«Se canti qui finisci in ospedale» I tre concerti negati a Bello Figo, il rapper immigrato dal Ghana
di Alessandro Fulloni
Minacce di morte mescolate a pesantissimi insulti razzisti. Questo il genere: «Un pezzo di legno e giù botte, torna in Africa negro». Oppure: «Se vieni qui un giretto al pronto soccorso te lo farai perché ti riempiremo di bastonate a volontà». Risultato: Paul Yeboah, assai più celebre con il nome d’arte di «Bello Figo», il rapper italo-ghanese ventunenne che su YouTube furoreggia con milioni di visualizzazioni dei suoi video in bilico tra provocazione e humour, si è visto cancellare tre concerti consecutivi per questioni di ordine pubblico. L’ultimo ieri sera a Legnano, al «Land of Freedom». Gli organizzatori hanno gettato la spugna: troppo pericoloso. E niente possibilità di vedere questo ragazzetto — che con i suoi occhialoni scuri, tatuaggi e grossi anelli alle dita pare un personaggio di un film di Tarantino — «rappare» la parodia del migrante tratteggiato nei cliché più razzisti. «No pago afito, no faccio opraio» canta dimenandosi assieme al fratello maggiore — muscolosissimo, canotta rossa e bandana — che si fa chiamare «Don Capucino». E ancora: «Vogliamo soldi e wi-fi», «rubiamo le bici». Ritornelli «swaggati» — i rapper dicono così: ovvero che colpiscono, «spaccando» per la violenza — contro i quali si è scagliato il leader della Lega Matteo Salvini: «Lo manderei a raccogliere il cotone. E anche i pomodori, le arachidi e le banane». E poi una violentissima lite su Rete4 con Alessandra Mussolini che gli ha gridato: «Tu purtroppo stai qui e gli italiani in strada».
«Incendieremo il palazzetto con la gente dentro»
Il secondo concerto era stato cancellato a Borgo Virgilio, nel Mantovano. Decisione presa dal sindaco Alessandro Beduschi preoccupato da frasicome queste comparse sul sito dell’evento: «Incendieremo il palazzetto con la gente dentro». Stesso scenario a Brescia, prima della Vigilia, alla «Latteria Molloy» dove le intimidazioni sono state indirizzate al telefono del locale. Seppure azzoppata, la programmazione del «Non pago affitto tour» pare procedere. La prossima tappa è prevista il 4 febbraio a Roma, agli «Ex magazzini», frequentatissimo locale di Testaccio. Mentre la questura monitora possibili sviluppi dello scenario, dalla discoteca fanno sapere che la presenza di Bello Figo — in Italia dal 2004, abita a Parma — non è in discussione. «La vendita dei biglietti procede: 13.50 euro l’ingresso».
Ma il rapper ora dov’è?
Ma il rapper ora dov’è? Paolo Favero, il manager che lo rappresenta, dice di «non saperlo. E con i giornalisti non parla perché preferisce postare le sue repliche su YouTube». Come nel video apparso giovedì e che già ha collezionato 300 mila clic, inseguendo nella «hit-parade» altri suoi rap: «Referendum costituzionale», 2,6 milioni, con annesso sostegno a Matteo Renzi e «Pasta col tonno», 5,9 milioni. Zuccotto dove appare la scritta «ansia», catenelle e medaglioni al collo, lecca lecca in bocca, spiega: «Le cose che dico nelle mie canzoni, “sono un nero e non mi sporco le mani” sono per ridere. Ma quelli che mi vedono ora sono sempre di più, e non capiscono. Pensano a offese». Gli insulti non paiono preoccuparlo. «Ci sono abituato. Ma io la prendo in modo “stranormale” e continuo a swaggare».
CORRIERE.IT
MA MANDATELO NEL SUO GHANA A CANTARE QUESTE SCHIFEZZE E VEDIAMO CHE FINE FA! FUORIIIIIIIIIIIIIIIII