Assalto al capotreno con machete. Ridotte le condanne dei “latinos”
Ridotte in secondo grado le condanne ai giovani salvadoregni accusati dell’aggressione con un machete al capotreno Carlo Di Napoli.
L’assalto sfociato nel sangue si verificò l’11 giugno 2015 alla stazione ferroviaria di Trenord di Villapizzone. Di Napoli subì quasi l’amputazione del braccio sinistro, mentre il suo collega Riccardo Magagnin venne malmenato. Ieri i giudici della Terza sezione penale della corte d’Appello (con presidente Fabio Tucci) hanno inflitto rispettivamente 14, 12 e 10 anni di carcere a tre imputati: Jackson Lopez Trivino, José Rosa Martinez e Andres Lopez Barraza. In primo grado, l’8 febbraio scorso, il gup del rito abbreviato Alfonsa Ferraro aveva deciso pene di 16, 14 e 11 anni e quattro mesi. Confermate in secondo grado le assoluzioni di altri tre componenti del gruppo, Alexis Ernesto Garcia Rojas, Kevin Jeovanni Vasquez Majano ed Henry Alexander Cortez Gonzales.
I tre condannati, facce da ragazzini e piglio da consumati latinos, erano presenti in aula. Gli inquirenti ritengono che facciano parte della violenta gang di sudamericani MS13. Rosa Martinez, accusato di aver sferrato il colpo con il machete e assistito dal difensore Luigi La Marca, ha fatto dichiarazioni spontanee. Ha chiesto scusa a tutti e in particolare al capotreno per il proprio «comportamento vergognoso». Le imputazioni per lui e i suoi compagni sono di tentato omicidio e lesioni aggravate. Dello stesso tenore le dichiarazioni di Lopez Barraza. Garcia Rojas invece, detto «cigarrito» e difeso dall’avvocato Robert Ranieli, benché assolto era stato espulso immediatamente dopo le fine del primo processo. La riduzione delle pene è dovuta anche al fatto che i giudici d’Appello hanno escluso l’aggravante dei futili motivi, ipotizzata al contrario dalla Procura proprio per la causa della colluttazione: i salvadoregni viaggiavano sul treno senza biglietto.
Lo stesso Di Napoli, 33 anni, che si è costituito parte civile al processo assistito dall’avvocato Luca Ponzoni, era in aula. Ha d’altra parte seguito quasi tutte le udienze. I giudici hanno disposto provvisionali di risarcimento per lui e il collega, oltre alla cifra di 20mila euro a favore di Trenord, altra parte civile rappresentata dall’avvocato Massimo Pellicciotta. «Ce lo aspettavamo – ha commentato il giovane capotreno a proposito dello sconto nelle condanne -. Non è una botta diretta in faccia ma un colpo che riusciamo a incassare». Nella sua requisitoria il sostituto procuratore generale Lucilla Tontodonati, chiedendo le condanne dei sei stranieri, aveva sottolineato come il tentato omicidio fosse nato «con un pretesto servito solo a scatenare un’aggressione in grande stile e in cui i giovani (tra l’altro alterati dall’alcol, ndr) hanno sfogato i loro istinti più brutali». All’assalto aveva partecipato un settimo ragazzo, un minorenne.
IL GIORNALE