Milano (+0,8%) maglia rosa Ue, Trump e Fed sotto osservazione

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Chiusura contrastata per le Borse europee (segui qui gli indici), all’indomani della decisione della Federal Reserve di lasciare i tassi invariati e nel giorno in cui anche la Banca d’Inghilterra ha confermato il costo del denaro allo 0,25%. L’istituto di Oltremanica ha rivisto al rialzo le stime sull’economia della Gran Bretagna, che nel 2017 registrerà un progresso del 2% (rivisto da +1,4%), sulla spinta degli stimoli fiscali e del miglioramento della congiuntura globale. Sotto osservazione rimangono le mosse del presidente Usa, Donald Trump. Non ha invece entusiasmato la Banca centrale europea, nonostante abbia rassicurato nel Bollettino economico che la manovra di quantitative easing andrà avanti, a dispetto della fiammata inflattiva di gennaio.
Milano ha registrato la performance migliore d’Europa (+0,79% il Ftse Mib), sebbene l’Italia rimanga ‘sorvegliata speciale’, dopo la risposta data all’Europa in termini di conti pubblici. Risposta alla richiesta della Commissione europea di un rientro di 3,4 miliardi per invertire l’andamento del debito pubblico.

Così lo spread è calato a 180 punti. In Europa è invece risultata debole Francoforte appesantita dalla flessione di Deutsche Bank dopo la trimestrale che ha deluso le attese, crollata del 5,2%. La banca tedesca ha chiuso il 2016 con una perdita di 1,4 miliardi di euro, superiore alle attese del mercato. A Francoforte sono inoltre andare male le Daimler (-2,7%), a dispetto del fatto che il gruppo auto abbia archiviato un 2016 da record e abbia previsto un 2017 ancora in crescita. Il peso massimo Siemens ha lasciato sul parterre il -3,18%, risentendo delle prese di beneficio dopo il balzo di oltre il 5% della vigilia, innescato dalla pubblicazione del bilancio.

Scatta Ferrari, rimane al palo Fca

Piazza Affari ha beneficiato della performance di alcune blue chips comeFerrari (+3,7%), che ha accelerato nel pomeriggio dopo la pubblicazione dei conti del 2016 e le indicazioni di crescita per il 2017. èL?anno scorso la società del Cavallino Rampante ha registrato ricavi pari a 3,1 miliardi in rialzo dell’8,8% e un utile netto di 425 milioni, in aumento del 37,1%. Ferrari, inoltre, prevede di continuare a correre anche nel 2017, quando conta di consegnare nel mondo 8.400 auto, in modo da registrare un fatturato attorno a 3,3 miliardi di euro. Il gruppo stima un ulteriore miglioramento anche in tema di indebitamento che a fine 2017 dovrebbe scendere a 500 milioni, dai 653 milioni di fine 2016. Della galassia Agnelli, hanno recuperato terreno le Cnh Industrial (+5,39%), dopo la debolezza delle ultime sedute. Sono invece rimaste al palo le Fiat Chrysler Automobiles (+0,2%), all’indomani della pubblicazione dei dati sulle immatricolazioni italiane di gennaio, salite per la casa del 12,3% rispetto all’anno prima. Ancora una volta Fca ha fatto meglio del mercato che ha registrato un progresso del 10%. Gli analisti, tuttavia, hanno puntato il dito sulle vendite negli States, che a gennaio sono calate per il quarto mese di fila e dopo oltre sei anni di aumenti mensili consecutivi: il colosso di Detroit, parte di Fca, in gennaio ha visto diminuire le immatricolazioni dell’11%.

Corrono le St, attesa per Ferragamo e Telecom

Sono inoltre state ben comprate le Stmicroelectronics (+5%), sull’onda del successo di vendite di iPhone 7, smarthphone per il quale l’azienda italo-francese fornisce alcuni componenti. Sono inoltre andate bene le Yoox Net-A-Porter Group(+3,68%) e le Poste Italiane(+3,8%), mentre hanno perso quota le Saipem (-2,7%). Salvatore Ferragamoha registrato un progresso dello 0,6%, alla vigilia del piano industriale che sarà presentato domani alla comunità finanziaria. Telecom Italiasi è mossa al rialzo (+0,69%), beneficiando dell’attesa dei conti che verranno esaminati domani dal cda e poi illustrati lunedì alla comunità finanziaria nel corso di una conference call.

Banche contrastate, in calo Unicredit

Sono risultate contrastate le banche, con Unicredit (-1,65%) che ha cambiato direzione di marcia innumerevoli volte, all’indomani dell’annuncio delle condizioni relative all’aumento di capitale da 13 miliardi, che partirà il 6 febbraio.

Le azioni di nuova emissione verranno offerte a un prezzo di 8,08 euro con uno sconto del 38% sul Terp. Bper è salita dello 0,47% nel giorno in cui l’ad, Alessandro Vandelli, ha preannunciato una svalutazione della partecipazione nel fondo Atlante, nel quale l’istituto aveva versato 100 milioni di euro. Intesa Sanpaolo ha perso lo 0,91%, in vista dei conti 2016 che saranno diffusi domani. Il mercato si interroga se l’istituto guidato da Carlo Messina lancerà il blitz su Generali(+1,7%), anche se il presidente dell’istituto, Gian Maria Gros Pietro, ha indicato che il cda, in riunione oggi e domani, discuterà solamente del bilancio 2016.

Bank of England migliora le stime sul Pil per la seconda volta dopo la Brexit

Ieri la Fed ha lasciato i tassi invariati e nel comunicato post-meeting non ci sono state variazioni di rilievi rispetto al tono del comunicato di dicembre, con molte incertezze rispetto al futuro delle politiche economiche e fiscali della nuova amministrazione Trump. Oggi attenzione alla Gran Bretagna: all’indomani del primo voto della Camera dei Comuni a favore della Brexit, il Governo ha pubblicato un documento con il dettaglio del piano di uscita dall’Europa. Inoltre, la Bank of England ha lasciato i tassi invariati e ha migliorato le stime sulla crescita per la seconda volta dal referendum sulla Brexit: per il 2017 il Pil è atteso in salita del 2% dall’1,4% stimato a novembre. L’inflazione media per il 2017 è stimata al 2,7% quest’anno e al 2,6% nel 2018. Sterlina in calo dopo l’annuncio (segui qui l’andamento della moneta britannica contro euro e contro dollaro).

Bce: guardiamo oltre variazioni temporanee prezzi

I tassi d’interesse nell’Eurozona resteranno ai livelli attuali, o inferiori «per un prolungato periodo di tempo» e il quantitative easing continuerà «sino alla fine di dicembre 2017 o anche oltre se necessario». La conferma della posizione della Bce è contenuta nel Bollettino economico pubblicato oggi. Il Consiglio direttivo conferma anche «la necessità di un grado molto elevato di accomodamento monetario per consentire l’aumento delle pressioni sui prezzi nell’Eurozona e sostenere l’inflazione complessiva nel medio periodo». Se le prospettive «diventassero meno favorevoli o se le condizioni finanziarie risultassero non in linea con ulteriori progressi verso un aggiustamento durevole del profilo dell’inflazione, il Consiglio direttivo è pronto a incrementare il programma di acquisto di attività in termini di entità o durata». La Bce, inoltre, sottolinea che di recente «l’inflazione complessiva è aumentata, in larga misura sulla scorta di effetti di base dei prezzi dell’energia, ma le pressioni sull’inflazione di fondo restano contenute». Il Consiglio direttivo «continuerà a guardare oltre le variazioni dell’inflazione misurata sullo Iapc qualora siano valutate temporanee e senza implicazioni per le prospettive per la stabilità dei prezzi nel medio termine».

Euro verso quota 1,08 dollari. Petrolio volatile

Sul fronte dei cambi, l’euro ha riconquistato posizioni sul dollaro, beneficiando dello status quo della Federal Reserve sui tassi (segui qui ) . E’ volatile il prezzo del petrolio (segui qui Brent e wti) . Sull’andamento del greggio ha impattato in parte anche la notizia che la Russia ha ridotto di 112mila barili la produzione a gennaio, il doppio di quanto concordato nell’accordo con l’Opec.

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)

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