Raggi: ho pensato alle dimissioni ma ho la fiducia del Movimento

edoardo izzo
roma

«Cosa è questa?». Il procuratore aggiunto Paolo Ielo, giovedì pomeriggio nell’interrogatorio tanto atteso, che si tiene nella struttura della polizia investigativa al Tuscolano, tira fuori quei fogli dalla cartellina. E a Virginia Raggi crolla il mondo addosso. «È una polizza assicurativa e lei ne è la beneficiaria», spiega il magistrato alla sindaca, che accusa visibilmente il colpo. «Non ne so nulla», dice mentre le si materializza davanti un vero incubo: il suo amico e collaboratore Salvatore Romeo, sulla cui promozione a capo della segreteria con congruo aumento di stipendio indaga lo stesso Ielo, ha indicato infatti il nome Virginia Raggi come destinataria di ben due polizze, per complessivi 33 mila euro. Si tranquillizza solo quando le dicono che quei fondi sarebbero incassabili solo in caso di morte. E ride nervosamente, come fanno in questi casi le signore, quando apprende che la causale indicata da Romeo per destinarle l’eventuale eredità è «relazione sentimentale».

 

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Non immagina che in quel momento i siti internet di tutti i giornali, non solo italiani, pubblicano la notizia di quelle polizze che certo non giovano alla sua immagine di politica onesta. Nè a quella dei 5 Stelle. L’avvocato Alessandro Mancori le viene in soccorso facendo notare che non c’è nessun illecito nella vicenda. Per la parte di Romeo, il dottor Ielo lo sa già: ha ricostruito tutti i flussi finanziari che hanno riguardato Romeo dal 2000 ad oggi, senza trovare nulla di illecito. Sono soldi puliti quelli che hanno consentito a Romeo quei versamenti, stipulando nel tempo queste polizze come strumento di investimento. Il procuratore aggiunto vuole però sapere dalla sindaca se ci sono ragioni particolari per le quali il funzionario comunale (e attivista dei 5 Stelle) abbia deciso quell’insolita eventuale destinazione futura. «Romeo – ricostruisce la Raggi – lo abbiamo conosciuto nel 2013, quando siamo entrati. Lui era molto stimato nel tavolo bilancio. Nel tempo si è sicuramente consolidato questo rapporto, e ne è nata anche una grande amicizia».

 

E il giorno dopo, rispondendo a Enrico Mentana su La 7, la sindaca aggiunge: «Quando lo vedrò gli chiederò subito di cambiare il destinatario. La cosa più spiacevole è quella di non essere stata informata. Sono rimasta sgomenta perché non ne avevo idea, poi mi sono fatta una cultura in queste ore. La verità è che il beneficiario non è tenuto a saperlo: è uno strumento finanziario per fare degli investimenti».

 

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Se il colpo di scena delle polizze è stato il momento più drammatico dell’interrogatorio, il cuore del faccia a faccia con i pm sono stati i reati contestati alla sindaca: l’abuso d’ufficio e il falso in atto pubblico, in relazione entrambi alla promozione di Renato Marra, il fratello di Raffaele, braccio destro della sindaca, ora detenuto con l’accusa di corruzione per una tangente. Dalle chat agli atti dell’inchiesta emerge un episodio particolare: Raggi si lamentò infatti di non essere stata avvertita del rilevante aumento di stipendio che sarebbe andato a Renato Marra. E mentre l’avvocato Mancori sostiene che questo episodio non conferma l’ipotesi di abuso d’ufficio, Ielo ribalta la situazione tirando fuori la mail che l’assessore Meloni inviò a Raffaele Marra e alla Raggi: «Grazie per il vostro suggerimento». Per chi indaga il messaggio di Meloni (sentito sul punto dai magistrati) farebbe pensare a un coinvolgimento congiunto della sindaca e dell’ex braccio destro nella nomina. E la Raggi ha dichiarato all’anticorruzione del Comune di aver deciso in totale autonomia. La mail dunque rafforza l’incriminazione per falso.

 

Il nodo di tutta la vicenda delle nomine resta il rapporto tra la Raggi e Raffale Marra. La sindaca ne ha parlato con Mentana, rivelando di aver conosciuto l’ex ufficiale della Gdf proprio attraverso Romeo che glielo aveva suggerito perché padroneggiava come nessun altro la macchina amministrativa del Comune. «Marra ora c’e’ poco da mollarlo», ironizza con amarezza la sindaca al giornalista che le chiede «se avesse mollato lui più di Romeo». «Se fossi stata a conoscenza di alcune cose avrei fatto scelte diverse», assicura con un sorriso, mostrando però tutta la fatica e lo stress di questi mesi difficili. «Credo che le difficoltà che abbiamo affrontato in questi mesi avrebbero sfiancato un toro. Non posso dire di non aver mai pensato alle dimissioni, ma abbiamo un grande progetto per Roma». Quanto alla polizza incriminata, la sindaca definisce quella di Romeo «una grande leggerezza non averci informato». E l’interessato si giustifica su Facebook: «L’ho indicata come beneficiario perché la stimo, lei non lo sapeva».

LA STAMPA

 

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