Nella provincia le presenze stimate di minori stranieri non accompagnati ammontano a 1.700 unità, di cui 700 a Palermo”. “L’Italia è fortemente impegnata nelle operazioni di salvataggio e nelle azioni di prima accoglienza e assistenza. Anche la Sicilia e il suo capoluogo – ha aggiunto il prefetto – sono in prima linea per garantire che gli sbarchi avvengano in sicurezza e nel rispetto dei diritti umani e della dignità della persona”.
Leoluca Orlando: “Palermo città dei migranti”
Leoluca Orlando, intervistato dall’emittente Radio Asante all’indomani del vertice tenutosi a Roma il 9 e 10 dicembre scorso con i sindaci di varie altre città europee, ha definito“Palermo città dei migranti” come “espressione della positiva contaminazione tra le culture”. Il sindaco, in questa illuminante intervista, si è detto favorevole all’abolizione del permesso di soggiorno e imputa all’Europa la responsabilità “del genocidio in atto nel Mediterraneo”. Il sindaco probabilmente si riferiva allo sbarco, avvenuto a fine ottobre, della nave norvegese Siem Pilot, impegnata nella missione Triton di Frontex, che trasportava con sé 1150 migranti e ben 17 salme (su un totale di 28 solo nel 2016).“La città di Palermo non vuole essere responsabile di questo massacro”, ha detto il sindaco senza fare un esplicito riferimento a questa tragedia. La sua città è come “un mosaico senza cornice – ha spiegato il sindaco – e i vari tasselli che lo compongono rappresentano le differenze culturali, in cui tutti devono avere gli stessi diritti in quanto esseri umani”. “Palermo è una città mediorientale in Europa. Non è Berlino, è una Beirut con più servizi”, ha aggiunto con orgoglio il sindaco.
Palermo senz’acqua
Nel capoluogo siciliano, a partire dal 3 gennaio, a causa delle scarse precipitazioni, arriverà soltanto a giorni alterni. Un disservizio che, per una volta, mette sullo stesso piano residenti e migranti. Per il sindaco Orlando e per Maria Prestigiacomo, la presidente dell’Amap, l’azienda che gestisce il servizio idrico nel capoluogo siciliano, “si tratta di una situazione eccezionale dovuta alla concomitanza di tre fattori tutti indipendenti dall’azione dell’Amap e del Comune: la siccità, la riduzione della capacità della diga Rosamarina decisa dal Servizio nazionale dighe per motivi di sicurezza e l’impossibilità di utilizzo dell’invaso di Scillato per i noti problemi causati alle condutture da alcune frane”.
La Prestigiacomo ha fatto appello “al senso di responsabilità di tutti gli utenti al fine di ridurre i consumi e di evitare ogni inutile spreco della sempre più preziosa risorsa idrica”. Anche se dall’azienda spiegano che le turnazioni avranno “un carattere sperimentale e saranno soggette a modifiche in caso di ripresa delle precipitazioni”, il danno d’immagine è notevole. Una situazione che rimanda subito alla mente il film di Roberto Benigni del 1991, “Jhonny Stecchino”, dove l’attore Paolo Bonacelli inseriva la “siccità” come una delle tre piaghe di Palermo, insieme all’Etna e al traffico.
IL GIORNALE