La rivolta dei tassisti contro il governo
Giornata da dimenticare quella di ieri per chi aveva bisogno di un taxi in una grande città. Da Roma a Milano, Torino, Firenze i tassisti hanno scatenato una protesta dopo la decisione di inserire nel decreto Milleproroghe, di quella che è stata definita una sanatoria pro-Uber, la sospensione per un altro anno di una serie di norme che dovrebbero regolamentare il servizio degli Ncc e contrastare le pratiche abusive o comunque nuove – e dunque non soggette alle norme – come è il caso di Uber.
A Roma decine di taxi hanno protestato davanti al Senato dove è stato votato il provvedimento. Traffico in tilt nel centro della città, qualche problema negli aeroporti di Fiumicino e Ciampino anche se limitato dalla presenza di un servizio navette messo a disposizione dalla società Aeroporti di Roma. A Milano servizio sospeso e tassisti riuniti in «assemblee spontanee» presso le due stazioni, con lancio di uova contro un’auto a noleggio con conducente. Proteste anche a Torino e Firenze.
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Non è stato uno sciopero ma i disagi per i cittadini sono stati equivalenti con l’aggravante della mancanza di preavviso e delle altre garanzie previste dalle regole sugli scioperi. L’Autorità di garanzia ha accusato i sindacati di aver violato la legge e li ha invitati «a porre in essere le iniziative idonee a far cessare ogni disservizio, adoperandosi, altresì, fattivamente affinché i propri iscritti rispettino scrupolosamente le previsioni contenute nella legge».
«E ora chi paga? Chi risarcirà i cittadini che hanno perso l’aereo, il treno, hanno mancato appuntamenti di lavoro o sono rimasti prigionieri negli aeroporti lontano da casa o dall’ufficio? Ora servono sanzioni esemplari, affinché venga garantito che non accada più», chiede il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi.
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Il risultato ottenuto dalla protesta dei tassisti è la convocazione da parte del ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, di un incontro con i sindacati martedì prossimo mostrando, almeno nelle intenzioni, la volontà di ascoltare le loro ragioni. «La modernità», ha osservato, «non può cancellare posti di lavoro e investimenti. Apriamo un tavolo per dare un quadro complessivo in cui discutere insieme. Cerchiamo di trovare un quadro che permetta di migliorare la situazione».
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Gli spazi di manovra però non sono molto ampi. Il Milleproroghe, dopo la fiducia al Senato, arriva quasi blindato alla Camera dove deve ottenere l’ok definitivo entro il 28 febbraio. «Il ministro Delrio si assuma la responsabilità del governo – ha avvertito Nicola Di Giacobbe di Unica taxi Cgil – La legge 21 si può migliorare ma solo con il consenso delle categorie. Gli impegni presi si rispettano». Per Alessandro Genovese di Ugl taxi «questa è una sanatoria pro Uber e pro abusivi, lo hanno capito tutti. Il governo se ne assuma la responsabilità». Con loro si è schierato il leader della Lega Nord, Matteo Salvini: «Il governo», dice, «non può prendere in giro e massacrare i lavoratori, in questo caso i tassisti. Il mio sostegno a chi tutti i giorni è in strada a fare il suo lavoro a rischio di aggressioni e senza nessuna certezza».
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