Cyberspionaggio contro Renzi, Draghi e Monti: due arresti. Gip, rischi per sicurezza nazionale

di FABIO TONACCI

ROMA – Matteo Renzi, ma anche Mario Draghi, l’ex premier Mario Monti, il comandante generale della Guardia di Finanza Saverio Capolupo, e il banchiere Fabrizio Saccomanni: sono solo alcuni dei nomi che venivano intercettati illegamente da Giulio Occhionero, ingegnere nucleare di 45 anni e dalla sorella Francesca Maria, di 49, arrestati oggi dalla Polizia Postale, nell’ambito dell’inchiesta ‘Eye Pyramid’. I due sono stati raggiunti da un’ordinanza di custodia in carcere firmara dal gip Maria Paola Tomaselli su richiesta del pm Eugenio Albamonte.

LEGGI L’inchiesta: “Schedato l’intero sistema del potere italiano”

“In molti casi i sistemi informatici aggrediti sono certamente di interesse militare o relativi all’ordine e sicurezza pubblica o, comunque, di interesse pubblico” sottolinea il gip. Per il giudice gli Occhionero “al fine di trarne per sè o per altri profitto o di recare ad altri un danno accedevano abusivamente a caselle di posta elettronica protette dalle relative password di accesso sia personali che istituzionali appartenenti a professionisti del settore giuridico economico nonché a numerose autorità politiche e militari di strategica importanza o di sistemi informatici protetti utilizzati dallo Stato e da altri enti pubblici”.

I fratelli facevano dossier su politici, manager, banchieri o economisti di livello nazionale e avevano creato, secondo gli inquirenti, una centrale di cyperspionaggio per monitorare istituzioni, pubbliche amministrazioni, studi professionali, imprenditori. Nella lista degli spiati ci sono anche i nomi di Piero Fassino, Daniele Capezzone, Ignazio La Russa e Vincenzo Scotti, Alfonso Papa, Walter Ferrara, Paolo Bonaiuti, Michela Brambilla, Luca Sbardella, Fabrizio Cicchitto, Vincenzo Fortunato, Mario Canzio, il cardinale Gianfranco Ravasi, Poalo Poletti della Gdf.

LEGGI Massoneria e giochi di potere dietro i fratelli Occhionero

Molto conosciuti negli ambienti dell’alta finanza, gli arrestati sono residenti a Londra ma domiciliati a Roma. I reati di cui sono accusati sono procacciamento di notizie concernenti la sicurezza di Stato, accesso abusivo a sistema informatico, intercettazione illecita di comunicazioni informatiche. Ai due arrestati viene contestata anche l’aggravante prevista dall’articolo 615 ter del Codice penale (accesso abusivo a sistema informatico/telematico), anche perché “non si può trascurare che ogni malware, oltre a permettere l’esportazione dei dati, comporta la modificazione/alterazione del sistema informatico infiltrato, alterandone il funzionamento con grave rischio per la sicurezza delle operazioni gestite dal sistema informatico”.

“Tale ulteriore pericolo – ricorda il Gip – appare  estremamente grave quando i servizi resi dal sistema informatico violato pertengono alla sicurezza nazionale. Basti pensare al primo atto scoperto, grazie al quale si è potuti risalire alle condotte illecite descritte: il tentativo di hackeraggio del sistema informatico dell’Enav, contenente informazioni e dati relativi alla sicurezza pubblica nel settore dell’aviazione civile. Inutile spiegare quanto delicate – e cruciali per la sicurezza nazionale – siano informazioni relative all’ente nazionale aviazione, alle rotte di volo, ai dati dei dipendenti, ove soprattutto si consideri il clima politico mondiale odierno”.

L’ulteriore acquisizione dei contenuti apre altri spazi per l’aggravamento delle contestazioni. “Una volta dimostrata la segretezza di alcuni di essi e la loro pertinenza al settore politico e/o militare, già oggi altamente probabile, sarebbe inevitabile qualificare e ricondurre le azioni criminose nell’ambito dei delitti contro la personalità dello Stato (articoli 256 e 257 codice penale)” scrive ancora il gip. Gli articoli in questione sono quelli relativi al “procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato” e allo “spionaggio politico o militare”.

Gli investigatori del Centro nazionale anticrimine informatico Cnaipic del Servizio polizia postale e delle comunicazioni hanno scoperto una botnet occulta: grazie a una estesa rete di computer preliminarmente infettati tramite la diffusione del malware EyePyramid, la coppia di fratelli è riuscita per anni ad acquisire dalle numerosissime vittime prescelte notizie riservate, dati sensibili, informazioni, tutto custodito su impianti informatici statunitensi, ora sequestrati dalla polizia in collaborazione con la Cyber Division dell’Fbi Usa.

L’indagine è stata avviata dopo che al Cnaipic è stato segnalato l’arrivo di una mail, indirizzata a un amministratore di un’infrastruttura critica nazionale, che conteneva il malware. Tra gli osservati gli appartenenti a una loggia massonica, archiviati sotto la sigla Bros (fratelli) in una cartella piazzata in una delle numerose drop zone all’estero. Con la sigla PoBu (Politicians Business), invece, venivano catalogati gli esponenti politici. L’indagine ha permesso di ricostruire un complesso scenario fatto di società “a scatole cinesi” nazionali e straniere, usate come paravento per l’acquisizione, in via anonima, di servizi informatici all’estero. E proprio il concreto pericolo di una fuga all’estero degli indagati, che sono titolari di diverse attività fuori confine, ha fatto scattare l’arresto.

REP.IT

Rating 3.00 out of 5

No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.