Sprint finale per Piazza Affari con Fca e Banco Bpm. Spread torna a 195
–di Chiara Di Cristofaro e Andrea Fontana
Risveglio finale per Piazza Affari che grazie al ritorno degli acquisti su alcuni big del listino – come Banco Bpm (+4,1%), Fca (+2,5%) e Telecom Italia(+1,1%) – e alla corsa ai difensivi, a cominciare dalle utility, chiude in positivo una seduta ad alta volatilità perchè caratterizzata dalla pressione sui bancari e dalla ricerca di asset rifugio a causa delle indecifrabili evoluzioni dello scenario politico in Europa. Il FTSE MIB, dopo due cali consecutivi e dopo aver toccato un minimo a -1,2%, è rimbalzato sull’area 18400-18500 punti per chiudere a +0,58%. Parallelamente, sul mercato dei titoli governativi, se è rientrata l’ascesa dei rendimenti (e quindi le vendite) sui Paesi ritenuti più incerti nel breve termine sotto il profilo economico-politico – con il rendimento del Btp decennale sceso a 2,25% e lo spread col Bund tornato sotto 195 punti base mentre il differenziale Francia-Germania è in area 70 dopo un top a 79 – si è consolidata la corsa ai Bund tedeschi (0,30% il rendimento a 10 anni), ai Gilt britanici (1,22%) e ai Treasuury americani(2,34%). «Per proteggersi dal rischio di deflagrazione dell’Eurozona gli investitori tornano a comprare asset che non rendono nulla su un orizzonte temporale di dieci anni», commenta una casa di investimento sottolineando che i recenti movimenti dei listini sembrano assegnare all’affermazione di Marine Le Pen in Francia e alle elezioni anticipate in Italia più probabilità di quanto emerge dai sondaggi.
Wall Street in rosso, balzo scorte Usa sopra attese
Intanto Wall Street è in flessione con vendite su finanziari, petroliferi e tecnologici. Intanto sul fronte delle scorte settimanali Usa, nella settimana conclusa il 3 febbraio sono balzate di 13,83 milioni di unità a 508,592 milioni, mentre gli analisti attendevano un aumento di 2,5 milioni di barili, dopo la salita di 6,466 milioni di unità precedente. Secondo i dati diffusi dal dipartimento all’Energia, gli stock di benzina si sono attestati in calo di 869.000 unità a 256,217 milioni, dopo il rialzo di 3,866 milioni di barili dei sette giorni precedenti e l’aumento di 1,1 milioni di barili atteso. Le scorte di distillati, che includono il combustibile da riscaldamento, sono cresciute di 29.000 unità a 170,746 milioni, dopo il rialzo di 1,568 milioni di barili della settimana precedente e la crescita di 300.000 unità prevista. L’utilizzo della capacità degli impianti si è attestato all’87,7%, meno dell’88,2% del dato precedente e meno anche dell’87,8% atteso dagli analisti. Restano sotto pressione i prezzi del petrolio dopo la pubblicazione delle scorte settimanali americane che hanno sostanzialmente confermato l’indicazione già emersa dall’American Petroleum Institute di ieri.
Dietrofront del petrolio che, dopo aver ceduto fino a un punto percentuale alla pubblicazione dei dati americani, ha invertito la rotta salendo dello 0,6% a New York a 52,51 dollari al barile. Euro/dollaro tornato a 1,07 da 1,0688 di ieri sera.
Denaro sulle utility. Debole l’oil e le banche
Tornando al Ftse Mib, in prima fila Terna (+3,7%) e Enel (+2,8%), quest’ultima grazie al giudizio positivo di Morgan Stanley. Pesante Banca Mediolanum (-2,5%) dopo i dati sulla raccolta netta di gennaio in calo rispetto a un anno fa. Giù anche St (-2,5%) e Tenaris (-2,2%). Dopo essere stata a lungo la peggiore in Europa, lo scatto finale ha permesso a Piazza Affari di realizzare la migliore performance nel Vecchio Continente: Francoforte e Madrid infatti hanno chiuso in frazionale calo (rispettivamente 0,05% e -0,02%) mentre Londra ha riportato un timido +0,09% e Parigi ha guadagnato lo 0,26% nel Cac40 frenata dalle vendite sui principali gruppi del settore bancario (-2,3% Credit Agricole, -2,2% SocGen, -1,9% Bnp Paribas). Il settore del credito e’ risultato il più penalizzato a livello generale (-0,8% lo Stoxx600) insieme a quello minerario, mentre utility, alimentare e tlc sono stati i preferiti per gli acquisti. Sul Ftse Mib, giu’ i petroliferi: oltre a Tenaris, che ha pagato anche le statistiche sull’attivita’ delle trivelle in Messico e Argentina a gennaio, ha perso l’1,3% Saipem e lo 0,19% Eni nel giorno in cui i pm milanesi hanno chiesto il
rinvio a giudizio per l’amministratore delegato Claudio Descalzi nell’ambito del procedimento sul presunto pagamento di tangenti in Nigeria. A Borse chiuse il cda ha confermato, attraverso una nota ufficiale, la massima fiducia nel manager parlando di estraneità di Eni alle contestazioni. Ancora sottotono Leonardo – Finmeccanica(-1,3%) tornata sotto 12 euro per la prima volta da fine gennaio: per gli analisti, a parte l’incertezza sulla riconferma di Moretti per un nuovo mandato, pesa in questa fase la mancanza di fattori catalizzanti visto che anche il riassetto della jv Mbda sembra al palo.
Vendite su Ynap: IV trimestre sotto le previsioni
In calo anche Yoox Net-A-Porter Group dopo i dati preliminari 2016 con il fatturato del quarto trimestre leggermente inferiore al consensus. Equita ha tagliato il target price e le stime per il 2016 e il 2017. Il fatturato del quarto trimestre – fa notare la sim – è risultato appena sotto le attese con un aumento dell’11,4% su anno contro un +13,1% stimato di cui 0,5% legato al cambio. A cambi costanti, il fatturato e’ cresciuto del 15,7% su anno contro il +17% atteso per minori vendite offseason. Il rallentamento e’ stato da +19,5% del terzo trimestre a +16,3% del quarto trimestre, contro attese di un’accelerazione.
Torna l’appeal per le torri tv: Governo vuole polo nazionale
Salgono Ei Towers (gruppo Mediaset), che lunedì ha staccato il dividendo straordinario da 3,6 euro per azione in pagamento da oggi, Rai Way(controllato da Viale Mazzini) e Inwit, che ha Tim come socio di maggioranza. Il sottosegretario allo Sviluppo con delega alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, ha auspicato ieri che la creazione di un polo nazionale delle torri «si possa concludere presto» aggiungendo che il principale paletto del governo Gentiloni è quello di una aggregazione a maggioranza pubblica. In una approfondita analisi sul comparto tlc e media, Mediobanca Securities qualche giorno fa attribuiva «un’alta probabilità» al completamento dell’asse EiTowers-Rai Way nel corso del 2017 alla luce della trasformazione delle frequenze 700 mhz e dell’operazione Vivendi-Mediaset.
L’incertezza pesa sui governativi: spread BTp/Bund in area 200
L’incertezza sul futuro assetto dell’area euro conseguente al denso calendario elettorale del 2017 sta influenzando notevolmente le scelte degli investitori. Gli analisti di Mps Capital Services mettono in evidenza che il mercato si sta concentrando sempre più sui titoli di Germania, Usa e Uk. Per tutti gli altri Paesi dell’area si registrano allargamenti degli spread, più marcati, e pressoché uniformi per entità, in Italia, Portogallo e Spagna (segui qui l’andamento del differenziale tra decennale italiano e tedesco e il rendimento del BTp). Inoltre in area Euro, in un contesto di allargamento generale degli spread, si rinnovano le tensioni sul tema Grecia, dopo la spaccatura emersa in seno al Fmi sugli obiettivi del programma di salvataggio. Nel suo rapporto sulla Grecia, il Fmi avrebbe ancora una volta messo in evidenza la necessità di una riduzione del debito, mettendo in discussione la sua partecipazione al programma di salvataggio. Tuttavia, secondo quanto riportato dal quotidiano Ekathimerini, il governo ateniese sembrerebbe aver raggiunto un compromesso con il capo dell’Eurogruppo, Dijsselbloem, e con il capo della Commissione, Juncker, sulla conclusione della seconda revisione, rimasta in sospeso da diversi mesi. La revisione dovrebbe concludersi entro il prossimo eurogruppo del 20 febbraio.
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)