La libertà vola via

Mattia Feltri

Il 46 per cento dei russi prova rispetto, simpatia e ammirazione per Iosif Stalin. Un anno fa gli ammiratori del tiranno erano il 37 per cento, e il risultato è piuttosto interessante. Infatti si succedono sondaggi secondo i quali in tutto il mondo cresce il desiderio di un uomo forte, che di per sé non vuol dire niente: preferire Charles De Gaulle a François Hollande significa preferire un uomo forte a un uomo debole, e sarebbe curioso il contrario. In Italia, secondo le ultime ricerche, il desiderio di uomo forte unisce l’80 per cento dei cittadini, metà dei quali votò Matteo Renzi alle Europee del 2014, per poi mollarlo derubricando la forza in spacconeria. Ma il sondaggio su Stalin cambia un po’ la prospettiva.

 Che cosa farà mai rimpiangere al popolo russo un capo comunista a cui viene attribuita qualche decina di milioni di morti via Lubjanka e via gulag? C’era più ordine, dicono. Istruzione gratuita, case gratuite, ospedali gratuiti, e cioè nessuno aveva molto, ma tutti erano uguali nel poco. E questo dimostra che la democrazia, e cioè la libertà, non è un’insieme di regole, è una disposizione dell’anima e della testa, e fa pensare che abbia ragione chi sostiene che la libertà è difficile conquistarla ma ancora più difficile è averne cura, perché la libertà contrariamente a quello che si pensa, anche oggi, anche qui da noi, non è licenza, è responsabilità. Tanti anni fa Giuseppe Mazzini, e ieri Emma Bonino, hanno detto che la libertà presuppone più doveri che diritti. Quando si pensa il contrario, la libertà vola via.
LA STAMPA

 

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