Pd, Cuperlo a Renzi: “Dimettiti e convoca il Congresso”
ROMA – “Al segretario un consiglio fraterno, cerca il bene della tua comunità, dimettiti domani e convoca il congresso”. Lo ha chiesto Gianni Cuperlo nel corso di una affollatissima assemblea con oltre 600 militanti e simpatizzanti della sua componente SinistraDem giunti da tutta Italia nella sede romana del Pd. “Così ci potremo misurare tutti – ha aggiunto – non solo Matteo Renzi, su una serie di sconfitte”. Quanto alle eventuali scissioni, di cui Renzi “ha la responsabile più grande”, ricordano un po’ l’Armata Brancaleone: “Spezzare il Pd non rappresenta un balzo in avanti ma un ritorno all’antico”.
Cuperlo ha dedicato al segretario anche una citazione ‘sanremese’: “Se hai a cuore il destino del Pd e della sinistra, per citare Eros (Ramazzotti ndr) ora che si avvicina Sanremo, ‘Fermati un istante’. Non per tutta la vita – ha continuato tra gli applausi – ma ora costruisci le condizioni per una stagione diversa”.
Pd, Cuperlo: ”Renzi dimettiti e convoca il congresso” e cita Ramazzotti
Da un salone della sede del Nazareno, stipato per ore, l’ex presidente Pd ha bocciato contemporaneamente ogni ipotesi di uscita dal Partito democratico, mostrando una clip in cui i celebri personaggi dell’Armata Brancaleone vengono implicitamente paragonati agli ‘scissionisti’. “Ita anca voi dove volete, ma da un’altra parte..’, è la battuta di uno strepitoso Vittorio Gassmann ai suoi compagni di ventura.
Cuperlo ha ammesso che a sinistra “ci sono tanti orfani in cerca di casa” e ha sottolineato che la spaccatura “può accadere”. Uno scenario, la cui responsabilità – ha sottolineato – cadrebbe prima di tutto sulle spalle del segretario. Tuttavia, nel momento in cui ha chiesto un Congresso “partecipato e diverso”, ha anche continuato a esortare Renzi ad aprire al confronto. “Se dovesse decidersi a indossare l’elmetto e combattere ciecamente sappia che il semplice appello all’unità non potrà bastare. Se il confronto – ha ammonito Cuperlo – si riducesse all’ennesimo duello si sappia che la sinistra andrebbe verso una sconfitta storica”.
“Se una scissione dovesse compiersi – ha continuato Cuperlo – come è possibile, nessuno potrà sollevare il leader e il gruppo dirigente da quella responsabilità. Io non mi arrendo a questo e in un passaggio simile, l’idea di spezzare il progetto sul quale la sinistra italiana ha investito se stessa, vedere franare quel progetto storico, non pare un balzo in avanti ma un ritorno all’antico. Può accadere? se siamo onesti la risposta è sì”. E ha aggiunto: “Temo per la sinistra italiana una sconfitta storica e non può più bastare un appello all’unità”.
Il parlamentare dem ha criticato le scelte radicali di Donald Trump e i rischi per la tenuta europea: “Per la prima volta, in minoranza, potrebbero finire l’Occidente e i suoi valori. Sembra che la nuova destra punti a stabilire il nuovo ordine mondiale, col rischio che la democrazia s’inceppi, che il fascismo, parola che Cuperlo ha sottolineato di usare “sempre con pudore”, possa tornare nel cuore dell’Europa. Di fronte a questo scenario, la sinistra non “deve perdere la sua identità ma battersi contro le disuguaglianze, non più ostaggio dell’economia”.
Cuperlo si è detto “impressionato dalla rimozione della sconfitta di dicembre” e dopo aver chiesto la testa di Renzi, ha ipotizzato un segretario a tutto servizio, “che non fa anche il sindaco, non guida una regione, non fa il premier, non fa il ministro”.
Durissimo contro Renzi anche Gad Lerner che ha, anche lui, chiesto le dimissioni dell’ex premier: “Ormai è una questione di pochi giorni se non si vuole la dissoluzione di questo partito. Non può più tenere in ostaggio il partito. Dopo tre anni di sua leadership farei fatica a votare di nuovo il Pd”.
A breve giro di posta è arrivata la contro-sfida dei “renziani”. Per Andrea Marcucci: “I problemi del Paese devono venire prima di quelli del Pd. Smettiamola con un dibattito autoreferenziale che danneggia tutti. Matteo Renzi – ha tagliato corto – è il segretario più gradito dagli elettori Pd e secondo gli ultimi sondaggi, sarebbe confermato alle primarie sfiorando il 60%”. Sulla stessa linea Ernesto Carbone: “La minoranza avverte il bisogno di mettere sempre in mezzo Renzi, non si accontentano mai e giocano sempre al rialzo. Facciamo le primarie o il congresso. Poi, però, chi perde sia leale e rispetti il risultato. E vedremo se vincono Cuperlo e D’Alema o se vince Renzi”.
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