Renzi prepara il siluro a Gentiloni: direzione Pd, poi al voto a giugno
Matteo Renzi ha deciso di procedere a marce forzate. Prima la direzione del Pd, poi qualche ritocco essenziale alla legge elettorale per andare subito al voto.
Secondo la ricostruzione proposta da Goffredo De Marchis su Repubblica, l’ex premier sta preparando un ritorno in campo in stile blitzkrieg. L’obiettivo è rimandare il congresso per andare alle urne da candidato unico del Partito – che, da statuto, è sempre il segretario. Niente primarie, quindi.
Gli ostacoli da aggirare sarebbero un’eventuale formazione di sinistra capitanata da Giuliano Pisapia e Laura Boldrini – che Renzi però intenderebbe “candidare nel Pd” – e la scissione paventata da Massimo D’Alema, di cui però il segretario non sembra darsi troppa pena. Nulla da temere, invece, da parte di Palazzo Chigi: la fedeltà di Paolo Gentiloni sarebbe infatti granitica.
La road map per arrivare al voto e chiudere la legislatura entro l’estate prevede la richiesta di elezioni ad aprile per ottenerle a giugno (magari l’11). Se supererà indenne la direzione piddì del prossimo 13 febbraio, l’ex premier fiorentino proporrebbe qualche modifica minore alla legge elettorale: preferenze di genere e capilista bloccati al Senato, niente modifiche al sistema di collegi, un capolista per Regione.
Chi ci sta ci sta e quindi si attende che il Presidente della Repubblica sciolga le Camere. Con qualche ritocco all’Italicum, il Colle non sarebbe sfavorevole, sostengono i ben informati.
IL GIORNALE