Trump spinge Wall Street su nuovi record, Milano (+1%) chiude in volata
–di Cheo Condina
Donald Trump promette un maxi piano fiscale «fenomenale» per gli Stati Uniti «nel giro di due-tre settimane» e fa volare su nuovi record Wall Street, che a sua volta trascina le Borse europee a una chiusura con buoni rialzi. Così, a New York – nonostante le trimestrali in chiaro scuro di Twitter e Coca Cola – Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aggiornano i massimi storici mentre il petrolio Wti, dopo il forte e inatteso calo delle scorte Usa, guadagna l’1,1% a un soffio da 53 dollari al barile. Indicazioni confortanti anche dal mercato del lavoro Usa, con i sussidi settimanali di disoccupazione ai minimi dal 1973.
A Milano, che ha chiuso in rialzo dello 0,94%, volano i titoli del comparto petrolifero e di quello bancario. Saipem recupera il 3,1%, Eni l’1,5% e Tenaris l’1,6% mentre tra gli istituti di creditoUbi Banca chiude a +3,6% e Banca popolare Emilia Romagna a +1,6%. Bene Recordati dopo i conti 2016 (+4%), che hanno visto un aumento dell’utile netto di quasi il 20% e Mediobanca (+1,6%) dopo i profitti oltre le attese. In coda al listino, invece, oltre a Banco Bpm(-0,2%, domani diffonde i conti), c’è Stmicroelectron (-1,4%) vittima di qualche realizzo dopo la performance super del 2016 (negli ultimi 12 mesi il titolo ha guadagnato il 170%). Sul resto del listino ha debuttato oggi all’Aim Health Italia, che si occupa di soluzioni di sanità integrativa: il titolo (prima Ipo del 2017) ha chiuso in ribasso di quasi il 5% .Si ridimensiona lo spread Btp-Bund, che chiude a 186 punti base. Sul mercato valutario l’euro/dollaro resta vicino alla soglia di 1,07 (a 1,067 da 1,07 ieri sera) mentre l’euro/yen è scambiato a 120,56 (da 119,39). Dollaro/yen a 112,97.
Sussidi di disoccupazione Usa ai minimi dal 1973
Nei sette giorni conclusi il 4 febbraio il numero di lavoratori che per la prima volta hanno fatto richiesta per ricevere sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti e’ sceso più delle previsioni e al minimo in 12 settimane, confermandosi a
livelli in linea con il recente miglioramento del mercato del lavoro americano. Secondo quanto riportato dal dipartimento del Lavoro, le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione sono calate di 12.000 unità a 234.000, contro
le 248.000 della settimana precedente. Cosa più importante: la media delle quattro settimane, più attendibile in quanto non soggetta alle fluttuazioni del mercato, è scesa di 3.750 unità a 244.250, il minimo da novembre 1973.
Twitter e Coca Cola deludono il mercato
Nel quarto trimestre Twitter ha ampliato le perdite, ma ha visto salire fatturato (+1%) e numero di utenti attivi (+4% a 319 milioni rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). Anche se i risultati sono stati migliori delle previsioni, il
titolo del social network ha segnato subito un profondo rosso nel premercato a
Wall Street. Nei tre mesi a dicembre, Twitter ha riportato perdite nette per 167,054 milioni di dollari, -23 centesimi per azione, contro i 90,236 milioni, -13 centesimi per azione, dello stesso periodo dell’anno precedente. Per quanto riguarda Coca Cola, sempre nel quarto trimestre ha messo a segno profitti in linea con le previsioni, ma ha dato un outlook deludente per l’intero anno. Per il 2017 Coca-Cola attende un calo dell’utile per azione tra l’1 e il 4% dagli 1,91 dollari per azione dell’anno appena concluso, mentre Wall Street attendeva un rialzo a 1,97 dollari per azione. Nei tre mesi a dicembre, il colosso delle bibite ha riportato un utile netto di 550 milioni di dollari, 13 centesimi per azione, in calo del 56% dagli 1,24 miliardi, 28 centesimi per azione, dello stesso periodo dell’anno precedente. Escludendo le voci straordinarie, i profitti sono scesi di un centesimo a 37 centesimi per azione, in linea con le stime. Il fatturatoè calato del 6% a 9,4 miliardi di dollari, dai 10 miliardi dell’anno precedente, comunque meglio dei 9,1 miliardi attesi dagli analisti.
In Europa tengono banco le trimestrali
Le Borse europee chiudono in buon guadagno (segui qui l’andamento dei principali indici) grazie ai dati societari migliori delle attese di alcune società. Tra i bancari in rialzo la francese Societe Generale, dopo che il trimestre si è chiuso con utili netti migliori del consensus grazie alla riduzione dei costi e con l’aumento del dividendo. In rosso invece Commerzbank a Francoforte: il gruppo ha registrato un crollo dell’utile netto nel 2016 a 279 milioni di euro, comunque superiore alle stime degli analisti. Da segnalare anche i conti di Total dopo il buon andamento del quarto trimestre dell’anno con utili superiori alle attese e l’annuncio dell’aumento del dividendo.
Mediobanca: +30% utile netto I semestre a 418 mln, ricavi record a 1,07 mld
Netto rialzo per il titolo Mediobanca dopo i dati superiori alle attese. Nei sei mesi l’utile netto è in crescita del 30% a 418 milioni di euro, i ricavi hanno raggiunto i massimi storici a 1,07 miliardi (+6%) e il risultato operativo è in progresso del 14% a 425 milioni. Il costo del rischio è in calo di 34 punti base a 102 pb, ai livelli pre crisi e un miglioramento del Texas Ratio al 15%. Il margine di interesse cresce del 5% a 636 milioni, trainato dal credito al consumo (+13% a 408mln) che è pari al 65% del margine di gruppo. A livello patrimoniale l’indice Cet1 ‘phase-in’ migliora al 12,3% dal 12,08% al 30 giugno scorso e il Total Capital Ratio sale al 15,74% da 15,27%.
Lo spread BTp/Bund prosegue in calo sotto i 190 punti base
Prosegue il restringimento degli spread verso la Germania iniziato ieri, sebbene – sottolineano gli analisti di Mps Capital Services – restino sempre valide le condizioni che hanno portato ad un loro allargamento. Il numero uno della Bundesbank, Weidmann, ieri in un’intervista ha difeso la politica monetaria della Bce, dichiarando che si potrà parlare di una riduzione del programma di acquisto solo quando la crescita economica sarà più consistente ed il rialzo dell’inflazione sarà stabile intorno al target del 2%. Chiude in calo anche lo spread tra BTp e Bund, sotto i 190 punti, così come il rendimento del decennale italiano. Intanto sul tema Grecia, si è espresso il ministro delle finanze olandese e capo dell’Eurogruppo Dijsselbloem, secondo cui una fuoriuscita dal programma del Fmi bloccherebbe il supporto dell’Olanda al programma di aiuti. Negli Usa i tassi di mercato sono calati ieri in un contesto di pendenza di curva in appiattimento ed aspettative d’inflazione in ridimensionamento. Il calo è avvenuto nonostante l’asta sul Treasury a 10 anni abbia raccolto un’accoglienza tiepida (bid-to-cover a 2,29 contro una media di 2,5).
Euro/dollaro sotto quota 1,07. Petrolio in rialzo
Sul mercato valutario l’euro/dollaro torna sotto quota 1,07 e lo yen in prossimità di area 112. Prosegue invece l’apprezzamento della sterlina dopo il via libera della Camera dei Comuni senza emendamenti alla legge sulla Brexit. Tra meno di 2 settimane la palla passerà alla Camera dei Lord dove il governo non ha la maggioranza, anche se il consenso non si aspetta un blocco. In rialzo il prezzo del greggio (segui qui l’andamento di Brent e Wti), dopo il calo inatteso delle scorte di benzina negli Usa (-869mila barili a 256,2 mln barili contro attese di un aumento di oltre 1 mln barili) e nonostante l’aumento delle scorte complessive di greggio.
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)