E all’Agcom M5S vuol piazzare il fedelissimo di De Benedetti
Roma – Sulla nomina all’AgCom non si trova l’accordo politico e si rinvia di una settimana.
Il Senato doveva eleggere oggi il sostituto di Antonio Preto, scomparso a novembre, ma tutto si è complicato. Pd e Fi avevano trovato la quadratura del cerchio sul candidato azzurro (anche Preto lo era) Vito Di Marco, ma non avevano fatto i conti con Matteo Renzi, che ha posto il veto. L’operazione era stata condotta dal capogruppo dem Luigi Zanda, che cerca consensi per ottenere la presidenza della Commissione Affari costituzionali e dal suo omologo di Fi Paolo Romani. Di Marco era il coordinatore della sua segreteria tecnica quando era ministro dello Sviluppo nel governo Berlusconi. Il premier Paolo Gentiloni aveva dato l’ok, ma il leader dem non era stato informato e questo avrebbe creato anche tensione tra i due. Comunque, tutto è saltato e il M5S cerca ora di sfruttare l’occasione per candidare un avvocato esperto di web che piace a Beppe Grillo, è gradito all’area renziana e avrebbe legami con il gruppo De Benedetti: Guido Scorza.
Il personaggio è singolare: pubblicista e blogger che ha rubriche su Il Fatto Quotidiano e L’Espresso, dove si definisce «Avvocato del diavolo» e spara a zero spesso proprio sulle scelte di AgCom. Legale entrato ad ottobre nel team del commissario straordinario per l’Agenda digitale Diego Piacentini, con un compenso annuo lordo di 75mila euro.
Sul web Scorza, laurea in Giurisprudenza alla Luiss e dottorato a Bologna, si presenta così: «Avvocato, giornalista, docente universitario e blogger, attivista – con gli strumenti del diritto e dell’informazione – dei diritti civili in Rete ed attraverso la Rete».
Il M5S, dunque, punta su di lui, forse ignorando che il candidato potrebbe essere stato spinto proprio da Renzi. L’ex premier lo ha invitato alla quinta edizione della Leopolda, dove ha raccontato la nascita della sua startup, lo studio legale «E-lex», specializzato nei diritti della persona nell’era del web.
Roberto Fico, presidente 5 Stelle della Commissione di Vigilanza Rai, ha detto che AgCom dovrebbe essere «indipendente, invece è lottizzato dai partiti» e che teme «l’ennesimo volto del Patto del Nazareno». Il «nome indipendente» scoperto da Grillo sarebbe quello di Scorza, che entrerebbe nell’organismo nel delicato momento della scalata di Vivendi a Mediaset. Ma è proprio indipendente? Malgrado la sintonia con Renzi e la vicinanza sembra anche come legale a De Benedetti?
IL GIORNALE