Milano svetta in Europa su risiko Trieste. Effetto Trump per Fca

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Il caso Generali fa di Piazza Affari la migliore delle Borse europee insieme a Madrid mentre la decisione della Corte Suprema britannica sul necessario pronunciamento del Parlamento inglese per avviare la Brexit non scuote la Borsa di Londra nonostante una sterlina debole per lunghi tratti (e poi in ripresa a 0,8591 per un euro, dopo un massimo a 0,8651, e a 1,2508 dollari dopo il minimo a 1,2417). Timide Francoforte e Parigi.

Il milanese FTSE MIB ha chiuso le contrattazioni in rialzo dello 0,89% grazie al balzo di Generali(+8,2%) e di Mediobanca(+5,6%) poiché, nonostante la mossa difensiva di Trieste, il mercato scommette in una offerta pubblica di scambio sulla compagnia triestina da parte di Intesa Sanpaolo (-4,4%) a un valore di 17-18 euro per azione. Exploit di Fiat Chrysler Automobiles (+5,9%) e della controllante Exor(+4,7%) dopo il vertice del presidente Trump con i costruttori auto americani a cui il numero uno della Casa Bianca ha chiesto di investire in impianti produttivi nel territorio americano in cambio di sgravi fiscali.

Trump ai costruttori: «Impianti auto in Usa in cambio di sgravi fiscali»
Nel suo incontro con i produttori di auto americani, Donald Trump ha chiesto loro una «spinta» per la costruzione di fabbriche e altre strutture in Usa; a sua volta il presidente ha promesso un taglio delle tasse e della deregulation. , Il presidente si è detto «onorato» di incontrare alla Casa Bianca i vertici di Fiat Chrysler Automobiles, General Motors e Ford, rispettivamente Sergio Marchionne, Mary Barra e Mark Fields. Secondo Trump, l’ambientalismo è «fuori controllo». «Renderemo i processi più semplici per le aziende americane e chi vuole fare business» in Usa, un Paese che diventerà più «amichevole» dal punto di vista imprenditoriale, ha detto Trump.

L’arrocco su Generali non frena la speculazione
La mossa difensiva delle General i su Intesa Sanpaolo, di cui Trieste ha “prenotato” un 3% per far scattare i paletti delle partecipazioni reciproche, non ha convinto il mercato ad abbandonare la speculazione su un riassetto in vista per la compagnia assicurativa tanto più che aumentano le voci di una possibile offerta di scambio allo studio da parte del gruppo bancario. In una seduta con volumi vicini al 3% del capitale, top da settembre, il titolo è stato il migliore di Piazza Affari consentendo al Ftse Mib di guidare i rialzi in Europa. La presunta pretendente Intesa ha ceduto il 4,4% con scambi vicini al 2% del capitale. Il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro, ha precisato che la riunione del cda in calendario venerdì riguarderà l’esame del budget 2017 e non il dossier Generali ma gli operatori danno chance all’ipotesi che l’istituto possa considerare l’idea di lanciare un’offerta sul 60% di Trieste (il minimo previsto dal Tuf per far cadere i limiti delle quote incrociate).

Gli analisti di Intermonte provano a ipotizzare un’ops che assegni a Generali un valore di almeno 18 euro per azione, mentre altri spostano l’attenzione su Mediobanca (+5,6%) e in particolare sulla quota detenuta da quest’ultima (13%) nel capitale del gruppo assicurativo.: è quanto provano a immaginare Equita Sim (che non escludendo che nel mirino di Intesa ci sia tutta Mediobanca) e Banca Akros (che invece pensa a una Unicredit disposta a vendere il suo pacchetto di primo socio di Mediobanca). Gli analisti di Hammer Partners non dimenticano invece il ruolo che nella partita potrà avere il gruppo Allianz: «Intesa Sanpaolo potrebbe essere interessata al ramo Vita e al ramo Danni in Italia e a Banca Generali, Allianz potrebbe essere interessati al ramo Vita e al ramo Danni di Generali in Francia e al resto del gruppo escludendo la Germania dove riteniamo ci possano essere alcuni rischi antitrust».

Le ipotesi di “spezzatino” hanno tenuto vivo anche il settore del risparmio gestito con la controllata di Trieste, Banca Generali, protagonista di un altro +0,8% (dopo il balzo di ieri favorito dal “buy” di Mediobanca Securities), visto che i broker guardano a un possibile polo del risparmio gestito con Banca Fideuram del gruppo Intesa. In serata si è saputo che la Consob avrebbe convocato per domani o dopodomani i vertici di Generali, Intesa Sanpaolo e Unicredit.

Bt affonda a Londra su grana attività Italia: -20%
In Europa gli acquisti hanno premiato soprattutto i minerari e l’auto mentre è stata molto negativa la seduta del settore delle telecomunicazioni a causa del -20% di Bt a Londra a causa di pratiche scorrette nella business unit italiana che hanno richiesto una svalutazione da 530 milioni di sterline. In calo tutti i titoli del comparto a cominciare da Dixon Carpho (-6,3%) e Vodafone (-1,9%) nella City, da Deutsche Telekom (-0,8%) a Francoforte. La stessa Telecom Italia ha ceduto l’1% a Milano. Deboli le utility: -0,7% A2a, -0,4% Snam Rete Gas, -0,2% Enel. In controtendenza Italgas (+1,3%) su cui Credit Suisse ha fornito una raccomandazione “outperform” grazie all’appeal legato alle numerose gare in programma per nuove concessioni.

Risparmio gestito spinto da scenari M&A: +7% Anima

In evidenza il risparmio gestito sia per le speculazioni relative a possibili alleanze Banca Generali-Fideuram in caso di un’operazione di Intesa su Generali sia per le indiscrezioni sull’acquisto di Aletti Gestielle (gruppoBanco Bpm) da parte di Anima (+7% in Borsa): nel comparto hanno guadagnato terreno Banca Mediolanum (+3,3%), Finecobank(+1,3%) e Azimut (+1,2%). Inferiore all’1% il rialzo di Banca Generali gia’ ieri tra i protagonisti grazie alla raccomandazione positiva di Mediobanca Securities. Tra i bancari non quotati sul Ftse Mib, balzo del 9% per Banca Carige poiché sembra avvicinarsi la cessione del primo pacchetto di crediti problematici da circa 1 mliardo di euro.

Balzo di Alerion dopo che – a sorpresa – il gruppo Fri-El, titolare del 29,4%, ha promosso una offerta volontaria sul restante capitale mettendo sul piatto obbligazioni Fri-El a un prezzo di 3 euro ciascuna. Continua così la battaglia sulla società eolica che ha visto la cordata Edison-F2i raggiungere il 39% nelle scorse settimane.

Sterlina in ripresa sul finale dopo verdetto Corte Suprema
Sul mercato valutario (segui qui i principali cambi) ha corretto leggermente il dollaro a 1,0748 per un euro (-0,2%). La debolezza del biglietto verde ha permesso il recupero del greggio a 53,34 dollari al barile a New York (+1,1%).

La sterlina – che aveva imboccato la strada del ribasso sul dollaro dopo che la Corte Suprema inglese ha stabilito che sulla Brexit è necessario il voto del Parlamento- si è ripresa sul finale (a 0,8591 per un euro, dopo un massimo a 0,8651, e a 1,2508 dollari dopo il minimo a 1,2417). Il Governo inglese di Theresa May dovrà consultare il Parlamento che dovrà autorizzare la notifica dell’articolo 50 del Trattato di Lisbona per l’avvio dei negoziati per l’uscita dall’Ue. La Corte Suprema ha anche escluso qualunque potere di veto da parte delle assemblee di Scozia, Galles e Irlanda del Nord sulla Brexit.

Usa, accelera il manifatturiero. Calo vendite case a dicembre
A gennaio l’attività manifatturiera statunitense ha accelerato il passo, confermandosi a livelli associati con un’espansione dell’attività economica. L’indice redatto dalla Federal Reserve di Richmond si è attestato in aumento a 12 punti, dagli 8 punti del mese precedente. Un valore sotto quota zero indica una fase di contrazione delle attività economiche, viceversa una lettura sopra tale soglia segnala una fase di espansione. Calo superiore alle previsioni invece per le vendite di case esistenti negli Stati Uniti in dicembre, segno che le scorte limitate, l’aumento dei prezzi e l’aumento dei tassi dei mutui hanno messo sotto pressione il mercato immobiliare americano. L’indicatore, stilato dall’associazione di settore National Association of Realtors (Nar), ha registrato un calo del 2,8% a 5,49 milioni di unità. Gli analisti attendevano un ribasso dell’1,8% a 5,51 milioni, dai i 5,54 milioni di novembre.

Verizon la peggiore del Dow Jones dopo trimestre sotto attese
Tra i principali gruppi Usa che hanno diffuso i conti, Verizon Communication, che è nel mezzo dell’acquisizione degli asset “core” di Yahoo, quelli legati a internet (operazione slittata nel secondo trimestre), ha chiuso il quarto trimestre con profitti sotto le previsioni, cosa che fa calare del il titolo a Wall Street di quasi il 4%. Il colosso delle comunicazioni ha riportato un utile di 4,6 miliardi di dollari, 1,10 dollari per azione, in calo del 16,6% dai 5,51 miliardi, 1,32 dollari per azioni, dello stesso periodo dell’anno precedente.

Vendite sui governativi, rendimento Btp decennale sale al 2,03%

Vendite sui titoli governativi dell’eurozona e quindi rendimenti in lieve rialzo sia “core” sia dei paesi periferici. I BTp decennali sono arretrati in sintonia con gli altri titoli sovrani dell’eurozona. Il differenziale tra il decennale benchmark italiano (Isin IT0005210650) e il pari scadenza tedesco si conferma a 162 punti base grazie al contemporaneo arretramento dei Bund, il cui rendimento è
risalito allo 0,41 per cento. Il rendimento dei decennali italiani è risalito al 2,03% dal 2 per cento di stamani (2,01% nel finale ieri). Meglio i BTp quinquennali con uno spread con i Bund di pari durata che si riduce a 109 punti base e un rendimento dello 0,69 per cento.

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)

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