La Lega cavalca l’onda e apre ai grillini delusi
Roma – La Lega di Matteo Salvini apre le porte ai delusi del Movimento Cinque Stelle, pronta ad accogliere i pentastellati che si sentono traditi dalla capriola di Grillo sugli schieramenti dentro il Parlamento europeo.
Smarcandosi questa volta dal comico genovese, con il quale finora c’era stata una sorta di contiguità elettorale che qualcuno riteneva destinata a sfociare in una futura alleanza, il leader della Lega fa campagna elettorale sui Cinque Stelle offrendo una spalla ad eventuali sostenitori in fuga dalla «sorpresa» grillina.
«Mi dispiace per gli elettori in buonafede di Grillo che pensavano di votare per un partito che voleva lasciare l’Euro, bloccare l’Europa e bloccare l’immigrazione», diceva Salvini a Montecitorio commentando i risultati della votazione on line. Poi è arrivato il rifiuto di Alde di far entrare il Movimento nel gruppo e il segretario della Lega ha continuato a cavalcare lo scontento: «Farsa 5 stelle: i vertici del M5S hanno provato a svendersi ai padroni dell’euro e delle banche in cambio di qualche poltrona ma non ci sono nemmeno riusciti. La casa della Lega è aperta a tutti gli eletti e gli elettori 5 stelle delusi che quest’Europa la vogliono cambiare davvero e che non sono in vendita».
Dagli euroscettici di Nigel Farage all’Alde, gruppo a vocazione fortemente europeista, in effetti, sarebbe stato un passaggio per niente indolore. Un’uscita, quella di Grillo, che ha spaccato il partito. Così Salvini fa leva sugli scontenti, affondando la lama sulle nuove simpatie europeiste di Grillo: «Un gruppo guidato da Guy Verhofstadt, di cui solo pochi mesi fa i parlamentari 5 Stelle scrivevano essere un impresentabile da cacciare, un politico che incarna l’euroStatocentrismo, un eurodeputato che colleziona poltrone e non fa gli interessi dei cittadini». Il tradimento per Salvini avrebbe ragioni precise. Si tratterebbe di uno «scambio di poltrone»: i Cinque Stelle avrebbero votato il candidato di Alde, Verhofstadt, come presidente del Parlamento europeo, e «in cambio avrebbero avuto qualche poltrona in più e qualche presidenza di commissione in più».
«Una misera fine per chi si presentava agli italiani come la rivoluzione in Italia e in Europa», è l’amara conclusione del leader della Lega nell’insolita veste di fustigatore di Grillo. Perché in effetti da quando aleggia l’ipotesi di un asse tra i due partiti, non si ricordano attacchi e polemiche tra Salvini e il comico genovese, entrambi sempre attenti a non pestarsi i piedi reciprocamente in previsione di inediti scenari politici che avrebbero potuto vederli dalla stessa parte della barricata. Ma la virata di Grillo in Europa offre a Salvini l’occasione per sfilarsi dallo scenario di un’ipotetica futura alleanza, per raccogliere proseliti tra i pentastellati insoddisfatti dalla nuova linea M5S.
IL GIORNALE