Slavina sull’hotel, nessun segnale di vita: quattro morti e oltre 25 dispersi

Si scava, con cautela e tenacia, ma finora nessun segno di vita è salito in superficie. Anche se al momento resta fermo a quattro il numero ufficiale di vittime in seguito alla slavina che si è abbattuta mercoledì pomeriggio sull’hotel Rigopiano, in territorio di Farindola, alle pendici del Gran Sasso d’Italia. E resta incerto, ovvero non ufficializzato, il numero di dispersi tra dipendenti e clienti, numero che però sarebbe purtroppo tra i 25 e i 30.  

 

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È stata una slavina devastante, che ha pressoché sepolto gran parte della struttura, facendosi anche strada all’interno dei vari ambienti che la costituivano, e poi spazzato via quello che trovava sulla sua strada, così come aveva già fatto con un fronte ampio di alberi che era a monte dell’albergo.

Prime immagini dell’hotel Rigopiano, neve ha sfondato ed è entrata dentro

 Le operazioni sono coordinate dalla centrale di protezione civile allestita nel palazzetto dello sport di Penne, una sorta di quartier generale dove intorno alle 7 è prevista una riunione tecnica per fare il punto sull’attività. Sono oltre i 200, tra vigili del fuoco, soccorso alpino, Guardia di finanza, carabinieri e Polizia di Stato, le persone impegnate nelle ricerche. L’attivazione di torri faro ha consentito di cercare anche nelle ore notturne appena trascorse.

 

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Si opera con squadre di 30 per volta che si alternano in un lavoro sul posto molto delicato e condotto con estrema attenzione, scavando anche a mano tra la neve ammassata, per evitare ulteriori crolli di parti dell’hotel già collassate e di mettere a rischio gli stessi soccorritori o – la speranza è sempre presente fino a prova contraria – sopravvissuti rimasti intrappolati.

Una speranza sempre più flebile, viene detto da chi ha esperienza di queste situazioni critiche. Il trascorrere delle ore, le condizioni climatiche estreme (con il rischio assideramento molto forte), il silenzio da sotto le macerie e da sotto la neve, il girare a vuoto dei cani da ricerca, senza cogliere i segnali specifici attesi, rendono infatti sempre più sottile quel filo che lega ancora alla vita.

LA STAMPA

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