In Giappone c’è uno stagno di ninfee che sembra uscito da un quadro di Monet
Il giardino di Giverny a cui il pittore impressionista francese Claude Monet dedicò trent’anni di produzioni, lasciandoci in eredità il variopinto ciclo de «Le ninfee» esposte al Museo dell’Orangerie di Parigi così come alla National Gallery di Londra e al Metropolitan Museum di New York, ha un degno rivale orientale, incastonato tra le montagne che circondano Seki, nella prefettura di Gifu, in Giappone.
I colori di questo stagno sembrano usciti proprio da uno dei quadri dell’artista. Le somiglianze tra le pennellate e l’ambientazione in cui si è immersi va oltre ad ogni immaginazione. E a completare l’opera sono le variopinte carpe Koi che vivono in queste acque cristalline che incantano i visitatori del tempio shintoista Nemichi.
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Questo laghetto incantato si trova lungo la strada che percorrono i pellegrini, ed è diventato il simbolo della natura che incanta e fa sognare.
Un luogo incontaminato in cui è possibile apprezzare tutto quello che ha rappresentato Monet nella sua imponente produzione artistica, incluse quelle note di colore e quei riflessi nati dalla sua fantasia. E per questa inusuale somiglianza, nonostante i 9600 chilometri questo specchio d’acqua è stato ribattezzato, per l’appunto, «Lo stagno di Monet».
Qui, gigli e ninfee colorano le acque limpidissime circondate dalla rigogliosa vegetazione, proprio come fosse un quadro. Un piccolo esempio di natura incontaminata, alimentata da torrenti di montagna e protetta dalle montagne retrostanti, che sarebbe molto piaciuto anche a Monet e che potrebbe meritare il titolo di stagno più bello al mondo.
LA STAMPA