Italia, dal grande caldo al gelo artico: il ruolo dell’immissione di gas serra

Dal caldo anomalo al freddo-record in un batter di ciglia. È quanto accaduto in Italia, dove ora la neve e il gelo polare stanno attanagliando soprattutto il Centro e il Sud Italia. Tutta “colpa” del vento di Burian proveniente dalla Siberia, attraverso Urali e Russia. Un vento che prima si è abbattuto sui Balcani e, ora, ha colpito lo Stivale. Un vento che ha fatto crollare le temperature di dieci gradi nel giro di una manciata di ore. Inoltre, come spiega il colonnello Gennaro Tammaro al Corriere della Sera, il cosiddetto “wind chill“, ovvero il freddo ventoso, fa percepire meno gradi rispetto a quelli segnalati dal termometro (esempio pratico: una temperatura di meno 4, in presenza di 30 nodi di vento, viene avvertita come se fosse di meno 8/9 gradi).

Il punto, però, è capire se un simile calo delle temperature, così repentino, possa considerarsi normale o indotto da altri fenomeni, quali il cambiamento climatico. Ed è sempre il Corsera a provare ad offrire una risposta. Tutti infatti hanno notato che a dicembre erano state registrate massime oltre i 15 gradi mentre ora siamo sotto allo zero: uno sbalzo molto particolare, seppur non rarissimo. Secondo Bernardo Gozzini, direttore del Laboratorio di monitoraggio e modellistica ambientale del Cnr, la causa immediata, come detto, è l’irruzione di aria gelida dal nord. Ma non si può neppure escludere che dietro gli eventi meteo estremi ci sia lo “zampino” della massiccia immissione di gas serra nell’atmosfera. Già, perché i cambiamenti climatici non riguardano soltanto le ondate di caldo, ma anche quelle di freddo.

Se restano i dubbi e i grossi timori sulle reali cause del fenomeno, c’è però una certezza positiva: il vento, infatti, ripulisce l’atmosfera dagli agenti inquinanti. Dunque, per l’Italia, c’è almeno questo aspetto positivo. Anche le precipitazioni, inoltre, devono rallegrarci: fino ad ora infatti erano state sotto alla media, tanto da far temere un’emergenza idrica per la prossima estate. Dopo i fenomeni di questi giorni, però, almeno l’area appenninica è al sicuro: la neve di questi giorni, quando inizierà a sciogliersi, ricostituirà le riserve d’acqua sotterranea.

LIBERO.IT

 

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