Borse europee piatte, a Milano ancora acquisti su Banco Bpm
di Chiara Di Cristofaro e Andrea Fontana
Terza seduta consecutiva di sostanziale parità per Piazza Affari dove continuano gli acquisti su Banco Bpm protagonista anche oggi di una seduta da primo della classe (+3,7%) e con volumi di scambio superiori al 4% del capitale. Il Ftse Mib ha terminato le contrattazioni con +0,08%% e sempre intorno all’equilibrio si sono mosse le altre piazze azionarie europee in una giornata caratterizzata da vendite su assicurativi e banche mentre tlc e farmaceutici sono stati vivaci. Tra le big del listino milanese, ancora debolezza per Luxottica (-3%) che continua la fase di correzione in questo scorcio di 2017 mentre anche Telecom italia ha sofferto (-1,4%).
Brillante Cnh Industrial (+3%) mentre Fiat Chrysler (+0,7%) ha rallentato sul finale. Nel comparto auto bene Brembo (+1,4%). Contenuti rialzi per il settore bancario.
Frenata nel finale per il barile di petrolio dopo i dati del dipartimento dell’Energia Usa sulle scorte di greggio che hanno evidenziato un incremento a sorpresa per carburante e distillati: +0,08% il Wti a 53,3 dollari al barile dopo aver superato nel primo pomeriggio anche quota 54 dollari. In rafforzamento l’euro nei confronti del dollaro: il cambio sfiora quota 1,06 a 1,059 dagli 1,055 di ieri.
Wall Street in discesa, si allontana quota 20mila punti per Dj
In discesa Wall Street con il Dow Jones che vede allontanarsi la quota storica dei 20mila punti. Ieri i verbali dell’ultima riunione della Fed hanno mostrato l’incertezza della Banca centrale Usa sugli effetti delle misure annunciate dal neo presidente Trump. In chiaroscuro i dati sul mercato del lavoro diffusi prima dell’apertura delle contrattazioni in attesa del rapporto mensile sull’occupazione Usa che verrà diffuso domani. In Europa, intanto, dopo i dati che hanno mostrato un balzo dell’inflazione a dicembre (anche se l’Italia ha chiuso in deflazione il 2016), gli investitori tornano a interrogarsi sulle prossime mosse della Bce.
A Milano istituti di credito sotto i riflettori
Mercati piatti dunque, tra scambi ridotti, complice anche il rimbalzo dell’euro (segui qui l’andamento dei principali indici). Gli investitori restano in sostanziale attesa della prossima settimana, quando torneranno ad esserci volumi nella norma, e quando si inizieranno ad analizzare le possibili prossime mosse della Bce. Piazza Affari dopo aver aperto con il segno meno, ha visto il FTSE MIB in salita, sulla scia del cambio di rotta dei bancari. Banco Bpm, dopo aver aperto in netto calo, ha ripreso con decisione la via del rialzo, seguito da Ubi Banca, Mediobanca e Banca Pop Er. Ben comprati anche i titoli del risparmio gestito a partire da Azimut, mentre perdono terreno Buzzi Uniceme Luxottica Group.
In positivoFiat Chrysler Automobiles nonostante il -10% delle vendite negli Usa, con il 2016 che si chiude comunque in tenuta e con indicazioni positive in arrivo dal mercato brasiliano. Per gli analisti, inoltre, i l titolo tratta a sconto rispetto ai competitors. Gli acquisti premiano anche Cnh Industrialche si posiziona tra i migliori del listino. Tra i titoli minori balza di oltre il 10% Cti Biopharma dopo la revoca della sospensione clinica totale da parte della Food and Drug Administration Usa su un nuovo farmaco.
Mediaset in equilibrio: piano al 2020 sarà presentato il 18 gennaio
Intorno alla parità Mediaset che presenterà tra due settimane il piano al 202o con le linee guida strategiche del gruppo: l’appuntamento è fissato per il prossimo 18 gennaio a Londra. In base alle indiscrezioni circolate nelle scorse settimane, le linee guida del percorso triennale dovrebbero essere imperniate innanzi tutto sull’espansione in nuovi mercati europei per la tv in chiaro e sullo sviluppo dei contenuti. L’attesa degli operatori riguarderà però anche le mosse di Mediaset sulla pay-tv visto lo stallo con Vivendi e la ravvicinata scadenza delle aste per l’assegnazione dei diritti televisivi del calcio sia per i campionati di Serie A sia per la Champions League a partire dai tornei 2018.
Usa, sussidi alla disoccupazione vicini ai minimi da 43 anni
Nell’ultima settimana del 2016 il numero di richieste iniziali di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti è calato vicino ai minimi in oltre quarant’anni. Il dato è sceso infatti al punto più basso da metà novembre ed è stato il secondo più basso dal 1973. Le richieste iniziali sono calate di 28.000 unità a 235.000, contro le 263.000 della settimana precedente. L’indice è migliore delle previsioni: gli analisti attendevano un dato in ribasso a 260.000 unità. Sempre sul fronte del mercato del lavoro, è cresciuta meno del previsto l’occupazione nel settore privato Usa a dicembre. Il dato, che anticipa il rapporto sull’occupazione che sarà pubblicato domani, evidenzia comunque i progressi del mercato del lavoro. Secondo il rapporto mensile redatto da Macroeconomics Advisers e dall’agenzia che si occupa di preparare le buste paga Automatic Data Processing, il mese scorso sono stati creati 153.000 posti di lavoro, mentre le stime erano per un rialzo di 168.000. Per il dato sull’occupazione di domani, gli analisti attendono un tasso di disoccupazione in rialzo dal 4,6 al 4,7% e la creazione di 183.000 posti di lavoro, dopo i 178.000 del mese precedente.
I dati sul mercato del lavoro hanno innescato un rafforzamento dei titoli governativi Usa con i rendimenti del decennale – che si muovono inversamente rispetto ai prezzi – scesi a 2,426% da 2,443%. Alcuni esperti fanno comunque notare che il dato sul settore privato indica una forza lavoro che si restringe a fronte di una occupazione quasi piena come indicato ieri dai verbali della riunione del mese scorso della Federal Reserve.
Terziario resta ai massimi da luglio negli Stati Uniti
In dicembre l’Ism servizi, l’indice che misura la performance del terziario negli Stati Uniti, e’ rimasto fermo e si è confermato al massimo da luglio 2015 toccato il mese precedente. L’indice di riferimento redatto dall’Institute for Supply Management e’ rimasto stabile a 57,2 punti rispetto a novembre (invariato rispetto alla prima stima). Gli analisti avevano previsto un calo a 56,5 punti.
Dollaro in calo, euro torna sopra 1,05 sul biglietto verde
Biglietto verde in flessione sulle principali divise a partire da questa notte: il calo più evidente si è vista contro lo yuan, salto sui massimi da due mesi e si è spalmata sulle altre divise, a partire dallo yen e dall’euro. Continuano le turbolenze sui mercati finanziari cinesi, dove le autorità sono alle prese con il tentativo di frenare i deflussi di capitale (con il marcato apprezzamento dello yuan off shore) e di contenere il forte rialzo dei tassi di mercato monetario, in conseguenza della forte domanda di liquidità interna anche in vista, a fine mese, della settimana di festività per l’arrivo del nuovo anno lunare. Il biglietto verde è sceso di oltre l’1% contro lo yen sui minimi da tre settimane (segui qui l’andamento del dollaro contro le principali divise) mentre l’euro ha recuperato la soglia di 1,05 dollari (segui qui l’andamento dell’euro contro le principali divise). A favorire le vendite sul dollaro, sia il riposizionamento degli investitori in vista dei dati sul mercato del lavoro di domani, sia i commenti contenuti nei verbali Fed, che hanno evidenziato una notevole incertezza sulle prossime mosse della Fed, considerate le misure economiche annunciate da Trump.
Petrolio in rialzo, scorte Usa scendono oltre le previsioni
Il ritracciamento del dollaro ha favorito anche gli acquisti sul petrolio (segui qui l’andamento di Brent e Wti). Il Brent, sottolineano gli analisti di Mps Capital Services, ha beneficiato anche del calo della produzione di petrolio Opec che è scesa di oltre 1 milione di barili al giorno a dicembre. Tuttavia, la riapertura della principale area petrolifera in Libia mette un freno al rialzo delle quotazioni. Spinge al rialzo i prezzi, inoltre, la notizia delle discussioni avviate dall’Arabia Saudita per la riduzione della produzione.
Nel pomeriggio il dipartimento dell’Energia ha diffuso i dati sulle scorte petrolifere nella settimana conclusa il 30 dicembre: le scorte di greggio sono calate di 7,051 milioni di unità a 479,012 milioni, mentre gli analisti attendevano un ribasso di 2 milioni di barili, dopo la salita di 614.000 unità precedente. Secondo i dati diffusi dal dipartimento all’Energia, gli stock di benzina sono saliti di 8,307 milioni di unita’ a 235,45 milioni, dopo il calo di 1,593 milioni di barili dei sette giorni precedenti e l’aumento di 1,3 milioni di barili atteso. Le scorte di distillati, che includono il combustibile da riscaldamento, sono balzate di 10,051 milioni di unita’ a 161,685 milioni, dopo il ribasso di 1,881 milioni di barili della settimana precedente e l’accelerata di 500.000 unita’ prevista.
Positivo l’oro che, sfruttando l’indebolimento del dollaro, ha sfiorato i 1180 dollari l’oncia salendo al massimo da un mese.
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)