Rigopiano, «Asfissia, ipotermia e schiacciamento». Così sono morte le 25 vittime

di Alessandro Fulloni, Annalisa Grandi e Giusi Fasano, inviata

I funerali di Gabriele D’Angelo (La Presse) I funerali di Gabriele D’Angelo (La Presse)

Venticinque vittime, 12 uomini e 13 donne, cinque persone ancora disperse, undici i sopravvissuti. A una settimana dalla tragedia dell’hotel Rigopiano proseguono incessanti le ricerche tra neve e ciò che resta del resort. Mercoledì mattina recuperati sei corpi, tra cui quello del proprietario Roberto Del Rosso, mentre nel pomeriggio estratto e recuperato il cadavere della 25esima vittima, una donna. Intanto resi noti i risultati dei primi sei esami autoptici: le vittime risultano essere morte per un concorso di cause, asfissia, schiacciamento e ipotermia.

Il muro

I vigili del fuoco avevano cercato martedì di aprire un varco nel muro che separa la cucina dal bar: un muro portante spesso 80 centimetri. In precedenza era stata controllata tutta la zona dove prima della valanga c’era la hall, il centro benessere, la «zona ricreativa» dove – in due ambienti diversi – erano stati tratti in salvo prima Adriana Parete e suo figlio Gianfilippo e poi i tre piccoli Edoardo, Ludovica e Samuel. Restano da ispezionare la cucina e, soprattutto, il bar. «Dobbiamo entrare lì dentro, è l’unica zona del corpo centrale dell’hotel, quella dove presumibilmente era la maggior parte delle persone, dove ancora non siamo arrivati. Speriamo che sia integro» dice chi scende dalla montagna. Ancora i soccorritori devono entrare anche nelle camere, ma la maggior parte sono state travolte dalla violenza della valanga e dunque, se qualcuno era lì dentro, difficile pensare che possa essere ancora in vita. Le immagini d’altronde sono implacabili: il tetto ha schiacciato i piani uno sull’altro e dove c’erano le stanze è rimasto soltanto un cumulo di macerie e pezzi di pilastri sventrati.

La possibilità che ci sia qualcuno in vita teoricamente c’è.

Il bar, dunque. Se lì dentro è rimasta una sacca d’ossigeno, la possibilità che ci sia qualcuno in vita teoricamente c’è. È un filo sottilissimo, molto molto sottile ma è ancora integro. Lo ripetono gli esperti e lo dicono i soccorritori, che per questo stanno facendo di tutto per accelerare le operazioni di ricerca nonostante continui a nevicare e la nebbia impedisca agli elicotteri di volare. Nell’area dell’hotel lavorano decine di uomini del soccorso alpino e della Guardia di Finanza, che continuano a scandagliare i metri di neve che ancora sovrastano il Rigopiano, mentre 70 vigili del fuoco, dei 150 che a rotazione operano in zona rossa, sono impegnati 24 ore al giorno nelle ricerche all’interno della struttura.

L’addio alle vittime

Intanto, con le ricerche dei vivi ancora in corso, sono iniziate le cerimonie in ricordo dei morti. Una maglia dell’Inter sulla bara del maitre dell’hotel, Alessandro Giancaterino e i ragazzi della Croce Rossa per Gabriele D’Angelo, prima dei funerali. In Rete invece il ricordo di Roberto Del Rosso, «Caro Roberto, spero che questa lettera ti raggiunga ovunque tu sia, insieme a tutte le persone vittime di questa tragedia.Non so se riuscirò ad esprimere tutto il dispiacere, il dolore che sento dentro ma voglio comunque rivivere, attraverso le parole, il ricordo che hai lasciato», queste le parole di Gianluca Ginoble, del trio «Il Volo». Ma a ricordare il proprietario del Rigopiano è anche il tecnico del Pescara Massimo Oddo che su Instagram scrive: « Solo qualche mese fa con grande entusiasmo e con la luce che si vede negli occhi dei bambini mi mostravi emozionato tutti i nuovi lavori per rendere fantastico il tuo meraviglioso paradiso….oggi non c’è più nulla solo morte e distruzione, un incubo che la natura ci ha lasciato! Riposate in pace Roberto, tu e tutte quelle persone che ci hanno lasciato».

Edoardo e Samuel tornano a casa

Chi è sopravvissuto, invece, torna a casa: dall’ospedale di Pescara sono stati dimessi sia la famiglia Parete – l’unica che, comunque vada, da quest’immensa tragedia è sopravvissuta davvero – e i due fidanzati di Giulianova Vincenzo Forti e Giorgia Galassi. Dimessi martedì a mezzogiorno anche Edoardo Di Carlo, 9 anni, e Samuel Di Michelangelo, 7, i due bimbi uniti dallo stesso infame destino. Il primo ha perso entrambi i genitori, morti sotto alle macerie dell’albergo, mentre quelli del secondo sono ancora tra i dispersi. I bimbi, in buone condizioni di salute, ieri avevano espresso il desiderio di restare qualche altra ora nel reparto di Pediatria. Poi, oggi, hanno lasciato l’ospedale. Edoardo è stato affidato ad un fratello maggiorenne ed è andato via con i parenti, Samuel ha lasciato la struttura sanitaria insieme ai nonni. Mentre Edoardo è stato informato della morte dei genitori, Samuel, a quanto appreso, sa che mamma e papà sono in ospedale, feriti. Nei giorni di ricovero i bambini sono stati assistiti dai medici e dal personale della Pediatria, con il supporto degli psicologi della Asl.

«Morti per ipotermia, asfissia e traumi»

E arrivano i primi risultati delle autopsie sulle vittime, il procuratore di Pescara Cristina Tedeschini ha spiegato che esami autoptici sono stati effettuati su sei dei morti nella tragedia dell’hotel, altre sei autopsie devono ancora essere effettuate. Alcune delle vittime risultano morte per schiacciamento, in altri casi allo schiacciamento e all’asfissia si è aggiunta l’ipotermia.«In alcuni casi sono morti immediate per schiacciamento. In altri casi le morti sono state meno immediate, con concorrenza di cause: schiacciamento, ipotermia e asfissia – ha detto, per poi precisare – Non abbiamo casi di morte esclusivamente per ipotermia». Diversa la tesi del medico legale nominato dalla famiglia di Gabriele D’Angelo, secondo il quale la morte dell’uomo è stata causata da assideramento. «Non ci sono segni di traumi né di asfissia – ha spiegato Domenico Angelucci – Secondo noi se fosse stato soccorso entro due ore probabilmente poteva essere salvato».

«Ospiti volevano lasciare l’albergo»

«La situazione percepita dagli ospiti dell’hotel il 18 gennaio era sicuramente di criticità, sia in mattinata che soprattutto nel pomeriggio c’era la diffusa volontà di lasciare l’albergo» ha spiegato il procuratore. «Anche nella giornata procedente – ha detto – altre criticità erano state segnalate dal gestore dell’hotel, ma erano di altro tipo, ad esempio relative alla mancanza di gasolio e a problemi di viabilità». Cristina Tedeschini è poi tornata sul tema delle comunicazioni e dei ritardi nei soccorsi: «Le telefonate registrate sono state acquisite e mi sembra evidente che ci siano state incomprensioni relative alle richieste di aiuto lanciate da Giampiero Parete e Quintino Marcella il 18 gennaio». Ancora, il procuratore di Pescara ha spiegato che «sulla base delle informazioni, l’hotel era in possesso di tutte le autorizzazioni». Si indaga per omicidio colposo plurimo e disastro colposo, per ora non c’è nessun nome nel registro degli indagati.

CORRIERE.IT

Rating 3.00 out of 5

No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.