Usa-Russia, idillio Trump-Putin: “Nuovo rapporto fra uguali, primo obiettivo battere insieme l’Isis”

dal nostro corrispondente FEDERICO RAMPINI

NEW YORK – E’ la fine della “seconda guerra fredda”. Sboccia l’idillio, è luna di miele fra Donald Trump e Vladimir Putin. E’ il leader russo a rivelare il contenuto della prima telefonata di lavoro col suo omologo americano. Un rilancio delle relazioni bilaterali tra le due superpotenze ex-rivali, ma stavolta “da pari a pari”, un rapporto fra eguali, all’insegna della dignità reciproca. E subito al lavoro insieme, per sconfiggere l’Isis in Siria.

Non c’è l’annuncio ufficiale sulla levata delle sanzioni contro Mosca, però appare nel resoconto sintetico della telefonata fatto da Putin una frase molto allusiva: i due sono “nello spirito favorevole a restaurare e migliorare la cooperazione Usa-Russia, anche nel campo dell’economia e degli scambi”. Se è così, le sanzioni hanno i mesi contati. I due del resto hanno l’intenzione di far seguire a questa telefonata un vero e proprio summit, il primo vertice bilaterale in cui s’incontreranno di persona: resta solo da definire la data e il luogo.

C’è intesa anche sulla priorità comune: “Unire gli sforzi per combattere il terrorismo internazionale”. E questo ovviamente significa qualche accordo operativo in Siria nelle operazioni militari contro l’Isis. Ma è anche un implicito endorsement che Putin regala a Trump poche ore dopo il controverso decreto anti-islamici che chiude le frontiere degli Stati Uniti ai profughi siriani e a tutti i visitatori o perfino immigrati legalmente residenti ma originari da sette paesi a maggioranza musulmana. Si torna all’asse Usa-Russia contro il terrorismo islamico così come c’era stato brevemente dopo l’11 settembre 2001 (quando Mosca diede un appoggio logistico agli americani in Afghanistan). Del resto Putin si è sempre offerto agli americani come un modello da imitare in questo campo, per la sua esperienza nella guerra in Cecenia.

Trump riesce là dove fallì Barack Obama quando tentò un “reset” a tutto campo nelle relazioni con la Russia, ma sbagliò interlocutore puntando su Dmitri Medvedev anziché Putin. Ora resta da vedere se questo spettacolare disgelo verrà digerito dai falchi repubblicani al Congresso, dove notabili come i senatori John McCain e Lindsay Graham hanno espresso forti riserve su Putin, in particolare dopo le rivelazioni sulle interferenze russe nella campagna elettorale. Il Congresso potrebbe mettersi di traverso quando verrà il momento di levare le sanzioni.

La giornata di Trump è stata ricca di altre telefonate con leader stranieri: oltre a Putin ha sentito il premier giapponese Shinzo Abe, la cancelliera tedesca Angela Merkel, e il presidente francese François Hollande. Quest’ultimo ha voluto far sapere di avere “messo in guardia contro il protezionismo e il ripiegamento” il presidente americano. Nel colloquio con la Merkel c’è stata un comune riconoscimento del ruolo della Nato, ma la cancelliera ha accettato il principio secondo cui gli europei devono spendere di più per la propria difesa.

REP.IT

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