La Raggi ora rischia il “codice Casaleggio”: “Esposta in una gabbia sulla tangenziale”
Mentre non è dato sapere cosa pensi Casaleggio jr, barricato negli uffici dell’azienda di famiglia, si può immaginare cosa direbbe della vicenda Raggi suo padre Gianroberto, perché lo ha scritto.
Casaleggio senior, morto lo scorso aprile lasciando in eredità al figlio il movimento Cinque stelle, non aveva certo previsto la catastrofe della giunta Raggi, ma le punizioni da applicare in caso di fallimento sì. In uno dei suoi ultimi visionari libri, Veni vidi web (introdotto nientemeno che dal rapper Fedez), il guru di Grillo immagina un mondo perfetto, almeno dal punto di vista di Casaleggio, dove «petrolio e carbone sono proibiti insieme alla circolazione di macchine private, i mezzi pubblici sono gratuiti, si va tutti in monopattino, le macellerie proibite e «chi è sorpreso con un fucile da caccia viene lasciato nudo nei boschi e braccato da personale specializzato con pallettoni di sale grezzo dall’alba al tramonto». Ma chi fa male il sindaco, o peggio ancora viene arrestato per corruzione, come il braccio destro della sindaca Raggi, e come rischiano altri nella vicenda delle polizze ad insaputa della sindaca? Per loro, Casaleggio ha un codice penale molto preciso: «La corruzione è vista come una malattia contagiosa. Corrotti e corruttori sono esposti in apposite gabbie sulle circonvallazioni delle città».
Se il M5s fosse coerente coi principi del suo co-fondatore, dovrebbe dunque già attrezzare delle gabbie da posizionare sul raccordo anulare di Roma, gogne medioevali che verrebbero presto occupate da qualche esponente del «raggio magico», decisamente nei guai con la Procura di Roma.
A quanto pare, tuttavia, i vertici M5s sembrano propensi ad applicare per la Raggi un garantismo inedito per il movimento. Niente gabbie sulla circonvallazione, la Raggi non va abbandonata. La relazione tra la Casaleggio Associati e la giunta capitolina in effetti è molto forte. Tra gli assessori ci sono persone di diretta emanazione della ditta di cui ora è presidente Davide Casaleggio. Uno è l’assessore alle Partecipate Massimo Colomban, imprenditore, entrato nell’orbita del M5s proprio attraverso Gianroberto Casaleggio. L’altro è l’assessore allo Sviluppo Economico, Turimo e Lavoro del Comune di Roma, Adriano Meloni. Lui è l’ex amministratore delegato della controllata italiana di Expedia, il colosso mondiale del turismo on line, società che per la Casaleggio Associati ha ideato come sponsor la ricerca annuale sull’e-commerce in Italia, presentata ogni anno da Gianroberto Casaleggio e appunto Meloni, adesso assessore della Raggi. Rapporti troppo stretti per immaginare, come punizioni per gli eventuali corrotti e corruttori, delle scomode gabbie sul Gra.
IL GIORNALE