Tanti Paesi corrotti, ma l’Italia è imbattibile

Caro direttore, dopo lo scandalo sollevato da Di Pietro io e molti italiani sperammo che se non eliminata la corruzione dei politici fosse stata messa sotto controllo. Purtroppo qui in Francia dove vivo, come in Italia dove ho vissuto, non passa giorno che non scoppi uno scandalo che coinvolge i politici di tutti i partiti. Alcune chiese protestanti affermano che la politica è corrotta e consigliano persino di non votare. Temo che abbiano ragione. Lei cosa ne pensa?
Nerio Fornasier

Caro signor Fornasier, i 25 anni di Mani Pulite hanno spinto i protagonisti a fare un bilancio di quella stagione che molti, in quei giorni di inchieste, indagini e partiti politici che svanivano, consideravano una «rivoluzione». La domanda è naturalmente per tutti la stessa: Mani pulite ci ha cambiato davvero?

Il giudizio più categorico l’ha dato sul nostro giornale un magistrato di punta del pool, ora presidente dell’Anm, Piercamillo Davigo: «L’Italia oggi è più corrotta, la nostra deriva è ancora peggiore».

I numeri purtroppo ci raccontano un livello di corruzione che vale da 70 a 100 miliardi all’anno. Una cifra enorme sottratta all’economia legale, al bilancio pubblico, alla sana competizione tra le aziende. Una pratica che genera discredito per politici e amministratori, che lascia tantissimi italiani senza speranze e li spinge a non votare (ma io non lo consiglierei mai) o al ribellismo.

D’altra parte come possiamo tuonare contro l’antipolitica se questa è la scena che abbiamo davanti? Come fronteggiare la delusione di aver visto anche un pm simbolo di Mani pulite, Antonio Di Pietro, transitare direttamente alla politica assumendone molti dei vizi? Abbiamo accumulato indagini su indagini, leggi su leggi, codice etici e autorità di controllo che hanno scalfito solo in superficie il fenomeno.

Forse leggi meno roboanti ma più efficaci, procedure amministrative semplici (in cui non possano spadroneggiare politici e burocrati), inchieste serie e meno mediatiche, un’etica pubblica diffusa fin dai banchi di scuola, possono aiutarci. Perché è vero, come Lei scrive, che i corrotti prosperano anche in altri Paesi europei. Ma in questo campo noi siamo imbattibili.

Le lettere a Luciano Fontana vanno inviate a questo indirizzo di posta elettronica: scrivialdirettore@corriere.it

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