Cristo si è fermato a Roma
Saranno i mille campanili di Roma, tesi verso l’eternità del cielo, ma qui nella capitale si susseguono miracoli di stampo evangelico. Il nuovo lago di Tiberiade è l’Atac, l’azienda municipale dei trasporti, dove non si moltiplicano pani e pesci ma pneumatici, e con altrettanto soprannaturale magistero. È successo che nei tre anni compresi fra il 2013 e il 2015, gli autobus romani hanno bucato 6 mila e 36 gomme, ma ne hanno sostituite d’urgenza 15 mila e 371. Con conseguente aumento del costo, otto milioni in più. E dove sono finite le novemila gomme acquistate di troppo? Mah.
Inutile cercare spiegazioni non metafisiche in una città, e in un’azienda, che era già riuscita a moltiplicare per quattro il prezzo dei dischi freno per i treni della metropolitana: 6 mila e 700 euro l’uno invece di mille e 700, cifra di listino. Nulla, se non i prodigi celesti e gli insegnamenti biblici, dà il senso alla vita dell’Atac: pochi mesi fa una piaga d’Egitto s’è abbattuta sui conducenti e gli operai, centosessanta dei quali sono caduti simultaneamente sotto malattie sorprendentemente varie e terribili, ognuna delle quali impediva loro – in scienza e in coscienza – di mettersi al volante o in officina. Ma la mano di Dio è calata su di loro, e dopo la visita fiscale l’ottanta per cento degli infermi si è rialzato in piena salute, come Lazzaro. Tutto questo non può che riempirci di ottimismo: presto arriverà la primavera e con le piogge la città si allagherà e si fermeranno tutti i mezzi pubblici. E noi proveremo a camminare sulle acque.
LA STAMPA