Congresso SI, eletto Fratoianni segretario: “Dialogo con gli scissionisti Pd se non votano fiducia a governo”
dal nostro inviato Silvio Buzzanca
RIMINI – “Io non so se sarò capace, ma ci riuscirò se insieme saremo umili, coraggiosi, uniti e determinati”. Nicola Fratoianni è il primo segretario di Sinistra italiana, eletto oggi a Rimini con 503 voti favorevoli, 32 contrari e 28 astenuti. Salito sul palco dopo la proclamazione invoca subito l’aiuto del partito che, visto l’applauso che lo saluta, sembra intenzionato a seguirlo. Loredana De Petris, capogruppo al Senato Loredana De Petris, lo bacia e sulle note di Bella Ciao gli ha consegnato un bacio e un mazzo di rose rosse. Come il colore dominante in questo congresso di Rimini dove Fratoianni e gli altri dirigenti hanno cercato di tenere insieme passato e futuro. Come ieri, quando la lettura della lettera di Rossana Rossanda è finita con le note dell’Internazionale e la sala in piedi con il pugno chiuso. Nel presente il nuovo partito deve fare i conti con l’ingombrante concomitanza con gli eventi del Pd. A cui Fratoianni deve e vuole prestare attenzione. Anche perché il partito ne parla, ne discute e si divide. Nella notte infatti è stato bocciato un ordine del giorno di Alfredo D’Attore che chiedeva di “congelare” la fase costituente in attesa di vedere cosa decideranno Renzi e compagni. Decidendo subito che Sinistra italiana debba fare parte da subito del nuovo progetto insieme agli scissionisti del Pd. E dunque anche Arturo Scotto che da quella parte guarda e Giuliano Pisapia.
Fratoianni ringrazia dell’impegno e delle buone intenzioni ma pone subito una domanda che sarà cruciale nei prossimi giorni: “Se si produce una rottura nel Pd e si produce una rottura anche in Parlamento con nuovi gruppi parlamentare con cui voglio interloquire, questi nuovi gruppi parlamentari alla prima fiducia sul governo Gentiloni cosa faranno? Quando arriverà in aula il decreto Minniti sulla sicurezza lo voteranno? Perché se lo faranno, la nostra interlocuzione con loro è già finita”. Dunque con gli scissionisti del Pd si può discutere, ma come ha spiegato anche Nichi Vendola, “considero quello che sta accadendo nel Pd importante, dobbiamo interloquire con chi dovesse rompere con quella storia, e sarebbe salutare, ma non dobbiamo andare a dialogare con nessuno con il cappello in mano”.
Dunque orgoglio identitario all’insegna dello slogan “la sinistra torni a fare cose di sinistra che torna a fare il suo mestiere”. E anche tanta voglia di fare. Nel suo discorso conclusivo Fratoianni indica subito alcuni obiettivi: costruire 500 comitati a sostegno dei referendum della Cgil sui voucher, costruzione e rivitalizzazione delle reti mutualistiche che fanno “densità sociale”. In pratica vuol dire che Sinistra italiana metterà i subito i soldi del 2 per mille e quelli che arrivano dai singoli parlamentari a disposizione di chi vuole lavorare sul territorio. Fratoianni è stato praticamente plebiscitato, grazie anche alla decisione di Arturo Scotto e del suo gruppo di disertare il congresso. Questo non vuol dire che non serpeggino tensioni tipiche dei congressi. Un delegato dal forte accento campano riflette ad alta voce sul fatto che “il segretario migliore sarebbe stato Arturo: è uno che è cresciuto nel Pci, conosce la strada. Fratoianni è un tecnico”. Dove per tecnico, spiega, “intendo che è un politico professionista”. Forse voleva dire senza anima. Il nuovo segretario però deve avere sentito questa piccola critica e dal palco sembra rispondere quando dice “Io faccio politica perché non ho mai smesso di indignarmi”.
Una presa distanza proprio dal politico professionale. Fratoianni ne approfitta anche e anche criticare Giuliano Pisapia: “Giuliano, oltre alla i gentilezza serve anche l’indignazione”, gli dice. E motivi di indignazione ce ne sarebbero veramente molti. Li snocciolano nei loro interventi Stefano Fassina e un Pippo Civati particolarmente ironico e sferzante nei confronti di Renzi e del Pd. Vendola punta molto anche sul recupero del senso delle parole, della parola sinistra. Ne affida a Fratoianni il recupero di senso e la custodia. Lui accoglie l’invito. E a sugellare questa operazione di verità contro Renzi e Grillo che hanno accreditato la fine della dicotomia destra-sinistra, sale sul palco Luciana Castellina che chiude il cerchio con il passato, e dice: “Ci dicono che dobbiamo scegliere fra barbari e civilizzati quelli che pensano già ad allearsi. Noi scegliamo i barbari perché con i barbari c’è un pezzo del nostro mondo”.
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