Crisi, Cgia: “Nel 2017 meno tasse e più lavoro, ma ripresa lontana”

La pressione fiscale scenderà in Italia di 0,3 punti percentuali nel 2017, attestandosi al 42,3%, il Pil aumenterà di circa un punto e il numero degli occupati crescerà di 112mila unità, mentre diminuirà quello dei senza lavoro, 84mila in meno. E’ quanto prevede l’Ufficio studi della Cgia, che descrive il prossimo come un anno “in chiaroscuro”: preoccupa infatti il tempo necessario per ritornare a livelli pre-crisi. La ripresa si vedrà solo nel 2024.

Il potere d’acquisto delle famiglie tornerà a livelli ottimali nel 2021 – La Cgia segnala che nel 2016 l’economia italiana è “precipitata” ai livelli del 2000, ovvero di 16 anni fa. I consumi delle famiglie, invece, che a causa della crisi sono crollati di 7,6 punti percentuali, li dovremmo “riconquistare” entro il 2021 e i 28 punti percentuali circa di investimenti bruciati in questi anni non prima del 2032.

Preuccopa la disoccupazione – “Preoccupante” anche la situazione relativa al mercato del lavoro. Se tra il 2007 e il 2013 il tasso di disoccupazione è quasi raddoppiato, passando dal 6,1 al 12,1 per cento, le previsioni delle dinamiche occupazionali dell’Istat e di Prometeia – osserva la Cgia – stimano che il livello dei senza lavoro (attualmente all’11,5 per cento circa) dovrebbe ritornare al 6 per cento solo nel 2032 (tra ben 15 anni), mentre l`occupazione pre-crisi nel giro di un paio d`anni (2018-2019).

Tasse scenderanno ma la ripresa economica rimarrà debole – “Sebbene le tasse siano destinate a scendere grazie, in particolar modo, alla riduzione dell’Ires che interesserà solo le società di capitali e l’occupazione è destinata ad aumentare in virtù della fiducia ritrovata tra i piccoli imprenditori – dichiara il coordinatore dell`Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo – la ripresa economica del nostro Paese rimane ancora molto debole e ben al di sotto della media Ue. Se nel 2017, come riportano le ultime previsioni economiche elaborate dalla Commissione europea, il nostro Pil dovrebbe attestarsi attorno all`1 per cento, in Ue, invece, è destinato a toccare l’1,6%. Tra tutti i 28 paesi dell`Unione, solo la Finlandia registrerà quest`anno una crescita più contenuta della nostra”.

TGCOM

 

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