Perchè dopo l’Italicum tornerà il proporzionale

Claudia Daconto

Non sarà in queste due settimane che precedono la sentenza della Corte costituzionale sull’Italicum che il Pd di Matteo Renzi spingerà, almeno pubblicamente, per trovare un accordo sulla nuova legge elettorale. Il leader dem non vuole dare l’impressione di essere l’unico a cospirare contro il governo Gentiloni. Ma soprattutto ha capito di aver bisogno di tempo per organizzare il suo rilancio. Anche per questo sul voto anticipato (già ad aprile) in tanti cominciano ad andare più cauti.

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È molto probabile che la Consulta decreterà che, almeno parzialmente, l’Italicum presenta profili di incostituzionalità. Replicherà il giudizio negativo sulle liste bloccate (nel caso dell’Italicum per quanto riguarda i 100 capilista) già espresso a proposito del Porcellum e sul premio di maggioranza considerato troppo alto soprattutto in un contesto come quello attuale che in Italia non è più bipolare (centrodestra e centrosinistra) ma tripolare (centrodestra, centrosinistra e Movimento 5 Stelle).

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Perché ci sarà una nuova legge…
È anche per questa ragione che quasi certamente non andremo mai a votare con l’Italicum, nonostante ci sia qualcuno, come Beppe Grillo, che se mesi fa la definiva una “legge fascista” e che oggi si dice disposto a utilizzare questo sistema di voto anche per il Senato.

L’altra ragione per cui però questo non avverrà, cioè votare alla Camera con l’Italicum “riformato” dalla Corte costituzionale, e al Senato con l’altra legge riformata dalla stessa Corte, ossia il Consultellum, è che questi due sistemi sono troppo incoerenti tra loro: il primo maggioritario (anche con un premio più basso), il secondo spiccatamente proporzionale.

…e perché sarà di tipo proporzionale
Ecco perché, soprattutto dopo l’intervento della Corte, che già di per sé renderà l’Italicum un sistema proporzionale, la strada apparirà tracciata: la nuova legge elettorale sarà quasi certamente una legge proporzionale con una soglia di sbarramento intorno al 5% e un piccolo premio di maggioranza (circa il 10%) a chi arriva prima senza che ciò possa tuttavia bastare per evitare coalizioni post elettorali per assicurare al Paese una maggioranza e quindi la governabilità.

Con un proporzionale puro (o un sistema misto ma sbilanciato più verso il proporzionale) Forza Italia, per esempio, potrebbe correre da sola senza cedere ad alleanze obbligate soprattutto con la Lega di Matteo Salvini che, essendo più radicata sul territorio, farebbe la parte del leone nella conquista dei collegi. Il Pd, che invece sarebbe avvantaggiato da un maggioritario basato sui collegi, potrebbe comunque non raggiungere una maggioranza necessaria a governare. Per questo sta ragionando sull’opportunità di “concedere” qualcosa a Forza Italia (più proporzionalità nella futura legge) in cambio di una futura alleanza.

“Nazareno bis” all’orizzonte

L’idea attrae Berlusconi, ma dentro Forza Italia le resistenze, anche molto forti, contro ogni ipotesi di “Nazareno bis” sono forti e diffuse. Gli sherpa dei due partiti sono al lavoro. Ma nessuno, almeno ad oggi, vuole forzare troppo la mano. Tutti vogliono aspettareil 24 gennaio prima di sbilanciarsi. E soprattutto sia Pd che Forza Italia hanno bisogno di dimostrare al proprio elettorato di riferimento che le questioni che hanno più a cuore sono ben altre rispetto alla legge elettorale e hanno a che fare soprattutto con i problemi quotidiani dei cittadini.

PANORAMA

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